Avete presente quell’audio andato virale qualche tempo fa sui social che dice: “Oh well you haven’t watched the big three…I’ve watched the big three”? Vorrei per l’occasione riadattarlo in: “Oh well you haven’t read the big three…I’ve read the big three”, che poi sono più di tre, ma ci arriveremo.
Di quali big sto parlando? Di quelle saghe di libri che sanno di casa, di adolescenza, di adattamenti cinematografici che ci hanno portato a schierarci in modo definitivo e che ancora oggi difendiamo con ardore, di primi fictional love e, nel complesso, di veri e propri fenomeni, casi editoriali che, in un’epoca dove i social con relativi movimenti quali #Bookstagram e #BookTok non erano ancora stati concepiti, sono riusciti a unire il mondo intero in quei primi, fortissimi fenomeni di fandom. Fenomeni che, ammettiamolo, in parte hanno contribuito a plasmare la tipologia di lettore, e forse anche la persona proprio, che siamo diventati oggi.
Nonostante l’adolescenza me la sia lasciata alle spalle da un pezzo, negli ultimi tempi, c’è stato un risveglio (e non parlo della Forza) che mi ha portata a fare una considerazione interessante: in questi mesi infatti, c’è stato un grande parlare di titoli che non facevano così tanto scalpore da anni e che mi hanno riportata a quel periodo in cui la più grande preoccupazione era sopravvivere a matematica. Qualcosa, insomma, ha fatto smuovere la malinconia e il conseguente entusiasmo che solo i grandi ritorni sanno suscitare: in questo caso, non parliamo di boy band (anche se ammetto che l’annuncio del tour dei Blue mi ha fatta urlare), ma, come una fragore di sottofondo che si fa via via sempre più intenso, sono tornati alla ribalta elementi quali mitologia greca, eroine di distretti distopici, cicatrici a forma di saette e vampiri che si illuminano al sole neanche fossero sul set di un editoriale beauty.
In un attimo, si hanno di nuovo 15 anni, in attesa dell’ultimo libro di una trilogia che ci ha rubato il cuore, dell’annuncio del cast di un tanto atteso adattamento, con la speranza che i nostri sogni di lettori, le ship del cuore e la forza di una storia non ci abbandonino mai, neanche quando saremo grandi. Ora che sì, siamo grandi, è il momento di tirare le somme, e in concomitanza di questo rinnovato interesse per certi fenomeni letterari, domandarsi: “Ma la me 15enne, sarebbe felice di sapere che certe cose mi hanno segnata a tal punto da non averle mai dimenticate per davvero?”. A quanto pare, stiamo per scoprirlo insieme.
Avvertenza prima di cominciare: la sacra Bibbia delle saghe, ovvero, “Il Signore degli Anelli”, non rientra nel seguente catalogo, perchè siamo tutti d’accordo che la Terra di Mezzo ci abbia cambiati per sempre in modi e per ragioni che vanno oltre qualsiasi tentativo di spiegazione, giusto? Bene, allora possiamo procedere.
“Hunger Games” – Suzanne Collins
Partiamo con il titolo che ha ispirato questo articolo: a novembre, uscirà l’adattamento cinematografico di “Ballata dell’usignolo e del serpente”, il prequel che vede come protagonista il giovane Coriolanus Snow, scelto insieme ad altri ragazzi per ricoprire il ruolo primi mentori in occasione dei decimi Hunger Games. Se è vero che questo prequel è stato pubblicato tre anni fa, è solo ora che è scattata con prepotenza la nostalgia di quando abbiamo scoperto Hunger Games per la prima volta. Sentire Rachel Ziegler cantare la sua versione di “The Hanging Tree” nei teaser del film è stato un vero e proprio tuffo nel passato: più precisamente, a quando Katniss Everdeen si è imposta come badass female character nei nostri cuori senza mai più lasciare quel trono di eroina distopica suprema che si è duramente conquistata. Una saga letteraria magistrale, con un world building e uno storytelling estremamente validi, personaggi ben caratterizzati e una profondità narrativa e di messaggio che, con il senno dei quasi 30 anni, è da brividi. Ecco allora che ritornano con prepotenza le sofferenze provate insieme a Katniss quando è morta Rue, la crescente consapevolezza che Peeta fosse il ragazzo d’oro (e lo è tutto’oggi, punto), la speranza in un lieto fine per tutti (Finnick meritavi molto di più) e quel sentimento di ribellione che fa la differenza, e soprattutto, la storia. A novembre, la me di 28 anni e la me di 16 saranno entrambe sedute al cinema per rivivere tutto, consapevoli che aver trascorso gli anni formativi con Katniss come modello di forza e valori sia stato un privilegio. E per la cronaca, la versione di Jennifer Lawrence di “The Hanging Tree” era nel mio MP3 dal momento dell’uscita del film ed è oggi nella mia playlist di Spotify. Così, per dire.
“Percy Jackson” – Rick Riordan
La domanda più gettonata di queste settimane è: “Quanto spesso pensi all’Impero Romano?” E per quanto io ci pensi comunque un paio di volte al mese in media, le mie versioni più sentite dell’Impero Romano sono altre, inclusa la mitologia greca. Il percorso di studi letterari mi ha resa particolarmente insopportabile sull’argomento, ma la passione ha origine in tempi non sospetti, quando a 8 anni, in pieno periodo “Voglio fare l’egittologa”, i miei genitori mi regalarono un’enciclopedia per bambini dedicata ai miti greci. Una passione che è stata un fulmine a ciel sereno, forse mandato proprio dallo stesso Zeus. Ci si è messa poi di mezzo la saga di Percy Jackson e si salvi chi può: questo ragazzino figlio di Poseidone che si ritrova a salvare il mondo come fosse un Ercole moderno aprendo anche le porte alla sensibilizzazione sull’ADHD, con il suo piglio comico in momenti più o meno opportuni, le improponibili trovate per uscire da una situazione grave o di pericolo e circondato da amici con famiglie disfunzionali (e che proprio per questo ci hanno insegnato che a volte, la famiglia è quella che ti scegli in termini di amicizie), si è aggiudicato un soft spot nei nostri cuori. Dopo un adattamento cinematografico qualitativo che mi spiace molto non abbia avuto un seguito, siamo pronti a tornare al Campo Mezzosangue sia grazie alla serie Disney Plus in uscita a dicembre (adattamento del primo libro) e all’uscita del sequel “Il calice degli dei”. Percy, Annabeth e Grover tornano a ricoprire il ruolo di compagni di avventure che avremmo sempre voluto al nostro fianco, anche quando questa avventura coincide con l’ammissione al college!
“Harry Potter” – J.K.Rowling
È vero, di Harry Potter non si è mai smesso di parlare: complici spin off, opere teatrali, attrazioni nei parchi di divertimento, fanfiction di ogni, e sottolineo OGNI genere, videogame ben fatti (Hogwarts Legacy parlo proprio di te) e il recente annuncio di un remake della saga da parte di HBO Max (troppo presto se chiedete a me), l’influenza che il maghetto inglese ha avuto e continua ad avere supera ogni divisione generazionale e mette d’accordo tutti, giovani lettori che si avvicinano a scoprire cosa sia un nargillo per la prima volta e fan maturi che non smettono di citare i momenti più iconici della storia ad ogni occasione buona (ma anche non buona, e io mi auto-denuncio per questo). Questo perchè Harry Potter ha varcato la soglia del fenomeno per diventare un vero e proprio tratto della personalità, tanto che mi sorprendo che ai colloqui non chiedano anche a quale casa di Hogwarts una candidato appartenga. Essere dei Potterhead è qualcosa che accomuna i fan in tutto il mondo e di tutte le età, e se l’essere d’accordo o meno su certe questioni può dividere l’opinione pubblica, quello che è innegabile è che sentire parlare di questi libri e/o film ci provoca un brivido lungo la schiena e ci riporta al percorso di crescita sia effettivo che emotivo che abbiamo compiuto insieme ad Harry, Ron ed Hermione. Non ho dubbi che tutti noi della generazione Harry Potter terremo fede al: “Dopo tutto questo tempo?” “Sempre” e che anzi, cercheremo addirittura di tramandare un briciolo di questa emozione anche ai nostri figli. D’altronde, Hogwarts sarà sempre lì per darci il bentornato a casa.
“Twilight” – Stephenie Meyer
Ora. Prima che chiunque possa dire qualsiasi cosa. Quando ho letto la notizia che Lionsgate Television sta lavorando ad una serie su Twilight, ho sentito “Eyes on Fire” dei Blue Foundation risuonarmi fortissimo in testa. Anche qui, troppo presto e probabilmente non ce n’era bisogno, ma è indubbio negare che siamo una generazione (soprattutto femminile) cresciuta a “E così il leone si innamorò dell’agnello. Che agnello stupido! Che leone pazzo e masochista!”. Se Bella Swan, sempre con il senno di poi, è un personaggio la cui personalità non spicca particolarmente (a differenza di Alice ad esempio), e se è vero che la questione imprinting tra un licantropo e una neonata è parecchio cringe, è anche vero Twilight ha dato una spinta al fenomeno fandom e fanfiction difficile da ignorare. Edward Cullen e Jacob Black sono stati i primi grandi amori letterari di tante di noi e la prospettiva di vivere per sempre circondati dal lusso ci faceva chiudere un occhio sul fatto che questi vampiri nello specifico brillano al sole. Insomma, non sarà un pezzo di letteratura, ma certamente è un pezzo di adolescenza e comunque, io sono grata alla saga perché se ho letto “Cime Tempestose” per la prima volta, è solo perché lo leggeva Bella Swan. Detto questo, team Edward da sempre e per sempre!
“Le Cronache di Narnia” – C. S. Lewis
La notizia che Netflix ha acquisito i diritti per adattare i libri di questa saga in film e che Greta Gerwig ne dirigerà ben due è la news che non ci aspettavamo ma che certamente ci meritavamo. Ora, se mi dite che non vi siete accertati con sommo dispiacere e almeno una volta che dal vostro armadio non si potesse accedere a Narnia, mi dispiace ma non vi credo. Anche qui, una storia ben più profonda di quanto la nostra comprensione fanciullesca potesse immaginare, ricca di spunti e significato, un capolavoro high fantasy che ha poi, a mio parere, trovato un adattamento discreto sullo schermo, almeno per i primi due titoli. Un lavoro che merita di essere celebrato tanto quanto “Il Signore degli Anelli” e che ci ricorda l’importanza della fantasia e del non smettere mai di sognare in un mondo che ci vorrebbe imperturbabili di fronte ad elementi quali gli animali parlanti. Sperando in un adattamento che renda giustizia alla ricchezza di dettagli dei libri e alle sfumature dei vari personaggi, personalmente non vedo l’ora di farmi accompagnare nuovamente dal Signor Tumnus alla scoperta di questo luogo dove tutto è possibile, anche solo per qualche ora, anche solo per staccare la mente dalla realtà.
“Queste Oscure Materie” – Philip Pullman
Trilogia scoperta con l’adattamento del 2007 (meh, ma bel cast), letta quindi poi a 12 anni con passione ma senza averla capita a pieno, ripresa in mano in lingua originale a 25 anni realizzando finalmente appieno la sua portata, il verdetto è quanto segue: questa serie è un gioiellino. L’idea di avere un daimon sempre con me, una sorta di coscienza pensata proprio per guidarmi oltre che rappresentazione della mia anima, mi attirava non poco da ragazzina e le avventure di Lyra e Will per scoprire l’origine e il significato della Polvere mi avevano particolarmente stregata. Se è vero che le questioni legate al conflitto tra ragione e religione, tra eresia e avanguardia, tra mondi cosmici e rappresentazione dell’oltre meritano di essere approfondite e comprese una volta adulti, è allo stesso tempo vero che questa trilogia rappresenta una lettura affascinante per dare alle giovani menti un passatempo ricco di spunti e avvincente. Menzione d’onore: l’adattamento in serie tv della HBO in tre stagione giunta a conclusione proprio di recente, un prodotto meritevole per una saga che merita di essere letta almeno una volta nella vita.
“Il Ciclo dell’Eredità” – Christopher Paolini
“Eragon deserved better” è la croce che mi porto appresso da anni e finalmente sembra che le mie preghiere siano state ascoltate: non solo l’autore ha deciso di riportarci nel mondo di Alagaësia con “Murtagh”, il nuovo romanzo de “Il Ciclo dell’Eredità” che vede com protagonista il Cavaliere Murtagh e il suo drago Castigo in un viaggio alla scoperta di cosa valga la pena combattere in un mondo che l’ha abbandonato, ma anche Disney Plus ha deciso di rendere felici i fan di questa saga annunciandone l’adattamento in una serie tv. Da adolescente, mi sembrava di essere l’unica nel mio gruppo a conoscere questi libri e non capivo perché gli altri non ne condividessero l’hype: c’è tutto, draghi, cavalieri, avventure, misteri, colpi di scena, una terra magica da scoprire e un giovane protagonista destinato alla grandezza. Grazie ad internet, ho scoperto di non essere la sola ad amare Eragon e ad attendere con ansia l’uscita di “Murtagh”, e spero con tutto il cuore che la serie TV possa avvicinare, oltre ai “vecchi” fan anche dei giovani e adolescenti per farli innamorare di questa storia e mondo che Christopher Paolini ha creato con tanta dedizione. A me non era dispiaciuto neanche il film comunque perché volevo tantissimo essere Arya e che l’attore di Eragon si innamorasse di me, ma questa è un’altra storia…
Menzione d’onore, con grandi speranze: ”Shadowhunters” – Cassandra Clare
Chiudo con un appello: possiamo, per favore, dare alla saga di “Shadowhunters” l’adattamento che si merita? Il film era scarso come rappresentazione ma aveva un cast PERFETTO (un altro mio Impero Romano, a proposito), la serie TV non esiste per me quindi per favore, diamo a questo mondo così ricco la possibilità di fare grandi cose anche al cinema o sul piccolo schermo. Se dessimo la chance anche alla trilogia delle Origini con l’occasione, ne sarei ancora più felice. Grazie.