Le migliori ragazze cattive dello schermo? Quelle che non si devono perdonano per forza ma che, in qualche modo, ci fanno entrare in contatto con loro, almeno secondo Camilla Wolfson, che interpreta Mia nel sequel di “The Kissing Booth”.
Nella nostra intervista, ci ha parlato di come ha plasmato e compreso il personaggio di Mia, del perché recitare sia per lei il modo migliore per esprimere la propria libertà e di come le ispirazioni poetiche le vengano dal nulla!!
Che cosa ti ha attratto del mondo della recitazione e, in generale, del cinema?
La recitazione e il cinema sono la forma di libertà più gratificante da guardare come pubblico e da vivere come parte del processo. È un’ossessione, tanto che non sarei in grado di fare nient’altro.
Com’è stato far parte di uno dei più grandi successi di Netflix come “The Kissing Booth 2”?
È stata una grande esperienza far parte di qualcosa che ha già un seguito e un’attenzione così consolidati. Molte volte non sai bene come verrà accolto un film, ma con “The Kissing Booth”, l’hype ha preceduto l’esperienza delle riprese, che è stata diversa ma divertente.
“La recitazione e il cinema sono la forma di libertà più gratificante…”
Come ti sei calata nel personaggio di Mia, la “ragazza cattiva”?
Ho rivisto più volte il primo per cogliere tutte le sfumature e le idiosincrasie che hanno reso Mia il vulcano che era nel primo film. Poi una combinazione di musica e abbigliamento mi ha davvero aiutata a sintonizzarmi meglio con il suo mondo.
Chi è la ragazza cattiva che preferisci sul grande schermo?
Non ho una cattiva ragazza preferita tanto quanto ho una formula preferita per cattive ragazze. Penso che i film di formazione che più spiccano siano quelli in cui le ragazze cattive vivono molti momenti di vulnerabilità che ti permettono di entrare in contatto con loro facendole sembrare umane. Ad esempio, Kristine Froseth in “Sierra Burgess è una sfigata“. Non perdoni sempre la cattiva ragazza ma puoi arrivare a capirla.
Qual è il tuo film guilty pleasure?
Qualsiasi film di Natale! È la mia festività preferita e già da novembre cominciano a mostrare in tv tutti i film di Natale. Cerco di guardarli tutti, anche da sola perché mi emoziono e tutti mi prendono in giro.
“Non perdoni sempre la cattiva ragazza ma puoi arrivare a capirla”.
Hai mai avuto un epic fail al lavoro?
Si! Una volta ho girato una scena di ballo in un film e mi hanno dato l’abito solo il giorno delle riprese. Era un vestito rosso aderente fino alle ginocchia. Una parte della sequenza di danza richiedeva un salto e una rotazione elaborati, ma a causa del vestito, non ho fatto il salto nemmeno una volta. In ogni ripresa inciampavo e cercavo di riprendermi nel modo più elegante possibile.
Una serie da guardare tutta d’un fiato e una serie da assaporare?
Una serie da guardare tutta d’un fiato: “The Umbrella Academy”. Una serie da assaporare: “The Morning Show”. Ma entrambe si possono intercambiare in queste due categorie.
La tua isola felice?
Hmmmm, il mio posto felice è un segreto, ma è un luogo fisico in cui sono cresciuta nella città di Underberg, kwa Zulu-Natal. È un angolo di natura estremamente tranquillo, il cellulare non prende e gli unici suoni sono quelli degli animali, del vento e dell’acqua che scorre.
Dove trovi ispirazione per la tua poesia?
La mia ispirazione è davvero tutta fortuna. So che molte persone hanno una particolare playlist di musica o uno spazio dove possono raccogliere i loro pensieri ed essere ispirati, ma non ho ancora trovato la mia formula. Quindi per me è uno stato d’animo particolare che non posso ancora controllare o creare.
Il tuo poeta preferito in assoluto?
Per quanto banale possa sembrare, Shakespeare. Poteva creare poesie usando qualsiasi struttura o addirittura senza. Non potrei, anche se ci ho provato, creare un sonetto perché mi sento troppo imprigionata dallo schema delle rime. Shakespeare potrebbe creare le parole più belle attraverso qualsiasi forma poetica.
“La mia ispirazione è davvero tutta fortuna. […] Quindi per me è uno stato d’animo particolare che non posso ancora controllare o creare”.
Ti piacerebbe interpretare un poeta sullo schermo? Se sì, chi?
Sylvia Plath.
Era così complessa ma ha vissuto così tanto in così poco tempo. Nella sua breve vita era come se avesse vissuta una intera. Matrimonio, figli, carriera, affari, problemi mentali ecc. E tutto ciò traspare dolorosamente nelle sue opere.
Quando ti senti più libera di esprimerti?
Mi sento più libera nel mio lavoro, che sia scrivere o recitare. Immagino che la gente pensi che tu sia limitato dalle esperienze del tuo personaggio, ma in realtà è il terreno comune che c’è tra la tua vita e quella del tuo personaggio a darti libertà nel tuo lavoro. Sono i segreti della tua vita che nessuno conosce che emergono e si riflettono nel tuo lavoro. È una forma di libera espressione che non esige giustificazioni.
“Immagino che la gente pensi che tu sia limitato dalle esperienze del tuo personaggio, ma in realtà è il terreno comune che c’è tra la tua vita e quella del tuo personaggio a darti libertà nel tuo lavoro”.
Quali storie sogni di raccontare?
Mi piacerebbe raccontare storie di donne forti, già affermate o no. Penso che in questo momento ci troviamo in una situazione molto emozionante e altrettanto vulnerabile dal punto di vista sociale e politico. Alla fine, questo si rifletterà nell’arte e nel cinema e mi piacerebbe molto far parte di questo filone di racconti forti e di prospettive nuove che non sono mai state portate alla luce prima.
Il tuo superpotere (quello che hai o che vorresti avere).
Vorrei avere il potere dell’invisibilità. Ho paura delle altezze quindi volare è escluso, non mi interessa sputare fuoco e viaggiare nel tempo sembra una responsabilità troppo grande. L’invisibilità è gratificante e non lascia tracce.
La cosa più bella durante le riprese di “The Kissing Booth 2”?
La cosa più bella sono state le amicizie che ho stretto. Sembra così banale, ma non è sempre facile fare amicizia in una nuova città e abbiamo passato così tanto tempo insieme che ho davvero avuto modo di conoscere tutti e ho legato in un modo che non avrei avuto il tempo di fare con nuove persone.
Come ti piacerebbe vedere il tuo personaggio Mia nel terzo capitolo?
Mi piacerebbe vederla nel terzo film come una ragazza più matura, ma comunque sfacciata! Tutti sono in una fase critica della loro vita dopo la scuola e prima dell’università. C’è molta più responsabilità, ma vuoi comunque divertirti il più possibile prima che inizi la vita reale.
Cosa c’è nel futuro di Camilla?
Tutto ciò che avevo pianificato è stato purtroppo interrotto a causa della pandemia, ma sono ansiosa ed entusiasta di iniziare un altro progetto non appena le cose miglioreranno. La pausa mi ha fatto riflettere e realizzare cosa voglio da una carriera, così come i ruoli che vorrei interpretare.