“A volte la vita è come un film, a volte meglio”
C’è una sottile differenza tra un campione e una leggenda. Il campione è qualcuno che eccelle sugli altri, solitamente un atleta vincitore di una competizione. Si può usare invece il termine leggenda per definire qualcuno che ha compiuto azioni grandiose che meritano di essere tramandate.
Lui campione non lo è mai diventato ma è sicuramente una leggenda. Stiamo parlando di Chuck Wepner, il vero pugile che è passato alla storia per aver resistito ben 15 round sul ring prima di essere messo KO dal campione mondiale Muhammed Ali e colui che ispirò un giovane Sylvester Stallone nel personaggio cult di Rocky Balboa.
Wepner sbarca sul grande schermo con The Bleeder, film diretto da Philippe Falardeau (il regista acclamato di The Good Lie e del candidato all’Oscar Monsieur Lazhar) e prodotto e interpretato da Liv Shreiber, per la prima volta in un ruolo da protagonista, lasciando tutti a bocca aperta.
Il film, con Naomi Watts, Elisabeth Moss e Michael Rapaport, narra la parabola esistenziale del pugile del New Jersey, dal breve successo per aver “quasi” messo al tappeto Ali, alla decadenza legata agli eccessi di una vita che lo vede in balia dell’alcol e della droga.
Venditore di alcolici in una cittadina del New Jersey, Wepner ha indubbiamente un talento per la boxe, tanto da aver subito solo 2 ko in ben 10 anni di carriera, otto rotture del naso e 313 punti di sutura. È questo talento che lo porterà a resistere per 15 round sul ring in una sfida all’ultimo sangue con il campione mondiale Muhammed Ali. Nonostante la sconfitta, la notorietà di Wepner è alle stelle. Ma il successo durerà poco e presto si dedicherà ad alcol e droga. A salvarlo sarà Linda (Naomi Watts), la bella e saggia barista con cui Wepner vive ancora oggi e con cui gestisce il negozio di liquori.
The Bleeder non è il tipico film sulla boxe, sport tanto amato anche ad Hollywood. È il racconto di un uomo, estremamente narcisista ed egocentrico ma estremamente umano allo stesso tempo. Un’interpretazione magistrale quella di Schreber che porta sullo schermo il dramma di un uomo che, troppo preso di sé, vede il mondo voltargli le spalle, lasciandolo solo con il suo ego e costringendolo a ritrovare quell’identità che in una vita apparentemente idilliaca aveva perso di vista.
Grande appassionato di boxe (che pratica da 15 anni) e affascinato dalla storia di Wepner, Liv Schreiber decide di produrre il film senza pensarci due volte: “Mi piaceva l’idea di qualcuno che fosse disposto a subire incredibili punizioni fisiche perché amava troppo il suo pubblico. Ha combattuto per i suoi fan, e ha combattuto per la vittoria. E questo aspetto della boxe era qualcosa che non avevo mai visto in un film. Ho solo pensato che ci fosse qualcosa del personaggio che mi aveva toccato. Ho visto la storia di Wepner un po’ come una crisi di identità e un po’ la storia di un narcisista, ma era interessante”.
“Un altro aspetto di questa storia che è per me affascinante è come una persona media affronti il fatto di diventare una celebrità improvvisamente,” afferma Schreiber. “Stava combattendo uno degli uomini più famosi della storia, probabilmente il più grande combattente nella storia di questo sport, Muhammad Ali. Noi abbiamo esplorato come quella lotta abbia innescato una complessa serie di eventi che hanno cambiato la vita di Chuck”.
Ad affiancarlo sul set la moglie nella vita reale, Naomi Watts, attrice di grande talento che decide questa volta di sfidare se stessa interpretando un ruolo diverso dai soliti.
”Con questo personaggio”, dice la Watts, “mi sono allontanata dai miei soliti personaggi in crisi di nervi. Di lei mi è sempre piaciuta la sua saggezza e il fatto di essere una donna piena di spirito. Ho incontrato la vera Linda e ho studiato il suo personaggio: da come parla a come si veste. E ci siamo anche davvero piaciute”.
“The Bleeder” è un film divertente, emozionante. Un viaggio di vita reale con la piccola differenza che lo si può “assaporare” dalla poltrona del cinema.
Thanks to Ford Italia