Clara Nanut è quella classica persona di cui ammiri dallo stile innato (e il profilo Instagram) e che guardi in ricerca d’ispirazione.
Il segreto, come ci ha poi rivelato lei in una calda giornata di metà Settembre, sta tutto nel sapere trovare la propria chiave personale e nel saper comunicare il proprio stile in modo originale e creativo. Ed è questo che fa Clara, in arte Gourmode, quotidianamente attraverso i suoi social e il suo blog: ci trasmette un’ideale di unicità e di estetica talmente forte e personale, da farci sentire parte del suo mondo fatto di moda, cibo e passione.
Clara Nanut ha un blog, Gourmode, un’agenzia creativa, Atelier Gourmode, una collaborazione con Grazia Factory, e tante idee e ispirazioni stimolanti da condividere con i suoi followers: ama mangiare bene fin da quando era bambina, ha un amore unico per la Francia, il “suo peccato e la sua anima” è “Lolita” di Vladimir Vladimirovič Nabokov e la sua storia e personalità sono tutte da scoprire attraverso il suo lavoro.
Ma Clara oltre a ciò ha anche uno stile sempre nuovo e diverso, pur avendo un retrogusto vintage, che la rende una delle it-girl più interessanti nel mare magnum di influencer che si è creato oggigiorno. Tutti questi elementi hanno contribuito a dar vita a una chiacchierata amichevole, piena di spunti da segnare e di consigli “très jolie”: perché la moda è sopratutto questo, una passione da trasmettere arricchendola di quel tocco personale che ci contraddistingue individualmente.
HERE
I AM!
Piacere, Sono: Clara Nanut, la Gourmet à la Mode per definizione, fondatrice del blog Gourmode e della boutique digital agency Atelier Gourmode.
Location: Goriziana d’origine ma Milanese d’adozione. Amo definirmi così, perché sarò sempre legata alla mia terra, dove abita la mia famiglia; tuttavia negli ultimi sei anni Milano è diventata casa mia, la città dove le cose accadono e dove anche io ho trovato la mia strada.
Trend: Lolita Parisienne, il trend che meglio mi rappresenta. Perché? Perché mi piace essere una donna dal fascino delicato, inconsapevolmente sensuale, un po’ infantile o meglio näif, perché amo avere quel tocco un po’ francese, perché Parigi è la mia città del cuore. Perché amo i croissant e con il cappuccino mi rimangono sempre i baffi di schiuma…
“Mi piace essere una donna dal fascino delicato“.
“GOURMENT À LA MODE, A CHIC GIRL WITHA HUGE APPETITE”
È nato tutto dal fatto che volevo creare una piattaforma dove raccontare di me, delle mie esperienze e del mio stile di vita. Erano gli anni in cui avevo appena iniziato la Bocconi, quando una mia compagna di classe mi dice: ”Ma tu conosci Chiara Ferragni?”. Io non avevo la minima idea di chi fosse così ho iniziato a guardare quello che faceva, mi piaceva molto ma tra me e me pensavo: “Secondo me potrebbe esserci un modo più simpatico per raccontare sé stessi e la moda, unendo magari anche il tema del cibo”. Poi il successo planetario di Chiara Ferragni si è rivelato vincente, io sono nata 7 anni dopo invece, e giustamente il first-mover vince sempre.
“Secondo me potrebbe esserci un modo più simpatico per raccontare sé stessi e la moda, unendo magari anche il tema del cibo“.
Ho una famiglia che è sempre stata appassionata di ristorazione e di cucina, mio padre mi ha sempre portata in bei ristoranti in ogni luogo in cui andavamo, mi ha trasmesso lui la passione. Questa passione è stata poi confermata nel tempo grazie anche alla ex ragazza di mio fratello, che è una chef in Friuli Venezia Giulia, e che mi aveva supportato moralmente all’inizio. Dopo 6 mesi lei ha abbandonato il progetto e quindi ho continuato da sola. La parola Gourmode è nata da un brainstorming su Whatsapp, è stata registrata come marchio e spero diventi un neologismo un giorno. Non capisco perché non lo sia già ma vi giuro che un giorno entrerà nel dizionario! (ride)
Gourmode: s.f. un neologismo di Clara Nanut
LO STILE PARISIENNE
La mia famiglia ha un’adorazione per la Francia, quando ero piccola andavamo tantissimo a Parigi e alla scoperta delle regione del Bordeaux, dello Champagne, della Provenza, giravamo molto. Così è nata questa passione, dopodiché ho anche vissuto qualche mese a Parigi per studiare il francese, ma ho sempre sentito la Francia a me vicina in termini di estetica e cultura. Abbiamo anche delle origini francesi in famiglia: io sono di Gorizia e tutti in quella zona sono un po’ un mix, ho una nonna che viene dall’Istria, poi parenti croati, sloveni. C’è una bassa percentuale italiana (ride).
IL VIAGGIO DEL CUORE
Marrakech mi pace sempre molto, ci sono stata la prima volta per un evento di Clinique tra blogger internazionali e ci sono andata con il team italiano. Tante sono rimaste un po’ sconvolte dalla medina e dalla sua confusione, invece a me la decadenza di certi luoghi affascina, ho trovato nel Marocco uno stile un po’ etnico ma anche molto raffinato ed elegante che mi ha stregata. La luce rosa quando passeggi per la Medina è quasi mistica… É anche una città che associo ad alcuni tratti del mio stile.
“La decadenza di certi luoghi mi affascina“.
IL VIAGGIO DEI SOGNI
Vorrei tantissimo andare in India a fare un tour del Rajasthan. Non sono invece molto ispirata da posti come Berlino o Stoccolma, anche se per un weekend ci vado volentieri, perché sono meno legata allo stile minimal.
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PIATTI PREFERITI
È una domanda difficile perché mi piacciono tantissime cose.
Da piccola ero molto mingherlina ma mangiavo tutto, non avevo paura di provare niente: ad esempio da bambina ho mangiato le escargot a Parigi e rompevo le scatole a tutti i compagni d’asilo per sapere se anche loro avessero mangiato queste famose lumache. Un solo piatto preferito è difficile da scegliere, ne ho molti che associo a dei luoghi.
A Natale ad esempio mia mamma fa dei biscotti alle mandorle che si chiama kipfel che sono adorabili, oppure quando andavo a Parigi con i miei genitori c’era un ristorante dove ordinavo sempre il salmone marinato da loro che è fenomenale. Oppure a Milano quando voglio qualcosa di comfort vado da “Giacomo Bistrot” dove fanno la Bomba Giacomo, una sorta di millefoglie con una crema un po’ pannosa e con delle meringhette e fragoline di bosco sopra che per me è il massimo. Un altro dolce fantastico che fanno in pasticceria da Giacomo è la double chocolate, una ganache al cioccolato con pasta frolla al sale sotto: io amo il cioccolato!
“Un solo piatto preferito è difficile da scegliere, ne ho molti che associo a dei luoghi”.
BEST FOOD IN MILAN
“Giacomo Bistrot” sicuramente, anche per gli interni super sofisticati con luce soffusa, i divanetti in velluto rosso. Mi piace “Langosteria”, sia ristorante che bistrot, là mangi il pesce a livelli eccelsi. Un altro posto è “Gattullo Pasticceria” a cui sono molto legata perché è davanti all’università e ci andavo spesso per colazione o per pranzo. Questi sono i miei tre posti preferiti.
Invece a casa mi piace cucinare il risotto, è il mio piatto forte, mio papà lo fa molto bene e mi ha insegnato tutti i passaggi, di solito non sbaglio niente.
UNA RICETTA DAL SAPORE FASHION
Non dirò mai risotto fragole e champagne perché potrei morire, mentre direi che potrebbe essere molto divertente vedere una modaiola mangiare foie gras, perché il 99% delle volte non lo farà: trovo che sia un piatto sofisticato e non alla portata di tutti.
IL TUO INSTAGRAM
Vivo nella paranoia che il mio Instagram non sia bello (ride). Ad esempio, se guardi il profilo di Eleonora Carisi, che a me piace molto, è tutto sempre molto curato, addirittura perfetto direi, è un profilo ispirazionale in cui cercare spunti come su Pinterest.
Secondo me dipende tutto dal tuo obiettivo e dal canale, ovviamente Instagram è un canale estetico quindi l’estetica va curata in tutto e per tutto, però ognuno deve trovare la propria chiave personale. Se la tua chiave è essere una grafica, quindi super attenta a tutto e hai un motivo per farlo, allora fallo. Se invece deve essere una cosa forzata rischia di diventare una paranoia. Se hai uno spirito variegato devi comunicarlo tramite le foto, devi trovare la tua chiave personale anche in termini di colori. Ma è tutta una questione di gusto personale.
“Instagram è un canale estetico quindi l’estetica va curata in tutto e per tutto, però ognuno deve trovare la propria chiave personale”.
Io faccio anche consulenza per i brand ed è una domanda che mi pongo sempre perché tante volte anche loro sbagliano a utilizzare i canali: alla fine Instagram è un social media quindi come brand devi far percepire ai follower il tuo lifestyle specifico. Se ad esempio clicchi sull’Instagram di & Other Stories ti sembra di vivere la vita delle persone in foto, mentre tanti brand non riescono a farlo, come pure tante blogger, esagerano con questa perfezione del colore che io cerco di raggiungere ogni giorno senza riuscirci (ride).
I PROFILI DA SEGUIRE
Mi piace tanto Jeanne Damas: modella, attrice, influencer e celebrity che secondo me ricorderemo come un’icona, è la nuova Jane Birkin, ed ha un profilo Instagram volutamente casuale, come tante altre francesi, Camille Charrière ad esempio: a quanto pare meno ci presti attenzione e più risulti cool. E come dicevo Eleonora Carisi, con un profilo super curato e un estetica molto alta. Io vivo con l’idea che il mio taglio non l’abbia ancora trovato completamente, perché è un percorso da fare e da portare avanti.
BEST FASHION BRAND
Ultimamente mi piace tantissimo Miu Miu, non solo per le collezioni ma anche per i contenuti online che trovo meravigliosi, riescono sempre a inserire in ogni cosa il loro linguaggio, che nessun altro può imitare. Lo amo da sempre, anche dal punto di vista dell’advertising sta facendo un ottimo lavoro. Mi piacciono molto anche le recenti collezioni di Dior e Chloé!
“A quanto pare meno ci presti attenzione e più risulti cool”.
#Inspo: Mi faccio ispirare dal cinema, dai film con la sceneggiatura da Oscar (Wes Anderson e la sua Margot Tenenbaum sempre nel cuore)… Poi mi faccio ispirare dalla vita frenetica della città, da una caffetteria d’antan, dalle vecchie botteghe, insomma ho un debole per l’allure vintage, che non significa polveroso ma prezioso, una volta di cose se ne facevano meno e meglio.
Il tocco di stile: Gli accessori aneddotici, o come mi hanno insegnato a chiamarli i “conversation pieces”, perché quando li indossi di certo qualcuno ti chiederà qualcosa al riguardo. Amo raccontare storie attraverso le cose che indosso e non parlo di un vecchio abito appartenuto a chissà chi, ma di qualcosa che si lega alla tua storia e alle tue esperienze. Penso ad esempio al mio anello di Cartier a doppia C, era appartenuto a mia nonna che si chiamava Clara come me, un segno? Oppure una borsetta di paglia colorata acquistata da una vecchia signora che le fa a mano una ad una nel quartiere dell’Alfama a Lisbona… Quelli accessori che fanno da icebreaker e ti donano un tocco personale, che nessuno altro potrà mai vantare.
“Amo raccontare storie attraverso le cose che indosso”.
Come mi Piace Indossarlo: Con ogni mio look, nella maniera più originale possibile. Amo vestire da & Other Stories a Miu Miu, e poi Ganni, La Double J, un tocco di Gucci… Il fil rouge? #MinimalisDead.
Trendspotting: Il mio cestino portoghese lo vedrei sulla mitica Jane Birkin o su una delle mie icone moderne, Jeanne Damas.
LOLITA
PARISIENNE
Il tuo Libro di Moda Preferito: Sarà prevedibile e forse banale, ma a 20 anni mi sono innamorata del libro “La Parigina. Guida allo stile” di Inès de la Fressange e confesso che è ancora sul mio comodino.
Icona di Stile: Brigitte Bardot con un pizzico di Marta Marzotto. Un po’ di stravaganza italiana e non passi inosservata…
Il tuo fashion superpower: Vestirmi ogni giorno in maniera diversa. Le combinazioni sono infinite…
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