Nell’industria cinematografica, i grandi insuccessi, quei film che registrano incassi deludenti durante la loro permanenza nelle sale, sono noti con l’appellativo di ‘flop’, che in italiano traduciamo con ‘fiasco’. A ben vedere, però, la storia del cinema fin ora ha dimostrato che è tutto fuorché impossibile per un flop d’immagine o commerciale recuperare e guadagnare popolarità col vantaggio del tempo; al contrario, esiste una lista piuttosto lunga di pellicole rivalutate e diventate grandi successi col passare degli anni, anche decenni dopo la loro uscita in sala, e ora considerate cult assoluti, al punto che per chiunque sarebbe impossibile immaginare una vita senza conoscerli.
Ecco la nostra selezione dei migliori flop della storia del cinema, oggi divenuti leggendari e indiscutibili cult. Ora, prendete nota: come Timothée Chalamet disse a Jimmy Fallon, commentando il suo epico capitombolo dalla sedia durante un Q&A al New York Film Festival: “sta tutto nel sapersi rialzare”.
“Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”
Il primissimo adattamento cinematografico del romanzo di Roald Dahl – storia del piccolo e povero Charlie che trova in una barretta di cioccolato il Biglietto d’Oro, accesso alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, in cui vivrà le più incredibili tra le avventure – non fece grandi incassi al botteghino quando uscì nel 1971. Diretto da Mel Stuart, con Gene Wilder nei panni del cioccolatiere Wonka, Variety definì il film “una mediocre fantasia musicale per famiglie” senza “canzoni particolarmente orecchiabili o memorabili”; sulla stessa linea di pensiero, il Los Angeles Times scrisse che le canzoni erano “immediatamente dimenticabili”, mentre il Chicago Tribune dichiarò che “le aspettative di come sarebbe stata rappresentata la fabbrica di Wonka erano così alte che il suo aspetto finale è una delusione terribile”.
Anni dopo, il film acquisì popolarità e successo grazie alle sue ripetute trasmissioni in tv e alle vendite delle videocassette, conquistando il cuore di generazioni sempre nuove. Ora, il film è considerato uno dei più grandi cult di tutti i tempi, in competizione con il remake del 2005 diretto da Tim Burton.
“The Rocky Horror Picture Show”
La pellicola horror, comica e musicale della 20th Century Fox, diretta da Jim Sharman, incentrata sulle avventure di una giovane coppia di fidanzati (Tim Curry e Susan Sarandon) che trovano riparo da un temporale in un castello abitato da bizzarri individui vestiti con costumi stravaganti, fu un grande fiasco alla sua uscita in sala nel 1975. La rivista americana Newsweek lo definì “di cattivo gusto, con trama inesistente e senza senso”; il Chicago Sunday Times lo classificò come “un fenomeno sociale” più che un film e il Chicago Reader si lamentò che le canzoni fossero “tutte uguali”. La critica lo distrusse e il pubblico lo trovò noioso, così fu subito declassato a film di mezzanotte, alle cui proiezioni, tuttavia, il pubblico cominciò a partecipare in maniera sorprendentemente attiva. A partire dal 1977, con gli spettacoli di mezzanotte ancora in sala, la gente non andava più solo a vedere “The Rocky Horror Picture Show”, ma andava a vivere il film, urlando allo schermo durante la proiezione e indossando costumi e accessori simili a quelli dei personaggi. Col passare degli anni, il film cominciò ad essere sistematicamente mandato in onda nel periodo di Halloween, e il suo seguito internazionale divenne sempre più grande, fino a renderlo il cult che tutti noi oggi conosciamo, un classico considerato tra i più spettacolari, esteticamente significativi musical di tutti i tempi.
“Blade Runner”
Il film di fantascienza per eccellenza classe 1982, tra i capostipiti del genere, diretto da Ridley Scott, con Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean Young, fu poco apprezzato ai tempi della sua uscita tanto dalla critica quanto dal pubblico, rivelandosi un flop soprattutto ai botteghini dei cinema nord-americani. Il film, ambientato in una distopica Los Angeles del futuro (l’allora futuro 2019), abitata da umani sintetici bioingegnerizzati, è stato forse frainteso quando è uscito nelle sale. Columbia Record lo chiamò “pornografia fantascientifica”, il critico Roger Ebert descrisse la “storia umana” come “banale e un po’ superficiale”, altre testate definirono la trama debole paragonata agli effetti speciali. Ad ogni modo, col tempo il flop finì per rinascere dalle macerie, alimentando un culto che divenne sempre più grande col passare degli anni, soprattutto grazie alle cospicue vendite di videocassette e dvd, fenomeno che convinse critica e pubblico a rivalutarlo e riconoscerne il potenziale e il genio. Il film, oggi, oltre ad essere classificato tra i cult più amati della storia, è considerato un capolavoro del genere sci-fi, ispirazione per molti registi, primo fra tutti Denis Villeneuve che ne ha diretto il sequel “Blade Runner 2049”.
“Matilda sei mitica”
Tratto dal romanzo omonimo di Roald Dahl, il film del 1996 diretto da Denny DeVito racconta la storia di una bambina geniale di nome Matilda, che usa le sue abilità telecinetiche per tenere a bada la propria famiglia e la direttrice tirannica della sua scuola elementare. All’uscita nelle sale, il film ricevette recensioni positive dalla critica: il Chicago Times ne lodò la stramberia, Variety lo definì “esuberantemente eccentrico, abbastanza da piacere a quasi tutti”. Tuttavia, il film non ebbe molto successo tra gli spettatori: forse era troppo bizzarro, o forse era troppo più avanti del suo tempo. Ad ogni modo, il flop di fine anni ’90 oggi è diventato un classico per bambini e famiglie di cui non potremmo fare a meno.
“Fight Club”
Il dramma americano di David Fincher, uscito nel 1999 e tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, racconta le vicende di un narratore senza nome (Edward Norton), in seguito all’incontro con Mr. Tyler Durden (Brad Pitt) durante un viaggio di lavoro: i due uomini decidono insieme di fondare un fight club per scaricare le loro pulsioni aggressive. Strano, ma vero, il film si rivelò un grandissimo flop: non fu in grado di soddisfare le aspettative della Fox 2000 Pictures e ricevette reazioni negative dalla critica, che lo classificò come un film controverso e violento. Stephen Hunter del Washington Post definì la pellicola “un’ode all’anarchia e al caos”, aggiungendo la più incredibile tra le confessioni: “Brad Pitt non mi piace nemmeno così tanto”; Entertainment Weekly dichiarò che “se, come ha detto Fincher, questo film avrebbe dovuto far ridere, allora la battuta è su di noi”.
Più tardi, il film conobbe un enorme successo commerciale con la sua uscita in dvd, diventando il prototipo di film cult, come lo conosciamo oggi.
“Quasi famosi”
La commedia drammatica statunitense del 2000, diretta da Cameron Crowe, con Billy Crudup, Frances McDormand e alcune allora future star internazionali come Kate Hudson, Philip Seymour Hoffman, Jimmy Fallon e Zoey Dechanel, è un esempio di film con triste esordio: nonostante le critiche positive ricevute in seguito alla premiere al Toronto Film Festival, il film uscì in pochissime sale e fu un fiasco al botteghino. Forse perché l’uscita in sala ricorreva meno di un anno prima dell’attacco alle Torri Gemelle, la pellicola ebbe scarso successo anche negli anni immediatamente a venire. Nonostante i commenti negativi di alcuni giornali americani, che criticarono la poca credibilità dell’ambientazione anni ’70, la storia della giovane giornalista che scrive per la rivista Rolling Stone e viaggia in tour con una rock band nella speranza di farsi pubblicare il suo primo articolo da copertina, fu pluripremiata agli Oscar, ai Grammy e ai Golden Globe, diventando un cult internazionale, una delle poche celebrazioni cinematografiche del rock n’ roll con grandissimo impatto culturale.
“Donnie Darko”
Il thriller psicologico fantascientifico uscito nel 2001, firmato Richard Kelly, con protagonisti i giovani fratelli Gyllenhaal, ebbe il più sfortunato degli esordi: il film fu poco pubblicizzato a causa del trailer, che mostrava la scena di un aereo che si schianta al suolo, con l’attacco alle Torri Gemelle avvenuto solo un mese prima dell’uscita in sala. Fu proiettato in pochi cinema e fece ancor meno incassi. Tuttavia, l’anno dopo il film uscì in videocassetta e in dvd ed ebbe un successo sorprendente: critica e pubblico ne lodarono trama, talento degli attori e colonna sonora (che comprende alcune hit intramontabili come “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division e la famosa cover di Gary Jules della canzone “Mad World” dei Tears for Fears). La storia della pericolosa e immaginaria amicizia fondata sul ricatto tra il giovane Donnie (Jake Gyllenhaal) e un inquietante coniglio gigante, col passare degli anni ha sviluppato un seguito di culto ed è oggi considerata uno dei capolavori del cinema moderno.
“Love Actually – L’amore davvero”
Uscito nelle sale statunitensi e britanniche nel novembre del 2003, la commedia romantica inglese di Richard Curtis, con Hugh Grant, Keira Knightly, Colin Firth, Emma Thompson e Alan Rickman all’inizio ricevette giudizi misti. Le storie intrecciate di otto coppie che affrontano problemi di cuore in una Londra illuminata dalle luci natalizie finì per essere molto più apprezzata dal pubblico che dalla critica. Quando uscì in sala, Rotten Tomatoes definì il film “Un raccontino smielato imbottito con fin troppe storie”, mentre il New York Times lo chiamò “un Christmas pudding indigesto” e il Guardian lamentò che “nessuna delle storie è poi così divertente e convincente dal punto di vista umano, e nessuna ha spazio per respirare o svilupparsi”.
Mandato in onda ogni anno nel periodo di Natale, il film col tempo è diventato in tutto il mondo un caposaldo tra le commedie romantiche, vendicandosi dell’aspra accoglienza ricevuta nel 2003.
“The Room”
Inizialmente etichettato come il peggior film mai realizzato, il dramma romantico statunitense del 2003, scritto, diretto e interpretato da Tommy Wiseau, racconta il triangolo amoroso tra il banchiere Johnny (Wiseau), la sua fidanzata Lisa (Juliette Danielle) di cui è follemente innamorato, e il suo migliore amico Mark (Greg Sestero) con cui Lisa lo tradisce. Quando uscì nei cinema americani, il film fu un gigantesco flop. Secondo diverse recensioni dell’epoca, il pubblico in sala rideva fragorosamente, scena dopo scena, e capitava spesso che la gente uscisse a metà proiezione per chiedere il rimborso del biglietto. “The Room” fu distrutto anche dalla critica, che ne condannò recitazione, sceneggiatura, colonna sonora, fotografia e regia. Il triste esordio non impedì al film di migliorare le proprie sorti e diventare un cult: il suo stile narrativo insolito e la recitazione ridicola degli attori col passare del tempo gli ha regalato la simpatia degli spettatori e fatto guadagnare un upgrade da ‘peggior film mai realizzato’ a ‘miglior peggior film mai realizzato’. Inoltre, nel 2017 James Franco ha diretto e interpretato Wiseau in “The Disaster Artist”, adattamento cinematografico del memoir di Greg Sestero sulla realizzazione di “The Room”, conferendo al flop di Wiseau una nuova luce e un nuovo seguito.
“Le pagine della nostra vita”
Il dramma romantico diretto da Nick Cassavetes e tratto dal romanzo omonimo di Nicholas Sparks, con protagonisti Ryan Gosling e Rachel McAdams nei panni di due giovani innamorati degli anni ’40, ricevette recensioni non troppo positive dalla critica. Quando uscì in sala nel 2004, il Seattle Post-Intelligencer lamentò che “non scoppia nessuna scintilla romantica tra gli attori: il film non ci fa innamorare dei due amanti”, mentre il Guardian definì la pellicola “una tremenda imitazione di Titanic”.
Nonostante la fredda accoglienza che ricevette all’epoca, col tempo il film si è rivelato una cosiddetta ‘sleeper hit’, ovvero un prodotto che ce ne ha messo di tempo, ma è diventato un fenomeno culturale. Dopotutto, diciamo le cose come stanno: chi è che non ha mai fantasticato di essere baciato appassionatamente sotto la pioggia da un Gosling o da una McAdams?