La libertà può essere tante cose, e la sua bellezza sta proprio in questo, nella sue numerose sfaccettature e interpretazioni.
Per Barbara Chichiarelli, recitare è sinonimo di libertà: senza giudicarsi, senza paure e con la voglia di sperimentare.
Di questo e dei suoi ruoli (e sfide) abbiamo parlato con Barbara nella cornice di Palazzo Dama, un’atmosfera senza tempo, proprio come Roma. Dall’essere Livia Adami in “Suburra- La Serie” all’urlo di dolore di Dalila in “Favolacce” fino all’esperienza sul set de “Il Silenzio dell’Acqua 2”, Barbara ci ha parlato di come costruisce un personaggio, degli “ingredienti” fondamentali per approcciarsi alle produzioni e del suo must-have sul set.
Nel mentre, si è riscoperta una donna paziente… E noi non vediamo l’ora di scoprire i suoi progetti futuri.
In un momento storico in cui la mancanza del cinema, come luogo fisico ed esperienza collettiva, si sente più che mai, qual è il tuo primo ricordo legato a quell’universo?
Ricordo quando da ragazzina andai con le mie migliori amiche a vedere “Titanic”. Guardammo il film tendendoci per mano, piangemmo ininterrottamente “dall’iceberg in poi…”.
Sei tra i protagonisti di uno di prodotti seriali italiani di maggior successo degli ultimi tempi, “Suburra – La serie”. Come hai “metabolizzato” il tuo ruolo? E qual è stata la prima domanda che hai rivolto ai registi e a te stessa?
“Suburra” ha segnato l’inizio del mio lavoro dietro la macchina da presa. Porterò sempre nel cuore quel progetto e quel personaggio. La prima domanda che ho rivolto ai registi e a me stessa è stata: ”Come pensa questa donna?“.
”Come pensa questa donna?“
“Favolacce”, l’ultima opera dei fratelli D’Innocenzo. Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto la sceneggiatura?
Rimasi senza parole, pensai che era un capolavoro.
Nel film interpreti Dalila, una madre e moglie premurosa, una donna apparentemente sottomessa al marito, interpretato da Elio Germano. Hai incontrato difficoltà o disagi particolari nell’immedesimarti in questo personaggio? Come hai affrontato questa sfida?
Non ho avuto nessuna particolare difficoltà. La costruzione di un personaggio avviene in due fasi per me. Prima leggo la sceneggiatura, immagino quello che leggo e mi faccio un’idea del personaggio e del contesto. Poi mi confronto con il/la regista e solo successivamente inizio a cercare una sintesi tra le due visioni e a fare delle proposte concrete sul set. Nel caso di “Favolacce” il mio lavoro di ricerca è stato favorito dalla regia dei Fratelli D’Innocenzo che avevano idee estremamente chiare su ogni scena! Mi sono felicemente affidata a loro e ad Elio Germano.
Qual è stata la scena più emotivamente intensa da girare?
Indubbiamente aver prodotto quell’urlo di dolore verso la fine del film.
“Prima leggo la sceneggiatura, immagino quello che leggo e mi faccio un’idea del personaggio e del contesto…”
“…Poi mi confronto con il/la regista e solo successivamente inizio a cercare una sintesi tra le due visioni e a fare delle proposte concrete sul set”.
Serie tv e film: cosa cambia nel tuo approccio a questi due diversi tipi di produzioni?
Più o meno è sempre lo stesso, molto studio a casa e molta concentrazione sul set.
“Il silenzio dell’acqua 2” in una parola?
Thriller.
“Favolacce” e “Il silenzio dell’acqua 2”, due personaggi, due mamme. Le differenze nel costruire questi due ruoli così simili e così diversi?
Due mondi e due contesti sideralmente lontani.
La tua “mamma” preferita dello schermo?
Anne Dorval in ”Mommy” di Xavier Dolan.
Nel tuo lavoro, quando ti senti più libera di esprimere te stessa?
Sempre, è per questo che faccio questo lavoro!
Il tuo genere preferito da guardare e da interpretare?
Mi diverto a sperimentare cose sempre nuove, sia da spettatrice che da attrice. Non ho un genere preferito.
Cosa vuol dire per te sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Non guardarmi da fuori, non giudicarmi.
L’ultimo binge-watch?
“SANPA”.
“Mi diverto a sperimentare cose sempre nuove, sia da spettatrice che da attrice”.
Quali storie sogni di raccontare?
Storie poetiche e poco patetiche.
Qual è l’ultima cosa che hai scoperto di te stessa?
Mi sono riscoperta una persona molto paziente.
Il tuo must-have sul set?
Fumarmi una sigaretta ogni tanto.
Un epic fail sul set?
Che io ricordi nessuno.
Il personaggio del cinema che vorresti come amico?
Ce ne sono tantissimi!!
L’ultimo film che hai visto e che è “rimasto” con te?
“Dogtooth” di Yorgos Lanthimos.
Il primo dvd che hai comprato?
Non ricordo sinceramente…ma credo il live a Pompei dei Pink Floyd.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Decidere di fare questo mestiere.
Qual è la tua isola felice?
I miei affetti.
Cosa ci puoi svelare dei tuoi progetti futuri?
Nulla…come sempre, ma credo mi aspettino delle belle sfide!!
Photos by Johnny Carrano.
Thanks to Other Srl.
Makeup and Hair by Chantal Ciaffardini.
Makeup assistant Giulia Giovanelli.
Styling by Sara Castelli Gattinara.
Styling assistant Claudia Senna.
Location manager Luisa Berio.
Location Palazzo Dama.
LOOK 1
Total look: Flaminia Barosini
Boots: Chloè
Jewels: Flaminia Barosini
LOOK 2
Total look: Max Mara
Jewels: Flaminia Barosini
Glasses: Tommy Hilfiger – Safilo
Look 3
Trench: Marella
Boots: Unknown Footwear
Jewels: Flaminia Barosini