Negli anni, ho avuto occasione di confrontarmi con moltissimi fan di “Black Sails” e tutti, ma davvero tutti, hanno una cosa in comune: ritengono Charles Vane un eroe.
In una serie TV in cui le linee che separano bene e male sono labili, è difficile distinguere i cavalieri in scintillante armatura (beh, nave da guerra) da chi è semplicemente crudele, e il capitano della Ranger è passato da nemico ad alleato, fino ad essere un amico ed uno dei personaggi più apprezzati e migliori dello show. Lo stesso si può dire per il principe Grounder, e poi re, Roan, uno dei personaggi principali della terza e quarta stagione dello show The CW “The 100”, nonostante la sua prima apparizione sia poco piacevole per la protagonista, Clarke Griffin. Nonostante questo, Roan si avvicinerà a molti personaggi, dalla guardia Echo agli abitanti dell’Arca.
Ora, personaggi carismatici hanno bisogno di essere interpretati da attori altrettanto profondi, e Zach McGowan è di certo riuscito a prendere dei personaggi e a trasformarli in quanto di più vicino a degli esseri umani in cui è possibile immedesimarsi.
Da “Shameless” ad “Agents of S.H.I.E.L.D”, fino al film “Dracula Untold” accanto a Luke Evans, Zach ha dimostrato al pubblico come una caratterizzazione profonda, ottima recitazione e scene d’azione da togliere il fiato possano coesistere in maniera meravigliosa. Che sia in un Nord America post-apocalittico o sull’isola di New Providence, “dove fiumi di alcool sboccano nell’oceano più blu”, oppure nei panni del leggendario Re Scorpione, Zach è riuscito a creare personaggi che suscitano interesse e, spesso, commozione. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo a Los Angeles, per discutere con lui riguardo i suoi lavori passati, i suoi tanti progetti in uscita e quello che gli piacerebbe gli riservasse il futuro.
Quindi, se aspettate ancora con ansia il ritorno di Jody sul set di “Shameless”, se come noi avete tifato fino all’ultimo per Charles Vane oppure se attendete di vedere il nuovo capitolo della saga de “Il Re Scorpione” (“Scorpion King – Book of Souls”), questa è un’intervista da non perdere!
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Iniziamo con una domanda semplice: cosa ti ha spinto a diventare attore?
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Ho iniziato a recitare abbastanza presto, quando ero ragazzino, alle recite della scuola. Penso che abbia sempre fatto parte delle cose che mi piaceva fare: a scuola, mi sono sempre piaciute le ore di educazione fisica e le lezioni di recitazione. C’erano altre cose che mi piacevano, ma quelle due erano quelle che attendevo con ansia. Ho sempre voluto diventare o attore o un atleta professionista, o persino un soldato – c’è stato un periodo in cui volevo intraprendere quella carriera. Ho sempre voluto lavorare con la recitazione.
Cosa mi ha spinto a diventare attore? Il mio amore per la professione.
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Parlando di “Shameless”, pensi che la “famigliola felice” di Jodie e Karen tornerà mai dall’Arizona?
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Penso che Zach l’attore vorrà sempre riprendere quel ruolo. Quindi, per me ci sono moltissimi modi in cui Jody [Silverman] potrebbe tornare dall’Arizona con la famiglia felice, perchè no? Condivido il desiderio di tutti di vederlo accadere.
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Segui ancora lo Show? E qual è il tuo personaggio preferito?
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Sì, lo seguo ancora allo stesso modo, indipendentemente dal fatto che ci sia io oppure no.
Poi, Carl è sempre stato un personaggio molto interessante. Insomma, ho praticamente visto Ethan [Cutkosky] crescere all’interno dello show. E anche i bambini: i giovani sono i personaggi più interessanti, quindi direi Debbie.
Ho appena avuto l’occasione di girare di nuovo un film con Emma [Kenney] e c’è qualcosa di molto bello nell’avere la possibilità di guardare la loro vita nello show e quella reale.
“Per me ci sono moltissimi modi in cui Jody
potrebbe tornare dall’Arizona c
on la famiglia felice,
perchè no?!“
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Riguardo “Black Sails”, come ti sei preparato per interpretare Charles Vane?
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Penso che la preparazione per qualsiasi ruolo vada a scavare in profondità nell’esperienza di vita che ciascuno ha.
In modo specifico, per questo ruolo c’è stato sicuramente molto allenamento fisico ma, per quel che riguarda l’essenza del personaggio, vocalmente ho dovuto lavorare sull’accento facendo dei voice over e quella è stata una grossa parte della preparazione. E poi, ho improvvisato. La cosa più importante che ho imparato è che non c’è alcuna esperienza personale a cui attingere che ti renderà in grado di interpretare un pirata. Quindi, ho trovato ottimi esempi da cui prendere spunto nel mondo animale. Adoro gli esercizi di recitazione che implicano gli animali, è un esercizio che gli attori fanno spesso, ma per Charles in maniera specifica era molto importante avere l’idea di imitare un leone. É stata questa la mia preparazione, per la maggior parte: stavo recitando come un leone per la maggior parte del tempo.
Ed è effettivamente simile ad un leone: imprevedibile, non si sa mai cosa farà.
E la voce è fantastica.
Sì, non riesco a credere che mi abbiano pagato per farlo!
“Per Charles in maniera specifica era molto importante avere l’idea di imitare un leone”.
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Attraverso le varie stagioni, com’è cambiato il tuo approccio al personaggio? Perché Charles cambia davvero molto, nel tempo.
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È divertente: quando mi hanno preso, tutti dicevano “oh, tu sei l’antagonista”, era quello che mi dicevano tutti. Poi ho letto lo script e ho pensato “beh, non è così male”.
Insomma, qualcuno cerca di ucciderlo e lui lo uccide. Non è la cosa peggiore del mondo, considerato il mondo in cui stavamo lavorando, quindi con lo scorrere delle stagioni il mio approccio è cambiato in questo senso. Ho iniziato a pensare solamente che lui fosse l’unico personaggio davvero positivo. Non mente mai davvero a nessuno, non istiga nessuno. Fa sempre quello che dice che farà, ogni volta, e ogni volta mette a rischio la propria vita per farlo. È praticamente uno dei primi soccorritori di Nassau.
Prende letteralmente possesso del forte e dichiara, “ok, ora ci sono io!”
Esatto.
Quindi credo che, in questo senso, evolva in maniera organica e, magari, anche in un certo modo sorprendente.
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Sicuramente per l’audience è stata una sorpresa. Chi avrebbe mai detto che il Charles Vane della prima stagione potesse diventare un personaggio molto diverso.
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Penso anche io che sia divertente. Ne parlavo recentemente: nella prima stagione, episodio tre, tutti si stanno comportando molto male, quando ci sono i membri della ciurma di Flint, della Walrus e della Ranger che stanno cercando di trovare un accordo e di lavorare insieme. Tutti si stanno comportando come bambini, a parte Charles. E lo dice anche: “Ci credi che sono l’unica persona che si sta comportando bene?”
A volte è facile giudicare qualcuno dalla voce, dall’aspetto e da questo genere di cose, ma la verità, quella che interessa, parla più forte delle parole. Ed è questo che, credo, lo rappresenti.
“Quindi credo che, in questo senso, evolva in maniera organica e, magari, anche in un certo modo sorprendente“.
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E qual è stato il momento più difficile nell’interpretare Charles?
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Penso che quello sia stato il momento più difficile, rendere chiaro quell’aspetto.
Di base, quando si vede Charles per la prima volta lui sta osservando l’omicidio di un vecchio pirata di colore, e la seconda volta Eleanor gli tira un pugno e lui glielo restituisce, ma poi la aiuta ad alzarsi. La terza volta che lo si vede, si sta comportando in maniera sgarbata con lei, ma le dice esattamente quello che intende. E poi, come si prosegue, nel terzo episodio, uccide un personaggio praticamente dal nulla, sulle rocce, ma quella notte stavano solo proteggendo le perle.
Fa tutte queste cose orribili e penso che il segreto sia giustificare queste azioni in una maniera che l’audience possa capire, nonostante sia un mondo diverso da quello in cui viviamo. Quindi, nonostante nel nostro mondo non giustificheremmo una persona che ne accoltella un’altra sulla spiaggia e non la definiremmo innocente, in quel mondo, in qualche modo, è giustificato. Credo che uno dei momenti più difficili sia stato il trucchetto di giustificare quello che queste persone dovevano fare. Ed è stata una parte importante di tutto lo show: umanizzare i personaggi, nonostante le vite folli che conducevano. Erano semplicemente persone che cercavano di fare del loro meglio.
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Com’era il mood sul set?
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Il mood sul set era fantastico. Tutti hanno capito subito che stavamo lavorando a qualcosa di davvero speciale, che eravamo fortunati ad essere lì e a far parte di qualcosa di artisticamente grandioso. A volte, nell’industria cinematografica, lavori perché lavori e quello che affronti è davvero solo un ruolo, ma altre volte ti capita di lavorare e dire allo stesso tempo: “Wow, tutto questo è fantastico”.
Tutti abbiamo pensato che fosse bellissimo. Una cosa che non si può comprare è la passione, le persone o ce l’hanno o non ce l’hanno: tutti nel cast avevano questa passione e l’idea di chiedersi “ok, cosa dobbiamo fare per rendere questo lavoro perfetto?” Tutti abbiamo fatto del nostro meglio.
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E riguardo il plot twist che riguarda il tuo personaggio, nella terza stagione?
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È il prezzo di raccontare una bella storia. È la differenza tra uno show che viene prolungato continuamente e uno show che racconta una storia: lo show che continua, alla fine, finisce per prendersi troppe libertà creative. Anche prima della terza stagione ho detto, “quante volte questo pirata andrà verso morte certa e sopravviverà, e pretenderemo ancora di raccontare una storia credibile?” Di questi tempi tutti dicono, “ecco tenete il vostro supereroe”, ma quelli sono veri e propri supereroi: Superman non può morire, ci fanno solo credere che possa farlo.
Charles è solo un uomo, solo un essere umano.
“Charles è solo un uomo, solo un essere umano”.
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Riguardo “The 100”, qual è stata la tua prima impressione riguardo Re Roan?
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In realtà, nonostante tu possa parlare allo showrunner riguardo quello che accadrà, il più delle volte assisti a quello che succede al tuo personaggio episodio dopo episodio, allo stesso modo degli spettatori, solo prima perchè devi girarlo. Roan è introdotto mentre dà la caccia alla protagonista dello show [Clarke Griffin], e alla fine la trova, la lega e la trascina con sè… È stata un’esperienza pazzesca. E ho pensato, di nuovo: “Wow, dovrò metterci parecchio impegno per umanizzarlo” Insomma! Presentami mentre picchio a sangue la protagonista dello show e poi vedi se riesco a farmi piacere.
In seguito, quello è diventato uno scherzo comune. Dicevo ad Eliza: “Eliza, vuoi girare un’altra scena in cui ti trascino per le montagne mentre sei legata?”
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Dal momento che l’hai nominata, sei molto amico anche di Bob Morley [Bellamy Blake] e del resto del cast. Com’è stato girare con loro?
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Oh, è stato fantastico. Ho legato con tutti, da Eliza a Tasya. Io e Tasya abbiamo lavorato molto insieme nell’ultima stagione, la 4. E con Eliza… Credo che la maggior parte delle stagioni che abbiamo fatto insieme fosse principalmente composta dai nostri due personaggi che si combattevano per cercare di ottenere un trattato che fermasse la guerra. Siamo diventati molto amici. Ancora oggi faccio moltissime convention con loro, ero al Wondercon con il cast due settimane fa.
E poi sono l’unica persona del cast con una piscina, a Los Angeles, quindi ogni volta che sono ad LA mi chiedono: “Possiamo venire a fare una nuotata?”
“E poi sono l’unica persona del cast con una piscina, a Los Angeles, quindi ogni volta che sono ad LA mi chiedono: ‘Possiamo venire a fare una nuotata?'”
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Qual è stato il momento più divertente sul set?
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Quando stai lavorando con amici o con persone che conosci, a volte devi immedesimarti e avere questi momenti di “voglio ucciderti” o “tu mi devi uccidere”, quando in realtà vuoi solo uscire con loro a prendervi una birra. Quei momenti sono divertenti!
E poi, c’è stata una convention, di recente, in cui qualcuno voleva scattare una foto a me e Bob mentre ci fissavamo, e stavamo ridendo tantissimo perchè non riuscivamo a rimanere seri. Cercavamo di fare delle facce minacciose, dovevamo essere credibili! Non so se avete praticato sport, ma io sì. E c’è sempre un altro giocatore nel team avversario che ti somiglia: hai sempre visto quel tipo, anche se non lo conosci davvero perchè non parlate, però in qualche modo segui le sue orme. Il mio personaggio e quello di Bob hanno questo tipo di rivalità, non credo sia una cosa molto diversa, e alla fine riescono a unire le forze.
Poi, io e Bob ci sfidiamo a braccio di ferro in continuazione.
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Show come “The 100” e “Black Sails” si possono vedere in streaming su Netflix e Starz: come credi che questo tipo di serialità stia cambiando l’industria?
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Ovviamente, a livello di business, cambia moltissimo. Per quello che faccio io però non cambia molto, perchè non mi interessa davvero chi mi assume, posso essere un attore per Netflix tanto quanto per la Warner Bros. Non cambierà necessariamente quello che faccio, a parte ovviamente creare più show e più opportunità, se non altro. Ma, in generale, ci stiamo muovendo verso una forma di storytelling più lunga, quindi abbiamo più storylines e personaggi più approfonditi rispetto al passato. Quindi, forse è questo il cambiamento: con gli anni, ci saranno sempre più serie TV. Meglio per me, allora.
Anche se il lato negativo è che non tutti ci vedono qualcosa, per quanto questa possa essere fantastica.
“Black Sails” ne è un buon esempio: ha smesso di essere trasmessa un anno fa, e io non vi faccio parte dal… Credo 2015, 2016. Ma è un fenomeno che cresce online, le persone la stanno trovando in rete. Se fosse stato com’era vent’anni fa, sarebbe stato parte di dieci show che tutti avrebbero visto al momento esatto dell’uscita.
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Cosa ti fa dire “Sì, voglio interpretare un personaggio”, quando leggi lo script?
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In realtà sono un caratterista, mi concentro su diversi personaggi. E quando leggo, quel personaggio urla! Quando leggo lo script, poi, inizio a sentirlo letteralmente con la voce del personaggio. E quando succede, so che posso interpretarlo. Non so come succeda esattamente, so solo che accade ed allora penso “Ok, ecco chi è questa persona”. A volte questo coincide con quello che qualcuno aveva già pensato per il personaggio, altre volte no.
Alle volte va bene, ed ottengo la parte, mentre altre volte le persone mi chiedono “Che cavolo hai fatto là dentro?”
Allora vorrei rispondere: “Ho solo fatto quello che dovrei fare, no?”
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Hai moltissimi progetti in uscita, come “The Scorpion King – Book of Souls”. Cosa ci puoi dire a riguardo?
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Sì, ho un paio di cose in programma. C’è “Scorpion King”, che ho appena finito di girare, giusto prima dell’anno nuovo. Cosa posso dire? Che sarà grandioso. Avere il ruolo principale in un film d’azione è sempre fantastico, perché non c’è nulla di più divertente. In particolare è stato divertente perché, in questo caso, mi sono stati concessi un po’ di superpoteri, dato che “Il Re Scorpione” è più di un uomo normale. Charles Vane era un uomo normale che faceva cose straordinarie, il Re Scorpione è un uomo che fa cose straordinarie, ma è anche una persona fuori dall’ordinario che ha altre cose per la testa. Quindi, in questo senso, posso dire che è il ruolo più vicino ad un supereroe che abbia mai avuto. Praticamente ero in sella ad un cavallo per la maggior parte del film, è questo genere di film che si incentra su cavalli ed avventura, come un racconto epico… È una Quest, un viaggio epico. Ho lavorato a stretto contatto con l’attrice sudafricana Pearl Thusi, che è davvero meravigliosa. Non sapevo come lavorasse prima e, quando abbiamo collaborato in questa avventura, ha fatto un lavoro meraviglioso.
Cos’altro posso rivelare? Che sarò nei commenti del DVD. Un’altra cosa che posso dire è che non ci sono tanti effetti speciali: abbiamo fatto moltissime scene d’azione, lavoro da stunt e altre cose fantastiche. Eravamo in Sudafrica e la crew era la stessa di “Black Sails”, quindi sul set si scherzava sul fatto che stessimo girando la nuova stagione di “Black Sails”, in cui Charles Vane sopravvive.
Quindi, guardate “Scorpion King- The Book of Souls” se volete vedere “Black Sails” stagione 5!
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Cosa diresti ai tuoi personaggi in “Black Sails” e “The 100”, se potessi parlargli?
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A Charles direi: “Charles, non sono degno! Ti adoro. Sono un tuo fanboy, Charles.”
A Roan direi…[ride] “Roan, la prossima volta porta un ombrello!”
“Roan, la prossima volta porta un ombrello!”
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Quali sono I tuoi personaggi preferiti in “Black Sails” e “The 100”?
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Allora, ovviamente amo Charles. Ma, ad essere onesto, ho amato il personaggio di Jack Rackham, sia sullo schermo che sul set. Toby [Schmitz] è un attore straordinario e un amico fantastico e credo che la storyline dei personaggi e la loro connessione sia un’estensione di questo rapporto, in molti modi. Ma quello che amo del suo personaggio è quello che incarna, e penso che, attraverso il suo personaggio, abbiano rappresentato nel modo più bizzarro possibile che, nel folle universo di “Black Sails” che presentiamo, ognuno ha il suo modo di sopravvivere . Hanno le loro tattiche e i loro sotterfugi, e lo si vede chiaramente con Jack. Ha il suo modo di fare le cose. Lo adoro, è probabilmente il mio preferito, insieme a tutti i membri dell’equipaggio della Ranger! E anche Anne Bonny è un personaggio bellissimo.
In “The 100” mi piace moltissimo Murphy, mi piace il modo in cui Richard Harmon lo interpreta: c’è qualcosa in lui, un senso di onestà nel personaggio, che mi piace moltissimo. Probabilmente è la persona che sceglierei se pensassi “Ok, chi è il più figo qui in giro?”
E poi, Richard sembra forte.
“Mi piace moltissimo Murphy, mi piace il modo in cui Richard Harmon lo interpreta: c’è qualcosa in lui, un senso di onestà nel personaggio, che mi piace moltissimo.”
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Qual è stato l’ultimo binge-watch?
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L’ultimo binge-watch è stato “Narcos”. Ogni volta che c’è una nuova stagione non posso che divorarla in un’unica, epica sessione di binge-watching. È uno show fantastico, mi piacerebbe moltissimo farne parte: voglio essere un narcos, parlare un po’ di spagnolo.
Parli spagnolo?
No, non so parlare Spagnolo. Beh, parlo tanto spagnolo quanto Charles Vane…quattro pagine di dialoghi, è tutto quello che so!
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Il tuo must-have sul set?
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Ci sono delle cose di cui ho bisogno quando lavoro, ma dipende da quello che sto facendo. Quando faccio lavoro da stunt o film d’azione, per esempio “The Scorpion King” o “Death Race”, ho davvero bisogno di una Coca Cola. Non la Diet, ho bisogno della classica bottiglia di Coca Cola ghiacciata: posso affrontare qualsiasi scena d’azione se ho della Coca Cola. L’energy drink originale… E funziona!
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Il tuo account Instagram preferito?
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Direi assolutamente Cookslams. Nonostante mi piaccia molto anche seguire degli account di chef e di grill, perchè mi piace molto cucinare la carne, Cookslams è fantastico. Non so se lo conoscete, sono persone che cadono dalla tavola mentre fanno surf, che vengono sballottati dalle onde, o altre situazioni che riguardano l’acqua in generale. È divertente, anche se di base ridi di altre persone che si fanno male e ti senti un po’ male per questo motivo. Ma, in realtà, si tratta spesso di persone che cercano di affrontare l’acqua in condizioni pericolose, in cui non dovrebbero nemmeno provare. In un certo senso, ti ricorda di non andare in acqua se non sai affrontare le conseguenze.
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Hai fatto parte di show ambientati nel passato e nel futuro: in che momento storico ti piacerebbe recitare in futuro?
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Ho già fatto parte di molte serie TV storiche, ma una cosa che non ho ancora fatto e che mi piacerebbe molto è la mitologia greca. È il periodo da cui nascono tutte le storie, in un certo senso, è il luogo più antico, e queste storie sono state ripensate e riportate in mille modi diversi in altre culture. Penso che ci siano racconti davvero fantastici in quel periodo, quindi sarebbe fantastico, e potrei usare anche delle abilità che ho imparato in passato.
Ad esempio, in “The 100” nell’ultima scena ho combattuto con lo scudo, solo per un po’. Ho realizzato che stavo combattendo in modo completamente sbagliato: dovresti sempre avere uno scudo, è molto meglio!
“In un certo senso, ti ricorda di non andare in acqua se non sai affrontare le conseguenze“.
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Hai mai pensato di scrivere o dirigere qualcosa di tuo?
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Ho scritto qualcosa e mi piacerebbe passare alla regia in futuro, ma al momento è difficile avere tempo per entrambi, in più ho due figlie. Ma mi piacerebbe davvero molto, se ne avessi l’opportunità…Probabilmente, inizierò da un paio di episodi di una serie TV in cui lavorerò – è questo, in genere, il modo in cui gli attori iniziano a dirigere o scrivere.
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Qual è il tuo progetto dei sogni?
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Mi piacerebbe tantissimo interpretare un supereroe, penso che potrei lavorare bene con un buon numero di supereroi. I ruoli di questo tipo stanno girando, a Hollywood, e di questi tempi le persone diventano improvvisamente supereroi. Il mio sogno sarebbe, ovviamente, quello di interpretare “Wolverine”: mi piacerebbe tantissimo e penso che potrei fare un buon lavoro. Ma è un sogno lontano, non so nemmeno se ne faranno mai un altro.
Poi ci sono tanti progetti interessanti di cui mi piacerebbe fare parte. Ci sono moltissimi progetti disponibili, ma questi sono i primi che nominerei. Potrei parlare per ore di tutte le cose fantastiche che mi piacerebbe fare, come vorrei interpretare questa o quella persona, ma in realtà il vero sogno è quello di continuare a lavorare e a divertirsi ad interpretare diversi personaggi, perchè non è poi così interessante essere me!
Photos and Video by Johnny Carrano.