“Se non producete questo film spareremo a questo cane”.
Sarebbe potuta andare così, ma Jonathan Stern e Peter Principato hanno accettato subito di produrre “A Futile and Stupid Gesture“, il film su Doug Kenney, il genio dietro la rivista National Lampoon, pionere della stampa satirica e mente dietro le pietre miliari della commedia “Animal House” e “Palla da Golf”.
Will Forte interpreta il protagonista insieme ad un cast composto da alcuni dei migliori comici del momento: la nuova leva del “Saturday Night Live” interpreta i nomi che l’hanno reso grande, da John Belushi a Chevy Chase, da Bill Murray a John Landis, senza contare Domhnall Gleeson nei panni della spalla di Kenney, Henry Beard, e Matt Walsh in quelli del produttore ed editore Matty Simmons.
Il meglio della comicità americana è raccontato da David Wain, regista fra gli altri di “Wet Hot American Summer” e di quella piccola perla di “I Love You, Man”.
Presentato al Sundance Film Festival 2018, “A Futile and Stupid Gesture” è ora disponibile su Netflix, e se non siete convinti di guardarlo, leggete cosa ci hanno detto i produttori e immergetevi in una delle migliori realtà comiche di sempre.
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Cosa vi ha fatto innamorare di questo progetto tanto da produrlo?
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PETER: Quando mi è stato dato il libro “A Futile and Stupid Gesture”, non sapevo davvero chi fosse Doug Kenney. Ne conoscevo il nome dai titoli di coda di “Palla da golf” (Caddyshack), e quando ho capito chi fosse, cosa avesse realizzato, le commedia di cui era stato protagonista, ho provato una grande ispirazione. Mi sono sentito ispirato, e imbarazzato dal fatto di non essermi reso conto di chi fosse e degli effetti duraturi che ha avuto nel mondo della commedia moderna. Da qui è nato il desiderio di raccontare la sua storia. Chiunque sia un amante delle odierne commedie ha bisogno di conoscerlo e ringraziarlo col cuore. Ho anche visto l’opportunità di riunione alcuni dei migliori della comunità comica di oggi e rendere omaggio a quella parte che ha dato il via a una rivoluzione.
JON: la squadra. C’è una differenza tra ciò che ti fa venir voglia di guardare un film e ciò che ti fa venir voglia di produrlo. Ci sono molti film che amo e che mi danno le palpitazioni al solo immaginare di produrli – “Lawrence d’Arabia”, “Topsy Turvy – Sotto-Sopra”, “America Graffiti”, ecc. Ma il vero fascino nel produrre questo film risiede nelle persone con cui ho lavorato – tutti buoni amici e frequenti collaboratori. Sapevo che lavorando insieme, avremmo tirato fuori il meglio di tutti noi.
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E più in generale cosa non dovrebbe mai mancare in un film per decidere di produrlo?
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PETER: Una storia avvincente, personaggi vibranti, interessi emotivi e cuore. Attori e persone di talento che lavorino duramente, in maniera intelligente e bene assieme.
JON: Bisogna concentrarsi su quello che succederà (nel film). Non importa quanto piccola o grande sia una storia o di cosa tratti.
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Conoscevate già la storia di Lampoon o l’avete scoperta grazie a “A Futile and Stupid Gesture”? Cosa direste di aver “imparato” grazie a questo film?
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PETER: Ero un fan della rivista National Lampoon e di molti dei primi film di Lampoon, e la quantità di talenti che hanno scoperto, promosso e supportato mi ha davvero aperto gli occhi. Non si può fare a meno di sentire di aver imparato molto sull’essere senza paura, sul sostenere voci autentiche,sul raccontare storie che non siano solo divertenti, ma che abbiano davvero qualcosa da dire sulla società, sulle persone, sui difetti e sull’essere e, ancora una volta, farlo senza paura.
JON: Ho imparato moltissimo. Lo conoscevo come la maggior parte della gente: una rivista, i film, quelle persone che sono andate al “Saturday Night Live”, forse ho ascoltato qualcuno di Radio Hour nella camerata di mio fratello, quando lo andai a trovare a Penn. Solo ora, in questa fase della mia vita professionale, mi è venuto in mente quanto era improbabile, se non impossibile, che tutto ciò accadesse. Fare questo film mi ha aiutato a capire come, ma ancora, c’è anche un elemento di alchimia in tutto questo.
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A Futile and Stupid Gesture è una commedia, ma racconta la storia di una rivista che ha fatto la storia, la stessa rivista che ha prodotto Animal House, che ha fatto la storia del cinema comico. Come produttore di commedie, hai trovato tutto questo di forte ispirazione o un po’ “terrificante”?
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PETER: L’ho trovato per lo più di ispirazione. Spinto dalla storia della rivista, ma più precisamente dal voler raccontare la storia di Doug Kenney. L’aspetto scoraggiante era che volevamo ottenere la storia giusta. Ho sentito la responsabilità di cercare non solo di raccontare questa storia, ma di rendere omaggio a quest’uomo e a questo mondo. Si vuole essere rispettosi nei confronti della storia e delle persone, e allo stesso tempo raccontare una storia avvincente. Le cose non sono del tutto corrette storicamente, ma volevamo che funzionassero per la storia che stavamo raccontando; nello spirito Lampoon, ci siamo anche assicurati di richiamare l’attenzione su molte delle cose che non risultano storicamente accurate.
JON: Ho una grande passione per come le persone iniziano un’attività. Adoro questo podcast chiamato “How I built this” su imprenditori di successo. Il tema del film è proprio questo – come le persone trasformano ciò che a loro piace in un business. E come conciliare il lavoro creativo individuale che hai iniziato a fare con la gestione di un’impresa, affrontando una serie di diverse (e difficili) personalità. Molto di ciò descrive cosa vuol dire essere un produttore.
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Qual è stata una delle cose più divertenti / belle durante le riprese di “A Futile and Stupid Gesture”?
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PETER: Il cast di questo film si è divertito così tanto durante le riprese. Ricreare quelle atmosfere e grandi personalità non può che sfociare in momenti tra i più esilaranti. Il momento più divertente per me è stato durante una delle food fight (battaglia di cibo) più intense con quasi tutto il cast. I nostri attori si sono selvaggiamente lasciati andare e sicuramente è stata una delle cose più divertenti da guardare. Le cose più belle invece sono state osservare questo mondo rinascere e l’evoluzione, tra alti e bassi, della relazione di Doug e Henry.
JON: Ricordo questa scena – dopo che Doug rientra dal suo “anno sabbatico”, cerca di tornare in una sessione di lancio per il prossimo numero della rivista. Tutti sono andati avanti e stanno andando bene senza di lui. Henry compreso. E Doug sta lottando per trovare la sua posizione. Henry lo prende da parte e cerca di “gestirlo” assegnandogli quello che poi sarebbe diventato “High School Yearbook” (l’Annuario del Liceo). In quella specifica scena, per come è stata girata, ho visto tutti i personaggi e tutte le performance lavorare all’unisono. L’inizio, il centro e la fine della loro relazione sono lì, tutti insieme. E la scena mi sembra molto reale … come se fossimo veramente presenti nella stanza.
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Le cose più importanti da “fare” e “non fare” per produrre un buon film?
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PETER: Fare: lavorare con brave persone, lavorare con persone di talento, lavorare con materiale buono, avere una mentalità aperta, credere nel proprio materiale, essere un sostenitore, essere intelligente politicamente, cercare di vedere le cose dalla prospettiva della persona con cui si sta parlando, collaborativo, impavido, aggressivo.
Non fare: non essere uno stronzo.
JON: cercare di rimanere fedeli a se stessi. Non perdersi nella politica di chi vuole cosa e chi è felice in quel momento e chi è invadente. Mettersi in contatto con ciò che si pensi sia meglio per il progetto e tenerlo sempre d’occhio. Come produttore, si è nella posizione unica di poter fare un passo indietro e guardare il quadro generale (sia che significhi il lavoro di un giorno sia l’intero film) e prendere le decisioni che siano migliori da un punto di vista generale, piuttosto che solo per un momento di sollievo. Allo stesso tempo, assicurarsi di ascoltare sempre ed essere aperti, niente dovrebbe mai essere scritto nella pietra. Un film, una performance, una sceneggiatura, una relazione – tutti sono in evoluzione per la durata dell’intero processo. “Non puoi davvero sapere cosa stai facendo finché non lo hai già fatto”.
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Qual è attualmente il vostro film preferito? E l’ultimo binge watch?
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PETER: Quest’anno i miei film preferiti sono stati “Get Out” e “The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no“. Gli ultimi binge watch sono stati “Future Man” e “Dark“.
JON: Ho amato “The Post“. Un grande classico, sotto tanti punti di vista.
Per quanto riguarda la TV, la nuova stagione di “Curb Your Enthusiasm“, e la seconda stagione in arrivo di “The Good Place”.
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Qual è il vostro progetto dei sogni come produttori?
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PETER: Lo sto ancora sognando, ma qualcosa che riempia di gioia i cuori del pubblico.
JON: un parco a tema!