No, non è una rubrica di Jimmy Fallon, e non è nemmeno una lettera per ringraziare la nonna della paghetta mensile. È un omaggio, uno di quelli molto personali, molto intimi. Di quelli che, arrivati ad un certo punto della vita, senti di dover tirare fuori, e mettere in ordine e condividere, o imploderai. O non sarà vero amore, vera riconoscenza, perché i sentimenti e gli interessi che non condividi pian piano finiscono per perdere di intensità e di significato, muoiono dentro di te senza aver mai visto la luce, e tu muori con loro.
Questo è un grande e sonoro ‘GRAZIE‘ a chi, come pochi, ho amato, a chi, come pochi, è stato origine di gioie intense, a chi ha lavorato con la mia famiglia alla dura missione di crescermi: ai personaggi dei film della mia infanzia e adolescenza, che mi hanno resa quella che sono oggi, diventando un po’ parte della famiglia anche loro.
Cos’è la famiglia, in fin dei conti? Famiglia è casa, famiglia è chi ti cresce, chi c’è nei momenti più importanti della vita, famiglia è chi ti ispira, chi ti rappresenta. ‘Familiare’ è ciò che sentiamo come un pezzo di noi, e di cui non ci libereremo mai. Spesso non serve condividere la casa, la nazionalità, e nemmeno il sangue, per poter chiamare qualcuno “famiglia”, e non serve nemmeno conoscerci tutti personalmente. Forse, non è nemmeno fondamentale esistere tutti.
Io sono orgogliosa di poter chiamare famiglia diversi personaggi iconici che, di sicuro, non hanno allevato solo me, ma tanti altri cinefili della mia generazione. Un appello agli appassionati classe 1990-2000, allora: firmerò questo biglietto a nome di tutti voi.
Hermione Granger – “Saga di Harry Potter”
Hermione, ti ringrazio per avermi insegnato che l’amore per i libri non è cosa da nascondere, e che se ti piace andare a scuola ed imparare non hai nulla di cui vergognarti. Grazie per avermi convinta che le ragazze sono le creature più potenti di qualsiasi mondo. Grazie per aver tirato fuori Harry e Ron dal primo all’ultimo pasticcio – senza di te sarebbero durati ben poco nel mondo dei maghi, e il mio debole cuore non avrebbe sopportato la perdita.
Anna Coleman – “Quel pazzo venerdì”
Anna, in realtà non so bene se dirti ‘grazie‘ o ‘è tutta colpa tua’ per aver ispirato la mia fase punk, completa di cinture in pelle borchiata, jeans a vita vergognosamente bassa, spille a forma di teschio e aspirazioni da cantante rock. Col senno di poi, non me ne pento, è stato un periodo sperimentale della mia adolescenza piuttosto divertente (e la simpatia per le borchie non è ancora andata via del tutto).
Mia Thermopolis – “Pretty Princess”
Grazie, Mia, per avermi regalato una speranza che è diventata linfa vitale e che mi accompagnerà per il resto della vita: la speranza che tutti siamo qualcuno, che da un giorno all’altro la tua vita può essere anche piacevolmente sconvolta, che ciò che non avresti mai immaginato potesse accadere a te, invece, perché no, può capitarti, e che pazienza, impegno e determinazione sono ingredienti base del successo in qualunque campo. Grazie, Mia, per avermi trasmesso un’ambizione da principessa.
Briony Tallis – “Espiazione”
Quando ti ho conosciuta, Briony, ero una bambina, come te, e mi piaceva scrivere, come piaceva a te. Riempivo diari su diari, mi raccontavo, mi confessavo, inventavo e modificavo la realtà come volevo. Tu, però, scrivevi commedie e tragedie. Tu facevi sul serio, eri una bambina, come me, ma molto più brava di me, perché creavi nuovi mondi, nuove vite, nuove storie. Io non l’avevo mai fatto. Grazie, Briony, per avermi incoraggiata a usare la fantasia e ad indagare sul piacere della scrittura. A partire da te, ho capito molte cose.
Ricky Fitts – “American Beauty”
Ricky, la penso come te, “a volte, c’è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla. Il mio cuore sta per flanare”. Grazie di aver trovato le parole che cercavo per esprimere quello che spesso sento. Sai, quando guardi qualcosa, o qualcuno, e li trovi così assurdamente belli che senti il cuore pompare sangue con un’intensità che ti spaventa, senti che tutto ciò che hai dentro ti preme contro la pelle e te la strapperesti pur di liberarti da quell’eccesso di adorazione. Grazie, Ricky, per avermi insegnato che amare tanto da star male, a volte, non è follia, ma solo profondità.
Charlie – “Noi siamo infinito”
Caro Charlie, sono circa 1825 giorni che ho finito la scuola, ma ancora non ho capito come si fa a partecipare alla vita. E scommetto che in realtà non l’avevi capito neanche tu, quando ti era stato raccomandato di farlo. Ma ce l’hai messa tutta e anche io ce la sto mettendo tutta. In fondo, è così che siamo fatti noi, ragazzi da parete: osserviamo l’obiettivo da lontano e in silenzio, all’inizio non lo inquadriamo mai con chiarezza, ma lo miriamo, lo elaboriamo, e ci intestardiamo fino a che non lo colpiamo. Peccato che spesso è contro noi stessi che ci accaniamo di più. Grazie per non avermi fatta sentire l’unico ‘giocattolo difettoso‘ sul mercato. Sempre con affetto.
Frances Halladay – “Frances Ha”
Grazie Frances, per avermi fatta innamorare degli appartamenti di New York City, quelli con le scale antincendio e gli zerbini di foglie secche in autunno; grazie per avermi insegnato che non è la fine del mondo “non essere ancora una persona vera” e che l’identità la si trova solo sperimentando, magari sbagliando, ma di sicuro mettendosi in gioco. Più di ogni altra cosa, grazie per aver definito, con la tua storia e con le tue parole, e con una concretezza emozionante, di cosa può essere fatto un rapporto d’amicizia, di cosa è fatto e sarà per sempre fatto uno dei miei.
Margot Tenenbaum – “I Tenenbaum”
Grazie, Margot, per aver incartato la mia personalità in una confezione diversa da quella a cui ero abituata: ti ringrazio per avermi mostrato come anche tu sai essere tante persone diverse in un corpo solo, alternando al mistero la creatività, all’apatia l’amore inconvenzionale; grazie per essere comparsa nella mia vita in un momento in cui mi sentivo frantumata e avermi incoraggiata alla ricostruzione del puzzle, contagiandomi col gusto per la simmetria.
Mia Dolan – “La La Land”
Ti ringrazio, Mia, per avermi mostrato più da vicino un mondo che da tempo immemore ha messo radici nel mio cuore; ti ringrazio per aver svelato, confermando tanti miei sospetti, il potere rivoluzionario che passione, curiosità e determinazione possono avere nell’esistenza degli ambiziosi; grazie per avermi fatta cantare, ballare, piangere e amare nel traffico e nei tramonti della città delle stelle. “Here’s to the fools who dream”, brindo e per sempre brinderò ai sognatori come noi. Ti ringrazio per avermi offerto quel bicchiere e per avermi incoraggiata a vederlo mezzo pieno.
Per sempre vostra.