Attrice, musicista, attivista, Sam Quartin ha tutte le carte in regola per entrare nel firmamento degli artisti a tutto tondo e dei più straordinari tra gli esseri umani. Cresciuta tra New York City e Upstate New York, Sam ha fatto il suo primo ingresso nel mondo del cinema solo pochi anni fa, ma si è presto distinta per le sue interpretazioni mozzafiato in diversi progetti successivi, non solo cinematografici. Dal 2018, è la frontwoman della garage rock band The Bobby Lees, attualmente impegnati a ultimare il loro nuovo album prodotto da illustri vincitori di Grammy.
Abbiamo chiacchierato con lei in occasione dell’uscita di due tra i suoi ultimi progetti, il film indie “Body Brokers”, in cui recita a fianco del premio Oscar Melissa Leo, e il thriller “Tyger Tyger”, ambientato durante una pandemia, di cui è protagonista insieme a Dylan Sprouse. Oltre a raccontarci della sua esperienza sul set, dei suoi eroi musicali e di un’inaspettata paura del pubblico, Sam ci ha anche parlato del suo lavoro di volontariato e dei valori che lo ispirano, facendoci conoscere la forza e versatilità della sua bellissima anima.
I dettagli sui prossimi progetti, esperienze di vita ed altro: tutto nella nostra intervista con Sam Quartin.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Credo che “Edward Mani di Forbice” sia stata la prima cosa che ho visto e che mi ha fatto pensare: “Voglio fare questo nella vita”.
Reciti nell’attesissimo thriller “Body Brokers”. La storia parla di dipendenza e guarigione, alludendo agli scopi di lucro legati alla gestione dei centri di riabilitazione, ed è sicuramente un tema delicato da affrontare. Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto la sceneggiatura e qual è stata la prima domanda che hai posto a te stessa e al regista a riguardo?
“Porca miseria, è successo davvero? Come può accadere una cosa del genere?” Ho pensato che la sceneggiatura fosse davvero incredibile, mi è venuto anche il voltastomaco. John (il regista) mi ha raccontato tutto della sua esperienza e di come è stato raggirato quando era in riabilitazione. Il fatto che il profitto sia più importante della salute e del benessere delle persone non è un concetto nuovo, ma questa storia lo racconta in modo nuovo.
Il film racconta la storia vera di una frode multimiliardaria nella sfera della tossicodipendenza, approcciando in modo unico un tema che viene affrontato molto spesso sia al cinema che in televisione. Qual è, secondo te, il contributo di questa storia alla demolizione del tabù della tossicodipendenza nell’opinione pubblica e nelle conversazioni quotidiane?
Questo film la rende una questione personale. Non sono solo statistiche e fatti: quando guardo il film, Utah potrebbe essere chiunque, un mio amico, mio fratello. Penso che il film faccia un lavoro straordinario nel farti capire cosa sta realmente accadendo, mentre mostra anche come chiunque si trovi in quella fase inziale, vulnerabile, di sobrietà, possa essere raggirato da un broker disonesto. Credo che il film sarà d’aiuto per chiunque soffra o abbia amici o familiari che soffrono di dipendenza da droghe.
“Il film sarà d’aiuto per chiunque soffra o abbia amici o familiari che soffrono di dipendenza da droghe“.
Il tuo personaggio, Tina, è una giovane mamma determinata a rimanere sobria per l’amore dei suoi due figli. In che modo la tua storia personale ha “influenzato” il tuo personaggio?
Ho vissuto sulla mia pelle quelle prime fasi di sobrietà, ma non ho figli, quindi avevo bisogno di fare qualche ricerca. Ho trovato una mamma con due bambini piccoli che poco prima aveva avuto una ricaduta. Si è aperta molto con me a proposito di come ci si sente e della sua esperienza in generale. Ho buttato giù tutto e cercato di modellare Tina su di lei. Volevo essere al servizio della sua storia.
Come descriveresti “Body Brokers” in una parola?
Onesto.
Ti vedremo presto in un altro ruolo da protagonista al fianco di Dylan Sprouse nel thriller “Tyger Tyger”. Il film è ambientato durante una pandemia e interpreti una giovane donna che si allea con un tossicodipendente (Sprouse) per distribuire ai bisognosi dei farmaci salvavita rubati. Come ti sei approcciata al tuo personaggio e come hai superato le sfide dell’interpretare questo ruolo?
Ero davvero entusiasta di interpretare Blake. Kerry ha scritto il personaggio e la storia di cui ho sempre sognato far parte. Blake mi sembrava una versione cazzuta di Madre Teresa o Robin Hood. Mette gli altri davanti a sé stessa ed è disposta a fare qualsiasi cosa pur di aiutare i bisognosi, incluso rapinare una farmacia e mettere a rischio la propria vita. Prende decisioni d’impulso, come innamorarsi a prima vista e intraprendere un’avventura selvaggia con quel ragazzo, senza pensare alle conseguenze o al concetto di “vita reale”. È statauna dimensione mentale divertente in cui immergermi per un paio di mesi.
“Tyger Tyger” è molto più di un racconto sull’amore e la dipendenza in tempi di pandemia, perché tratta temi universali con cui il pubblico di tutto il mondo può identificarsi, con o senza l’attuale minaccia del Covid-19. Come hai lavorato con il resto del cast per costruire le tue relazioni sullo schermo e dare vita a una storia senza tempo?
Sapevo che avrei dovuto innamorarmi di Luke a prima vista, quindi ho iniziato a scrivere un diario e ci ho messo dentro una foto di Dylan. Potrebbe sembrare una cosa inquietante [ride], ma l’ho già fatto un paio di volte in altri film – ogni volta che devo ingannare me stessa per provare rapidamente sentimenti per qualcuno – di solito funziona per quel periodo di tempo.
Come descriveresti “Tyger Tyger” in una parola?
Divertente. Se potessi usarne due di parole, direi Fantasmagoricamente Romantico.
“FANTASMAGORICAMENTE ROMANTICO”
Recitare non è il tuo unico talento e passione: sei una “slashy”, come si suol dire, un attrice/musicista, frontwoman della garage rock band The Bobby Lees. Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica e com’è nata la tua band?
Il mio primo ricordo legato alla musica è mio padre che mi porta a vedere Little Richard da piccolissima. Little Richard fece salire i bambini sul palco e io ebbi modo di vederlo da vicino. Era elettrico, talmente tanta era l’energia che emanava che mi è rimasta definitivamente in testa.
La mia band è nata qualche anno fa, quando mi sono trasferita a Woodstock, New York; lì ho incontrato Kendall (il mio bassista) e Macky (il batterista) nel 2017 e abbiamo realizzato il nostro primo disco. Poi Nick (il nostro chitarrista) si è unito a noi nel 2018 ed è stato allora che abbiamo davvero cominciato a fare sul serio.
Il tuo singolo “Drive” sarà presente in “Tyger Tyger:” questa canzone è nata prima o dopo che hai girato il film, e si sono influenzati a vicenda in qualche modo?
“Drive” è stato scritto un paio di mesi dopo aver girato “Tyger Tyger”. Mi sono divertita così tanto su quel set, è stata onestamente la migliore esperienza cinematografica che abbia mai avuto, quindi quando sono tornata a casa era inverno a New York e per un paio di mesi ero davvero giù di morale. A volte, dopo un film in cui ti sei fatto tutti questi nuovi amici, la tua nuova “famiglia” per un po’ di tempo, quando poi torni a casa ti senti perso. È successo dopo “Tyger Tyger”, quindi sì, “Drive” è venuto fuori da quello. Abbiamo un’altra canzone chiamata “Guttermilk” che ho scritto durante le riprese di “Tyger Tyger”. “Guttermilk” è decisamente ispirata dal film e dalla mia esperienza.
Se potessi interpretare un musicista famoso, chi sceglieresti e perché?
Patti Smith. Amo Patti, la sua musica ei suoi libri. C’è qualcosa nella sua scrittura che mi ricorda l’avventura della vita, la sincronia e la magia che si possono trovare quando si è aperti ad essa. Ho comprato la mia chitarra all’Hotel Chelsea dove ha vissuto lei. Mi piacerebbe interpretarla.
Tra cinema e musica, qual è il mondo in cui ti senti più a tuo agio e qual è quello che ti piace di più?
Amo davvero entrambi, non credo di poterne scegliere uno. Mi piace qualunque cosa faccia, ogni volta che mi viene data l’opportunità di farlo.
Sei molto attiva socialmente, soprattutto sul fronte della beneficenza: vuoi raccontarci la tua esperienza con gli enti di beneficenza FAMILY e People’s Place e Angel Food Meals? Come li hai conosciuti e qual è il tuo consiglio per qualcuno che vorrebbe iniziare a fare volontariato per organizzazioni con obiettivi simili?
Sono entrata in contatto con quegli enti di beneficenza quando mi sono trasferita a Woodstock, alcuni anni fa. Sono andata online e ho cercato attività di volontariato locali nella mia comunità e ho trovato FAMILY per prima. Fanno un lavoro straordinario. Ora faccio parte di una catena di email che mi informano ogni volta che c’è bisogno di volontari. Andiamo nelle aziende agricole locali e raccogliamo i prodotti dalle filiere di cibo fresco che l’azienda dona. Poi il cibo viene distribuito alle banche alimentari locali. Mi piace fare queste cose ogni volta che sono a casa, tra un lavoro e l’altro. A volte faccio anche consegne di pasti a persone che sono costrette a casa. Ho saputo che avrei potuto rendermi utile in questo modo grazie a Angel Food Meals, e ora lo faccio ogni volta che sono a casa o sono libera. Si incontrano persone davvero interessanti. Quando vivevo in città come New York e Los Angeles, e volevo fare volontariato, mi sentivo sopraffatta e non sapevo da dove iniziare. Passi davanti a Skid Row e lì ci sono migliaia di senzatetto, quindi mi dicevo, “che diavolo dovrei fare?” Quando vivevo lì, una volta ho passato una giornata con alcuni amici a distribuire centinaia di panini e ho finito per avere una multa dalla polizia… Penso che nelle città più grandi sia più difficile dare una mano. Ma a prescindere da dove ti trovi, credo che un piccolo atto di amore o gentilezza nei confronti di chiunque, specialmente uno sconosciuto, possa fare molto.
“A prescindere da dove ti trovi, credo che un piccolo atto di amore o gentilezza nei confronti di chiunque, specialmente di uno sconosciuto, possa fare molto”.
L’ultima serie che hai visto tutta d’un fiato?
“Black Mirror” e “Escape at Dannemora“. Non ho visto altre serie in questi ultimi due anni, ma di recente ho avuto il tempo di guardare un sacco di film. I miei preferiti sono stati “Out of the Blue”, “Over the Edge”, “Border” e “Straight Time” di Dennis Hopper.
L’ultimo album che hai ascoltato tutto d’un fiato?
“Blizzard of Oz” di Ozzy Osbourne.
C’è qualche talento nascosto o hobby che hai sviluppato in questi ultimi mesi di lockdown?
Andare al fiume durante l’inverno, un mio amico mi ha fatto provare il “bagno di ghiaccio” e mi ci sono appassionata. Mi fa sentire viva e piena di speranza. Poi ho anche lavorato a maglia.
Quali storie sogni di raccontare?
Recentemente ho scritto una sceneggiatura su una persona che si unisce a una setta e diventa una strega. Non sono sicura di quando riuscirò a farne un film, ma mi piace tutto quello che ha un qualche elemento di mistero o magia. Amo le storie di trasformazione. E le storie che non assegnano necessariamente ruoli di genere. Per la maggior parte dei personaggi che sogno di interpretare io, finiscono per essere scelti uomini, ma spero di poter interpretare quei ruoli un giorno senza dover cambiare il mio sesso. Recentemente sono stata fortunata perché “Tyger Tyger” e “Body Brokers” sono i tipi di storie di cui amo far parte.
“Amo le storie di trasformazione. E le storie che non assegnano necessariamente ruoli di genere“.
L’ultimo film o serie tv che ti ha fatto scoprire qualcosa su tè stessa?
Mi sono appuntata questa frase: “Presta attenzione a ciò che ti attrae e non preoccuparti di come si chiama“. Viene da un film indipendente un po’ sconosciuto uscito un anno fa. Non mi era piaciuto molto, ma mi piaceva quella battuta.
Cosa significa per te “sentirti a tuo agio nella tua pelle”?
Essere sincera e completamente onesta quando parlo con le persone, e non sentirmi come se dovessi accentuare o enfatizzare qualcosa. Sapere di essere abbastanza. Non mi sento sempre così, ma è bello quando succede.
Il tuo must-have sul set.
Un libro e uno snack. Non posso andare avanti molto senza mangiare. Divento strana.
Un epic fail sul lavoro.
Sono sicura di averne avuti più di uno, ma non riesco a pensare ad un episodio particolare in questo momento. Forse perché se sbaglio non lo vedo come un fallimento, mi piace. È solo un promemoria che siamo tutti umani e non siamo infallibili.
Hai paura di…
Esibirmi di fronte alle persone, so che è strano, perché lo faccio spesso, ma ogni volta che suono in un concerto, subito prima di salire sul palco, vorrei voltarmi, tornare a casa e strisciare nel letto. Sforzarmi di affrontare quella sensazione ed esibirmi comunque è molto gratificante, sono felice quando è finita. Stessa cosa per la recitazione, immagino. Ho anche paura di rimanere bloccata in uno spazio chiuso. Mi piace poter camminare in giro o potermene andare quando voglio.
ll personaggio di un film o serie TV di cui vorresti essere amica?
Hawk di “Detroit Rock City”.
“PRESTA ATTENZIONE A CIÒ CHE TI ATTRAE E NON PREOCCUPARTI DI COME SI CHIAMA”
Il tuo eroe musicale?
Little Richard, Jack White, Iggy Pop, Gerard Way, Patti Smith, Janis Joplin, James Brown, Bo Diddley, mi dispiace non riesco a sceglierne uno solo, ce ne sono troppi di fantastici!
La cosa più coraggiosa che hai fatto?
Dire a qualcuno esattamente come mi sentivo pur avendo paura di farlo. Ho imparato di recente che se condividi la tua verità con gentilezza, fai sempre la cosa giusta. Non è che renda le cose più facili, ma penso che rafforzi il tuo spirito.
La tua isola felice?
I boschi e il fiume. E i dolci. Ne mangio uno ogni giorno.
Cosa puoi svelarci sui tuoi progetti futuri?
Ho due film che gireremo tra primavera ed estate, ma non mi è ancora permesso parlarne. La mia band ha appena registrato un nuovo disco e stiamo lavorando al mixaggio adesso, speriamo di farlo uscire il prossimo anno.
Photos by Boris Brenman
Photos by Nikki Ruiz