Cosa contiene una cabina armadio? Abiti, accessori, scarpe.
Cosa contiene veramente una cabina armadio? Ricordi, passioni, emozioni.
Una cabina armadio in altre parole, ci rappresenta e amplifica la nostra personalità. Ed è qualcosa che Alessandra Pellegrino [Digital Deputy Editor in Chief di AD Italia e Traveller Italia] sa bene: ha compreso subito, ancora quando il suo stile era underground, l’importanza della moda e della sociologia ad essa collegata. Questi elementi poi, uniti ad una grande passione, hanno influenzato il suo look negli anni fino ai giorni nostri, portandola ad introdurre i colori, l’animalier e gli ormai immancabili blazer.
Sebbene la sua “divisa” e la sua concezione di moda siano cambiati nel tempo (nella speranza che una golden age fatta di nuovi e sostenibili valori sia veramente e finalmente alle porte), Alessandra non ha mai scordato che ciò che rende unico un look è la persona che lo indossa, e tutto quello che la rappresenta: dai viaggi ai momenti di condivisione, dalle abitudini alle scelte, che rendono quello che appare come un semplice gesto, ossia vestirsi, un universo tutto da scoprire.
Non solo ci ha parlato di tutto questo, ma ce lo ha proprio mostrato, aprendoci le porte del suo closet e descrivendoci quei capi e accessori che sono la sua firma.
Crescendo, com’era il tuo stile/armadio? E come è cambiato negli anni?
Fino ai 18 anni il mio stile oscillava tra il grunge, rock, punk fino al dark. Pelle, total black, velluti, anfibi e chi più ne ha più ne metta. Era questa la mia divisa. Ho sempre amato le sottoculture underground, suonavo il basso in una band ed era all’ordine del giorno un look di questo tipo. È stata proprio la passione per le subculture e per la sociologia legata alla moda (e quella per la scrittura naturalmente) a farmi entrare poi in questo settore. Man mano negli anni mi è sempre rimasto quel tocco rock nel look, ma è parte di uno stile più minimal, di ricerca, mix and match.
E soprattutto, ho aggiunto il colore in guardaroba.
Come descriveresti il tuo rapporto con la moda?
Una storia d’amore sicuramente, con tutti i suoi risvolti. La moda mi affascina, mi incuriosisce, mi intriga, è lo specchio dei tempi e di quello che siamo, e per certi versi è anche terapeutica. Ogni mattina la prima cosa che facciamo prima di uscire di casa e vestirci. Dietro questo gesto apparentemente semplice c’è tutto un mondo, un universo fatto di gestualità, abitudini, contesto, scelte (più o meno consapevoli).
“È stata proprio la passione per le subculture e per la sociologia legata alla moda (e quella per la scrittura naturalmente) a farmi entrare poi in questo settore”.
Quali sono i capi/accessori che meglio rappresentano il tuo stile?
Senza dubbio il blazer, non potrei vivere senza. Negli anni è cambiato anche quello: slim fit o XXL, con spalle scivolate o super strutturate, in tutti i tessuti possibili. Credo sia un passepartout generazionale. E poi il jeans: anche lui ha superato epoche e trend, ma è rimasto indenne e ha saputo reinventarsi. Blazer, jeans, una décolletée e una T-shirt. Direi che questa è diventata la mia divisa negli anni.
Qual è il tuo look da tutti i giorni?
Idem come sopra. Con alternanza di flat shoes, (slipper o sandali bassi) camicia bianca. D’inverno amo le giacche di pelle e i cappotti cocoon.
Hai mai avuto un epic-fail fashion o legato al tuo guardaroba?
Tantissimi. Il momento più critico è stato il passaggio dallo stile da rocker a quello più glamorous. Dopo anni di total black non riuscivo ad abbinare i colori, ho sfoggiato abbinamenti improponibili. Anche sul fronte scarpe…
Qual è il capo o accessorio che meriterebbe un guardaroba tutto suo?
Il Blazer.
C’è un capo nel tuo guardaroba di cui dovresti sbarazzarti, ma che non riesci a eliminarlo?
Un vecchio bomber dorato degli anni ’90. Non lo uso mai, ma è una sorta di reliquia di un’era passata.
Se potessi indossare un solo brand da adesso in poi, quale sceglieresti e perché?
Gucci. Ha tutto: visionarietà, contemporaneità, mix and match, arte, cultura, e il giusto tocco rock/underground che non può mancare nel mio guardaroba.
Hai un evento dell’ultimo minuto e non sei a casa: dove andresti per una sessione di shopping d’emergenza?
In Rinascente: c’è tutto.
Nel tuo guardaroba, ne hai troppi di?
Tutto. Forse però ho un eccesso di camicie check di tutti i colori che non indosserò mai.
Qual è la tua borsa “speciale”?
La Zumi di Gucci con fragole.
Sneakers o tacchi?
Tacchi ma rigorosamente midi.
Il tuo accessorio must.
Il ciondolo portafortuna di Spallanzani Jewels, ci dormo anche di notte.
Color block o nero?
Nero.
“La Zumi di Gucci con fragole”
Ogni quanto tempo riorganizzi il tuo guardaroba?
Cerco di farlo ogni 3 mesi.
ll tuo guardaroba è un luogo sacro o lasci entrare anche altre persone (al di fuori di noi)?
È democratico, tutti hanno libero accesso. Condivido (quasi) tutto.
Cosa c’è in cima alla tua wish list fashion in questo momento?
Bottega Veneta e Jacquemus.
Descrivi il tuo guardaroba in una parola.
Eclettico, caotico.
Il libro sul tuo comodino in questo momento.
“Febbre” di Jonathan Bazzi.
Il superpotere del tuo armadio (quello che hai o che vorresti avere).
Il potere del riordino automatico. Eliminare tutto il superfluo dopo 2 anni senza doverci pensare.
“Il potere del riordino automatico“.
Quale sarà secondo te il futuro della moda e della comunicazione?
Sono convinta che l’epoca del fast fashion sia finita. Questa pandemia ci ha fatto riscoprire il valore delle cose che contano davvero. E la moda vivrà una nuova golden age fatta di zero sprechi, capi durevoli e di qualità, i cosiddetti “capi investimento” che durano una vita e che con pochi tocchi passano di generazione in generazione. Pochi ma buoni. Era diventato un mondo bulimico, velocissimo, senz’anima. Sostenibilità, etica, tracciabilità, qualità. Sono questi i valori che i brand di moda dovranno rivedere e ripensare. Da tutti i punti di vista. E alcuni lo stanno già facendo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Con AD stiamo lavorando a un bellissimo progetto di “condivisione” si chiama #ADLovesSharing, è una campagna virale che invita tutti a condividere uno scatto nelle proprie case con la propria “community”. Abbiamo tutti voglia di ricongiungerci (in tutta sicurezza), di riunirci attorno a una tavola con amici, parenti, coniugi. La vita va avanti, e senza condivisione non si va da nessuna parte.
“Era diventato un mondo bulimico, velocissimo, senz’anima”.
“Sostenibilità, etica, tracciabilità, qualità. Sono questi i valori che i brand di moda dovranno rivedere e ripensare. Da tutti i punti di vista”.
La prossima destinazione che vorresti visitare e una che hai visto che ti è rimasta nel cuore.
Amo tantissimo l’India, ci vado spesso. Ci tornerò appena possibile. Ma un altro sogno nel cassetto è un viaggio in Buthan.
Il tuo outfit da viaggio.
In aereo leggings, T-shirt, felpa con cappuccio, giacca e sneakers.
Cosa porti sempre con te quando viaggi e cosa ricerchi invece nei luoghi che visiti.
Crema solare, cappello, tappi per le orecchie, antistaminici e cortisone. Non ho il fisico, ma amo viaggiare. Cerco una pausa da tutto e da tutti. Tramonti e albe che mi resteranno nel cuore, volti e sorrisi che ricorderò per sempre. Paesaggi che tolgono il fiato.
Come è fatta secondo te la cabina armadio perfetta?
L’ho fatta su misura in base ai miei capi. Customizzare è la cosa migliore.
Il tuo prossimo progetto?
Tornare a viaggiare, come prima e più di prima.
Photos & Video by Johnny Carrano.
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