Il lato oscuro dei social media, quello dei commenti d’odio, e quel profondo senso di insicurezza che porta irrimediabilmente con sé: la FW24 di AVAVAV è una denuncia all’ossessione verso canoni di bellezza impossibili, che non lasciano spazio alla nostra genuina personalità di esprimersi. Essere ciò che si vuole è un diritto che va al di sopra di ogni giudizio.
AVAVAV FW24
Moodboard
Navigare a vista, nel tentativo di omologarsi quando altro non si vorrebbe che essere liberi da canoni, imposizioni e giudizi. I modelli e le modelle di AVAVAV sfilano su una passerella colma di immondizia mentre dal pubblico viene lanciata loro ulteriore spazzatura, una metafora forte di quei commenti d’odio che, purtroppo, si ritrovano sui social media. Ecco quindi che queste anime urban ed edgy devono scansare i rifiuti nel tentativo di preservare la loro identità, tra capi over, tagli sui tessuti, trasparenze, camice e felpe cozy. Difendersi dagli assalti social (e non solo) è una vera e propria sfida quotidiana a e contemporanea.
AVAVAV FW24
Our Favorite Looks
Una collezione che provoca, lancia messaggi e ci porta alla riflessione, tutti elementi che ritroviamo nei vari look di sfilata. Long dress, camicione, cravatte grunge, calze rotte, stivali al ginocchio, plissè, felpe con cut in rilievo e pantaloni tagliati, con una palette che spazia dal nero al grigio, passando per viola tenue, verdone e punte di rosso. Una denuncia social e sociale forte e alternativa vuole, e deve, farsi sentire.
AVAVAV FW24
Details
Cut strategici, le scritte Flithy Rich ed Hate ricorrenti, cinture taglienti, pantaloni over, naked dress, cappellini da baseball, calzature intriganti e pratiche borse realizzate in collaborazione con Eastpack. Nulla è come sembra: e non è forse questo uno dei grandi problemi derivati dall’uso incontrollato dei social?
AVAVAV FW24
Beauty
Un makeup di denuncia, che vuole enfatizzare quell’impossibile e stupido desiderio di ricercare una forza di bellezza omologata e inarrivabile che spesso provoca traumi sia psicologici che fisici. Michele Magnani, key makeup artist alla guida del team di MAC Cosmetics, ha colto come una sfida, e un’opportunità di sperimentazione, il desiderio di supportare questo messaggio: come? Attraverso labbra esasperate, occhiaie marcate, cerotti sul naso, lividi e lacrime, anche insanguinate. Tra i prodotti chiave, troviamo la Paintstick Palette, della linea Mac Pro, qui usata per fare il face painting dei lividi; tante matite, tra cui la Lip Pencil Stone, e i MACximal Silky Matte Lipstick (sia su occhi che su labbra). I capelli sono messy, incuranti delle convenzioni e liberi. Almeno loro.
Photos by Luca Ortolani
Thanks to MAC Cosmetics