Va bene: sappiamo quali sono i termini della moda sostenibile, abbiamo scoperto quali sono i migliori tessuti per cui optare… Ma, domanda: come facciamo ad essere sicuri che un brand e/o un prodotto sono veramente etici e sostenibili? Quali certezze abbiamo, in quanto consumatori, di quello che stiamo per comprare?
Ok, questa è un’ottima domanda. Più aumenta l’interesse verso la sostenibilità (per fortuna), più si richiede trasparenza ai produttori e più salgono i dubbi sui capi in commercio: la soluzione? Signori e signore, mettetevi comodi: oggi infatti vi presentiamo le certificazioni tessili, delle garanzie che attestano la qualità dei materiali, dei processi di fabbricazione e delle caratteristiche etiche e ambientali di un determinato prodotto moda.
Introdotte per la prima volta dalla Commissione Europea nel 1992, queste garantiscono che un capo è stato realizzato nel rispetto dell’ambiente e/o della manodopera coinvolta nel processo e/o degli animali. Oggigiorno, le certificazioni tessili sono tantissime (secondo l’Ecolabel Index, sono più di 445 divise in 199 paesi) e sono il nostro punto di riferimento nel tentativo di orientarci verso un consumo più consapevole e rispettoso. Certo, essendo così numerose, possono anche creare una certa confusione intorno all’argomento: per questo motivo, abbiamo deciso di raccogliere in questa guida le più importanti, quelle utili per iniziare a costruire il nostro guardaroba, nonché stile di vita, etico e sostenibile.
CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
Forest Stewardship Council (FSC)
Un certificato internazionale indipendente che ha come obiettivo quello di fermare la deforestazione e, di conseguenza, tutte le problematiche sociali annesse, offrendo la possibilità di tracciare i prodotti certificati. Per ottenerlo, le aziende (di qualsiasi settore) devono realizzare prodotti derivati da alberi coltivati e gestiti in modo sostenibile: questo significa effettuare una deforestazione cauta e ragionata (che prevede nella maggior parte dei casi un re-innesto degli alberi), nel rispetto dei lavoratori coinvolti e degli abitanti delle foreste, sia animali che umani.
OEKO-TEX® Standard 100
In vigore dal 1992, questa certificazione indipendente controlla e garantisce che i prodotti tessili non contengono sostanze dannose per la nostra salute in nessuna fase della loro lavorazione. Rappresenta una delle più diffuse certificazioni tessili ed è assegnata dall’Associazione Internazionale per la Ricerca e il Controllo nel Settore dell’Ecologia Tessile. Si basa sul principio che, maggiore è la quantità di tessuto che entra in contatto con la pelle, maggiori sono i requisiti che si devono soddisfare per ottenerla. Di conseguenza, i prodotti merceologici sono divisi in 4 classi: la 1, la più restrittiva, fa riferimento agli articoli per bambini fino ai 3 anni; la 2 è per tutti i prodotti di abbigliamento a contatto diretto con la pelle, la 3 per quelli non a contatto diretto per la pelle e la 4 per i materiali di arredamento.
BlueSign
Si tratta di una certificazione internazionale nata in Svizzera nel 1997 che si attribuisce alle aziende di moda che rendono la loro produzione più sostenibile, supportandole nella loro strategia e con particolare attenzione verso le sostanze chimiche coinvolte. I valori che difende questa certificazione vanno dal risparmio d’acqua e delle risorse energetiche, dalla sicurezza dei consumatori e dei lavoratori alle riduzioni di emissioni inquinanti nell’aria. Le sostanze e le materie prime vengono verificate prima del loro utilizzo effettivo in una catena di produzione e si dividono poi in tre categorie: Blu (sostanza non nociva e quindi utilizzabile sempre), Grigia (sostanza utilizzabile solo in alcune circostante e in assenza di alternative), Nera (sostanza non utilizzabile in quanto tossica).
CERTIFICAZIONI ETICHE
FAIRTRADE
Un’organizzazione internazionale non profit responsabile dell’omonima, importantissima certificazione e marchio rivolti al commercio equo solidale. Questo ente supporta i lavoratori e gli agricoltori nei paesi in via di sviluppo (Asia, Africa, America Latina), garantendo il loro stato sociale, diritti e salari minimi, promuovendo mezzi di sostentamento per le famiglie coinvolte e una produzione sostenibile. Tutto questo nel nome della trasparenza per migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita. Ad oggi, il marchio coinvolge circa 1,7 milioni di lavoratori in 73 paesi e attesta che un prodotto è stato realizzato nel rispetto dei loro diritti e secondo i criteri del commercio equo.
Fair Wear Foundation (FWF)
Organizzazione olandese indipendente e no profit che lavora con aziende e brand di moda per verificare e migliorare le condizioni dei propri dipendenti in 11 paesi tra Asia, Europa e Africa. Questa tiene conto dei miglioramenti apportati da una realtà per aumentare l’efficacia dei propri sforzi nel garantire determinate condizioni ai lavoratori coinvolti in ogni stadio del processo produttivo: tra queste, rientrano la mancanza di discriminazione, l’abolizione del lavoro minorile, salari e orari di lavori equi, condizioni di lavoro salutarlo e contratti legali che garantiscono le giuste libertà e diritti.
Get It Fair®
Una certificazione italiana che supporta le aziende di moda che vogliono migliorare la propria reputazione impegnandosi a migliorare in termini di sostenibilità e responsabilità sociale, dai materiali utilizzati fino al prodotto finito, nel nome della trasparenza e nel rispetto sia dei lavoratori coinvolti che dei clienti finali. Questa certificazione valuta i rischi effettivi lungo una catena di produzione e/o fabbrica che possono essere pericolosi per i lavoratori o per l’ambiente, dando alla fine un punteggio per favorire il miglioramento continuo di una determinata realtà, controllando poi periodicamente gli sforzi e modifiche apportate.
CERTIFICAZIONI PER GLI ANIMALI
Animal Free Fashion
Ideata da LAV – Lega Anti Vivisezione (ONG), si pone come obbiettivo quello di incentivare le aziende di moda a rinunciare totalmente o almeno parzialmente all’utilizzo di materiali di origine animale. Nel farlo, assegna una valutazione che segue il seguente punteggio: V, VV, VVV, VVV+, dove la V si assegna a chi rinuncia solo alle pellicce, mentre la VVV+ si da alle aziende di moda che rinunciano a tutti i materiali di originale animale; questa può cambiare nel tempo in base agli sforzi apportati da una determinata realtà. Inoltre, tiene conto dell’utilizzo o meno di sostanze chimiche tossiche, in quanto anche queste sono dannose per l’intero sistema, animali inclusi.
Fur Free
Anche questa certificazione è promossa da LAV, in collaborazione con 40 organizzazioni internazionali a tutela dei diritti animali e a cui hanno aderito circa 1000 aziende del mondo della moda. L’obiettivo è quello di eliminare definitivamente l’utilizzo di pellicce animali nel settore tessile, informando i consumatori sulla politica adottata da ogni realtà.
People for the Ethical Treatment of Animals (PETA)
PETA è una delle associazioni no profit più famose a livello internazionale che si batte per la difesa dei diritti degli animali, riducendo il loro sfruttamento e diffondendo informazioni sul modo in cui vengono trattati in tutti i settori. Questo marchio certifica che un prodotto (tessile o non) è vegano, e che non contiene in alcun modo elementi di origine animale o che sono stati testati su animali.
CERTIFICAZIONI BIOLOGICHE E PER IL RICICLO
Global Organic Textile Standard (GOTS)
Una delle certificazioni tessili più importanti in assoluto, sviluppata da organizzazioni internazionali per garantire al consumatore che determinati prodotti tessili biologici (come lino, canapa, lana e cotone) siano stati ottenuti nel rispetto di criteri ambientali e sociali molto rigidi in ogni fase della produzione. Questa garantisce che i prodotti contengono almeno il 70% di fibre naturali tacciabili da agricoltura biologica, che le attività manifatturiere si sono svolte nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori coinvolti e che i prodotti chimici utilizzati non sono tossici, nel rispetto di determinati criteri.
Organic Content Standard (OCS)
Emessa dall’ente internazionale Textile Exchange (ONG), che supporta e favorisce l’agricoltura biologica in tutto il mondo, questa certificazione garantisce che in un prodotto sia presente una certa percentuale di fibre naturali biologiche, tracciabile lungo l’intera filiera produttiva: se si utilizza il 95% di cotone biologico ad esempio, si ottiene l’etichetta Organic 100, mentre per il 5% è prevista l’etichetta Organic Blended. La certificazione vale sia per i prodotti tessili che per i processi manifatturieri.
Global Recycle Standard (GRS)
Promossa a sua volta da Textile Exchange (ONG), questa certificazione si rivolge alle aziende e brand di moda che producono abbigliamento con determinate quantità di materiale riciclato, favorendo la riduzione del consumo di risorse e, di conseguenza, l’economia circolare. Applicabile a cotone, lana, poliestere, poliammidi e fibre di cuoio, si rivolge non sono ai prodotti, ma anche alle aziende stesse, nel rispetto della tracciabilità in ogni fase di produzione e dei diritti dei lavoratori coinvolti. In questo modo, si ha la sicurezza che un capo contiene almeno il 20% di materiale riciclato e che le attività manifatturiere sono conformi a determinati requisiti etici e sostenibili.