“Berning In Hell” e “The Housebroken Tour” sono solo due dei tanti progetti a cui la comica Hannah Berner ha dedicato tutta sé stessa: il primo è un podcast esilarante, genuino, brutalmente onesto, il secondo è il suo primissimo tour da headliner. Sempre e da sempre pieni di sorprese e della speranza di poter offrire alle persone un momento di pausa dagli “ostacoli dell’esistenza”, gli show e i profili social di Hannah sono esplicitamente pensati per raggiungere un obiettivo preciso: divertire la gente, farla sentire meno sola e, soprattutto, a loro agio nelle loro complessità.
Durante l’intervista, Hannah ci ha raccontato dei suoi progetti e scopi di vita e carriera, sottolineando il fascino che esercitano su di lei il potere della risata e le più spaventose tra le sfide, in nome di una missione: imparare a usare la propria voce e provare ogni emozione, costi quel che costi.
I tuoi tweet virali e stand-up comedy hanno un gran seguito negli Stati Uniti e non solo. Com’è nata la tua passione per la commedia e quali sono stati i tuoi primi passi in questo mondo, il percorso che ti ha trasformata in una grande comica?
Sono sempre stata una ragazzina leggera, mi piaceva circondarmi di gente divertente. Mia nonna diceva sempre barzellette quando ci mettevamo a tavola per cena, e ha i migliori tempi comici del mondo. Mio padre sarebbe in grado di animare qualunque tipo di atmosfera con il suo senso dell’umorismo, e credo di aver inconsciamente assimilato l’idea che la risata possa guarire chiunque. Io ero sempre l’amica che cercava di far ridere tutti nella chat di gruppo… Semplicemente, non sapevo di poterci guadagnare da vivere con la mia stupidaggine.
Con i tuoi spettacoli, hai fatto sold out in tantissimi locali prestigiosi come il Dynasty Typewriter all’Hayworth Theatre di Los Angeles, il Cobb’s Comedy Club di San Francisco, e il Laugh Boston, conduci due tra i podcast più ascoltati degli ultimi tempi, “Berning in Hell” e “Giggly Squad”, e sei co-conduttrice di un talk show che va in onda in seconda serata su Bravo TV, “Chat Room”. Qual è stata la parte più difficile della tua scalata verso il successo, fino ad ora?
Direi che la parte più difficile è stata realizzare che non esiste nessuna maniera consigliata di arrampicarsi in vetta, ma forse è proprio questo il bello? Se vuoi diventare medico o avvocato, sai quali esami devi superare e le lezioni che devi seguire, invece se vuoi farti strada nel mondo dello spettacolo, ti senti un po’ come una foglia in balìa del vento, ma mi piace quell’emozione che deriva dal non sapere mai cosa ti può capitare.
Sei appassionata di podcast? Da cos’è nata l’idea di iniziarne uno tuo?
Ho iniziato il mio podcast “Berning In Hell” quando, entrata nel mondo dello spettacolo, mi sono resa conto che anche se le persone acquisiscono fama e denaro, non si liberano dei loro demoni interiori. Il mio obiettivo era quello di parlare con persone comunemente idolatrate e umanizzarle per dimostrare che tutti quanti combattiamo contro gli ostacoli dell’esistenza. Mi attirava anche l’idea che la gente potesse ascoltare una versione incensurata di me e del mio punto di vista, se gli ero già piaciuta in TV.
In realtà, non ascolto podcast molto spesso, perché preferisco l’atto del creare a quello del fruire.
“Il mio obiettivo era quello di parlare con persone comunemente idolatrate e umanizzarle…”
I tuoi spettacoli di stand up comedy e profili Instagram e Twitter offrono libero accesso alla tua vita sentimentale, alla tua esperienza di depressione e ansia, alle tue insicurezze, al rapporto con i tuoi genitori, alle storie dei tuoi appuntamenti, anche quelli andati male: da dove derivano la naturale predisposizione e facilità con cui condividi parti della tua vita e di tutta te stessa? È sempre stato così facile per te comunicare?
Ho sempre detestato parlare del più e del meno, non so fingere in nessun contesto, e ho un’avida bocca larga. Ma in fin dei conti, se riesco a far sentire qualcuno meno solo attraverso qualcosa che ho condiviso sulle mie piattaforme, ne sono solo felice.
Sta per avere inizio il “The Housebroken Tour”, il tuo primissimo tour da headliner: hai delle paure e/o degli obiettivi particolari che vuoi raggiungere durante quest’esperienza?
Sono elettrizzata all’idea di iniziare questo tour, perché sarò completamente sola. Solo io e il materiale che ho passato anni e anni a scrivere. Sono anche felice di poter vedere persone in carne ed ossa (anche se odio questo quest’espressione) invece che in uno schermo, come durante la quarantena. Connettermi con le persone e percepire la loro energia ed essere la ragione per cui qualcuno è riuscito a dimenticarsi dei propri problemi per un’ora di tempo, è qualcosa di meraviglioso.
Giocavi a tennis professionistico prima di scoprire la tua predisposizione alla commedia, e hai anche recitato una parte nella terza stagione della rinomata serie di Bravo TV “Summer House”. Sport, recitazione e stand-up comedy: quale ruolo riveste ognuna di queste “discipline” nella tua vita?
Il tennis mi ha insegnato che posso mettermi alla prova emotivamente e fisicamente, e sopravvivere sempre. La tv reality e la commedia sono due settori che spaventano un sacco di gente (me compresa), ma adoro affrontare ciò che mi spaventa. Se va tutto bene, acquisisco sicurezza, se fallisco, imparo cose nuove su me stessa e mi irrobustisco, pronta per la prossima sfida.
Qual è il tuo motto?
Anche quando piove, l’anello del canestro rimane immobile.
Qual è la tua più grande ispirazione nella vita privata e lavorativa?
Sono cresciuta con una mamma che ha sempre lavorato sodo, è una grande leader, intelligente, e molto empatica. Dietro molte scelte che ho fatto nella mia carriera c’è proprio lei, che mi è sempre vicina, sia che stia avendo un crollo emotivo, sia che abbia solo bisogno di indicazioni sul treno migliore per raggiungere il Queens.
Come definiresti il tuo stile comico?
Direi che il mio stile comico è onesto, vulnerabile, che ti colpisce dritto in faccia.
Un’idea diffusa è che non esista commedia senza sicurezza in sé stessi. Sei d’accordo? Cosa significa essere sicuri di sé secondo te?
Adoro questa domanda. Credo che molte donne, in passato, siano state convinte che per essere divertenti dovevano essere anche autoironiche, della serie che non puoi essere figa E divertente. Sì che puoi, invece. Le donne sono complesse, sono molto più che semplicemente divertenti. Si può essere sciocche, ansiose, felici, sexy, sportive, e spaventate. Essere sicuri di sé significa essere a proprio agio con la propria complessità e accogliere ogni tappa del viaggio.
“Essere sicuri di sé significa essere a proprio agio con la propria complessità e accogliere ogni tappa del viaggio”.
Sei una vera e propria forza femminile nel mondo della commedia e dell’intrattenimento oggi, e dici apertamente un sacco di cose che molte donne pensano ma non hanno il coraggio di esternare in pubblico: quale consiglio daresti a quelle ragazze/donne che hanno paura di dire quello che pensano?
Sono convinta che l’unica cosa di cui dovremmo avere paura è di finire per ignorare noi stesse e i nostri sentimenti per rendere felici gli altri, perché quello implicherebbe abbandonarsi. Se riesci a parlare liberamente ed essere te stessa, inizi a trovare le persone giuste di cui circondarti e a individuare cosa ti rende felice. Quando si tratta di esprimere i sentimenti, dobbiamo dire quello che vogliamo forte e chiaro e l’universo ci ascolterà. Non vorrei sembrare una strega, ma è la verità.
Qual è il tuo comedy show preferito e chi è un comico che ammiri in particolar modo?
Alcuni dei miei comici preferiti al momento sono Taylor Tomlinson, Pete Lee, Rory Scovel, Nikki Glaser, e il mio fidanzato Des Bishop.
Sei anche una sostenitrice della valorizzazione della salute mentale, usi le tue piattaforme per parlare apertamente delle tue lotte personali e abbattere i tabù sull’argomento: come vorresti che si sviluppasse, in futuro, la relazione tra commedia, social media e cura della persona?
I social media fanno male, ma fanno bene alla carriera, quindi sono una vera e propria lama a doppio taglio. Io non posso impedire alla gente di usare Internet per diffondere odio, ma posso provare ad usare le mie piattaforme per far ridere le persone.
“Sì, il sesso è bello, ma vi siete mai liberati da una relazione tossica?” scrivi in uno dei tuoi tweet. Cos’è “tossico” per te e, se sei riuscita a liberartene, come hai fatto, come si fa?
Molte delle volte in cui sono finita in relazioni tossiche, stavo ignorando quella vocina nella mia testa che mi diceva che non ero felice e meritavo di meglio. Bisogna sempre ascoltare il proprio istinto e onorare i propri bisogni.
“Ascoltare il proprio istinto e onorare i propri bisogni”.
Che libro hai sul comodino?
“Ego è il nemico” di Ryan Holiday.
Qual è il tuo podcast preferito?
“Going on”, “Call Her Daddy” e “Girls Gotta Eat” sono alcuni tra i podcast più belli che abbia ascoltato e adoro ascoltarli perché sono condotti da amici che ammiro molto nell’industria dei podcast.
Qual è la tua isola felice?
Dovunque si trovi il mio gatto.
Qual è il progetto dei tuoi sogni?
Credo una serie tv comica o un film comico tratto da alcuni episodi della mia vita che il pubblico non conosce.
Tre consigli che daresti a qualcuno che sta muovendo i primi passi nel mondo della commedia.
Dire quello che pensi è divertente, mentre non lo è dire quello che pensi che possa piacere agli altri; non rifiutare mai un podcast o uno stage quando sei agli inizi; impegnati a farti conoscere sui social media.
Cos’è per te la creatività?
Prendere un pensiero che ti frulla in testa e trasformarlo in realtà.
Cosa significa “sentirsi a proprio agio nella propria pelle” per te?
È quando sei solo coi tuoi pensieri e ti sembra di parlare col tuo migliore amico, e lui è buono, empatico, e comprensivo.
Qual è l’ultima cosa che hai scoperto su te stessa?
Devo lavorare di più sul mio “sentire i sentimenti”!
Fai ridere tanta gente, ma cos’è che fa ridere te?
Gli animali mi fanno ridere un sacco, perché loro non cercano di farti ridere.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Licenziarmi da lavori che non mi rendevano felice, anche senza un piano di riserva.
Hai piani o progetti per il futuro?
Vorrei fare uno speciale comico tutto mio un giorno, ci sto lavorando!
Photos by Brendan Wixted.