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Che cosa significa “Roma” per te?
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“Roma” è per me l’opportunità unica di essere parte di una storia importante. Una storia che mi tocca profondamente e che mi riporta a momenti significativi della mia stessa infanzia. Essere diretti da un artista così meraviglioso come Alfonso Cuarón è stata un’esperienza davvero trasformante.
“Essere diretti da un artista così meraviglioso come Alfonso Cuarón è stata un’esperienza davvero trasformante”.
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Come sei stata coinvolta nel progetto e come hai lavorato sul tuo personaggio, Sofia, con il regista e sceneggiatore Alfonso Cuarón?
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Fui chiamata da Luis Rosales a fare un provino per un film. All’inizio non sapevo chi fosse il regista, nè di cosa si trattasse. Fin da subito ho intuito che cercassero di capire chi io fossi veramente, ben oltre la mia esperienza di recitazione, e in un certo senso questo è stato un sollievo. È stato un lungo processo che si è concluso con Alfonso che ha invitato me e Yalitza [Aparicio] a far parte di questo film, un film molto personale per lui. Vi posso assicurare che il mio cuore si è fermato per un momento!
Il lavoro è realmente consistito nel riconoscere che Sofia era dentro di me. Alfonso è stato davvero costante nel dire che avrei dovuto lasciare che così fosse. Gli sarò per sempre grata per questo.
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In quale modo le persone si possono relazionare con questo così tanto atteso film che ha elementi autobiografici del regista?
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Penso che le persone possano relazionarsi in ogni modo a “Roma”. Il film ci connette con quel momento nella nostra infanzia quando la vita è diventata vita reale. Quando perdiamo il paradiso, e all’improvviso la vita ci si spalanca davanti agli occhi, con tutte le sue sfide. E [il film] rivela anche da dove amore e impegno provengano davvero.
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Secondo la tua opinione, la scelta del “bianco e nero” cosa aggiunge al film?
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Penso che il bianco e nero renda il film forte e bello allo stesso tempo. Per me aggiunge anche uno sguardo che ci permette di immergerci nell’incantesimo di avere davanti ai nostri occhi ciò che è passato da tempo.
“Il film ci connette con quel momento nella nostra infanzia quando la vita è diventata vita reale”.
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Se potessi descrivere “Roma” in una sola parola, quale sarebbe? E per Alfonso Cuarón?
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Penso che per “Roma” sceglierei “Ricordo” e per descrivere Alfonso deve per forza essere “Mago” per far tornare in vita i ricordi.
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Che cosa scoprirà il pubblico su Città del Messico?
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Che è una città bella e folle, piena di contrasti, dove mondi molto diversi possono coesistere e scontrarsi. Una città coraggiosa e vigorosa che fa riecheggiare nelle sue strade le speranze di molti.
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Il tuo posto preferito a Città del Messico?
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Sicuramente il Museo Nazionale di Antropologia. Una costruzione mozzafiato progettata dall’architetto Pedro Ramirez Vázquez negli anni ’60. Ospita il lascito dei nostri antenati preispanici. Si percepisce un’energia potente e misteriosa che sembra celarsi lì sotto.
ROMA
“Ricordo”
ALFONSO CUARÓN
“Mago”
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Grazie a Netflix, abbiamo l’opportunità di vedere film e serie TV da altri paesi che in Italia non avremmo modo di goderci; c’è un film Netflix o una serie che ti è piaciuta e che non avresti potuto vedere atrimenti?
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Mi è piaciuto moltissimo “La enfermedad del domingo”, un film spagnolo diretto da Ramón Salazar.
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L’ultimo binge-watch?
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Ho da poco scoperto “Collateral”, una serie originale co-prodotta da Netflix e scritta da David Hare. Sto lavorando a “Skylight”, uno spettacolo teatrale dello stesso autore ed è stato davvero interessante conoscere un altro dei suoi aspetti in qualità di sceneggiatore.
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Qual è il tuo film italiano preferito?
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Wow, questa è difficile. Ci sono molti registi straordinari che ci hanno regalato così tanti capolavori, film diventanti riferimenti obbligatori nella storia del cinema. Come non parlare di Rossini, Fellini, Antonioni… Durante i miei anni di scuola di recitazione ero una grande fan di Pasolini.
Ma in questo momento vorrei ricordare “Mediterraneo” diretto da Gabriele Salvatores. Per qualche motivo la musica, i paesaggi e la tenerezza del film mi tornano in mente di continuo.
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Il miglior film messicano che tutti dovrebbero vedere?
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Ovviamente “Roma”, ah ah!
“I figli della violenza” scritto e diretto da Luis Buñuel, attraverso i potenti occhi di Gabriel Figueroa. Indimenticabile!
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Il momento più bello durante le riprese di “Roma”?
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C’era una scena molto complicata che dovevamo girare in spiaggia. C’erano stati tantissimo vento e pioggia e ci era rimasto poco tempo. Quando eravamo finalmente pronti per girare sapevamo che non avremmo avuto molto tempo per farlo. È stato come l’unica occasione alle Olimpiadi. Vedere Alfonso sorridere e abbracciare tutti sul set alla fine di quel giorno è stato un momento davvero bello.
Credits
Photos: Manuel Zuñiga
Stylist: Pablo Rivera Hair: Fernando Pedraza
Makeup: Gerardo Parra