Se non avete ancora visto “Sex Education” su Netflix, dovete farlo ora. Perché il 17 gennaio uscirà la seconda stagione e, da quello che abbiamo capito, sarà ancora meglio della prima.
La serie dipinge in maniera eccezionale un mix di paure, incertezze, scoperte di sé, amicizia, difficoltà ad accettarsi o accettare gli altri e, ovviamente, parla di educazione sessuale come mai nessuno lo aveva fatto prima. Questa serie tv, con le sue tematiche e i suoi protagonisti, dovrebbe essere la serie tv che ognuno di noi avrebbe dovuto vedere durante la propria adolescenza. Non solo perché parla di sesso in maniera fresca e genuina ma anche perché rappresenta tutti noi, prima o poi.
Uno dei personaggi di “Sex Education” è Ola, una ragazza con cui il protagonista Otis (Asa Butterfield), avrà una relazione speciale, che poi nella seconda stagione si svilupperà sempre di più. Ola è interpretata da Patricia Allison che è la nostra Cover di gennaio, e non potevamo cominciare l’anno in maniera migliore: una vera femminista, che vuole raccontare storie di donne di colore, che ama la creatività in ogni suo aspetto e che ci ha raccontato cosa dobbiamo aspettarci da questa seconda stagione e quali sono i suoi obbiettivi.
Ci hai già raccontato qual è secondo te il bello della recitazione, ma cosa ti ha fatto scattare la voglia di recitare?
Quando avevo 10 anni ho partecipato ad una produzione scolastica di “Oliver Twist” alla Royal Opera House a Covent Garden, perché la mia scuola era legata a quel teatro, e ricordo di essere salita sul palco per la prima volta e di aver avuto un’epifania. È stato un momento importante e ancora adesso so che mi ha incoraggiata ad andare avanti. Quindi è dall’età di 10 anni che desidero recitare, era come giocare, ma su una scala differente, sentivo davvero tutte le emozioni che avrei dovuto fingere quando ero sul palco.
Cosa ti ha attratto di più di “Sex Education”?
La sceneggiatura è meravigliosa, i personaggi sono scritti molto bene, non potevo perdere l’opportunità di partecipare a qualcosa di tanto speciale e sono davvero contenta di averlo fatto.
Ho fatto provini per più ruoli, e alla fine ho avuto la parte di Ola, è lei l’unica per me. Laurie Nunn è una sceneggiatrice straordinaria, poi c’è Ben Taylor alla regia e per la seconda stagione ci sono anche Sophie Goodhart e Alice Seabright, quindi due donne alla regia, una sceneggiatrice, e il cast è 50/50, è davvero speciale.
“Ho avuto la parte di Ola, è lei l’unica per me”.
Nella serie c’è spazio per ciascuno di voi, ogni personaggio è molto ben descritto e penso sia una cosa fantastica perché a volte, quando ci sono personaggi primari e secondari, non hai modo di conoscerli così a fondo uno per uno, mentre in questa serie li conosci bene tutti.
Sì, e questo aspetto emerge ancora di più nella seconda stagione ed è bello perché abbiamo già impostato i personaggi, li abbiamo presentati tutti e adesso entriamo davvero nei loro viaggi personali e nelle loro vite. Essendo tutti scritti così bene si riesce ad entrare dentro questi personaggi abbastanza facilmente, sono molto accessibili.
Perché pensi che questa serie abbia un tale impatto sul pubblico?
Penso sia un modo nuovo, innovativo e fresco di guardare al sesso, ovvero non in maniera grottesca, non per il solo gusto di farlo. Tocca argomenti scomodi, a volte molto complessi, e vediamo i personaggi attraversare le loro prime esperienze sessuali da teenager ed è tutto naturale, non è un tabù, e mettiamo in risalto molti argomenti, dicendo semplicemente che è okay essere qualunque cosa siamo. Credo che la bellezza della serie e dei personaggi risieda in questo, perché viviamo in un mondo in cui moriamo dalla voglia di essere accettati.
“Penso sia un modo nuovo, innovativo e fresco di guardare al sesso”.
Hai mai pensato: “magari ‘Sex Education’ fosse andata in onda quando andavo io al liceo”?
Decisamente. La mia educazione sessuale a scuola era molto limitata e mi sarebbe piaciuto sentirmi più a mio agio sul tema, un po’ come Ola, che è molto sicura di sé e sa quello che vuole, che non è così scontato per molti sedicenni.
Dicono che la serie sia tanto per adolescenti quanto per adulti. Riesci a immaginare una conversazione a tavola, durante una cena di famiglia, dopo aver visto uno degli episodi di “Sex Education”? Credi che la serie aprire una conversazione?
Sì, una volta, in un pub, una donna è venuta da me e mi ha detto che suo figlio era innamorato di “Sex Education” e mi ha ringraziata per aver fatto la serie e mi ha raccontato che suo figlio è gay e che loro sono molto legati, ma lui non aveva mai fatto coming-out con lei. Quindi, quando è uscita la serie, lui l’ha fatta sedere e gliel’ha fatta vedere e nella puntata in cui Ncuti [Gatwa] stava praticamente recitando la sua scena, ha detto: “mamma sono gay”. Il ragazzo ha usato la serie per fare coming-out con sua madre, perché lo guardavano insieme e alla fine di ogni episodio lei era di buon umore e aveva visto il risvolto negativo che una situazione del genere avrebbe potuto avere e il figlio ha sentito il bisogno di dirglielo. È come se avesse pensato: “la serie mi ha fatto venir voglia di dirti che sono gay”, quindi le loro vite sono cambiate, penso. È questo il tipo di dialogo che si dovrebbe avere tra familiari. Anche se pensi di essere molto legato ai tuoi genitori, forse ci sono ancora delle cose che non riesci a dire e penso che la serie possa essere d’aiuto.
“Alla fine di ogni episodio lei era di buon umore e aveva visto il risvolto negativo che una situazione del genere avrebbe potuto avere e il figlio ha sentito il bisogno di dirglielo. È come se avesse pensato: ‘la serie mi ha fatto venir voglia di dirti che sono gay’, quindi le loro vite sono cambiate, penso”.
Come hai costruito il personaggio di Ola e come sei entrata in sintonia con lei?
È stato molto facile entrarci in sintonia. È molto determinata e mi piace la sua moralità, vediamo le cose dalla stessa prospettiva in un certo senso, quindi per me è stato bello avere questo aspetto a cui aggrapparmi. Il personaggio è scritto così bene che non dovevo neanche pensarci troppo, è tutto nella sceneggiatura, quindi mi sono semplicemente affidata e spesso mi sorprendeva.
Hai avuto modo di improvvisare?
Qualche volta. Ben Taylor, il nostro regista, ha incoraggiato l’improvvisazione sul set, il che è grandioso, perché secondo me l’improvvisazione dà alla comicità un’energia e freschezza senza pari.
Che cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda stagione?
Uno sguardo più profondo verso i personaggi. Ci sono anche molte belle amicizie femminili che si sviluppano e viaggi che i personaggi intraprendono, un’unione di donne che penso sia incredibile e fondamentale in questi tempi. La serie fa vedere proprio questo.
“…un’unione di donne che penso sia incredibile e fondamentale in questi tempi. La serie fa vedere proprio questo”.
Dato che non puoi svelare troppe cose sulla stagione, come descriveresti la relazione tra Ola e Otis in una parola?
Credo che “sbocciare” sia l’espressione giusta, perché è un viaggio e una caratteristica della relazione tra Ola e Otis.
Qual è il tuo personaggio preferito della serie?
Non può che essere Lily, il personaggio di Tanya Reynolds [ride]. È così brava, così brillante e adoro guardarla recitare, è il mio personaggio preferito.
Il momento più divertente sul set?
Ce ne sono un sacco! Le frasi del tipo “puoi pescare un cazzo dalla scatola dei cazzi?”. O meglio, “peni”, scusate… ma trovo l’intera conversazione esilarante, parlare dei genitali in modo serio mi fa sempre ridere.
“Sbocciare”.
Il tuo “guilty pleasure” film?
“Love Actually – L’amore davvero”. Lo adoro, lo guardavo sempre quando ero più piccola, continuamente. Quello e “L’amore non va in vacanza”, ero ossessionata.
Hai mai scritto qualcosa?
A volte scrivo qualche parola o brevi poesie, ma non ho ancora scritto una sceneggiatura, ma c’è tempo, e mi piacerebbe molto farlo. Mi piacerebbe tanto anche dirigere e scrivere e fare delle cose mie, qualunque tipo di cosa. Suono un po’ la chitarra e amo cantare, quindi per me essere creativa significa canalizzare la mia inventiva in qualunque modo esista per essere creativi.
Quali sono le storie che sogni di raccontare?
Storie che abbiano a che fare con me, e con il mio essere multietnica, fornire alle donne di colore una piattaforma attraverso cui raccontare più storie che riguardino solo le donne, che siano interessanti e che non abbiamo mai sentito, perché sono sicura che ce ne siano tante, e penso che ci sia anche così tanto da esplorare. Non vorrei mai limitarmi, ma so cosa mi interessa e sono una grande femminista, così quando il tema è l’essere di colore e l’essere donna, io ci sono.
“Sono una grande femminista, così quando il tema è l’essere di colore e l’essere donna, io ci sono”.
Il tuo must-have sul set.
Acqua. Non posso vivere senza, so che suona ridicolo, ma bevo molta acqua sul set, quindi anche il bagno sarebbe un altro must have [ride].
Il super potere che hai o che vorresti avere.
Probabilmente sto copiando qualcuno che l’ha già detto tempo fa, ma adoro l’idea di sentire una musica che parte quando entro in una stanza, vorrei quello come super potere. Non so come potrebbe funzionare, forse semplicemente con qualcuno con uno stereo portatile dietro di te. Come quando hai le cuffie ed entri in una stanza ed hai musica nelle orecchie e ti sembra di stare in un film, mi piacerebbe avere questo come costante superpotere.
L’ultimo binge-watch?
“Big Mouth”. Sono ossessionata da questa serie, per qualche strano motivo.
“Adoro l’idea di sentire una musica che parte quando entro in una stanza, vorrei quello come super potere“.
Qual è il libro sul tuo comodino?
“Ain’t I a Woman?” di Bell Hooks, non leggerissimo, ma molto ben scritto. È stata la prima donna a scrivere di femminismo nero, ed è straordinaria, ne parla sia dal punto di vista storico che cronachistico, ed in modo quasi distaccato, ma nell’insieme è molto realistico, una bella lettura. Oppure “Il potere di adesso” di Eckhart Tolle, è un libro che ricerco sempre.
Chi ha visto la serie “Sex Education” capirà questa domanda: ti piacciono i gatti?
Amo i gatti! Ma anche le capre.
Ultima domanda: qual è stata per te la cosa più bella del girare “Sex Education” e far parte del progetto?
La parte migliore non può che essere l’energia sprigionata da ognuno di noi. Le persone sul set, i registi, la troupe, tutti gli attori, tutti noi insieme creiamo qualcosa di così speciale ed è bellissimo. Anche le location sono sensazionali, siamo sempre in luoghi molto magici e con molto verde, e sono posti perfetti per creare liberamente e andare ben oltre ciò che hai in mente di fare.
“Sex Education” è semplicemente bellissimo, secondo me. Uno degli aspetti più belli è che il tempo di ambientazione è indecifrabile, è praticamente senza tempo. Un mondo molto realistico, un po’ come Harry Potter, è reale ma coesiste rispetto alla realtà in una maniera tutta sua, con le sue regole e il suo sole, perché era sempre così bello e soleggiato quando giravamo, non so perché, siamo stati “miracolati”.
The Film Wall
35mm
Credits:
Photo & Video by Johnny Carrano.
Stylist: Alex Reid.
Makeup: Caroline Barnes.
Hair: Stefan Bertin.
Thanks to Leman Locke.
Look 1:
Dress – Rotate
Shoes – Topshop
Earrings – Toolally
Look 2:
Full look – Pritch London
Shoes – Topshop
Look 3:
Dress – Malan Breton
Shoes – Terry de Havilland
Earrings – Toolally
Look 4:
Dress – Zeynep Kartal
Shoes – Terry de Havilland