#GirlBoss
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Lottare e lavorare per migliorare il mondo, per aiutare gli altri e, nel mentre, aiutare se stessi. Essere un punto, o meglio, una voce di riferimento, dando sfogo alla propria creatività.
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Christina Grasso (aka The Pouf).
Christina è la mente geniale dietro i contenuti social di Flesh Beauty (prossimamente in Italia? Qualcuno ci ha svelato che ci stanno lavorando!), e che ha per prima un profilo dove ispirazioni, stories ironiche e post dall’estetica curata si uniscono in modo armonico, esprimendo in modo onesto la sua incredibile personalità.
Abbiamo incontrato Christina a New York per scoprire tutto di lei: dalla sua skincare e makeup routine a cosa rappresenti per lei la bellezza, fino al suo progetto The Chain, una community di supporto per tutte e tutti coloro che stanno lottando contro i disturbi alimentari nel settore della moda, della bellezza e dello spettacolo, un’iniziativa forte ed unica nata dall’esperienza personale di Christina che ha deciso di condividere il suo percorso di recupero perché, a volte, basta una voce per scatenare a una reazione a catena.
Perché Christina ci ha insegnato che basta un rossetto rosso ed uno specchio per dire cose importanti, per dare voce, per parlare di ciò che sembra scomodo, per dire verità senza urlarle, per cercare di arrivare a più persone possibili parlando di vita vera.
Perché Christina ci ha fatto capire che essere sinceri ed eliminare i tabù è un obbligo per noi, per tutti, per generazioni di donne e uomini che soffrono di disturbi alimentari dei quali a volte ci si vergogna di parlare.
Perché Christina ce lo dice: prendete un rossetto, cercate una superficie che rifletta e fate sì che la prossima persona che legga quelle parole appese allo specchio possa vederle riflesse anche dentro di sé.
Qual è il tuo primo ricordo legato al mondo del beauty?
Il mio primo ricordo beauty risale probabilmente a quando, avevo circa quattro anni, ho aperto l’armadietto dove mia madre teneva il makeup: ho preso il suo blush e l’ho steso su tutto il viso! Sono uscita dal suo bagno con molta nonchalance nonostante sembrassi una fragola.
Da quel momento in poi sono stata sempre più incuriosita da tutto ciò che si trovava nel suo scompartimento per il makeup, mi sembrava tutto così magico.
Qual è la prima cosa che fai quando ti svegli e l’ultima quando vai a letto?
Odio ammetterlo ma probabilmente è guardare il telefono! È una cattiva abitudine. Sto cercando di stare più attenta a riguardo.
Ma per te è anche un lavoro…
È difficile staccare completamente quando gran parte di quello devo fare per lavoro richiede lo smartphone. Non guardo nemmeno le statistiche di quanto tempo passo davanti allo schermo perché penso che sia ingiusto; non uso spesso il computer proprio perché la maggior parte del lavoro la sbrigo al telefono, non è scrolli continuamente la home come passatempo!
Ho una routine mattutina, sì, ma la prima cosa che faccio è controllare i messaggi e le e-mail.
Occuparsi dei social media di Flesh Beauty ha cambiato, in qualche modo, la tua percezione della bellezza?
Penso che oltre al brand in sè, lavorare per Linda Wells e vedere le cose dal suo punto di vista sia stata un’esperienza unica. Linda è una persona che vede davvero la bellezza prima di tutto come un potente strumento d’espressione, non la considera un modo per crearsi una maschera o un personaggio. Certo, una persona puó scegliere di utilizzare il makeup in quel modo, ma lavorare con Linda mi ha permesso di capire che c’è tantissima psicologia dietro il concetto di “beauty” e che è un argomento molto complesso. Credo che ogni donna, e forse anche gli uomini nonostante io non possa parlare per loro, possano rivedersi in questo concetto. Ma è sicuramente una cosa importante, soprattutto nella società di oggi, quindi penso che sia un approccio interessante e che va al di là del prodotto in sé.
Penso che tu abbia sempre sottolineato attraverso i social che non si tratta solo di makeup, ma di qualcosa di più complesso. Penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro con i social e con il brand in generale. Ovviamente, non esiste Flesh Beauty in Italia…
Sì, ci stiamo lavorando. [ride]
Grazie, ne abbiamo bisogno! [ride]
“C’è tantissima psicologia dietro il concetto di ‘beauty’…”
Qual è la tua routine skincare?
La mattina di solito utilizzo un detergente, un tonico, uno o due sieri, crema idratante, crema solare e primer. La sera invece utilizzo un detergente, un tonico, i sieri ed un olio idratante. Un paio di volte alla settimana utilizzo anche un esfoliante, di solito è un esfoliante acido, e poi sono una grande appassionata di maschere: a seconda di ciò di cui la mia pelle ha bisogno scelgo se fare una maschera purificante o una idratante.
Quando compri prodotti skincare, c’è un ingrediente che cerchi in particolare?
Solitamente non compro prodotti naturali al 100%, sono più interessata all’efficenza del prodotto. Mi piace molto l’acido ialuronico, principalmente i prodotti con AHA e il BHA. Poi il retinolo, e un’altra cosa a cui tengo molto è la protezione solare, cerco di utilizzare l’SPF 50 ogni giorno. In generale, penso che culturalmente stiamo diventando più consapevoli di ciò che è nei nostri prodotti e di come questi influiscano sull’ambiente e sulla nostra salute.
Qual è il tuo facial preferito?
Devo dire che il miglior trattamento viso che abbia mai fatto è stato in questa piccola boutique nell’Upper East Side chiamata Knockout Beauty, fondata da Cayli Cavaco. Quando entri c’è una bellissima esposizione di prodotti, mentre nel retro del negozio hanno una postazione per trattamenti viso, e il trattamento dura un’ora e mezza. L’ultima volta ho provato una maschera alle alghe molto spessa, ti fa sembrare un serial killer e hai la sensazione di non riuscire a respirare proprio per questa texture che si modella sul viso. Ci sono stata due volte e i trattamenti sono molto buoni.
“Mi piace molto l’acido ialuronico, principalmente i prodotti con AHA e il BHA. Poi il retinolo, e un’altra cosa a cui tengo molto è la protezione solare”.
Lavorando nel beauty, c’è un piccolo segreto beauty che hai imparato negli anni che ci puoi svelare?
Non credo molto nelle creme per il contorno occhi, penso che siano un po’ una truffa, personalmente uso una crema idratante normale. Penso che siano solo una crema idratante costosa che, sì, dovrebbe essere specifica per il contorno occhi ma che su di me non hai mai fatto alcuna differenza.
Un altro segreto è che esiste un trucchetto che prevede di usare lo scotch per realizzare una linea di eyeliner: applico lo scotch sull’angolo esterno dell’occhio e traccio una linea lungo il bordo, così da renderla dritta! Non lo uso più ora perché era un modo per esercitarmi, ma all’inizio è stato davvero utile.
Per te, cosa significa essere a tuo agio con la tua pelle?
Penso che si tratti principalmente di sentirmi a mio agio con le persone che amo e con me stessa, e di essere felice di chi sono sapendo che sono una persona gentile e che in qualche modo contribuisco a lasciare una traccia positiva su coloro che incontro.
Quando le persone hanno dei problemi con il loro aspetto e con il loro corpo spesso non si tratta davvero dell’apparenza esterna: il disagio viene da un malessere interiore, e l’ho capito in prima persona. Fare qualcosa di buono per gli altri può farti sentire molto meglio perché sposta il focus da te stesso. Ti senti meglio per aver fatto qualcosa per un’altra persona ed averla, in un certo senso, resa migliore.
“Ti senti meglio per aver fatto qualcosa per un’altra persona ed averla, in un certo senso, resa migliore”.
Hai anche un altro progetto, The Chain! Puoi raccontarcelo?
Ho incontrato la co-fondatrice Ruthie Friedlander un paio di anni fa, quando eravamo entrambe in terapia a causa dell’anoressia. Ogni esperienza che ho avuto di terapia di gruppo è stato difficile, come lo è parlare dell’esperienza di recupero stessa lavorando in un campo focalizzato sull’immagine, e ci sono degli stimoli specifici a cui non è facile correlarsi se non gli hai vissuti in prima persona.
Volevamo creare una comunità di donne che avessero avuto le stesse esperienze, perché è un problema enorme nel settore della moda e deve ancora essere affrontato in modo costruttivo. Questo è un po’ il nostro modo di aiutare altre persone che stanno affrontando questo percorso e, allo stesso tempo, un modo di aiutare noi stesse, perché siamo ancora in fase di recupero.
The Chain ci ha dato uno scopo, perché non c’è niente di simile a quello che stiamo facendo, siamo diventate una risorsa per le persone che lavorano nel settore, è uno stimolo incredibile.
Cosa ti piacerebbe vedere invece sempre di più nel mondo della moda e in quello del beauty?
L’industria della bellezza si è aperta di recente in termini di inclusività e diversità, ma la mia preoccupazione è che le persone stiano capitalizzando su un trend: taglia, colore della pelle, genere, ho paura che ne stiano facendo un trend. E penso che sia vitale che quelli fra noi che hanno il potere di dare visibilità a queste minoranze continuino a farlo, perché è così che le persone possono avere dei modelli di riferimento e ciò ha sicuramente un grande impatto sul pubblico, soprattutto con le generazioni più giovani. Penso che se fossi cresciuta vedendo in una persona in cui potermi rispecchiare con una certa visibilità, o anche solo in una campagna pubblicitaria, sarebbe stato incredibile e positivo. Quindi penso che questo genere di cose faccia una grande differenza e farò tutto ciò che è in mio potere per permettere che si continui in questa direzione.
“L’industria della bellezza si è aperta di recente anche in termini di inclusività e diversità, la mia sola preoccupazione è che le persone stiano capitalizzando su un trend”.
Qual è il tuo go-to look?
Di solito disegno una linea di eyeliner e utilizzo una tonalità color corallo per le labbra, pelle luminosa naturale e sopracciglia pettinate ad ala di gabbiano, questo è il mio look tipico.
Vasca o doccia?
Faccio fatica a fare un bagno. So di sembrare una di quelle persone che usa spesso la vasca, ma la trovo disordinata: non mi piace più come una volta, la doccia è molto più efficiente. Ogni tanto mi piace, ma in generale preferisco la doccia.
Cosa ti fa ridere di più?
I meme innapropriati, sono la mia fonte principale di risate ogni giorno, probabilmente sono cose di cui non dovrei ridere, ma va bene lo stesso.
Qual è stato il primo prodotto beauty per cui hai avuto un’ossessione?
Penso sia stato il blush Orgasm di Nars! Ricordo che ero tremendamente imbarazzata perché avevo quindici anni e, quando lo finivio, i miei genitori mi chiedevano: “Hai bisogno di qualcosa?” E io rispondevo: “sì, puoi prendermi questo blush? Si chiama Orgasm”. Era così imbarazzante! E loro dicevano: “Oh, Gesù”.
Ne hai troppi di?
Tutto! Ho un armadio dedicato solo ai prodotti beauty e dovrei rispolverare quello che c’è dentro perché ci sono tantissimi prodotti che non ho ancora provato. Quando inizi con questo lavoro dici: “Voglio tutti i prodotti possibili”, ma poi finisci per pensare: “Voglio uno stile di vita più minimal, non ho bisogno di tutte queste cose”.
La tua cura per il jet lag?
Tanta acqua, una buona maschera per il viso, un profumo, perché odio avere addosso l’odore dell’aereo, e un massaggiatore per il viso. C’è questo roller creato da Madonna che, non so grazie a quale reazione, riesce a sciogliere il ghiaccio: non è caldo ma se lo metti sul ghiaccio si scioglie, è un’ottima ginnastica facciale e scolpisce il viso. Mi libera da qualsiasi ritenzione idrica, lo adoro davvero.
Di solito poi amo un buon allenamento in palestra: se sudi un po’, poi ti senti molto meglio.
“Tanta acqua, una buona maschera per il viso e un profumo“.
Il tuo prodotto preferito per i capelli?
In questo momento sto amando la collezione Gold Lust di Oribe: comprende lo shampoo, il balsamo, un olio per capelli e lo shampoo secco. E mi piace il nome perché amo immaginarla come una polvere d’oro… non parlo di cocaina ovviamente. [ride]
Mi piace molto quella collezione, ma poi provo tante cose diverse e oscillo tra diversi prodotti. Adoro il balsamo di Leanor Greyl Paris, dal sottotono viola. Mi aiuta perché sono bionda ed evita che il colore si ossidi. Ho provato tutti gli shampoo viola, ma penso che questo sia il migliore.
La tua crema per il corpo preferita?
Adoro le lozioni per il corpo di Nécessaire. È un nuovo marchio, è uscito circa nove mesi fa, presenta una formulazione pulita e non ha profumo. Non ho mai apprezzato davvero le lozioni per il corpo, ma questa la amo. Poi adoro anche la crema per corpo Le Labo.
Il tuo profumo preferito?
Adoro 1996 di Byredo e Portrait of a Lady di Fredric Malle.
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Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Credo che una delle cose più coraggiose che abbia mai fatto sia stata trasferirmi a New York subito dopo il college, quando le uniche persone che conoscevo erano la mia compagna di stanza e la mia migliore amica. Non avevo un lavoro, ma in qualche modo ho trovato la mia strada.
Qual è il tuo motto?
Ce ne sono tanti, ma c’è una frase di Giovanna d’Arco che ripeto spesso: “Non ho paura, sono nata per questo“. Ogni volta che sento l’ansia salire, ovvero spesso, lo ripeto a me stessa e mi aiuta.
Hai mai avuto un epic fail beauty?
C’è stato un epic fail legato al beauty: quando ero al liceo decisi di abbronzarmi per il ballo scolastico, quella è tutta un’altra storia, cosí sono andata in un centro estetico, entrata nel lettino e sono uscita subito dicendo tipo, “hm, non sono abbronzata”. Ma non sapevo che si dovesse chiudere il coperchio! Mi sono solo seduta, poi mi sono sdraiata e sono rimasta lì aspettando che succedesse qualcosa. Non è stato un bel momento [ride].
“Non ho paura
Sono nata
per questo”
Che consigli daresti a te stessa da giovane?
Penso che le direi di aggrapparsi a ciò che la rende strana. Penso di essere sempre stata un po’ non strana, ma maldestra, penso che sia una parte di me che ho accettato e abbracciato crescendo… Eanche un ottimo repellente per le persone sbagliate, perché se sei te stessa troverai le persone giuste, mentre quelle sbagliate andranno via da sole.
La bellezza per te è anche un lavoro, sei circondata dal beauty ogni giorno…ma per te, personalmente, cos’è la bellezza?
Gentilezza e sentirsi a proprio agio nella propria pelle.
Photos by Johnny Carrano.
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Thanks to The Crooked Knife.