Carolina Sansoni ama definirsi semplice e forse proprio questa semplicità, unita alla voglia di fare qualcosa di diverso e di ampliare il proprio mondo di conoscenze con quanti più input possibili, la rendono una ragazza con molto da raccontare e con una strada davanti a sé ancora lunga da percorrere, ma sicuramente ricca di esperienze e di avventure nelle quale lanciarsi con coraggio.
Carolina, insieme all’amica Ludovica Tofanelli, è la mente dietro a Denoise Design, uno spazio web dedicato ai brand emergenti che vengono seguiti in ogni passaggio, dalla creazione di lookbook alla vendita su e-commerce, per dare loro uno logo virtuale dove esporre la loro creatività e per farli conoscere ad un mondo, come quello della moda, dove sembra essere già stato tutto detto e fatto, dimostrando al contrario che c’è ancora molto da scoprire e da ideare.
Tra una domanda sul suo look iconico (parola d’ordine: #comfort), sulle sue esperienze e sui suoi obiettivi futuri, sia personali che professionali, Carolina ci ha introdotti alla sua realtà fatta di designer da scoprire, amiche #girlboss proprio come lei, il tanto odiato (ma poi amato) Excel e di outfit che rappresentano la sua personalità originale e genuina.
Ladies and gents, ecco a voi Carolina Sansoni!
DENOISE DESIGN
Io e Ludovica (Tofanelli) abbiamo fatto due percorsi diversi, lei ha studiato Filosofia mentre io Fashion Business alla Marangoni a Londra, ma abbiamo entrambe fatto degli stage nel mondo della moda. Poi abbiamo preso altre strade, io sono andata a lavorare in una società di consulenza, e un giorno le ho detto: “Secondo me c’è un gap nel mercato, perché ci sono molti designer emergenti che però non hanno delle piattaforme su cui vendere, o se invece sono presenti in alcune piattaforme giganti con nomi più conosciuti rischiano di essere mangiati”. Lei mi ha guardato e mi ha detto: “Ho fatto la mia tesi del master proprio su questo!”. Da lì abbiamo iniziato a sviluppare la piattaforma: inizialmente, per assurdo, la parte più facile è stata trovare i designer, perché comunque avevano l’esigenza di essere inseriti in una piattaforma ben strutturata. Ad oggi abbiamo 30/35 brand, ed intorno c’è anche tutto un lato editoriale, che cura più Ludovica, dove facciamo interviste ai designer e creiamo editoriali con giovani fotografi e stylist indipendenti, così da dare un po’ di storia al tutto, anche perché è difficile vendere un prodotto che comunque non è di bassissimo prezzo ma nemmeno troppo conosciuto allo stesso tempo. È tutt’ora un ostacolo difficile, ma con i contenuti riusciamo comunque a raccontare le storie dei brand: adesso stiamo facendo un restyling della piattaforma, la rilanceremo con nuovi brand ed editoriali. Più avanti cercheremo anche di piazzare i brand negli editoriali di altri magazine, facendo così da press office.
“La parte più facile è stata trovare i designer, perché avevano l’esigenza di essere inseriti in una piattaforma ben strutturata”.
“Con i contenuti riusciamo comunque a raccontare le storie dei brand”.
Sono brand per lo più italiani, ma anche portoghesi, ucraini, inglesi, francesi… Andando avanti se riusciremo a coprire anche i costi di spedizioni apriremo a tutto il mondo. È meglio semplificare all’inizio e far andare tutto bene per poi espandersi in modo organico.
IL CONSIGLIO AI DESIGNER PER EMERGERE
Brand che ormai non sono più emergenti come Marco de Vincenzo e Giuseppe di Morabito rappresentano il target a cui un designer deve puntare come obiettivo perché riescono a stupire ancora, le loro collezioni non sono viste e riviste. Forse solo le grandi case di oggi riescono a fare un accessorio che poi copiano tutti, a livello di design emergente la cosa più importante è avere una storia, una grande qualità dei prodotti e non seguire il trend dato dalle grandi case. A livello di produzione è difficile fare una sfilata per un brand emergente, quindi si tratta di seguire tutto in maniera impeccabile, dal disegno alla produzione, in modo da poter dare un prodotto di qualità, il che è importante perché i designer emergenti hanno il prezzo delle case di lusso, quindi oltre ad un’idea diversa ci deve essere una qualità eccellente per giustificare quel prezzo. Adesso il plus della sustainability sta andando molto, abbiamo un paio di brand sostenibili sul sito: il cliente è molto più cosciente ed attento, anche le grandi case si stanno adattando.
D E S I G N
“Si tratta di seguire tutto in maniera impeccabile, dal disegno alla produzione, in modo da poter dare un prodotto di qualità”.
CREATIVITÀ
A livello pratico non sono una creativa ma credo sia importante avere sempre idee nuove su come proporre qualcosa o come raccontare una storia in modo diverso, per poter dare nuove prospettive. Quindi anche semplicemente un lookbook non standard ad esempio: noi siamo partite costruendo l’e-commerce con foto street style per allontanarci dall’e-commerce normale. Se vedo una persona per strada vestita in un certo modo la sento più vicina a me rispetto a una modella che posa contro un muro bianco. Per me la creatività è riuscire a dare angoli diversi.
UN CAMBIAMENTO TUTTO AL FEMMINILE
Mi piace pensare che ognuno abbia le sue doti e debba andare avanti per la sua strada, è importante secondo me la determinazione e il non sentirsi mai “inferiori” solo perché si è donna. Si deve iniziare dalla parità dei sessi a prescindere, perché se si ha sempre la pulce nell’orecchio che se sei donna per questo farai più fatica, automaticamente ti convincerai di dover fare più fatica e di essere inferiore. Siamo tutti uguali, alla fine se uno è bravo, a prescindere che sia uomo e donna, deve seguire la sua strada.
“È importante secondo me la determinazione e il non sentirsi mai “inferiori” solo perché si è donna”.
IL SUGGERIMENTO PROFESSIONALE
Dal lato imprenditoriale, come creatrice di una start-up, direi di fare molta esperienza in posti diversi. Lavorare nella moda e poi in una società di consulenza mi ha aiutato perché mi ha insegnato il modus operandi di una grande società, poi ho imparato a usare Excel che prima odiavo e che ora invece mi piace da morire. Ho agito così perché non sapevo bene cosa fare: ho lavorato nella moda ma non mi piaceva l’ambiente, quindi ho provato dell’altro, non andava bene comunque e alla fine ho unito le due cose.
IL TUO STILE
La semplicità abbinata a un tocco in più, magari un accessorio colorato.
IL VIAGGIO DEI SOGNI
Voglio andare in Giappone perché ho letto tanto a riguardo e molte persone mi hanno parlato di una cultura diversa dalla nostra che è fortemente d’impatto. Anche a livello fashion sono super interessanti, trovi uno streetwear che non c’è sono da nessun’altra parte: mi ricordo che da piccola andavo in America per comprare dai brand che non c’erano qui mentre adesso abbiamo tutto anche noi, oppure possiamo comprarlo online. In Giappone invece è ancora tutto da scoprire.
#BASIC
#BEAUTY
Trend: Il pitonato, oltretutto l’animalier è uno dei trend di questa FW. Poi amo mettermi felpe lunghe oversize con gli stivali alti, è una cosa intesa come particolare qui, mentre in America si vede tantissimo.
#Inspo: Sempre la comodità (ride).
Il Consiglio di Stile: Maglietta bianca, jeans e stivaletti: dal lunedì al venerdì sono vestita così.
LOOK AT ME, NOW
Trendspotting: Haley Baldwin, super casual ma comunque elegante nel vestirsi in modo semplice.
Il tuo Magazine di Moda Preferito: Non leggo tanto di moda (ride). Mi piace il magazine “Think Twice“, un mio amico lavora come editor per questo magazine che è tutto incentrato sulla sustainability e che è era veramente bello, lo hanno lanciato durante la settimana della moda.
Il tuo Fashion Superpower: Forse vorrei capire cosa mi sta bene (ride). Una persona si basa su ciò che mette sempre, peró poi magari le sta meglio qualcosa che non hai mai comprato.
C A S U A L
T R E N D Y
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