Prodotto da Amazon Studios, “Beautiful Boy” è la toccante storia di una famiglia e di un rapporto, quello tra padre e figlio, messo a dura prova dalla dipendenza di quest’ultimo.
L’abbiamo visto al London Film Festival, con l’occasione di parlare anche con i protagonisti sul red carpet, ed ecco cosa ne pensiamo.
Dietro e Davanti la Cinepresa
A dirigere questo drama biografico troviamo Felix Van Groeningen che, oltre che regista, è anche co-sceneggiatore insieme a Luke Davies. Anche I reali protagonisti della storia, Nic e David Sheff, che hanno rispettivamente raccontato le loro vicende in “Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction,” e successivamente da Nic stesso in “Tweak: Growing Up on Methamphetamines”, hanno avuto modo di seguire da vicino lo svilupparsi delle riprese.
“BeautifulBoy” è un film intenso. Parla di metanfetamina, di comunicazione, di chiedere aiuto e riceverlo (o, ancora, non sapere come accettarlo) e racconta delle difficoltà di una situazione apparentemente senza uscita, se non la distruzione di una famiglia intera.
Durante il corso del film vediamo Nicholas Sheff (Timothée Chalamet) combatte la propria dipendenza da metanfetamina, attraverso momenti di speranza e di tremenda ricaduta, difficoltà ed isolamento. Timothée riesce nell’intento di essere un personaggio tridimensionale in cui, al di là della dipendenza, moltissimi ragazzi si possono rivedere, preso tra il bisogno di reagire a qualcosa a cui non sa dare forma e la paura di deludere i propri genitori.
Nei panni del giornalista David Sheff troviamo, invece, uno Steve Carell perfettamente calato nel ruolo del padre straziato, combattuto ma allo stesso tempo ancora con il bisogno di combattere. Un padre amorevole ma in difficoltà, impegnato a tenere insieme i pezzi della propria famiglia insieme alla moglie Vicki (interpretata da Amy Ryan, con la quale Steve ha collaborato in precedenza per “The Office”).
Oltre lo schermo, siamo testimoni del suo rapporto con il figlio, Nic, e della sua disperata ricerca di un modo per aiutare, comprendere e vegliare su ciò che ha di più caro al mondo.
Cosa ci hanno detto
Steve Carrell
Alla domanda su cosa le persone potrebbero trarre dal film, Steve Carell ha detto: “Spero che le persone capiscano che la dipendenza non è un valore morale, e non dovrebbe discriminare. Ma penso che tutti potranno trarne qualcosa di diverso. E se così inizia una discussione e la gente ci potrà pensare, allora è positivo. I miei due figli hanno visto il film la scorsa settimana insieme a me ed è stato davvero bello: ci siamo seduti e ne abbiamo parlato, e mia figlia ha pianto sulla mia spalla per un po’. Penso che sarebbe bello far riflettere gli spettatori. Vedremo.”
Ha anche parlato del suo incontro con Sheff: “Ho incontrato David Sheff e abbiamo pranzato, oltre al fatto che era sul set ogni tanto. Penso che sia molto coraggioso, gentile e piacevole. Tutto quello che ho imparato leggendo il suo libro è stato molto personale, ma è anche una scelta molto generosa: il fatto che lui e suo figlio hanno scritto questi romanzi incredibilmente onesti è stato generoso, così come è stato molto coraggioso dare la loro storia in mano ad un gruppo di persone che lavorano Hollywood, senza sapere come sarebbe andata e sperando nel meglio.”
BEAUTIFUL
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BOY
Luke Davis
Lo sceneggiatore Luke Davis ha parlato delle difficoltà dell’adattamento e di cosa vorrebbe che le persone potessero trarre come messaggio dal film: “É stata una sfida. Felix ed io ci siamo domandati spesso come creare un film omogeneo, senza dare la sensazione di due narrazioni separate che continuano a rimbalzare l’una contro l’altra? E penso che alla fine, se siamo riusciti nel nostro intento, è perché abbiamo riconosciuto che l’affetto che lega padre e figlio è ciò che funge da collante.
Voglio che gli amanti del cinema guardino un film che sia tanto bello quanto piacevole, come esperienza artistica. Stranamente, quello che stiamo scoprendo con questo film è che così tanti spettatori sono toccati da vicino, o addirittura direttamente collegati, a storie di caos e droga. Quindi spero che il fatto che queste persone in questa specifica storia siano sopravvissute e siano arrivate dall’altra parte ricordi al pubblico che anche altre persone possono farlo. “
“Abbiamo riconosciuto che l’affetto che lega padre e figlio è ciò che funge da collante”.
Si tratta, dunque, di un messaggio di speranza – un messaggio che Luke in prima persona conosce da vicino: “Ho un passato a mia volta in questo senso: durante i vent’anni ho sofferto di dipendenza e molto tempo fa ho scritto il film “Candy”, che è l’ultimo film di Heath Ledger, il quale a propria volta stava lottando con i suoi problemi. Quindi sono molto legato alla storia, alla relazione padre-figlio, ma il libro ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno. Nic e David hanno mantenuto le distanze, perché per loro è stato molto intenso sapere che la storia stesse diventando un film, e a mia volta ho tenuto le distanze perché avevo solo bisogno solo dei libri come materiale di partenza, e dovevo scoprire da quelli quale fosse la loro storia. “
Nonostante ciò, Luke ha trascorso un po ‘di tempo con Nic, che definisce un “ragazzo adorabile”, e ha detto aggiunto: “Non poteva fare a meno di influenzarmi. Non ho mai incontrato David fino a qualche mese fa, ma non c’era una vera ragione per incontrarlo.”
Felix Van Groeningen
Anche il regista, Felix Van Groeningen, ha parlato di Nic, e interpretazione data da Timothée: “Nic è molto affascinante, come vedremo. Ma Timothée è incredibilmente talentuoso, e non sono l’unico a pensarlo. E questo film mette anche in risalto il fatto che lui vada sempre fino in fondo, mette tutta l’intensità possibile in un ruolo. Questo è un film su una famiglia che attraversa grandi difficoltà: è un’altalena di emozioni e, senza dubbio, parla di una famiglia che crede nell’amore incondizionato.
Penso che sia un bel messaggio da dare al pubblico. “
David Sheff
David Sheff, anche lui presente insieme al figlio alla premiere, si è mostrato felice ed entusiasta dell’opportunità: “Sono molto felice di essere qui con questi registi e questi attori, e tutto per un libro che ho scritto dieci anni fa. È qualcosa che non potevo immaginare.”
Parlando di Steve, ha detto:” È una persona molto gentile e amorevole, e mi ha immediatamente fatto sentire a mio agio. E posso sicuramente dire che si è impegnato a fare un film che risultasse davvero vero e onesto, rispecchiando quello che è essere un padre preoccupato per la morte del figlio. Era strano vederlo mentre recitava, ma era interessante, perché potevo vedere da due punti di vista: la mia prospettiva nel guardare la sua incredibile esibizione e lui che stava cercando di relazionarsi con questa personalità, con questo padre di cui interpretava il ruolo. Ed è riuscito ad ottenere le emozioni in modo così profondo che mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, è stato molto emozionante. “
Alla fine, gli abbiamo chiesto che cosa i genitori dovrebbero trarre dalla loro storia e da questo film, e ha detto: “Prendetevi cura dei vostri figli. Se iniziano a fare uso di droghe prendetelo molto sul serio e non aspettate fino al momento in cui le cose sono davvero, davvero gravi. E soprattutto non abbandonateli“.
“Soprattutto, non abbandonateli”.
Un’Ultima Cosa
Con le loro interpretazioni vive e realistiche e con una narrativa a volte commuovente e altre frustrante, Timothée, Amy e Steve hanno aperto le porte ad un nuovo discorso sulla droga, e su come la sua influenza metta a dura prova il tessuto familiare.
Tuttavia, oltre a rappresentare con forza una realtà nient’affatto scontata, ma allo stesso tempo presente e che tocca da vicino moltissime famiglie, il film vuole anche ricordare l’importanza del sostegno e dell’affetto.
Come precisato da David Sheff, “Beautiful Boy” vuole ricordare che l’amore non viene mai meno. Può vacillare, può essere piegato e frustrato dalla difficoltà, dalle domande che sorgono quando nulla sembra aver senso, tantomeno delle ricadute. L’amore, specialmente quello di un genitore, può essere squarciato e strappato dagli errori che compiamo nel cercare di tenere insieme noi stessi, ma non si darà mai per vinto, e non ci darà mai per persi.