È un concetto piuttosto ambiguo e relativo quello della “colpa”, non è vero? Senza dubbio lo è se rapportato a un’entità altrettanto astratta e soggettiva come il piacere. Chi stabilisce cos’è “guilty” e cosa non lo è, in fin dei conti, chi decide quali piaceri sono da considerare un “crimine” e quali no? Siamo noi gli unici possibili giudici delle nostre vergogne, e questa è una visione del mondo e un approccio alla vita che dovremmo tutti quanti imparare ad adottare. Parlando di film, il nostro pane quotidiano, si conta un numero enorme di lungometraggi comunemente classificati come “ridicolizzabili,” per una ragione o per l’altra. A volte è colpa della banalità della trama, altre volte sono gli eccessi di sentimentalismo. E, che ci crediate o no, la maggior parte di queste pellicole sono commedie romantiche! Ma c’è sempre qualcosa in questo tipo di film che finisce per attrarci in maniera irreversibile, una sorta di scintilla che sembra chiamarci per nome e persuaderci a guardarli, ad amarli, e alla fine siamo noi stessi che, con la nostra devozione, li trasformiamo in veri e propri cult. Cult che non ci stancheremmo mai di guardare, perché la verità è che le storie sdolcinate e dal sapore di fiaba sono spesso fonte del più intenso tra i piaceri.
Ecco la nostra lista di 10 Imperdibili “guilty pleasure” film: pellicole che ci scaldano il cuore e l’anima, offrendoci una via di fuga dalla frenesia delle nostre vite vere. Ci dichiari colpevoli, Vostro Onore, di trarre sincero godimento da contenuti frivoli e leggeri: qui nessun imbarazzo, anzi, mai stati meglio!
“Dirty Dancing – Balli proibiti” (1987)
La famiglia Houseman decide di trascorrere le vacanze estive in un resort sulla East Coast. Durante una delle noiosissime serate di gala organizzate dal villaggio turistico, la diciassettenne Francis “Baby” Houseman (Jennifer Grey) riesce a svignarsela e a intrufolarsi nell’ala del personale, ritrovandosi in una stanza buia e fumosa in cui ragazzi e ragazze ballano al ritmo di musica sensuale. Qui, Baby incontra l’insegnante di ballo Johnny Castle (Patrick Swayze), di cui si innamora all’istante, mettendo in pericolo il posto di lavoro di lui e la propria innocenza. Tra lezioni di danza, dubbie gravidanze e una gara di ballo, questo musical romantico diretto da Emile Ardolino ci insegna quanto potente e senza filtri l’amore (e la danza) possa essere.
“Nessuno mette Baby in un angolo”: lo sappiamo che tiri fuori questo mantra ogni volta che puoi, e in effetti ci sta sempre!
“Ghost – Fantasma” (1990)
Con Jerry Zucker alla regia, questa storia di fantasia vede Patrick Swayze e Demi Moore nei panni dei promessi sposi Sam e Molly, un banchiere e un’artista che convivono in un appartamento a New York. Tutti i loro piani e progetti vengono smantellati in maniera irreversibile la notte in cui la coppia viene assalita da un rapinatore e Sam rimane ferito a morte. La vita del defunto, tutta via, non è poi così finita come sembra: alcuni affari incompiuti gli consentono di soggiornare ancora un po’ sulla terra e proteggere Molly e indagare sul proprio assassinio, ma sotto forma di fantasma.
Ammettiamolo, quante volte abbiamo sognato di modellare il nostro vaso di argilla seduti in braccio a Patrick Swayze?
“Zoolander” (2001)
Scritto, diretto e interpretato da Ben Stiller, che veste i panni del protagonista Derek Zoolander, la commedia non è che una parodia del mondo della moda e dello stereotipo del modello egocentrico narcisista. Derek è un impacciato, ma pluripremiato fotomodello la cui realtà viene ribaltata dall’ascesa nell’industria della moda di un rivale più giovane e più affascinante di nome Hansel (Owen Wilson). Incapace di accettare questa nuova realtà in cui non è più lui il numero uno in passerella, Zoolander si mette alla ricerca di nuovo scopo da perseguire, e crede di individuarlo in una pericolosa collaborazione con il mondo della criminalità organizzata.
A noi potete dirlo: almeno una volta nella vita vi sarete guardati allo specchio e avrete sfoderato la vostra versione della posa Blue Steel, non è vero? E magari gli avete anche copiato la battuta sussurrandovi qualcosa del tipo: “Sospetto che ci sia altro nella vita oltre ad essere bello, bello in modo assurdo. E presto scoprirò anche che cos’è!”
“La rivincita delle bionde” (2001)
Diretto da Robert Luketic e tratto dal romanzo omonimo e semi-autobiografico di Amanda Brown, il film offre la propria interpretazione dello stereotipo secolare “chioma bionda=senza cervello”, confermando la sua inconsistenza. La bella biondina Elle Woods (Reese Witherspoon) viene mollata all’improvviso dal fidanzato Warner (Matthew Davis) che, in procinto di trasferirsi ad Harvard per proseguire gli studi, sottovaluta l’affidabilità e la serietà della sua ragazza al punto da decidere di lasciarla perché abbindolato dal potere del pregiudizio. Decisa a dimostrare a Warner con tutti i mezzi a disposizione che sotto quei suoi lunghi capelli biondi c’è molto di più di quello che lui crede, Elle riesce a farsi ammettere alla facoltà di giurisprudenza di Harvard e a diventare il miglior avvocato della contea.
State per caso pensando di schiarirvi i capelli?
“Il diario di Bridget Jones” (2001)
Tratta dal bestseller omonimo del 1995 di Helen Fielding, la commedia romantica diretta da Sharon Maguire racconta gli amori e le avventure della trentenne Bridget Jones (Renée Zellweger), una goffa, giornalista single di Londra che riempie regolarmente le pagine del suo diario con storie e lamentele squisitamente raccontante a proposito della sua vita sentimentale inesistente, dei suoi vizi tra cui alcool, sigarette e cibo, e delle avances sessuali del suo affascinante capo (Hugh Grant). La riunione inaspettata con il suo compagno di giochi d’infanzia, nel frattempo trasformatosi in avvocato cinico e scontroso (Colin Firth), riempirà la vita e il diario di Bridget di racconti sorprendenti come non mai.
Una curiosità: pare che il costume da coniglietta sexy indossato da Bridget in uno dei momenti più inappropriati della sua storia sia diventato tra i travestimenti di Halloween preferiti di sempre!
“Come farsi lasciare in 10 giorni” (2003)
Diretto da Donald Petrie, questo cult ha per protagonista Kate Hudson nei panni dell’ambiziosa giornalista Andie Anderson, responsabile di una rubrica che tratta i più frivoli tra gli argomenti pubblicata su un periodico femminile. Uno dei suoi desideri più grandi, però, è quello di poter finalmente scrivere di temi più seri, una promozione che il suo capo le promette in cambio di un’ultima, frivola missione: un articolo su “come farsi lasciare in 10 giorni”. Dall’altro lato della storia, Matthew McConaughey interpreta Benjamin Berry, un pubblicitario specializzato in articoli sportivi che vuole collaborare con un importante cliente ad un progetto fuori dalla propria comfort zone sul commercio di diamanti. Le colleghe competitive gli darebbero il via libera solo se lui dovesse riuscire a dimostrare di essere in grado di far innamorare una donna di lui nel giro di soli 10 giorni. II caso (o il destino) farà collidere le vite di Andie e Benjamin, i quali diventeranno inconsapevolmente complici delle rispettive missioni.
Sapevate che quasi la metà delle scene del film sono state improvvisate? Ecco perché tutto sembra così vero e spassoso!
“Le pagine della nostra vita” (2004)
Il dramma romantico diretto da Nick Cassavetes, tratto dal romanzo omonimo di Nicholas Sparks, ha per protagonisti Ryan Gosling e Rachel McAdams nel ruolo di due giovani amanti che, nel pieno degli anni ’40, vivono la più romantica storia d’amore possibile e immaginabile. Una storia che, tuttavia, non è affatto rosa e fiori: ostacolo apparentemente insormontabile dell’amore tra i loro personaggi, Noah e Allie, è la diversa estrazione sociale delle rispettive famiglie. Tra contrasti familiari e vicissitudini storiche, il destino seguirà comunque il suo corso.
Una storia d’amore devastante e strappalacrime, non è così? Impossibile dimenticare il bacio sotto la pioggia…
“Mean Girls” (2004)
Mark Waters (“Quel pazzo venerdì”) dirige questo teen-movie ormai cult incentrato sulla quindicenne Candy Heron (Lindsay Lohan) e sulla storia dell’annientamento della sua già scarseggiante autostima innescato dalle Barbie (Rachel McAdams, Lacey Chabert, e Amanda Seyfried), un gruppetto di ragazze sprezzanti, vanitose e superficiali che “governano” la sua scuola. L’errore madornale di Candy di innamorarsi di Aaron (Jonathan Bennett), l’ex fidanzato della regina delle Barbie, non le renderà di certo la vita facile. La sceneggiatura proviene dalla penna brillante di Tina Fay ed è tratta dal libro “Adolescenti terribili” di Rosalind Wisenman.
Ora, vediamo un po’: voi di quale colore vi vestite il mercoledì, e perché proprio di rosa?
“Questione di tempo” (2013)
Richard Curtis dirige la storia surreale di Tim Lake (Domhnall Gleeson), l’ennesimo uomo della discendenza dei Lake con il potere di viaggiare nel tempo, saltando da un’esperienza all’altra della propria vita, con solo un armadio e una gran concentrazione. Tim è alla disperata ricerca dell’amore della sua vita, e usa il suo potere per inseguire e conquistare Mary (Rachel McAdams), la sua anima gemella, con cui vuole costruire la migliore delle vite. Tuttavia, Tim presto si renderà conto che il potere segreto che condivide con gli altri uomini della famiglia ha tanti benefici quanti svantaggi, non ultima l’inefficacia sugli eventi dolorosi e incancellabili della vita.
La prossima volta che ve lo chiedono, attenti a quale superpotere desiderate di possedere…
“Proprio lui?” (2016)
John Hamburg è alla regia di questa brillante commedia sulla famiglia Flaming, composta da Ned (Bryan Cranston) e Barb (Megan Mullally), e i loro figli Stephanie (Zoey Deutch) e Scotty (Griffin Gluck), la cui vita perfettamente equilibrata e ordinaria viene sconvolta dall’ingresso in famiglia di un nuovo fidanzato/genero/cognato. Durante i suoi studi a Stanford, infatti, Stephanie inizia a frequentare Laird (James Franco), un bizzarro, ricchissimo, volgare, ambientalista col corpo ricoperto di tatuaggi e una casa “smart” a Palo Alto in cui ogni tipo di carta è bandito. Col piano di liberarsi del “fidanzato strambo” prima che sia troppo tardi, i Flaming si precipitano a casa di Laird, pericolosamente intenzionato a chiedere la mano di Stephanie.
Non giudicare il libro dalla copertina, l’abito non fa il monaco, eccetera eccetera… Un mucchio di cliché, ma niente di falso!