La prima Serie TV originale Netflix italiana viene proposta in occasione della 74esima Mostra del Cinema di Venezia, una cornice autorevole per una presentazione altrettanto importante: si tratta di Suburra – La Serie, diretta da Michele Placido, Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi, disponibile su Netflix in tutti i Paesi a partire dal 6 Ottobre 2017.
La serie è un crime thriller ed è ambientata in una Roma ormai vicina alla deriva, nella quale si vede come la Chiesa, lo Stato e la criminalità organizzata si scontrino tra di loro, confondendo i limiti della legalità e dell’illecito nella loro feroce ricerca del potere, che si fa più spietata quando ormai non resta più niente di sacro da difendere, nemmeno i valori della famiglia. Tratta dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonino, ma ambientato molti anni prima rispetto alla narrazione, Suburra – la serie propone una storia violenta e densa di azione, che racconta in 10 episodi, 20 giorni di disordini generali.
Al centro della storia troviamo tre giovani uomini: Numero 8 (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara) e Lele (Eduardo Valdarnini), diversi per origine, ambizioni e passioni, i quali saranno chiamati a stringersi sempre più per raggiungere ognuno i propri obiettivi. Tra gli altri personaggi inoltre ci sono: Sara Monaschi (Claudia Gerini), Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli) e Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi). L’idea di questa serie prequel dell’omonimo film nasce da un’inspirazione degli sceneggiatori, che volevano divertirsi raccontando i personaggi in modo diverso, mettendone in luce le caratteristiche prettamente romane, tra le quali la millenaria fame di conquista e le capacità di sopravvivenza.
Alessandro Borghi a questo proposito, sul suo Numero 8, ha affermato: “Ho dovuto smontare il personaggio del film, quello della serie è meno consapevole del suo potere, vuole trovare un suo posto nel mondo e per farlo si mette in contatto con altri mondi a lui sconosciuti”. Claudia Gerini invece, alla domanda sul perché abbia accettato un ruolo così diverso dai soliti, risponde: “L’ho fatto per diversificare la mia carriera. Sara è un personaggio particolare, è una donna in Vaticano che viene ammaliata dalla promessa di un guadagno elevato, è talentuosa, conosce molti segreti della Santa Sede ed è caratterizzata da un vuoto di potere, allo stesso modo in cui lo sono gli altri personaggi”.
Sulla produzione Netflix e sulla nuova serialità italiana, Michele Placido dice: “Da quando abbia presentato ‘Romanzo Criminale’ proprio qui a Venezia e abbiamo ricevuto delle critiche per il film è cambiato tutto. Ci sono nuovi generi, nuovi modi di comunicare e una nuova mentalità, si è più aperti verso le case di produzioni grosse, i registi stessi necessitano di loro ormai e sono lieto di far parte di questa rivoluzione. Di Netflix in particolar modo mi piace il suo essere globale“.
Ma la domanda più scottante durante la conferenza stampa è stata: questa serie propone un’ immagine speculare e attendibile di Roma e della situazione politica generale? Gli autori del romanzo rispondono che, per quanto ci siano elementi di realismo, non ci si deve dimenticare che si tratta di una fiction, e che come tale è caratterizzata da elementi metaforici e tipici del racconto. Anche perché, come aggiunge Placido: “La politica ha una facciata mentre per il resto c’è l’inconfessabile, che nessuna fiction raggiungerà mai”.
Con tali premesse dunque, siete pronti a scoprire questa serie tv tutta “sesso, droga e… Vaticano”?