“Come il miele”, dice la mia istruttrice di Pilates insegnando alla classe come scivolare da uno stato all’altro, in un’evoluzione graduale del corpo e della mente che per essere benefica deve scorrere senza attriti.
Il miele per curare la gola che brucia, un calmante senza segreti, che addolcisce le fiamme e le amarezze.
Le maschere viso fai da te in voga durante il lockdown: si consigliava il miele come ingrediente principe, quando avevamo bisogno di curare, lenire, ripulire la pelle, nella tacita speranza che anche quello che di sfregiato c’era sotto, nei più profondi strati di noi, si riparasse.
È questo che rievoco quando penso al nettare delle api, il più semplice e forse magico prodotto della natura che nei secoli dei secoli ha dispensato proprietà nutritive e nutrienti, emollienti e dolcificanti nelle più svariate ricette nei più svariati ambiti.
Il miele è vita, o almeno è ciò che di più affine c’è alla vita: di questa verità un brand di skincare ha fatto la sua filosofia, il suo motto e il suo nome.
Melvita nasce 40 anni fa in Francia, nello specifico nella da sempre e per sempre selvaggia regione dell’Ardèche dove il fondatore, Bernard Chevilliat, viveva dedicandosi alle sue più grandi passioni: la biologia e le api. Tra arnie e apiari, natura e purezza, nel 1983 nasce e si sviluppa una fabbrica di meraviglie cosmetiche, che vuole imbottigliare i segreti dell’armonia tra la natura e la pelle dell’essere umano. Una fabbrica che nel corso degli anni si è evoluta al passo con il brand e le sue formulazioni; una fabbrica che, ad oggi, genera il 27% della propria energia per la produzione grazie al nuovo pannello solare installato sul tetto del parcheggio; una fabbrica che ho avuto modo di percorrere con le mie gambe, di tastare con le mie mani, e di osservare con i miei occhi, incantata dal perfetto incastro di meccanismi che ne costituisce l’efficienza e la continua innovazione.
In occasione del 40esimo compleanno di Melvita, ho respirato l’aria della sua culla, ne ho colto l’anima ripercorrendo (anche letteralmente) le strade e i paesaggi che sono stati e continuano ad essere costante fonte di ispirazione per il brand.
Tre giorni sulle colline dell’Ardèche sono stati rigenerativi, estraniazione e stacco dal caos urbano e iperattivo in cui vivo ogni giorno: la piccola regione nel sud della Francia, poco nota (per fortuna) ai più è, infatti, davvero immacolata, con rare strade asfaltate, zero traffico automobilistico, nessuna contaminazione, nemmeno da mode globali e omologazioni di varia natura.
Ecco, lì è tutta natura.
C’è il piccolo villaggio di Vagnas, per esempio, che è tutto percorribile a piedi in breve tempo: poco al di là delle casette in pietra con vecchie persiane solo socchiuse, attraverso cui è facile sbirciare l’intimità di chi le abita, una chiesa e un piccolo municipio, un paio di diroccate épicerie e uno spiazzo verde all’orizzonte (o aire de jeux pour enfants), si impone l’Hôtel du Couvent. Dalle finestre dell’ex convento trasformato in struttura alberghiera, ogni giorno rimiravo il panorama pacifico, accovacciata sul davanzale della mia camera a contemplare la natura francese alle prime luci del mattino, mentre mi cospargevo polsi e collo dell’olio alla lavanda Relaxessence di Melvita, in pieno spirito di adattamento.
Nel nostro viaggio alla scoperta di Melvita e dell’Ardèche, siamo stati guidati passo passo tra le attrazioni della regione (o meglio, curva curva, date le strade tortuose) dalla sapienza e dalla cura di Didier Thevenin (educatore, Head of PR e brand ambassador di Melvita Francia). Abbiamo visitato la Grotta Chauvet di Vallon-Pont-d’Arc, la perfetta riproduzione di uno dei più noti e importanti siti preistorici con pitture parietali in Europa, nonché il più grande duplicato di grotta paleolitica mai realizzato al mondo; abbiamo tentato di navigare il fiume Ardèche ma, rinunciandoci per il troppo vento che ci avrebbe spinti controcorrente, abbiamo compensato il danno morale optando per selfie e foto di gruppo sul bellvedère del Pont D’Arc; abbiamo visitato l’apiario della fabbrica di Melvita e, bardati ed emozionati, abbiamo salutato l’ape regina, imparato i cicli di vita e di riproduzione delle api e come nascono la propoli e il miele di timo; a Balazuc abbiamo degustato tre varietà di vini Domaine des Louanes accompagnati da formaggi, salumi e bruschette imbevute in olio di produzione locale a “casa” di Céline e Jérôme, nella loro cantina-agriturismo immersa nel verde, tra vigne e fiori profumati. Per un’experience immersiva, un tour a 360° della Valle del Rodano in cui testimoniare quella fusione tra natura e bellezza che ha dato i natali a Melvita.
Proprio un’idea di bellezza biologica e bio-rigenerante è alla base della filosofia del brand, che da anni si impegna nella ricerca di un equilibrio che sia il più stabile possibile tra ogni tipologia di pelle (donna, uomo, bambino) e skincare naturale. Tra detergenti e struccanti, acque floreali e acque straordinarie, olii di bellezza, trattamenti viso, trattamenti corpo, lozioni per igiene e benessere, i prodotti Melvita sono una carezza che sa di rosa e d’Argan. Confezionate in packaging realizzati con materiali riciclabili, le formule del brand sono sapientemente composte perché leniscano, proteggano e coccolino anche le pelli più sensibili, con ingredienti di origine vegetale accuratamente scelti per essere delicati e, allo stesso tempo, efficienti. Tutto rigorosamente Made in Ardèche, così come quella favolosa crema di marroni che spalmavo sul pane a colazione, e quell’altrettanto favoloso Olio di Argan alla Rosa che mi spalmavo sul viso subito prima.
Proprio quest’ultimo, in effetti, insieme all’Acqua Straordinaria di Rosa e alla Crema Effetto Lifting, è tra i prodotti col nuovo packaging in edizione limitata disegnati da Lisa Congdon per celebrare 40 anni di impegno di Melvita per la biodiversità. Da tre anni a questa parte, in particolare, Melvita sostiene finanziariamente due programmi del WWF Francia per la protezione dei siti di deposizione delle uova delle tartarughe in Guyana Francese e Nuova Caledonia.
Un brand in sintonia con la natura proprio in tutti i campi.
D’altra parte, cos’è la sintonia se non una grande forma di rispetto, che nasce dall’ammirazione e porta ad intrecci e manifestazioni di coerenza? Tra fatti, persone, elementi, tra uomo e natura, tra skincare e vegetazione.
Come il comportamento delle api ha affascinato Monsieur Chevilliat, aprendogli un mondo nuovo e dalle mille possibilità, così Melvita e tutto quello che racchiude, tra valori, meccanismi di produzione, e miscele di oli e cere naturali veramente profumate, ha affascinato me.
In un viaggio alla scoperta di un brand che rigenera la natura e sé stesso continuamente, io stessa mi sono rigenerata.
Thanks to Studio Re.
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