La nostra intervista con Graham Verchere. Già noto al pubblico del piccolo schermo per la sua parte in “Fargo” nei panni di Nathan Burgle e in “The Good Doctor” nel ruolo del giovane Shaun Murphy, ha debuttato quest’anno al Sundance Film Festival con il film “Summer of 84”.
Se potessi descrivere “Summer of 84” in una sola parola, quale sarebbe? Cosa ti ha spinto ad interpretare Davey nel film?
E qual è stata la tua prima reazione quando hai saputo che il film sarebbe stato presentato al Sundance Film Festival?
Ho provato a trovare una sola parola, ma una non ho saputo riassumere più di così: ciò che lo rende interessante è l’improvviso passaggio da avventura spensierata a horror in piena regola. Adoro il personaggio di Davey tanto per il suo divertente e costante scetticismo quanto per le cose pazzesche che deve affrontare.
Eravamo tutti davvero felici ed entusiasti, poi abbiamo scoperto che erano stati presentati quasi 14.000 film e siamo rimasti sbalorditi.
Sei molto giovane, eppure reciti già da un po’ di tempo. Come è iniziata la tua carriera?
È iniziato un po’ di tempo fa. Io e mio fratello gemello abbiamo un cugino che all’epoca recitava, e così, per pura curiosità e divertimento, ci siamo iscritti entrambi ad un corso di recitazione. Da quel corso abbiamo trovato un agente, e da lì è iniziato! Mio fratello ha smesso di recitare, ma io mi divertivo troppo per smettere!
La tua interpretazione di Shaun Murphy nella serie televisiva “The Good Doctor” è stata elogiata dalla critica, e anche noi lo abbiamo adorato. In che modo ti sei preparato per un ruolo così intenso?
Durante le audizioni mia mamma (che lavora con molti bambini autistici) mi ha aiutato con i fondamentali. Quando poi ci stavamo preparando a filmare la serie, ci è stato presentato un esperto di autismo per aiutare sia Freddie che me.
Must have on set: Un libro, il mio cellulare, e qualsiasi cosa per ammazzare il tempo – ci sono tanti momenti morti!
Superpower: Oh, questa è difficile, ma probabilmente direi essere un mutaforma. È un po’ barare, ma se riesci a cambiare forma potresti diventare qualcuno che ha tutti i superpoteri, e sarebbe fatta! Se non puoi farlo, rimane comunque qualcosa di utile (potresti trasformarti in drago o in qualcosa di simile). Avrebbe anche un’utilità quotidiana. Non arrivi allo scaffale? Nessun problema. Non ti piace il tuo taglio di capelli? Boom, risolto. Insomma, non si può sbagliare!
Epic Fail sul lavoro: Sul set di “Turkey Hollow”, uno dei miei primi ruoli importanti, c’era un tacchino vivo sul set, abbiamo provato a farci una foto assieme e mi ha beccato proprio sul labbro (con conseguente lavoro extra per i truccatori)!
La tua isola felice: La mia camera da letto.
Accento preferito: Quello del Minnesota, lo stesso di quando ho girato “Fargo”.
Film preferito e horror\thriller preferito: Mi è piaciuto davvero tanto “Star Wars: gli Ultimi Jedi”.
Tra i film horror, direi Scappa – Get Out.
Parola preferita: Hippopotomonstrosesquipedaliophobia – ovvero la paura delle parole lunghe.
Emoji preferito: ?
La prima cosa a cui pensi se diciamo “Italia”: Il cibo! Amo il cibo italiano.
Citazione preferita: Wow, non ne ho idea. Probabilmente sarebbe una di quelle citazioni piene d’ispirazione, tipo “non importa quanto tu sia lento a correre, stai comunque doppiando quelli ancora seduti sul divano!”, o forse una di quelle citazioni un po’ cliché che non sono poi così divertenti.
L’ultimo Binge-watch: La quarta stagione di Black Mirror.
Che personaggio vorresti essere: Evan Hansen di “Dear Evan Hansen”. Non è un film, ma l’ho visto a Broadway e l’ho letteralmente amato, è un ruolo che mi piacerebbe davvero fare.
La cosa più bella mentre giravi… “Summer of 84”: La spiaggia in cui abbiamo girato l’ultima parte del film era veramente fantastica, era una foresta che arrivava fino al limite dell’acqua. L’unico problema era l’incredibile quantità di zanzare.
Ops! Break Time:
Snack Crush: Praticamente qualsiasi caramella (tranne la liquirizia nera).
Dolci o Popcorn? Dolci!!!
Dato che siamo italiani…Hawaiian pizza, sì o no? Non fa per me, ma non è così male come molti pensano.
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