Allacciate le cinture, anche se all’attore e scrittore Steve Olson non piacciono le montagne russe, i suoi “5 Talkie Minutes With” saranno una montagna di risate! Dà le risposte che nessuno si aspetta, basta guardare il superpotere che vorrebbe avere.
Il suo ultimo film “Fishbowl California” è appena uscito; Steve interpreta Rodney, un uomo che, alle prese con il difficile compito di capire cosa vuole dalla vita, viene “illuminato” da una vedova addolorata e ubriacona. Come tutti, (che lo si voglia ammettere o no), anche Steve ha avuto la sua giusta dose di difficoltà.
Scoprite con noi questo giovane, divertente e brillante attore e sceneggiatore!
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Cosa ti ha fatto desiderare di far parte di “Fishbowl California”?
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Ho sinceramente amato la sceneggiatura e il tono di “Fishbowl California”, ho sentito un legame immediato. Ne sono rimasto incantato all’istante. Non penso sia una coincidenza che certi tipi di attori/scrittori/registi finiscano per collaborare insieme. È il destino! Ma è stato soprattutto il fatto che mi abbiano detto “ti pagheremo per essere in un film”. Ho speso tutto da Chili’s.
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Ti sei mai sentito “bloccato” come Rodney? Se sì, come hai affrontato la situazione?
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Ogni giorno! Sto scherzando, più o meno. Rodney è un “perdente” in piena regola, interpretato comicamente, quindi hanno ingaggiato qualcuno che è esattamente il contrario, qualcuno super cool: me (ride). Certo, chi non si è sentito “bloccato”? Questa è la vita, se non lo ammetti, stai mentendo, non ci stai provando abbastanza o non hai capito la domanda. Penso che un elemento del sentirsi bloccato sia la riluttanza di Rodney a decidere i suoi obiettivi. È senza scopo. Questo è un difetto umano comune con cui tutti lottiamo, ci battiamo per definire gli obiettivi, grandi o piccoli, io certamente ci sono passato. Sembra scontato e ovvio suggerire che le persone dovrebbero fissare degli obiettivi (grandi o piccoli), ma penso che alle persone non piaccia specificare i loro obiettivi perché così si delineano anche le condizioni per il fallimento, e alla gente non piace sapere quando falliscono.
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In che modo hai stabilito una connessione con Rodney, il tuo personaggio?
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Nel modo in cui usa l’umorismo per tamponare il dolore e adattarsi e tirarsi fuori dai casini. Mia madre Janet è stata un’influenza femminile molto positiva nella mia vita, quindi sono stato in grado di mettere in relazione il rapporto di Rodney con la mio co-protagonista, June (interpretata da Kat Cortez) che ha all’incirca l’età di mia madre. June e mia madre condividono tratti simili: uno spirito acuto, insieme a una miscela di sorta di forza di volontà e testardaggine, che risulta in umorismo e conflitto tra Rodney e June.
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Cosa cerchi in particolare quando leggi un copione?
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È una cosa complicata da articolare. Una buona sceneggiatura attira la tua attenzione. Probabilmente sono alla ricerca di toni generali che attirino la mia sensibilità, che possono variare da quelli comici, molto “stupidi” a molto intensi e dark. Amo tutto, da “Ace Ventura” ai film di Judd Apatow, ai film di Stanley Kubrick e David Lynch. Tutti i film di questi registi mi hanno influenzato enormemente. Mi piacerebbe avere la possibilità di interpretare qualcuno che sia l’opposto di Rodney, un killer o sociopatico o qualcosa del genere. Per quanto riguarda specificamente i personaggi, suppongo di cercare qualcuno a cui penso di poter rendere giustizia.
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Cosa ti riserva il futuro?
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Scrivere sketch e produrre contenuti online. Sarò guest star nella sitcom “Those Who Can’t” quest’estate, e sono nel film “Trouble is my Business” interpretato da Vernon Wells, che è appena uscito. “Fishbowl California” è uscito all’inizio di maggio su ITunes e Amazon e su tutte le piattaforme VOD. Si prega di darci un’occhiata e iscriversi e mettere mi piace & tweettare & twerk. Soprattutto l’ultimo.
Must have on set: Coca-Cola Zero.
Superpotere: Il potere di spingere le porte qundo c’è scritto “spingere” e tirare quando c’è scritto “tirare”.
Epic Fail sul lavoro: Uno dei miei primi lavori è stato il catering. Qualche settimana dopo aver cominciato, ho tirato un panino in occasione di un evento gala al Pasadena Convention Center. Dopo questo non mi hanno più chiamato.
La tua isola felice: È un fotofinish tra due posti. Il primo non è una risposta adatta all’intervista, quindi andiamo con il secondo, che sarebbe il mio cortile di infanzia in Ohio in un giorno d’estate.
Accento preferito: Irlandese, perché sembrano ubriachi anche quando sono sobri.
Film preferito, da bambino e adesso: Da bambino: “Houseguest” con Sinbad, adesso: “Il petroliere”.
Parola preferita: Tiritera.
Che personaggio vorresti essere: Ferris Bueller.
Emoji Preferita: ? La faccina che sbava è divertente perché è un po’ strana e vaga, quindi le persone non capiscono esattamente cosa si stia cercando di dire, quindi mi piace inviarla e confondere le persone. Se qualcuno sa perché sta sbavando o cosa significa, per favore mi mandi un messaggio.
Film italiano: “Il Postino”.
Citazione preferita: “Tutte le generalizzazioni sono false, inclusa questa” – Mark Twain.
L’ultimo Binge-watch: “American Horror Story”.
Cosa hai già spuntato dalla tua Lista dei Desideri: Non era mai stato sulle montagne russe, ma avevo come la sensazione che l’avrei odiate, quindi l’anno scorso sono salito su un paio e ho scoperto che sono un veggente: le odio, ma almeno le ho spuntate dalla lista.
La cosa più bella mentre giravi…“Fishbowl California”: Le amicizie e il cameratismo che si sono creati.
Ops! Break Time:
Snack Crush: Doppi Oreo ripieni.
Dolci o Popcorn? Dolci.
Dato che siamo Italiani…Hawaiian pizza, sì o no?: Beh, io sono mezzo italiano, quindi è un no. Ci sono così tante altre buone pizze, come si genera un interesse per la pizza hawaiana, statisticamente? Ci sono probabilmente 75 pizze migliori della pizza hawaiana, il che significa che devi odiare tutte e 75 quelle, prima di scegliere l’hawaiana. Non dovrebbe esistere, ma purtroppo esiste.
Credits:
Photographer: Paulo Macedo
Stylist: Sierra Barton
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