HELLO, IT’S ME: Virna Gambini.
LOCATION: Milano.
COSA: Una Beauty Routine ispirata all’arte.
IDENTITY
Ne stavo parlando proprio poco tempo fa con alcuni amici. In realtà è stato un lungo percorso di riscoperta di me stessa: quando ho cominciato a pubblicare foto su Instagram e sul blog non riuscivo a trovare una dimensione. Essendo nata come fotografa il problema non era la tecnica o la strumentazione, mancava qualcosa, ossia l’accettazione di me stessa e della mia identità: non riuscivo ad essere perfettamente a mio agio e non riuscivo ad accettare l’idea che magari avrei potuto essere percepita in modo diverso da come io percepisco me stessa. Quindi cercavo un compromesso tra quello che volevo fare e quello che una persona che fa l’influencer ci si aspetta che faccia, ma non ero né l’una né l’altra, non riuscivo neanche a definire uno stile, sia make-up che fashion. Poi piano piano ho deciso di lasciar stare i vari stereotipi e di accettare l’idea di me stessa così come era.
Alle medie ad esempio ho avuto un rifiuto totale per i miei capelli perché non sono molto comuni dove abito, spesso mi prendevano in giro e ho attraversato dei momenti in cui mi sono detta: “Perché non li piastro come tutti?” e l’ho fatto anche alcune volte, ma non ero io. Ho accettato il fatto di avere questi capelli, questo viso, e adesso cerco di valorizzare ciò che sono. Potrei sempre essere qualcos’altro, perché uno può sempre lavorare su sé stessi, ma non si può pretendere di diventare qualcosa di totalmente diverso dal nulla. È inutile cambiare ciò che non può essere cambiato.
“In realtà è stato un lungo percorso di riscoperta di me stessa”.
BLOG
All’inizio ci sono state delle grandi difficoltà, sapevo cosa volevo fare ma non trovavo il nome, perché mi volevo conformare alla classica idea del blog “fashion e qualcosa”. Solo che tutte le idee carine erano già prese, rimanevano solo dei nomi tirati. Quindi, presa dalla disperazione, ho scelto il primo nome che mi capito a tiro: “Ogni riccio un capriccio” per via dei capelli; l’ho odiato per tutto il tempo (ride). Poi un paio di anno fa ho ricominciato da zero e ho aperto il mio blog attuale, “Veevidly”, modificando la grafia dell’avverbio inglese “vividly”: ho cambiato la prima sillaba perché a livello di suono è più simile al mio nome.
LA FOTOGRAFIA
È nata sempre dall’arte, perché è la naturale evoluzione della pittura per via tecnologica, quella o l’illustrazione digitale, un’altra mia passione, ma la cosa più immediata è la fotografia. Anche quando uscirono le prime foto la pittura ne risentì immediatamente, perché andavano a intaccare l’ambito visivo delle arti: nessuno faceva più un ritratto, si faceva direttamente le foto ritratto. Io tento di rendere una foto come l’evoluzione di un dipinto.
Il primo interesse è nato lì, ma ricordo ancora quando vidi per la prima volta le foto di Tim Walker con gli abiti a lanterna nel bosco: è stato amore, ho iniziato a cercare tutta la sua produzione, è uno dei miei fotografi preferiti; gli immaginari che riesce a creare in ogni foto sono incredibili, tutti comunicano qualcosa. Anche la scelta delle modelle non è mai scontata: adoro la serie di ritratti che fece con Tilda Swinton, mi hanno sempre dato l’idea di qualcosa di pittorico; lei come soggetto è unica, la associo a Blake o alla Divina Commedia perché è un tipo di bellezza demoniaca e angelica allo stesso tempo.
“Io tento di rendere una foto come l’evoluzione di un dipinto”.
POST
Raramente pubblico foto di outfit, preferisco vincolare altri soggetti. Condividere outfit è una cosa più immediata, mentre il blog lo concepisco come qualcosa di ragionato: i post che preferisco sono quelli a tema storico/artistico, con riferimento sempre alla moda. Ad esempio, il post sull’immaginario del picnic del 1800: mentre ero a Tokyo sono stata in un caffè bellissimo, piccolino e raccolto, senza tempo, con pochi tavoli all’interno e all’esterno una parete di bici e parasole noleggiabili. Potevi semplicemente stenderti e vivere una giornata fuori dal tempo, lo abbiamo fatto per due giorni di fila. In quel momento mi sono immaginata il quadro di Monet con la ragazza seduta sull’erba e altri, che ho poi inserto nel post, rappresentanti l’immaginario del picnic.
NELLA STORIA
Non c’è un’epoca che mi abbia soddisfatta in pieno. Per l’adattabilità al mio fisico direi o gli anni ’50 o gli anni ’80, perché ho un fisico mediterraneo e quindi gli abiti di fine anni ’40 e inizio ’50, stretti in vita e con le gonne enormi, mi stanno meglio di quelli degli anni ’60 che sono devastanti su di me, mi fanno sembrare una caramella (ride).
A livello di preferenze d’arte invece gli impressionisti e i pre-raffaelliti occupano sempre un posto d’onore nel mio cuore, soprattutto Monet e Dante Gabriel Rossetti.
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA BELLEZZA
Credo di aver visto la bellezza, intesa come idea iperuranica, in quanto tale, nelle opere di Canova: alcune delle sue sculture sono la bellezza, senza genere o forma, sono semplicemente splendide. L’idea che trasmettono è di qualcosa di perfetto. Poi magari andandole ad analizzare si nota una forma fisica che non è più di moda, o un taglio occhi non più considerato bello, però per me sono la bellezza.
La bellezza sicuramente è molto soggettiva, e per me è qualcosa che trasmette una sensazione. Per esser bella non devi essere perfetta, alta, bianca, bionda, occhi azzurri, il classico stereotipo: non credo che questa sia la definizione univoca di bello; è qualcosa che ti da una sensazione forte ma piacevole, derivante dal contrasto anche, non solo dall’armonia. Se prendi ad esempio la “Follia” di Vivaldi, trasmette dei contrasti molto forti per gli accordi suonati ma la sensazione generale che ne ricavi è piacevole: credo che lo stesso vada ricercato anche nelle persone, nell’arte, nel cibo, nella moda. Non deve essere tutto perfetto, a volte può esserci anche quella crepa che elimina completamente l’idea di perfezione ma che lascia tuttavia una certa libertà.
“Non deve essere tutto perfetto, a volte può esserci anche quella crepa che elimina completamente idea di perfezione ma che lascia tuttavia una certa libertà”.
JAPAN BEAUTY
L’ultimo viaggio in Giappone ha rovesciato le carte per me: siamo abituati, in quanto occidentali, ad usare tante creme idratanti su tutto il corpo, mentre li ne avrò visti 2/3 tipi in tutto Giappone; non le usano mai, vanno avanti a forza di maschere, non spalmano nulla [ride]. Hanno anche un tipo di clima che lo richiede, la mia pelle si seccava molto mentre ero in Giappone, ho fatto incetta di maschere. Credo che il Giappone abbia delle regole su quanto principio attivo vada inserito nei prodotti, sono molto efficaci, ma non tanto quanto quelle coreane.
IL VIAGGIO DEI SOGNI
Vorrei vedere ogni paese. Ma ce ne sono due che mi ispirano molto per motivi diversi: il primo è l’Australia, perché la maggior parte dei designer emergenti che mi piacciono sono australiani e quindi potrei fare acquisti senza pagare le tasse di importazione, che sono altissime [ride]. L’altro invece, che desiderio vedere fin da piccola, è Rapa Nui, l’Isola di Pasqua. Non saprei dire il motivo, vorrei solo vederla.
IL LOOK MAKEUP/FASHION PREFERITO NEL CINEMA
Domanda difficile, idealmente ho varie categorie di riferimento. “Blade Runner” forse, per il trucco, la pettinatura, tutto. Poi i film noir francesi dove le donne hanno sempre l’occhio allungato, la pelle chiara a contrasto con i capelli neri e l’abbigliamento che oscilla tra estremamente femminile ed estremamente maschile, è un immaginario che mi piace molto.
EVERYDAY MAKEUP LOOK
Sono innamorata della copertina di Vogue degli anni ‘50 in cui si vede solo l’occhio e la bocca su sfondo bianco. Mi manca il neo, ma per il resto assolutamente rossetto rosso e eyeliner kajal: il rossetto è anche una scelta strategica da punto di vista fotografico perché è il colore più facile da cambiare in postproduzione. Se scatto delle foto in sequenza, e il rossetto non sta benissimo con uno dei look scelti, posso sempre modificarlo dopo [ride].
THE GLAM SQUAD:
– Curél Makup Cleasing Gel
– Crema viso Laqa Dew me Right
– Fondotinta Pro Filt’r Fenty Beauty n.150
– Coffee Bronzer in Mocha di Winky Lux
– Illuminante Becca in Opal
– Smashbox Color Correcting Stick
– Winky Lux Eyeliner
– Winky Lux Uni-Brow
– Mascara Neve Cosmetics Lash Academy
– Huda Beauty Liquid Matte in Sugar Mama
– Kat Von D Everlasting glimmer veil in Dazzle
– Matita Labbra Kat Von D in Outlaw
THIS IS HOW I ROLL:
STRUCCANTE
L’ho preso in Giappone, è un prodotto da farmacia che riesce a rimuovere delicatamente qualsiasi cosa. Ad esempio, l’Everlasting di Kat Von D è ottimo ma ho un problema di labbra screpolate e se finisce nelle crepe non va via con nulla se non con questo prodotto. L’altro vantaggio è che, essendo poco delicata quando mi lavo il viso, spesso lo struccante mi finisce negli occhi e questo è l’unico che non brucia. Una volta, come esperimento, l’ho passato sugli occhi chiusi e poi gli ho aperti ed è come se non lo avessi fatto, non vedo l’ora di tornare in Giappone per prendermene una scorta!
FONDOTINTA
Mi trovo sorprendentemente bene, non ero partita con delle grandi aspettative ma ho finalmente trovato il mio colore, cosa che fino a qualche anno fa era impensabile, perché sono molto pallida e se non trovo il fondotinta perfetto rischio di avere la faccia arancione e il collo bianco. Sono capitata da Sephora in una stazione di Roma e c’era la responsabile di Fenty informatissima sulle composizioni, sull’utilizzo: anche lei pallida, mi ha detto che con Fenty aveva finalmente trovato il suo colore. Devo ammettere che la tenuta è ottima e per niente pesante.
Questi sono i prodotti che uso tutti i giorni e con cui mi trovo meglio dopo un’accurata selezione: ho la pelle mista e dunque la scelta del prodotto per me è fondamentale; quando è possibile preferisco scegliere prodotti naturali, eco-friendly e non testati su animali.
“Quando è possibile preferisco scegliere prodotti naturali, eco-friendly e non testati su animali”.
CONTOURING
Non sono un’amante del contouring esagerato nella vita reale, mentre a livello foto mi piace molto perché dona un effetto drammatico, ma se per strada vedo delle righe marroni sul viso non ce la posso proprio fare. Quindi utilizzo questo bronzer (che sa di caffè) e l’illuminante Becca, il mio preferito: ce l’ho anche liquido, ma lo uso solo quando sono di fretta e mi faccio un ritocco con le dita, mentre questo lo stendo con il pennello anche per controllare l’intensità dell’illuminante.
CORRETTORE
Posso dormire anche 15 ore ma purtroppo le occhiaie non vanno via, questa è la mia unica salvezza; gli altri invece mi lasciano le classiche righe aranciate che ti appesantiscono l’occhio e che si vedono.
EYELINER
Sempre.
SOPRACCIGLIA
La matita per sopracciglia la uso raramente perché tendo a strofinare molto le sopracciglia con le dita e rischio di portarmi il colore in giro per il viso, ma mi piace l’effetto, solo se leggero.
MASCARA
Mi ha conquistata il packaging e il fatto che richiami lo stile liberty con la grafica. È ottimo come prodotto, spesso e volentieri applicando il mascara mi ritrovo le ciglia appiccicate mentre questo le districa, le allunga, le infoltisce e le lascia leggere, cosa fondamentale per me perché sto tanto al computer e sforzando molto gli occhi se il mascara non è leggero mi ritrovo dopo qualche ora con pesantezza insopportabile.
LABBRA
Ho tre soluzioni labbra: nude, per quando ho poca voglia di truccarmi, un rossetto effetto metallizzato, sempre rosso perché è colore più versatile, o rosso matte, che metto solo ed esclusivamente con la matita, mentre gli altri due li metto senza.
Photos by Johnny Carrano.
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