Equilibrio, arte e un approccio concettuale al makeup, che viene da un incontro unico tra bellezza, moda e design. Benjamin Puckey è un makeup artist dalla visione unica, fonte di ispirazione sempre nuova e di look innovativi e dinamici. Dopo aver amato i suoi editoriali coloratissimi, la sua creatività e i bellissimi makeup look creati in occasione della sfilata di Arthur Arbesser alla scorsa Milano Fashion Week, non potevamo non chiedergli di raccontarci qualcosa di più riguardo la sua arte e ciò che lo ispira.
Incontrate con noi Benjamin, scoprite i suoi meravigliosi lavori, i suoi progetti futuri e i prodotti beauty di cui non può fare a meno nella nostra nuova intervista!
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Com’era il tuo rapporto con il beauty quando eri più giovane?
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Sapevo già di essere ossessionato dal makeup quando ero bambino, perché crescendo ho sempre adorato i suoi colori e texture.
Mi sono trasferito ad Amsterdam con i miei genitori quando ero piccolo e ricordo che la città era piena di punk con i capelli dai colori vivaci e il trucco acceso: era una città molto creativa e artistica con persone dal trucco o dai capelli vistosi. Sono andato in un asilo dove il nostro insegnante aveva costruito un angolo dedicato al travestimento con un tavolino da trucco e ci siamo sempre divertiti a vestirci come personaggi del circo e a giocare con il makeup. L’ho assolutamente adorato!
Quando ero piccolo chiedevo sempre a qualsiasi donna che incontravo se avesse un rossetto, e poi chiedevo se potevo vederlo. In qualche modo sembrava una cosa miracolosa: l’odore, il colore e la texture, e la sensazione di stenderlo sul viso! Poi ricordo che qualcuno che lavorava per il teatro mi regalò un sacco di trucco, quello teatrale, e i miei genitori dovettero portarmelo via perché avevo combinato un disastro.
Quando ho finito il liceo ho studiato fashion design e, mentre studiavo, ho iniziato a realizzare il makeup per i servizi fotografici dei miei colleghi. Non mi è mai venuto in mente di poter seguire una carriera nel makeup, ma la mia passione per il trucco mi ha portato a un corso per imparare le basi. Mi sono laureato nel design, ma ho continuato a lavorare anche come makeup artist. Ho iniziato a lavorare nei negozi per diversi brand e ho costruito un portfolio. Ho imparato molto assistendo Peter Philips, che mi ha davvero aiutato a capire il settore e le sue dinamiche.
È stato un ottimo mentore per me.
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Alla Fashion Week di Milano hai creato i look per la sfilata di Arthur Arbesser. Cosa puoi dirci? E quale è stata la parte del look che ti è piaciuta di più?
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Ero così emozionato quando mi è stato chiesto di lavorare alla sfilata!
L’ho seguito per un po’ su Instagram, dal momento che mi piacevano molto i suoi disegni e l’uso che fa del colore. Arthur mi ha mandato il moodboard mentre ero a New York, così ho potuto pensare ad alcune idee. Sono stato immediatamente attratto dalle immagini dell’artista viennese Gudrun Baudisch, ispirazione della sfilata e che mi aveva inviato. Quando sono arrivato a Milano sono andato in un negozio Kiko per guardare i prodotti, lasciandomi ispirare su cosa avrei potuto usare per lo spettacolo. Sono stato immediatamente attratto dai loro ombretti colorati, dalle loro palette dai e rossetti matte, così ho selezionato quelli con cui volevo lavorare per lo spettacolo.
Prima di una sfilata abbiamo sempre un “makeup test” per discutere del look: alla prova c’erano Arthur, la sua stylist Hannes Hetta e Veronika Allmayer-Beck, artista ceramista di Vienna e musa di Arthur. Mi hanno raccontato la storia della collezione e il modo di essere della donna che avevano in mente per lo spettacolo: una donna giocosa, che ama il colore e non è schizzinosa con il makeup. Abbiamo discusso di usare colori diversi per ogni modello, con un focus particolare per gli occhi, mentre alcune ragazze avevano un semplice rossetto aranciato.
Il punto focale è il colore, che è d’impatto e anche un po’ imperfetto, come la donna di Arthur è più concentrata sull’espressione nel trucco che sui dettagli perfetti.
“La donna di Arthur è più concentrata sull’espressione nel trucco che sui dettagli perfetti”.
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Qual è la parte migliore di Milano per te?
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Milano è una città così piena di cultura e creatività, si sente nell’aria. Si sente davvero il peso che Milano ha nel design e nella moda, la senti tutto intorno ovunque tu vada. Sono venuto a Milano spesso, nel corso degli anni, per la settimana della moda e perché mio padre, che è uno scultore, vive e lavora anche in Italia, quindi è un luogo che mi è molto familiare. Ho i miei posti preferiti dove andare a mangiare, bere e fare shopping, e attendo con impazienza di poterci tornare quando sono in visita!
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C’è un editoriale di cui sei particolarmente fiero o che ti sei divertito a fare?
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Non potrei mai scegliere un solo editoriale, perché tutti si distinguono a modo loro. Mi diverto sempre a girare per Vogue Francia e Vogue Cina, perché a loro piace davvero rendere la modella un “personaggio” attraverso il makeup e lavorare con riferimenti vintage, che adoro.
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Abbiamo adorato il makeup arcobaleno che hai realizzato per Vogue Cina!
Cosa ci puoi raccontare sul processo per questo look?
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Il concept di questo shooting era un look retro-futuristico e mi sono imbattuto in un’immagine di una ragazza con gli occhi arcobaleno che, secondo me, poteva funzionare bene come idea. Quando abbiamo parlato del makeup abbiamo pensato che potesse essere divertente creare un trucco occhi simile all’arcobaleno per cercare un’immagine.
Ho usato solo texture in crema per gli occhi e non ho usato mascara, in modo che il makeup si equilibrasse bene con il rossetto rosso opaco.
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Ultimamente, ci sono molti nuovi brand e prodotti! C’è qualche nuovo nome nell’industria che hai provato di recente che ti è particolarmente piaciuto?
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Adoro le creme idratanti di un nuovo brand che si chiama Augustinus Bader, perché sono incredibilmente ricche e calmanti per la pelle, le modelle la adorano. Mi piace anche Kosas, che rimane un brand estremamente valido e cool, nonostante la sua gamma offra solo rossetti e un olio per il viso colorato. Troy Surratt, che è anche un mio caro amico, ha creato il suo marchio chic e minimal, “Surratt Beauty”, con produzione in Giappone: il piegaciglia, le matite per le sopracciglia, gli ombretti dalla texture setosa e i blush sono davvero fantastici.
Un altro marchio recente che mi piace molto è Juvia’s Place, che ha un sacco di palette coloratissime a prezzi accessibili, le tonalità sono molto varie e le shades metalliche sono bellissime.
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Cosa diresti ai giovani che muovono i loro primi passi nel mondo del makeup?
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Ci sono così tante diverse aree in cui si può lavorare come makeup artist: può essere nel cinema o nella TV, nella moda, nei negozi che offrono brand di makeup o lavorare come celebrity makeup artist. Concentratevi sull’area che più vi piace e preparatevi a lavorare duramente e a fare la gavetta accanto a makeup artist più affermati, almeno all’inizio. È un settore molto competitivo in cui sopravvivono solo le persone tenaci che amano davvero il loro lavoro. Un sacco di giovani makeup artist pensano di poter imparare tutto dai tutorial su Youtube, dove la gente di solito crea un makeup e lo spiega, ma dimenticano che applicare il trucco su qualcun altro è una cosa completamente diversa e che richiede molta pratica. Oltre a creare look straordinari, devi sapere come lavorare con qualsiasi tonalità di carnagione, dal bianco più chiaro all’ebano più scuro, e anche sapere come far risaltare ogni tipo di bellezza nel modo più naturale possibile.
Inoltre, considerate i social media per promuovere il vostro lavoro: Instagram è il vostro portfolio.
“Concentratevi sull’area che più vi piace
e preparatevi a lavorare duramente”.
“Considerate i social media per promuovere il vostro lavoro
Instagram è il vostro portfolio”.
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Se potessi truccare un personaggio importante (sia nel passato che nel presente) chi sceglieresti?
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Sarebbe sicuramente Debbie Harry, perché sono cresciuto circondato dalle copertine dei suoi album e sono sempre stato affascinato dal suo bellissimo makeup look, dallo smokey e dal suo viso a forma di cuore. Penso che oggi, a settant’anni, il suo aspetto incredibile sia una dimostrazione che la bellezza è davvero senza età.
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Il tuo lavoro è molto legato al mondo della moda. Qual è la parte migliore?
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Penso sempre che la parte migliore del mio lavoro sia la collaborazione con un team fantastico. Lavorare con persone con una visione mi ispira e tira fuori il meglio di me e del mio lavoro.
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Quali sono i must have nel tuo kit?
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Clé de Peau Radiant Fluid Foundation, Hydro Pro Glow di Kiko Milano, Creme Rouge Wheel di Ben Nye e Chanel Inimitable Waterproof mascara. E poi anche la terra Laguna Bronzer di Nars, il rossetto Mac Retro Matte Lip Color, Viseart Basic 01 Eyeshadow Palette e Yves Saint Laurent Touche Eclat.
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Qual è il tuo motto beauty?
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L’eleganza è il rifiuto.
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Cos’è, per te, il colore?
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Il colore per me esprime uno stato d’animo, emozione e poesia. Il colore racconta una storia.
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Non posso vivere senza…
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Eight Hour Cream di Elizabeth Arden che dà un bellissimo riflesso illuminante sugli zigomi.
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Qual è il tuo progetto dei sogni?
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Lavorare come direttore creativo per un brand di makeup, ed unire così mio amore per la moda, il design e lo sviluppo del prodotto.
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Cos’è il beauty per te?
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Viviamo in un momento storico in cui tutti gli standard tradizionali che riguardano la bellezza si stanno evolvendo. La vera bellezza per me è ancora rappresentata da quando ti senti a tuo agio con te stesso e il tuo corpo, ed è una sensazione che traspare.
La bellezza nel makeup invece viene dall’equilibrio, dalla proporzione e dalle angolazioni: l’equilibrio nella scelta di un punto su cui concentrarsi con il makeup, l’armonia nella proporzione dell’applicazione del prodotto e gli angoli delle linee che si disegnano per accentuare le caratteristiche naturali del viso.
Equilibrio. Proporzioni. Angolazioni.
Seguite Benjamin su Instagram: @benjaminpuckey
Images are courtesy of Benjamin Puckey Instagram