Una zanzara, un uomo.
Migliaia di zanzare, la scoperta di sé di un uomo.
È difficile descrivere “Mosquito State”, diretto da Filip Jan Rymsza, senza rischiare di rivelare troppo riguardo questo intenso, e profondo film.
Abbiamo chiesto ai protagonisti Beau Knapp e Charlotte Vega come si sono preparati per entrare nei panni dei loro personaggi e in che modo hanno portato sullo schermo qualcosa di inedito prima d’ora.
Prima di tutto, congratulazioni per il film, ci è piaciuto molto! È stato molto intenso, dunque la mia prima domanda è: come hai lavorato sulle interazioni tra i personaggi? Ti eri preparato in precedenza?
B: Dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, sapevo che interpretare Richard sarebbe stata una sfida, sia per definire quella fisicità che per entrare in quella mentalità. Abbiamo cercato di capire questo essere umano, di esporre tutte le sue insicurezze.
Quali sono state le principali sfide che hai dovuto affrontare nell’interpretare Richard?
B: Penso che ad aggiungere una difficoltà sia stato il fatto che abbiamo girato in un sound stage a Varsavia, in Polonia, dove praticamente nessuno parlava inglese; sentirsi isolati era davvero facile, quindi andare a lavorare ogni giorno sapendo che ti sentirai un po’ solo e che ti esibirai sul set in mutande… è stato un ruolo davvero arduo da affrontare.
“Sapevo che interpretare Richard sarebbe stata una sfida, sia per definire quella fisicità che per entrare in quella mentalità”.
“…è stato un ruolo davvero arduo da affrontare”.
Come avete lavorato sulla relazione tra Richard e Lena?
C: Un paio di giorni prima di iniziare le riprese abbiamo avuto modo di trascorrere un po’ di tempo sul set e di provare insieme a Filip [Jan Rymsza], esplorando aspetti diversi, sperimentando. Per me, il set è stato un tramite incredibile per entrare nel mio personaggio, e anche lavorare con Beau, perché c’era una tale trasformazione, c’era Beau e c’era Richard, e non appena diventava Richard era molto più facile per me entrare nel personaggio.
“…C’era Beau e c’era Richard, e non appena diventava Richard era molto più facile per me entrare nel personaggio”.
Non sappiamo molto della vita personale del tuo personaggio, Lena: hai costruito un mondo intero per lei, e per te, per portarla sullo schermo?
C: Avevo molte idee diverse su come dovesse essere la sua vita, ma mi è sembrato poi di averne inquadrata una che mi piaceva molto anche per me stessa; anche per me c’era un alone di mistero intorno a lei, e spero che questo si percepisca in camera, perché è abbastanza “persa”, non sa dove si trova, ed è qui che trova Richard e la sua innocenza, si sente al sicuro insieme a lui.
C’è qualcosa di te in lei?
C: Lena ed io siamo molto diverse, ma direi che è impulsiva come me, e c’è qualcosa in lei, il fatto che tu non riesca a collocarla, è metà spagnola, metà inglese, la sua famiglia viene da tutto il mondo, mi ritrovo anche in questo. Ma, in realtà, siamo molto diverse. Sono molto più timida.
Hai fatto qualche ricerca in particolare per dar vita a Richard?
B: Sì, certo. Filip mi ha dato alcuni libri da leggere tra cui “Flash Boys“. Ho cercato di capire tutto questo aspetto finanziario del suo lavoro, questi numeri che lo ossessionano, questi continui problemi matematici che tenta di risolvere. Per me si trattava più che altro di emozioni, di lui che cercava di ritrovarsi e di essere a proprio agio con se stesso. Scopre queste cose quando incontra Lena, la “madre” e le zanzare.
Avete avuto spazio per improvvisare sul set?
B: Sì, abbiamo improvvisato molto, il mio personaggio ha sicuramente diverse stranezze e tic. Se mi capitava di dimenticarmi di essere Richard, questo aspetto mi riportava indietro, mi aiutava a tornare nei suoi panni. Ma non voglio tornare indietro, non voglio mai più essere Richard. È stato sicuramente uno dei ruoli più profondi che abbia mai interpretato.
“…Non voglio mai più essere Richard. È stato sicuramente uno dei ruoli più profondi che abbia mai interpretato”.
Come descrivereste “Mosquito State” in una parola?
B: Intenso.
C: Troverò la parola perfetta non appena uscirò di qui. Misterioso? No forse no…
B: Non saprei, forse folle?
C: Sì, folle.
Che tipo di reazione vi aspettate dal pubblico?
C: Spero pensino che non hanno mai visto qualcosa di simile prima.
B: Siamo piuttosto terrorizzati all’idea del pubblico che lo vedrà ed è difficile vedersi sullo schermo, ma spero che le persone siano gentili perché sono fragile [ride]; spero che, vedendo queste immagini inedite sullo schermo, percepiscano la loro bellezza.
C: Spero riescano anche a identificarsi con Richard. E con i tempi.
Photos by Johnny Carrano.