Genere cinematografico forse sottovalutato dall’opinione pubblica, il documentario oggi sta acquisendo sempre più popolarità, spazio e attenzione nell’industria dell’intrattenimento e tra gli spettatori, e ciò lo si deve in particolare alle piattaforme di streaming che includono una sezione dedicata nei propri cataloghi. In un momento storico in cui l’importanza di informarci e istruirci sta finalmente iniziando ad ottenere il riconoscimento che merita, e l’informazione inizia a essere promossa come imperativo morale oltre che requisito del benessere della società, i documentari ne vengono fuori vincitori in quanto tra i più efficaci e accessibili mezzi di informazione, che, mescolando arte e pedagogia, nutrono le nostre menti e i nostri spiriti senza che noi ce ne accorgiamo.
Se ci interessa saperne di più su personaggi leggendari del passato e del presente, se vogliamo perfezionare un’opinione imprecisa o forgiare una visione personale su un argomento di dibattito, se sentiamo il bisogno di istruirci su una qualsivoglia tematica di cui a scuola non ci parla nessuno, magari vitale per la quotidianità, i documentari fanno al caso nostro. Impariamo ad usare la nostra voce e le nostre piattaforme pubbliche per promuovere il ruolo chiave dell’informazione nelle nostre vite, così da assicurarci che il mondo in cui viviamo sia un posto in cui tutti quanti, tanto nel pubblico quanto tra le mura di casa, possano aprire bocca solo con una solida base di conoscenze alle spalle. Noi, dal canto nostro, siamo felici di contribuire alla missione condividendo la nostra selezione di 10 imperdibili documentari del decennio. Buona lezione!
Politica e questioni sociali
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“Diana, nostra madre: la sua vita e la sua eredità” (2017)
In questo documentario di 89 minuti diretto da Ashley Gething, i principi William e Harry ripercorrono la vita di Lady Diana e ci raccontano dell’influenza che ha avuto su di loro nel ruolo di madre e sul resto del mondo nel ruolo di filantropa. Artisti internazionali e figure di spicco del calibro di Kofi Annan, Naomi Campbell e Elton John offrono alle telecamere il loro ricordo di Lady D e della sua dedizione alle cause sociali, tra cui la tutela dei senzatetto e la crisi dell’AIDS, ma il punto forza del film resta la prospettiva di William e Harry sul tema universale della perdita di un genitore. Inoltre, è davanti a queste telecamere che, per la prima volta, due membri della Famiglia Reale si aprono e parlano apertamente di Lady Diana nelle vesti di madre, il che attribuisce inevitabilmente al documentario un valore storico.
“In poche parole” (2018-2020)
La docuserie americana, attualmente disponibile su Netflix, rilascia ogni settimana un episodio della durata di 16-18 minuti. Ogni puntata è incentrata su un argomento specifico ed è narrata da un ospite diverso ‒ hanno già prestato la loro voce Nick Kroll, Yara Shahidi, Kristen Bell, Rachel McAdams, Lakeith Stanfield, Hilary Swank, Karlie Kloss, e molti altri. Tra il 2019 e il 2020 i creatori della serie hanno prodotto quattro spin-off: “La mente in poche parole”, narrato da Emma Stone e dedicato ai meccanismi del cervello umano, “Il sesso in poche parole” che, narrato da Janelle Monáe, esplora il tabù del sesso e della sessualità, “Coronavirus in poche parole” in cui J. K. Simmons, Laura Linney e Idris Elba affrontano il tema del Covid-19, e “Il voto in poche parole”, uscito a settembre di quest’anno con lo scopo di sensibilizzare gli elettori americani durante il periodo elettorale, narrato da Leonardo DiCaprio, Selena Gomez e John Legend. Va da sé che, con tutto il contenuto di qualità che abbiamo a disposizione, l’ignoranza non è che una scelta personale.
“Crip Camp: disabilità rivoluzionarie” (2020)
Il docufilm, distribuito da Netflix a marzo di quest’anno, è stato scritto e diretto da James LeBrecht e Nicole Newnham, e prodotto da Higher Ground, la casa di produzione fondata nel 2018 da Barack e Michelle Obama. Il documentario esplora la storia del movimento dei diritti per i disabili e le vicende che hanno portato all’approvazione dell’Americans With Disabilities Act nel 1990. Partendo dalla fondazione di Camp Janed, meglio conosciuto come ‘Crip Camp’, un campo estivo nato negli anni ’50 nello Stato di New York e concepito appositamente per accogliere ragazzi disabili, una serie di immagini e video d’archivio, e alcune testimonianze di campeggiatori ci raccontano l’evoluzione del campo negli anni ’70. In quell’ambiente, i ragazzi impararono ad essere loro stessi, divertirsi, ridere, innamorarsi, lottare, esplorare e conoscere la propria sessualità, in un esperimento sociale stimolante e rivoluzionario che spianò la strada per una delle più grandi conquiste sociali della storia americana.
“The Social Dilemma” (2020)
Una carrellata di interviste con ex-dipendenti di Google, Facebook, Instagram, Reddit, Pinterest e con altri esperti di social media è il fil rouge di questo documentario. L’obiettivo del regista Jeff Orlowski è quello di offrire un nuovo punto di vista su un fenomeno che è diventato parte integrante della nostra quotidianità e che influenza in maniera massiccia le nostre azioni, i pensieri, i sentimenti e le opinioni di ogni giorno: i social media. Le testimonianze degli esperti, alternate a spezzoni della storia (fittizia) di una famiglia Americana (fittizia) alle prese con i pro e i contro dell’uso dei social, mettono in guardia gli spettatori di fronte alla direzione inaspettata imboccata ad oggi dai social media e il ruolo forse troppo importante e per certi versi allarmante che hanno assunto nel nostro presente, manipolando le menti più fragili e influenzando le nostre vite sociali in maniera sempre più irreversibile.
“David Attenborough: una vita sul nostro pianeta” (2020)
Nel documentario prodotto dal WWF, il naturalista 94enne di origine britannica Sir David Attenborough esplora e chiarisce il tema dell’impatto dell’uomo sulla natura, in un resoconto dei cambiamenti devastanti che la biodiversità del nostro pianeta ha subito e di cui lui è stato testimone nel corso della sua lunga vita da appassionato ed esperto di fauna selvatica. In conversazione con la star dei Monty Python Sir Michael Palin, Attenborough riflette sull’epoca di distruzione ambientale che stiamo attraversando, rendendo questo documentario tra i più importanti prodotti e divulgati quest’anno. Con enfasi ottimistiche sulle vittorie che abbiamo conquistato negli ultimi anni, Sir David svolta il suo discorso in un messaggio di speranza per le generazioni del futuro: non è troppo tardi per salvare il pianeta se tutti quanti ci impegniamo ad agire a partire da adesso.
Music, cinema, moda e arte
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“Pina” (2011)
Il docufilm diretto da Wim Wenders racconta la ballerina e coreografa tedesca Pina Bausch, una tra gli esponenti principali e più illustri del ‘Tanztheatre’ (il teatro danza). Girato e proiettato in cinema selezionati in 3D, il documentario è un tributo a Bausch, alla sua libertà creativa e alla maniera rivoluzionaria in cui ha saputo servirsi del corpo umano come un linguaggio nuovo e provocatorio. La messa in scena delle più suggestive coreografie di Bausch in set che sembrano oli su tela si alterna ad una serie di interviste con uomini e donne che hanno avuto l’onore di danzare con lei, che hanno imparato tutto ciò che sanno da lei e sono stati testimoni del suo talento e personalità unici e inarrestabili.
“Bertolucci on Bertolucci” (2012)
Prodotto e diretto dal regista Luca Guadagnino e dal montatore Walter Fasano, questo film-saggio in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) racconta l’identità di Bernardo Bertolucci, il celebre regista italiano scomparso recentemente, in un’esplorazione del suo lavoro a partire da una rassegna di materiali d’archivio inediti di tutto il mondo. Il documentario rivela alcuni dei più iconici e significativi aneddoti, dichiarazioni, pensieri e punti di vista di Bertolucci sulla vita e sul cinema. Il pubblico ha l’opportunità di trascorrere due ore in compagnia di uno tra i più celebrati registi italiani e di conoscere le sue ispirazioni, il suo trascorso da poeta, le sue opinioni sulla musica e sulle arti visive, attraverso un’analisi di materiale d’archivio senza precedenti.
“Alexander McQueen – Il genio della moda” (2018)
L’idea di offrire al pubblico uno sguardo inedito sulla vita e sulla carriera dello stilista rivoluzionario Alexander McQueen è nata dai registi Ian Bonhôte e Peter Ettedgui. I due hanno realizzato un documentario diviso in cinque capitoli, ciascuno intitolato come le più memorabili sfilate di McQueen, che raccolgono le testimonianze di familiari, amici e collaboratori dello stilista, alla ricerca del reale motivo dietro l’inaspettato suicidio dell’artista britannico. Partendo dagli inizi della sua carriera, a 27 anni, con Givenchy, passando per i momenti più tragici del suo passato, tra le violenze subite dal marito di sua sorella e le accuse di misoginia ricevute, il documentario esplora la singolare prospettiva di McQueen sulla moda, giustificando il miscuglio di violenza e sensualità che caratterizza le sue collezioni.
“John & Yoko: Above Us Only Sky” (2018)
Il docufilm diretto da Michael Epstain svela la storia inedita di ‘Imagine’, l’album di John Lennon pubblicato nel 1971, con un’attenzione speciale rivolta alla collaborazione del musicista con la moglie Yoko Ono attraverso una serie di materiali e interviste inediti. Il film esplora gli anni ’70, da un punto di vista culturale, sociale e politico, attraverso la musica di Lennon e il legame indissolubile tra quest’ultima e la relazione tra John e Yoko. Le dichiarazioni di ex-Beatles, amici e conoscenti incluse nel documentario contribuiscono a testimoniare e spiegare il messaggio universale ed eterno racchiuso in ‘Imagine’ e l’influenza che l’album ha esercitato sul mondo della musica.
“Miss Americana” (2020)
Lo sguardo sul dietro le quinte della vita e della carriera del fenomeno country-pop internazionale Taylor Swift, una produzione originale Netflix diretta da Lana Wilson, a conti fatti si rivela una confessione, un riscatto della stella d’America dagli anni trascorsi a fingere e nascondersi dietro riflettori e contratti discografici. Ora, a quasi 31 anni, la cantautrice ha finalmente trovato il suo posto nel mondo e nell’industria musicale, insieme al coraggio e alla libertà di schierarsi politicamente, difendere le cause sociali in cui crede, parlare di qualunque cosa abbia voglia di parlare nelle proprie canzoni e aprirsi sul tema della salute mentale e sulle battaglie personali con cui fa i conti da tutta la vita. Che la musica di Taylor piaccia o meno, il documentario offre a qualunque tipo di spettatore un punto di vista interessante, fresco e ben espresso sul bello e sul brutto dell’essere eroe e modello di milioni di persone in tutto il mondo, e su cosa significa vivere una vita a portata di flash nella società moderna.