John Lee Hancock fa luce sulla nascita della catena di fast food più famosa al mondo, McDonald’s, attraverso un biopic che il pubblico non si aspettava; “The Founder” è la storia del grande sogno americano, è la storia del simbolo dell’America. Una vicenda che tutto il mondo dava per scontata, come ha affermato anche il protagonista Michael Keaton, e proprio per questo motivo risulta scioccante agli occhi dello spettatore.
Hancock è noto per aver diretto nel 2009 il pluripremiato “The Blind Side” e, nel 2013, “Saving Mr. Banks”, anche questo un film su un altro grande capitalista americano che insegue il suo grande sogno. Una curiosità che forse non tutti sanno è che, inizialmente, il progetto doveva essere diretto dai fratelli Coen, ai quali piacque talmente tanto la vicenda che vollero diventarne i registi. Sfortunatamente, dovettero passare il testimone alle altrettanto sapienti mani di Hancock a causa di conflittualità temporali con le riprese di “Ave, Cesare!” (2016).
La pellicola è basata sulla vera storia di Ray Kroc, un venditore di frullatori dell’Illinois, che è stato capace di trasformare la piccola realtà creata dai fratelli McDonald in uno dei più grandi business nel campo della ristorazione mondiale. Kroc, impressionato dalla velocità con cui si preparavano e si servivano i panini, vide le grandi potenzialità di franchising dei prodotti McDonald e, attraverso manovre e inganni, fu in grado di sottrarre agli ingenui fratelli tutti i diritti e la proprietà sull’azienda, arrivando così a creare quello che oggi è un impero da miliardi di dollari.
Il protagonista Ray Kroc è magistralmente interpretato da un Michael Keaton decisamente trascurato dal grande schermo negli ultimi 10 anni, ma che negli ultimi tempi ha dato prova di grande professionalità e capacità: si veda, ad esempio, la sua interpretazione in “Il Caso Spotlight” del 2016 (che ha vinto l’Oscar come miglior film) oppure l’eccentrico “Birdman” (2015), per il quale ha ricevuto non solo la nomination agli Oscar, ma ha anche vinto ai Golden Globes come miglior attore.
Lo stesso Keaton afferma di vivere quasi una seconda giovinezza: l’aver ricevuto moltissime buone proposte e personaggi di suo interesse gli ha dato la spinta per tornare a lavorare con più passione di prima. Anche in “The Founder”, Keaton ha trovato un ruolo alla sua altezza, un personaggio che può non essere amato dal grande pubblico a causa della sua avidità e della sua mancanza di moralità, ma che difficilmente non si può ammirare per la sua perseveranza e lungimiranza.
L’attore sostiene di non amare particolarmente in ruoli in cui veste i panni di personaggi strappalacrime e amati da tutti: di Kroc dice che di certo non era ammirevole dal lato umano, ma che era un visionario. Keaton ha studiato bene la parte e soprattutto ha cercato di immedesimarsi in tutto e per tutto in Kroc, cercando di cogliere a pieno l’essenza e il carattere del suo personaggio “perché è una biopic”: percepiva una certa responsabilità nei confronti del soggetto, addirittura ha cominciato a prendere lezioni di pianoforte in preparazione alle riprese, perché al protagonista di “The Founder” piaceva suonare il piano.
L’entusiasmo di Ray cresce a mano a mano che si procede con la vicenda, il protagonista alla fine assume un atteggiamento quasi maniacale. Di “The Founder”, infatti, si dice che non sia una bella storia: le persone vengono ignorate (come, ad esempio, la moglie di Kroc interpretata da Laura Dern) oppure tradite (come nel caso della fiducia riposta dai fratelli McDonald in Ray).
In questa pellicola percepiamo e assistiamo alla nascita del vero self-made man, che però in questo caso si guadagna il successo e la fama a discapito della verità e dell’integrità morale. Anche la co-protagonista, Laura Dern, afferma di aver trovato interessante il soggetto proprio per questa sua capacità di sacrificare gli affetti e di agire con l’inganno per amore di un fast food e di un’idea innovativa. La Dern è stata incuriosita e invogliata a partecipare al progetto nonostante il suo personaggio sia uno di quelli bistrattati dal perseverante Kroc.
La pellicola propone una sottile critica al celebre sogno americano che chiunque vorrebbe vivere una volta nella vita: i tradimenti, le macchinazioni, l’avarizia e l’inganno sono le componenti essenziali di questa storia; gli spettatori, alla fine, si ritrovano da un lato ad ammirare un personaggio controverso come Ray Kroc, mentre dall’altro si soffermeranno a pensare e a compatire tutte le persone che vengono abbandonate durante la scalata verso la vetta.