“De gustibus non est disputandum”: sui gusti, non si discute.
Personalmente, amo questa locuzione latina perché, oltre ad essere una frase ad effetto da giocarsi in ogni buona occasione, valorizza perfettamente l’importanza dei gusti personali che, spesso e purtroppo, vengono messi da parte perché ritenuti meno importanti di quello che gli altri (da intendersi come conoscenti o, in generale, la società) vogliono o si aspettano da te.
Ma se i gusti personali sono, per l’appunto, personali, perchè ci si deve sentire in difetto o addirittura in colpa se qualcosa piace o non piace? Soprattutto se questo “qualcosa” riguarda le nostre passioni? Per definizione, riguarda quello che siamo e quello che ci piace fare. Non voglio essere filosofica o pedissequa in questa premessa, ma è uno spunto derivato da una serie di conversazioni che, negli ultimi tempi, ho intrattenuto sia con amiche che colleghe in merito alla lettura: ora, chi mi conosce, sa che la mia più grande passione è leggere, da sempre. Sempre chi mi conosce, sa che il mio genere preferito è il fantasy, e che se ci sono delle punte di romance (specialmente con la dinamica enemies to lovers), anche meglio. Ecco, per quale motivo questo genere è snobbato, considerato infantile o poco serio? Ad un certo punto, ero arrivata a vergognarmi di dire quello che mi piaceva leggere perché mi sentivo in qualche modo in difetto. E so che altre persone, che condividono questa mia passione, provano la stessa cosa.
Per fortuna per me, è stata una sensazione momentanea: se i libri mi servono principalmente per evadere dalla realtà e rilassarmi, magari vivendo avventure proprio fantastiche, che male c’è? Sono fiera della lettrice che sono che, tra i suoi libri preferiti di sempre, annovera sia “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo che “Shadowhunters” di Cassandra Clare, per due motivi totalmente diversi ma, ugualmente, importanti.
Questa presa di consapevolezza personale ha fatto emergere in me una domanda che ho sempre ritenuto scontata ma che, forse, così tanto non lo è: in base a cosa scelgo cosa leggere? Ormai penso di conoscere abbastanza bene i miei gusti (personali, per l’appunto), ma facendo un paio di considerazioni intorno a questo spunto, ho cercato di individuare dei modi con cui, solitamente, le persone si orientano per l’acquisto della loro prossima lettura.
Avvertenza doverosa dopo una introduzione simile: non c’è un percorso giusto, migliore, più popolare tra quelli indicati e, soprattutto, non si tratta di una lista universale o immutabile. C’è solo la persona che si ritrova a pensare: “Quindi, cosa leggo ora?”. Che è l’unica variabile che conta davvero.
Gusti/esigenze/obiettivi personali
Questa è forse l’unica vera regola del “come scegliere cosa leggere club”: si legge per sé stessi, non per dimostrare qualcosa a qualcuno. Di conseguenza, si ascoltano le proprie passioni, si considera cosa piace e cosa non piace, si ripensa a delle ultime letture che ci hanno lasciato il segno per aiutarci ad individuare un genere/scrittore/argomento/saga da approfondire. In questa categoria, rientrano anche le nuove uscite tanto attese, quei sequel o nuovi titoli dei nostri preferiti che passano poi davanti a tutto, indipendentemente dalla lunghezza della lista TBR. Conoscersi ci aiuta a capire se vogliamo optare per una lettura “safe” o lanciarci nell’ignoto con qualcosa di inaspettato: d’altronde, si va sempre dove ci porta il cuore!
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Empire of the damned”, di Jay Kristoff, che in realtà sto leggendo tutt’ora, essendo uscito da poco. E sì, ho 5 libri che mi guardano dal comodino da settimane, ma questo sequel non poteva attendere un giorno di più, essendo trascorsi due anni dall’uscita del primo.
Consigli/regali di chi ci conosce
Chi ci conosce veramente, sa anche quando è il momento di proporci una lettura conforme ai nostri gusti o quando invece sorprenderci con qualcosa di inedito. È sicuramente importante quindi circondarsi di amici che capiscano e rispettino le nostre tipologie di lettura, o che le condividano proprio, per creare sempre momenti di dialogo stimolanti e per captare suggerimenti da salvare in TBR (Come se non ne avessimo già abbastanza). Anche la famiglia, o altre figure che ci sono vicine (dai partner ai colleghi), rientrano in questa sfera, essendo loro spesso artefici di regali a tema letterario. Che siano stati guidati nella scelta o che abbiano improvvisato, è importante circondarsi di persone che ci amano anche per i libri che noi amiamo a nostra volta.
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Facciamo finta che sia solo un gioco” di Elena Armas. Regalatami da una cara coppia di amici (lei l’ho introdotta io ai libri di Elena Armas in un’estate trascorsa insieme), devo purtroppo ammettere che dell’iconico “Facciamo finta che mi ami” ha ben poco. Sempre piacevolmente prevedibile ma, purtroppo, non altrettanto memorabile.
L’influenza dei social e dei book influencer
Booktube, bookstagram, booktok: chi più ne ha, più ne metta. È indubbio il potere che i movimenti social a tema, gruppi di lettura e applicazioni come Goodreads stanno avendo negli ultimi tempi per convincere sempre più, e sempre più nuove generazioni, a leggere. Certo, bisogna trovare i profili che effettivamente ci piacciano e i cui consigli possano stuzzicare la nostra curiosità, ma questo è effettivamente uno strumento potentissimo per raccogliere nuove ispirazioni, rimanere aggiornati sulle prossime uscite e scoprire tante novità a tema libri.
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Prophet Song” di Paul Lynch, influenzata dal guru per eccellenza della community social libresca, ovvero, Jack Edwards. Un romanzo utopico spaventosamente attuale, dal ritmo incalzante dovuto al discorso diretto libero che si fa via via sempre più serrato man mano che la protagonista, e la sua famiglia, si ritrovano ad avere sempre meno possibilità di sfuggire da un regime ormai totalitario.
Altre influenze: personalità eminenti e gli addetti del settore
Personalmente, quando in libreria trovo un libro con il bollino “consigliato dal librario X”, sbircio sempre il titolo per capire cosa abbia spinto quella persona a consigliare proprio quel libro. Si instaura così un senso di fiducia con una persona che non si conosce, e al di fuori dei social, che può rivelare non poche sorprese. Lo stesso discorso vale per i giornalisti d’opinione o lifestyle che si occupano di libri, per i programmi di lettura a tema, le rubriche su magazine, blog, quotidiani e, che stanno prendendo sempre più piede, da quegli spunti fatti a celebrità legate ad altri settori che, nel rispondere alla domanda di una intervista, parlando delle loro letture preferite o recenti (Vi consiglio a questo proposito l’account Instagram @celebbookrecs, che le raccoglie in modo ordinato accattivante). D’altronde, ogni consiglio è benaccetto, giusto?
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “The List” di Yomi Adegoke. Preso in una libreria di Singapore proprio perchè recava il bollino “consigliato dal librario X”, è una storia dinamica su una coppia che vede la propria relazione andare in mille pezzi quando il nome di lui compare in un’anonima lista di molestatori inglesi. Ritmo scorrevole e punto di vista interessante su un argomento purtroppo sempre attuale che aggiunge nuove sfumature alle definizioni di vittima e carnefice.
Caratteristiche fisiche
Chi non ha mai acquistato un libro dei Penguin Classics perchè attratto dalle loro meravigliose copertine, mente. Nell’attesa di avere uno scaffale della libreria effettivamente dedicato solo a loro, ammetto in primis di essere una grandissima vittima dei libri belli, le cui copertine ti attraggono quando passeggi in libreria: vuoi per il font, per le illustrazioni, per la rilegatura, la collana o per i colori, quando si dice che anche l’occhio vuole la sua parte, un fondo di verità c’è sempre, libri inclusi. Non sempre la bellezza esteriore è sufficiente poi per convincerci di comprare effettivamente un titolo, ma se non altro ha saputo catturare la nostra attenzione.
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Blackwater” di Michael McDowell. Una saga di intrighi famigliari avvincente, dove potere, denaro e desiderio muovono le redini di una cittadina dell’Alabama distrutta da una diga nel 1919, i sei libri che la compongono sono dei veri e propri gioiellini estetici; dalla piccola dimensione alle scritte e illustrazioni ricche in rilievo, sono estremamente eleganti da rimirare nella propria libreria. E la storia merita man mano che procede, quindi è come se fosse una doppia vittoria!
Le mosse di marketing che funzionano spesso
Dai cartelloni nei mezzi alle sponsorizzate social, dalle posizioni negli scaffali dei “più venduti” alle diciture come “nella lista dei bestseller del New York Times” e “vincitore del Booker Prizer 2023”: mosse strategiche e accattivanti che dimostrano come la pubblicità, attraverso i suoi mille volti, sia ancora in grado di influenzare le nostre scelte e di dirottare la nostra attenzione. Anche qui, il successo non è assicurato, ma certe strategie di marketing sono indubbiamente da chapeau!
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Fourth Wing” di Rebecca Yarros. Caso editoriale acclamato in tutto il mondo e che mi ha conquistata per i posizionamenti e segnalazioni strategici in libreria. Inutile dire che l’ho amato: enemies to lovers, draghi, avventure avvincenti e un world building promettente. Chi non ha ceduto al richiamo di questo titolo, ha una incredibile forza di volontà (ma non sa cosa si perde)!
Il bello del lasciarsi stupire
L’imprevedibilità può essere sinonimo di sorpresa: di conseguenza, considerare titoli che escono dalla nostra comfort-zone, lanciarsi nel vuoto seguendo un consiglio “nuovo” e testare qualcosa di diverso, può rivelarsi una scelta vincente. Il risultato non è sempre garantito, ma se non altro avremmo fatto qualcosa di diverso! Se invece va tutto a buon fine poi, ci avremmo solo che guadagnato. È forse l’opzione di acquisto più difficile da seguire, ma ogni tanto vi consiglio di lasciarvi andare. Ogni tanto appunto, non serve di più.
L’ultimo libro che ho letto di questa categoria: “Santa Evita” di Tomás Eloy Martínez. Non sono una grande amante delle biografie di figure vicine alla nostra contemporaneità (pur essendo una grande amante della storia, lo so, lo so), ma ho visto la serie Disney + tratta da questo libro e sono rimasta affascinata dalla vita di Evita Peron e dal calvario subito dalla sua salma per intrighi politici. Risultato? Uno dei libri più belli che ho letto nel 2023. Preciso, ricco di spunti e punti di vista e dettagliato, mi ha conquistata completamente fino all’ultima pagina.
La fortuna di essere nelle liste PR delle case editrici
Chi lavora nel settore, può avere la fortuna di essere incluso nelle liste PR delle case editrici per collaborazioni, interviste ed eventi. Noi rientriamo tra i fortunati (e per questo sono infinitamente grata ogni giorno), non solo per i bei rapporti che si vengono a creare con altri referenti del settore, ma anche per i consigli e le possibilità di nuove letture che ne derivano. Come è che si dice? Ah sì, “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”: ancora più vero quando ci sono di mezzo i libri!