Per chi di noi ha visto “The Handmaid’s Tale” e sta segretamente (in realtà non così segretamente) facendo il conto alla rovescia in attesa della nuova stagione sa di cosa stiamo parlando quando diciamo che l’utilizzo che la serie fa dei primi piani ti trascina letteralmente dentro la storia, dentro la mente dei protagonisti, come se facessimo anche noi parte della storia stessa.
Quindi ogni volta che un episodio finiva, e riuscivamo ad “uscire” dallo schermo e a riprenderci un pochino, non potevamo che chiederci anche del makeup: non deve essere stato facile realizzare un makeup così “invisibile” ma allo stesso tempo forte e ricco di significato e in perfetta armonia con ogni altro singolo dettaglio, dai costumi, alle luci e così via. Quindi non potevamo non cercare di conoscere la mano magica dietro a questi look makeup, lo abbiamo incontrato, il suo nome è Burton LeBlanc, capo del dipartimento makeup fin dal prima stagione.
L’abbiamo incontrato a New York, dove ci ha guidati attraverso il suo processo creativo per la realizzazione dei look, ci ha svelato i prodotti must-have che usa su Elisabeth Moss nelle vesti di Difred e come differenzia i suoi look quando la vediamo come June nella sua vita prima di Gilead.
L’obiettivo e forza motrice di Burton? Non deludere nessuno, dalle persone con cui lavora al pubblico. E, un consiglio derivante dall’esperienza nel lavorare con così tanti primi piani? Controllate sempre la luce e il makeup in camera…potreste rimanere sorpresi nel vedere come le cose possono apparire differenti.
Perché hai scelto di intraprendere la carriera di truccatore cinematografico?
Sono sempre stato affascinato dal vedere come può cambiare l’aspetto delle persone per farle sembrare dei personaggi dei film classici. Avevo un contratto di lavoro, ma poi le cose sono cambiate e allora ho pensato: “Ora che faccio?”, così ho deciso di iscrivermi alla scuola di trucco e ho pensato di specializzarmi in film e TV, in aggiunta al makeup per per il mondo della moda.
Sei sempre stato un fan del cinema?
Si, sempre. Mi hanno sempre intrigato le storie raccontate dal grande e piccolo schermo e ho sempre amato l’industria stessa, mi chiedevo come sarei riuscito a farne parte.
“Mi hanno sempre intrigato le storie […] e ho sempre amato l’industria stessa…”
“Sono sempre stato affascinato dal vedere come può cambiare l’aspetto delle persone per farle sembrare dei personaggi dei film classici.”
Che tipo di ricerca hai fatto all’inizio, e durante, le riprese di “The Handmaid’s Tale”?
Semplicemente andando online e guardando film o tv cult, cose molto angoscianti e logoranti che avessero a che fare con torture e magari anche abusi tipo “Il signore delle mosche” e simili; oppure foto di vittime dell’Olocausto, e altri scenari distopici e oppressivi: molto crudi e reali. Volevo ricreare un’apparenza reale.
Come hai lavorato con Ane Crabtree, costume designer delle prime due stagioni?
Ane è incredibile. All’inizio non avevamo un vero e proprio rapporto perché non ci conoscevamo. La osservavo lavorare, studiavo i suoi design e riflettevo su come il makeup e i costumi potessero essere complementari gli uni con gli altri. Ne discutevamo, e così facendo abbiamo avuto modo di conoscerci in fretta, e lei era sempre contenta di collaborare. È sempre stata fantastica, e sono fortunato nel poter dire che è mia amica.
Sin dalla prima stagione, una caratteristica della serie sono stati primi piani. In che modo questo ha influenzato il tuo approccio al makeup?
Io sono un perfezionista, a cominciare da me stesso [ride]. In pratica, la mattina nelle roulotte, quando prepariamo tutti gli attori, faccio ciò che credo sia giusto con il mio team, ovvero, discuto con loro di ciò che vorrei venisse fatto con i personaggi. Ma poi ci sono sempre le modifiche dell’ultimo minuto dal momento in cui gli attori escono dal makeup trailer a quando si sta effettivamente girando. Controllo sempre i volti degli attori sullo schermo in caso qualcuno avesse bisogno anche della più piccola delle modifiche.
La luce è importantissima, e può cambiare completamente quello che ho fatto nella roulotte, e di conseguenza se il makeup rispecchia il mood e sembra reale. Il direttore della fotografia ed io lavoriamo a stretto contatto, e se il makeup non si sposa con la luce, a seconda dei casi, sarò io a modificare il look, o lui a modificare la luce.
Come gestisci tutta questa pressione?
Sono fortunato a avere un team talentuoso di cui mi fido, e che mi aiuta assolutamente ad alleggerire la pressione. Ho condiviso molte esperienze sia con il team che con il resto della troupe da quando è iniziata la serie, e abbiamo tutti lo stesso obiettivo: fare in modo che la serie sia perfetta, quindi ognuno fa la sua parte.
“…ci sono sempre le modifiche dell’ultimo minuto dal momento in cui gli attori escono dal makeup trailer a quandosi sta effettivamente girando. […] La luce è importantissima, e può cambiare completamente quello che ho fatto nella roulotte…”
Hai incontrato degli ostacoli nel tuo lavoro? Se si, come li hai superati?
Penso quei primissimi piani, soprattutto all’inizio delle riprese, perché volevo che il makeup fosse perfetto nel senso di far sembrare che i personaggi non fossero effettivamente truccati dato che a Gilead, per esempio, le ancelle non possono avere nessun prodotto beauty. Ogni personaggio è truccato, chi più chi meno, ma l’obiettivo è sempre quello di un makeup che rifletta gli scenari e i personaggi.
Le donne nello show sono raramente truccate, capita solo in alcune occasioni, ad esempio quando Difred (Elisabeth Moss) va al Jezebel indossando un rossetto rosso. Perché hai scelto quello?
Il rosso è un colore così audace e potente. In quel momento lei doveva apparire completamente sicura di sé, come se appartenesse a quel luogo e non fosse una delle ancelle, quindi il rosso rappresenta la passione, la potenza e anche la rabbia.
Difred vs June, quali sono le differenze principali tra le due a livello di makeup?
Difred è logorata, le ho messo del rosso nella parte interna dell’occhio in modo da amplificare le emozioni sul suo volto, è semplicemente angosciata e logorata. Il trucco di June è quasi luccicante, bello, ma molto leggero e genuino. Un trucco molto naturale, come se l’avesse fatto da sola. L’importante era che sembrasse vero, se fosse stato esagerato, non avrebbe funzionato. Una bellezza leggera, naturale e reale.
“Difred è logorata, le ho messo del rosso nella parte interna dell’occhio […] è semplicemente angosciata e logorata”.
“Il trucco di June è quasi luccicante, bello […]. Un trucco molto naturale, come se l’avesse fatto da sola”.
Quali sono i prodotti principali che hai utilizzato per truccare Elisabeth sul set?
Lei usa quasi ogni mattina i prodotti skincare di Tatcha, forse li avete già visti sul mio profilo Instagram, sono i suoi preferiti. Usa tutti i giorni la crema idratante di Tatcha insieme ai patch per gli occhi 24K Gold Pure Luxury Lift & Firm Hydra-Gel di Peter Thomas Roth, ma a volte la devo fermare perché non può apparire così rigenerata in un posto come Gilead. Per i flashback di “June” utilizzo la base Tinted Moisturizer di Laura Mercier, mentre la tonalità porcelain che è più chiara per quando è Difred dato che le ancelle sono poco esposte al sole. È un prodotto senza olii, e la tonalità più pallida è perfetta per una copertura leggera e naturale che da una lucentezza delicata perfetta per la camera.
La protezione solare di La Roche Posay Ultra-Light è la sua preferita, è molto leggera e naturale, perché, ripeto, sullo schermo non si devono vedere troppi strati. A volte ha delle parti particolarmente secche, quindi uso la Eight Hour Free di Elizabeth Arden, che lei adora, è un ottimo prodotto e aiuta il look a non apparire “piatto” in camera. Se si ammala o è raffreddata, il suo naso si arrossa parecchio, quindi lo usiamo anche per quello; la serie è girata in Canada, e sul set può fare davvero freddo o può anche nevicare, quindi questo prodotto è davvero essenziale. Spesso poi indossa anche un po’ di mascara, giusto uno strato sottile, per enfatizzare l’espressione degli occhi, ma quando giriamo dei primi piani molto ravvicinati, lo tolgo perché altrimenti si vede.
Prodotti Must-have
Tatcha Skincare
Peter Thomas Roth 24K Gold Pure Luxury Lift & Firm Hydra-Gel Eye Patches
Tinted Moisturizer di Laura Mercier
Protezione solare La Roche Posay Ultra-Light
Eight Hour Cream di Elizabeth Arden
Utilizzo poi una piccola quantità di ombretto più scuro sulla parte esterna delle sopracciglia e sotto gli occhi per creare un look ancora più esausto. Se ha la pelle troppo lucida usiamo sempre Tatcha, e in questo caso le salviette che assorbono il sebo in eccesso della pelle (Japanese beauty papers). È un prodotto molto delicato, e non troppo pesante.
La base in crema Death Flash di Ben Nye è eccellente come ulteriore strato per ricreare un colorito pallido.
Poi uso la palette Skin Illustrator FX che ha delle ottime tonalità rosso sangue, ed è la mia go-to quando il personaggio deve apparire malato o con ferite tipo tagli, abrasioni, lividi, ecc.
Per le labbra pre-Gilead di June, uso il rossetto Sheer Tint Cream di Elizabeth Arden nei colori Berry o Blush, dipendentemente dalla luce e dalla scena.
Se devo poi, eliminare velocemente il rossore dagli occhi, per esempio da una scena a Gilead a un flashback, uso le gocce oculari Collyre Bleu.
Com’è cambiato il makeup dalla prima alla terza stagione?
È passato del tempo, quindi le ragazze sono più logorate, più grezze, tranne le nuove ancelle appena arrivate, loro hanno un aspetto più fresco. Quindi anche il makeup è diventato più logorato, più cupo. Il personaggio di Elisabeth Moss acquisisce più controllo, io l’ho aiutata a sembrare un po’ più arrabbiata.
Si può vedere nei flashback come le donne fossero più luminose prima che questa nuova società prendesse il controllo.
Per quanto riguarda il Comandante Waterford, più aumenta il livello di stress nella sua vita, più lo si vede invecchiare e ingrigire, risulta quasi trasandato, e sembra più esausto.
Puoi svelarci un segreto sul tuo lavoro in questa serie?
Rimanere fedele al mio istinto e alle mie competenze è un segreto che mi fa piacere condividere. Voglio rappresentare la visione dei registi, produttori, creatori e sceneggiatori, ma ritengo importante mettere sul tavolo della discussione anche le mie competenze e illustrare come il mio lavoro possa contribuire nel migliore dei modi alla narrazione.
Cosa provi ad essere parte di una delle serie tv più importanti di questi tempi, che è diventata un fenomeno?
È incredibile e fantastico. È surreale far parte di una delle serie più acclamate sia dal pubblico che dalla critica. Sento la pressione, perché voglio che il risultato del mio lavoro sia ottimo, ma è una buona pressione, mi motiva. Come tutto quello che faccio, voglio che sia corretto. Non voglio deludere le persone, e voglio che tutto sia credibile.
Se potessi descrivere in tre parole i look di “The Handmaid’s Tale”, quali sceglieresti?
Crudi, veri e angoscianti.
Hai letto il libro?
Si. È molto intenso. Quando mi hanno mandato la sceneggiatura, mi sono detto subito: “Devo partecipare a questa serie”. Ho contatto uno dei produttori con il quale avevo già collaborato in passato, che ha sua voltami ha messo in contatto con Elisabeth Moss qualche giorno dopo, ci siamo sentiti al telefono, e il giorno dopo ho avuto il lavoro.
Hai un genere preferito e uno che ti piacerebbe sperimentare?
Prima di tutto, sono attirato dalla sceneggiatura, se si tratta di una storia avvincente che mi appassiona subito, indipendentemente dal genere. Mi piace fare cose diverse e cimentarmi i tutti i diversi stili del makeup. Amo poi, particolarmente, i generi horror e in costume, perché credo implichino una sfida aggiuntiva, ma anche il makeup contemporaneo può essere divertente.
Il tuo film preferito per quanto riguarda il makeup?
Tra gli ultimi usciti direi “L’ora più buia” e” Bombshell – La voce dello scandalo”. Entrambi sono incredibili perché gli attori sono stati trasformati nei loro personaggi. Ho apprezzato molto anche “Vice – L’uomo nell’ombra” e “Maria Regina di Scozia”.
Hai mai avuto un epic fail sul lavoro?
Elisabeth ha un burrocacao che usa molto e che tende ad essere parecchio lucido, se lo mette spesso perché il clima del set è molto secco, ma a tutti è vietato mettere il burrocacao. Se lo tiene in tasca. Una volta, avevano girato una sua scena e lei indossava il burrocacao sulle labbra, ma nessuno se n’era accorto, io però l’ho notato quando ho visto la scena che avevano girato. Non aveva luci puntate addosso quindi le labbra non sembravano lucide, ma quello che era successo mi ha fatto perdere le staffe. Avevo bisogno di essere sicuro che nessuno indossasse il burrocacao, sono sempre lì che controllo meticolosamente le labbra degli attori.
Qual è la tua skincare routine?
I miei prodotti preferiti sono la Joanna Vargas Vitamin C Wash, la crema giorno per gli occhi di Dermalogica e il trattamento all’avocado Creamy Eye Treatment di Kiehl’s per la notte. Uso la crema notte Skyn Iceland Pure Cloud Cream o a volte l’olio In Fiore Pur Complexe Face Oil Concentré per un po’ di idratazione extra.
Nel tuo profilo IG c’è scritto: “Pensa in grande, sogna in grande.” Qual è il tuo sogno ora?
Voglio continuare a migliorare sia come persona che come makeup artist, quindi il mio sogno è quello di imbarcarmi in progetti sempre più diversi che mi permettano di creare un’ampia varietà di look. Sono un designer, quindi adoro avere l’opportunità di leggere una sceneggiatura e contribuire alla realizzazione del personaggio in base alla visione che ho con il makeup.
“Voglio continuare a migliore sia come persona che come makeup artist…”
La cosa più bella di questo viaggio con “The Handmaid’s Tale”?
Poter lavorare e conoscere persone straordinarie e ricche di talento. È su questo che si gioca tutto in fin dei conti, sul talento sia davanti che dietro alla camera. Ho stretto un rapporto particolarmente stretto con Elisabeth Moss e Joseph Fiennes perché è con loro che lavoro di più, ma tutti sono fantastici. Il solo fatto di fare parte di una serie come questa è spettacolare. Capire dal primo giorno di riprese che stavamo facendo qualcosa di grande, poi per la prima stagione abbiamo ricevuto 13 nomination agli Emmy! Ma ciò che più importa è che il pubblico adori la serie. È stato un percorso bellissimo.
Il tuo personaggio preferito?
Mi piace il Comandante e la Zia Lydia, mi piace odiarla, ed è così divertente da guardare, anche per noi dietro le quinte. È eccezionale.