É difficile trattare temi come razzismo, ecosostenibilità e salute mentale, perché richiedono una certa sensibilità ed impegno.
In questo periodo soprattutto, le persone sono particolarmente stanche e provate da una società che si aspetta sempre di più; ma questa non deve essere una scusa per mantenere sopiti tali argomenti che fanno parte di noi. Il trattare un fatto spinoso ma importante, ci permette infatti di arrivare pronti al domani.
Come non ricordare ad esempio l’enorme dibattito apertosi per Armine Harutyunyan, la modella dalla bellezza non canonica che ha posato per una campagna della maison Gucci: c’è chi dice che il direttore creativo, Alessandro Michele, lo abbia fatto per marketing e chi dice invece che faccia parte della nuova politica di Gucci, più inclusiva e più attenta a mostrare la nuova società mondiale. Ma quello che forse sfugge è che al di là della verità (comunque fondamentale) che abbia portato a tale scelta, l’importante è che si sia aperto il dialogo su questi argomenti, e che se ne aprano sempre di più. In che modo dunque la moda riesce a comunicare tali novità fondamentali, a partecipare al cambiamento e, di conseguenza, ad affrontare le relative critiche? Ecco qualche esempio di personalità e realtà del mondo della moda che stanno segnando un cambio direzionale. Finalmente, e fortunatamente.
L’Importanza di Ogni Singolo Individuo
Il 2020 verrà ricordato anche per l’insorgere del movimento “Black Lives Matter”, nato nel 2013 e ritornato ad essere argomento di discussione la scorsa primavera, dopo il tragico decesso di George Floyd avvenuto negli Stati Uniti.
In questi termini, la stilista Stella Jean, nata e cresciuta in Italia con origini haitiane, nonostante le grandi campagne contro il razzismo che soprattutto negli ultimi tempi hanno scosso il mondo, ha ammesso di non percepire ancora un grande cambiamento, e di essere preoccupata per i suoi figli e per le generazioni avvenire.
Stella Jean, notata prima da Vogue Italia e in seguito anche da Armani, ha deciso dunque di non presentarsi alle sfilate di febbraio 2020, scegliendo un altro tipo di passerella, quella dell’inclusività. Ha lanciato infatti il progetto “Italian’s in Becoming”; 20 donne, diverse, diversissime di aspetto, ma tutte italianissime e con un forte messaggio da trasmettere: l’Italia sta cambiando.
La multiculturalità del nostro paese cresce sempre di più, e con essa la consapevolezza che diverso è sinonimo di bello, interessante, ma soprattutto, normale.
Ma la moda è sempre stata incline alla “scoperta” del nuovo: ad esempio, nel 1993 Jean Paul Gaultier ha organizzato una sfilata che celebrava la cultura ebraica ortodossa, una scelta “inusuale” al tempo e poco conosciuta ancora oggi, che destò non poche critiche e pareri discordanti.
Apparente Perfezione
Poppy Elizabeth Jamie, classe 1990, viso pulito e energia da vendere. Ha studiato alla London School of Economist e, nel mentre, è diventata la più giovane conduttrice televisiva di ITN e comincia a lavorare per MTV.
Così giovane e così affermata, avrebbe potuto continuare con la sua carriera già “segnata”, eppure nel 2017 ha deciso di investire in un progetto importante e impegnativo fondando l’app “Happy Not Perfect”, che si basa sul concetto di ricercare la felicità nel momento attuale, un concetto semplice ma per niente banale.
Quanti di noi infatti sono soddisfatti e riescono a vivere più o meno serenamente? Poppy ha dunque sviluppato questa applicazione per due anni: il suo scopo è quello di trattare i disturbi mentali, sempre più in crescita tra le nuove generazioni, aumentando l’autostima e cercando di contrastare questa apparente perfezione mostrata sui social, specialmente su Instagram, che crea ansia, stress e aspettative irraggiungibili, che sono alla base di sentimenti quali frustrazione e tristezza. Nessuno è perfetto, ma questo non ci deve scoraggiare, ci deve anzi aprire gli occhi sulle immense opportunità che la vita ci offre, anche sbagliando più e più volte, per capire cosa ci rende felici e come incanalare le proprie energie in maniera costruttiva per sé e per gli altri.
Come se non bastasse, Poppy ha anche scritto un libro, “Happy Not Perfect: Upgrade Your Mind, Challenge Your Thoughts, and Free Yourself from Anxiety”, in uscita ad aprile 2021, dove insegna a gestire i pensieri negativi e ad affrontare le difficoltà per trarre il meglio da ogni situazione. Per scriverlo ha interpellato esperti mondiali e ha portato come esempio le sue esperienze personali. Un libro utile sempre ma ora più che mai, se si pensa alle conseguenze della pandemia sulla salute mentale dell’intera popolazione.
Quello della salute mentale è un tema che non deve mai passare in secondo piano: basti pensare che l’organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che ci sono più di 300 milioni di persone al mondo che soffrono di depressione. Vogue Portogallo ha scelto di enfatizzare questo tema e messaggio a modo proprio con la copertina di luglio 2020. Una sfida per i lettori, una semplice fotografia, una ricostruzione degli ex ospedali psichiatrici che però sbatte in faccia quella che era le realtà non solo del Portogallo, ma di tutto il mondo; una realtà che, purtroppo, è presente ancora in determinati paesi. Perché la malattia mentale è tutt’oggi un tabù, un argomento da sussurrare, quasi con vergogna e paura. La copertina è stata addirittura ritirata dopo le pesanti critiche. Forse Vogue non voleva esaltare la moda attraverso la malattia mentale, ma mostrare uno spaccato di vita che, molte volte si nasconde, come la polvere sotto il tappeto, per ricordare quello che eravamo e ricordarci di non esserlo più.
Il Risveglio della Natura
Se si parla di moda si pensa inevitabilmente allo spreco, ad un lusso sfrenato e opulento. Tuttavia, negli ultimi anni, sempre più aziende del lusso hanno cercato di adottare varie politiche aziendali a favore della sostenibilità, sia per quanto riguarda la selezione dei materiali che i processi produttivi e di vendita. Un’azienda green infatti è migliore non solo per l’ambiente, ma per i lavoratori stessi, che si ritrovano tutelati da determinate politiche e pratiche per debellare lo sfruttamento e che si sentono in questo modo parte di un cambiamento che ha come ultimo obiettivo il benessere comune.
Proprio seguendo questa filosofia, una delle realtà imprenditoriali italiane più grandi e importanti, OTB, nota soprattutto per il marchio Diesel, ha deciso in accordo con Eco-Age di migliorare il suo impatto ambientale, promuovere i diritti dei lavoratori e impiegare le proprie energie nella ricerca di prodotti e servizi alternativi.
E così è stato! Basti pensare che il 60% del fabbisogno totale della sede di OTB proviene dal loro impianto fotovoltaico, che nella struttura sono presenti 12.000 alberi e che sono state quasi del tutto ritirate le bottigliette di plastica, sostituite da alternative in metallo. Si tratta di un esempio (ed investimento) che dovrebbe incentivare tutti a fare dei piccoli o grandi passi per un miglioramento non solo territoriale, ma addirittura globale.
Un altro esempio perfetto è Gilberto Calzolari, con i suoi 15 anni di esperienza presso i più grandi designer, e due premi importanti alle spalle: nel 2018 ha vinto il Franca Sozzani Green Carpet Award come Best Emerging Designer e, nel 2019, ha ritirato lo stesso premio al Monte Carlo Fashion Week Award. Ad oggi, il suo brand si rivolge ad una donna elegante ma che ha consapevolezza di sé e del mondo che la circonda. I nuovi tessuti vengono ripresi da materiali considerati “di scarto”: cotone organico, sughero e perfino airbag usati, grazie ad una collaborazione con Volvo.
Ancor più celebre è il capo che gli ha conferito la vittoria al Franca Sozzani GCC: impreziosito da piccoli Swarovski e ricami floreali, tale abito è realizzato con sacchi di iuta provenienti dal Brasile e usati per il caffè, ma recuperati dai Navigli di Milano. La filosofia è quella della moda slow, che prevede pochi capi ma durevoli e versatili.