In un connubio di magia cinematografica e auto-scoperta, Margherita Aresti si rivela come un talento in continua sfida con sé stessa. Tra i protagonisti di “Un Professore 2” e “Noi siamo leggenda”, l’attrice affronta il delicato tema dei rapporti tra adulti e adolescenti, trasmettendo un messaggio di fiducia nelle proprie idee e apertura al dialogo come strumento di confronto e comprensione.
Condividendo le sue esperienze di preparazione dei suoi ruoli, così simili eppure spesso così diversi da lei, Margherita ci racconta i dettagli della sua interpretazione, offrendoci uno sguardo autentico e puro sulle sfide dell’adolescenza e del mondo dell’intrattenimento.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Non mi viene in mente un primo ricordo nello specifico… Le emozioni invece mi rimangono più impresse e ogni volta che entro al cinema sento quel respiro che mi fa dimenticare di tutto il resto, il tempo si ferma e nient’altro in quel momento conta. È come una magia.
Quali sono state le sfide più significative che hai affrontato nella tua carriera finora?
Sono solo all’inizio è ancora tutto troppo nuovo, quindi per me ogni giorno è una sfida, sono perennemente in sfida con me stessa, sto cercando di conoscermi sempre meglio per poter superare i miei limiti senza prima perdermi nel “buio”.
Ora sei protagonista di due fiction di successo: “Un Professore 2” e “Noi siamo leggenda”. Entrambe le tue interpretazioni, Nina in “Un Professore 2” e Viola in “Noi siamo leggenda”, affrontano il tema del rapporto tra adulti e adolescenti. Qual è il messaggio che speri di trasmettere attraverso questi personaggi?
Credo che sia giusto credere nelle proprie idee e portarle fino in fondo senza temere di non essere capiti, ma è molto importante anche saper ascoltare ed essere aperti al confronto perché magari possiamo cogliere aspetti che invece non abbiamo colto da soli e questo ci porta a crescere e maturare. Quindi credo che sia importate mettersi in discussione sempre, ovviamente parlo sia degli adolescenti ma soprattutto degli adulti.
“Credo che sia giusto credere nelle proprie idee e portarle fino in fondo senza temere di non essere capiti…”
Due ruoli completamente diversi: come ti sei preparata per entrare nei panni di Nina e Viola? Ci sono sfide particolari che hai affrontato durante le riprese?
Ho sentito di avere una responsabilità da non sottovalutare e per questo mi sono affidata alla mia coach Yvonne D’Abbraccio e insieme abbiamo lavorato ad entrambi i personaggi specialmente a quello di Viola che per me è stato più complesso, data la sua natura molto diversa dalla mia. Non nego che diventare Viola mi ha divertito molto, uscire da me stessa mi ha fatto sentire più leggera, ho iniziato ad ascoltare musica nuova, ho cambiato metà del mio guardaroba perché i miei vestiti non mi piacevano più e ho imparato a fregarmene e ascoltarmi veramente. Con Nina è stato un processo più naturale, sono riuscita ad entrarci in empatia più velocemente proprio perché ha una natura più simile alla mia, il lavoro più complesso che ho dovuto fare è stato quello sulla maternità, cercare di capire cosa vuol dire nel profondo, con Sofia la bambina che interpreta Lilli è stato amore a prima vista, ci siamo viste diverse volte fuori dal set per entrare in confidenza e rendere il più credibile possibile il nostro rapporto.
“Noi siamo leggenda” in particolare tratta temi delicati riguardanti l’adolescenza. Qual è l’aspetto della storia o del personaggio di Viola che ritieni più rilevante e significativo e che ti ha toccata particolarmente?
Il problema di Viola è che non si sente amata e questo le provoca una grande sofferenza che però non mostra con la debolezza bensì con la forza e la rabbia, di conseguenza è più difficile relazionarsi con lei e riuscire a capirla. L’affetto in primis viene a mancare dai genitori il padre se ne è andato quando era piccola e la madre come priorità ha sempre avuto il lavoro, quindi nel corso della sua crescita ha avuto sempre difficoltà ad istaurare rapporti veri che abbiano alla base la fiducia.
Parlando di “Un Professore 2”: quanto c’è di te, o della te liceale, in Nina?
La mia dolcezza, la mia fragilità e la mia imprevedibilità sono aspetti che ho ritrovato in Nina, lei ha un animo più simile al mio e questo ha fatto si che venisse fuori tutto in maniera naturale e con semplicità.
Qual è, secondo te, il ruolo dell’arte in generale e della televisione nello specifico nel contribuire alla comprensione delle dinamiche adolescenziali e nella rappresentazione delle sfide che affrontano i giovani?
Noi giovani per riconoscerci in qualcosa e di conseguenza capire e farci delle domande non abbiamo bisogno di chissà cosa… Penso che gli adulti debbano ascoltare di più, perché spesso capita che alcuni siano un po’ pieni delle proprie idee, senza capire nel profondo il nostro mondo, ma travisandolo a modo loro rendendo tutto più complesso. L’arte ha un grande potere e non si può sprecare.
“L’arte ha un grande potere e non si può sprecare”
Come ti approcci alle sfide emotive dei tuoi ruoli, specialmente considerando la profondità e la complessità dei personaggi?
Ho cercato di entrare in empatia con i miei personaggi, capire il loro mondo interiore e mettere le mie emozioni a servizio di entrambe.
Probabilmente, i personaggi a cui hai prestato il volto e la voce ti hanno insegnato qualcosa di nuovo. Qual è l’ultima cosa che hai imparato su te stessa attraverso il tuo lavoro?
Ho imparato a bastarmi, a stare bene anche quando sono da sola e non sentirmi a disagio per questo e un’altra cosa che ho capito è che bisogna circondarsi delle persone giuste.
Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine nel mondo della recitazione e ci sono ruoli o generi specifici che sogni di interpretare in futuro?
Sto continuando a studiare nella mia accademia la YD’Actors – Yvonne D’Abbraccio Studio, mi piace stare a lezione ogni volta ne esco più ricca e questo mi stimola a voler diventare sempre più capace come attrice. Ho sempre sognato di interpretare un ruolo ideato da Tim Burton.
“Ho imparato a bastarmi”
Il tuo must-have sul set?
Nulla di tangibile, l’importante è avere le emozioni.
Un epic fail sul set?
È successo più volte che sul set di “Un professore 2” abbiamo dovuto interrompere dei ciak, perché improvvisamente c’era qualcosa che ci faceva ridere così tanto che era davvero difficile tornare seri.
Qual è stata la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Combattere per i miei sogni, anche quando tutto ti rema contro.
E il tuo più grande atto di coraggio?
Dire addio alle persone che amo, trasferirmi a Roma e dedicarmi completamente alla recitazione senza avere un piano B.
“…anche quando tutto ti rema contro”
Qual è, invece, la tua più grande paura?
Il fatto di non avere paura. Questo è stato spesso motivo di grandi contrasti, soprattutto in famiglia. Oggi a vent’anni posso dire che anche se ci sono state delle delusioni e sicuramente ce ne saranno ancora, faccio il mestiere che ho sempre sognato. Spero di diventare una grande attrice, e quando affronterò un nuovo personaggio con tutto il mio impegno e i miei dubbi che sempre mi accompagnano lavorerò sodo, perché mi ritengo fortunata.
Mi sento così piccola e insignificante e allora ho paura di non essere all’altezza di quel ruolo o di quella grande opera letteraria e di deludere le aspettative. Ma poi iniziano le prove e tutto quello che desidero è solo essere una brava attrice e trasmettere emozioni.
Cosa ti fa sentire al sicuro?
Come dicevo prima, accettare i contrasti che al momento sembrano travolgerti ma poi ti fanno capire tante cose.
Cosa significa per te sentirsi a proprio agio nella propria pelle?
Fare l’attrice e interpretare personaggi lontani da me che mi aprano nuovi orizzonti emotivi, facendomi crescere.
L’ultima cosa o persona che ti ha fatta sorridere?
Un regalo inaspettato di cui non posso parlare.
Qual è la tua isola felice?
La recitazione, dare spazio e vita ad un personaggio diverso da me. Lo trovo entusiasmate! Come mi ha trasmesso la mia insegnante Yvonne: “Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo”, da Schopenhauer.
Photos & Video by Johnny Carrano.
Makeup and hair by Micaela Ingrassia.
Styling by Andreas Mercante.
Location: Anna Lo Presti.
Thanks to Andreas Mercante & Edoardo Andrini PR Talent Agency.
Management & Academy YD’Actors – Yvonne D’Abbraccio Studio.
LOOK 1
Total Look: Mantù
LOOK 2
Total Look: Seafarer