Quando incontri Muriel per la prima volta capisci subito che è una ragazza di grande dolcezza, simpatia e, soprattutto, coraggio.
Muriel, attivista e portavoce della community LGBT in Italia, ma anche nel mondo, parla in modo candido ed istruttivo di argomenti come l’essere non-binary, il nuovo concetto di famiglia, parla con chi ha sofferto di bullismo online e, tra tutti questi argomenti con cui educa una nuova generazione, riesce a parlare anche di makeup, di come la fa sentire truccarsi, quali sono i suoi prodotti preferiti e come le piace utilizzare i colori sul suo viso.
In tutto questo, Muriel parla anche di Body Positivity, argomento a cui noi teniamo molto, di come ha deciso di mettersi in gioco con il suo corpo, di come ha voluto farlo vedere al mondo, e di come ha cominciato a portargli rispetto. Ci ha parlato di quanto sia importante essere consapevoli di sé e fare un percorso che ci porti a capire che il nostro corpo non è il problema e che nella vita possiamo fare tutto, indipendentemente dalla taglia.
Per questi motivi, e molti altri, Muriel è la nostra Cover Story di agosto, una cover fatta di rossetti color fragola, intelligenza, voglia di lavorare su sé stessi e tante lentiggini.
Qual è il tuo primo ricordo legato al mondo del beauty?
Allora, ne ho due: il primo è che chiedevo sempre a mia mamma di comprarmi le Lelly Kelly perché insieme ti davano una palettina, quella con tutti i colori pastello, per le bambine. Oppure le trovavo nei giornalini perché mi è sempre piaciuto giocare con i colori. Il secondo ricordo risale a quando, una volta che ero a casa di mia nonna, sono andata in bagno e le ho rubato i trucchi: solo che lei di carnagione è molto più scura di me quindi avevo una riga… però si, giocavo spesso con i trucchi da bambina.
E invece qual è il primo prodotto che tocca il tuo viso quando ti alzi la mattina?
Sicuramente mi sciacquo subito la faccia appena mi sveglio e poi l’acqua rinfrescante e idratante di Jowaé, soprattutto in estate: mi sveglia, mi rinfresca e mi idrata.
“…mi è sempre piaciuto giocare con i colori”
Che cos’è che ti fa rimanere a letto e invece cosa ti fa alzare? Soprattutto in questo periodo in cui, diciamo, il letto forse è stato il nostro migliore amico…
Che cosa mi fa alzare… Il mio cane perché è piccolo e fa disastri, se lui è sveglio e io dormo è la fine [ride].
Cosa mi fa rimanere a letto… Di base sono una dormigliona, mi piace dormire, sono una pigrona, mi piace tanto guardare film con il mio ragazzo, sia alla sera che alla mattina, ci piace chiacchierare un po’ nel letto prima di alzarci e di iniziare la giornata. Adesso stiamo facendo la maratona della Marvel.
Qual è stata invece la tua prima ossessione beauty?
La matita nera. Quando ero alle medie andava un po’ di moda la fase truzzi ed emo e quindi andava di moda l’occhio bello nero, con la matita sotto nera, la riga nera… Ne ho comprate tantissime, compravo il kajal, mi faceva l’occhio piccolissimo: terribile, terribile.
I tuoi makeup, che mi piacciono veramente tanto, sono super creativi: c’è un processo oppure ti fai ispirare dal momento, da quello che indossi o da un prodotto in particolare?
È una serie di cose: sicuramente quello che indosso e i miei capelli fanno tanto, perché appunto già banalmente avendo dei capelli particolari e non castani, legano molto di più. Però io vado per mood: se quel giorno mi sento arancione, mi trucco di arancione, se mi sento rosa, mi trucco di rosa e mi riempio di glitter rosa. Poi ci sono giorni che mi sento più nude, ma va molto in base al mio umore.
Quando hai più tempo da dedicare a te stessa, ci sono dei trattamenti in più, delle maschere, che ti piace fare?
Mi piacciono tantissimo, anche per comodità, le maschere di Sephora in tessuto. Perché sono comode, sono fresche… Poi mi piace tanto fare il bagno con i sali, gli oli essenziali, quello mi rilassa veramente tanto.
E invece maschere per i capelli ne fai?
Si, ne faccio tante. Ogni giorno applico l’olio, ma poi le faccio ogni volta che faccio la doccia, ne ho provata una di Garnier, la Hair Food, mi sono trovata molto bene, quella alla papaya. Ne ho tantissime, infatti ogni giorno dico: “Quale uso oggi?”. Ne ho veramente tante, e cerco di farle ogni volta che mi lavo i capelli.
“…se quel giorno mi sento arancione, mi trucco di arancione…
…se mi sento rosa, mi trucco di rosa”.
È da molto che parli di Body Positivity, e secondo me lo fai in modo molto intelligente, il che non è scontato: cos’è stata quella cosa che ti ha spinto a parlarne e cosa vuol dire per te adesso sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Ho iniziato a parlarne circa un anno fa, dopo che ho partecipato a una sfilata in intimo in Piazza Duomo, mi sono auto costretta a farlo, non volevo minimamente, però mi sono detta: “Magari questa cosa ti può aiutare in qualche modo a superare un po’ di paletti” e cosi è stato, anche la risposta da parte della mia community è stata enorme, sia di supporto ma anche da parte di persone che si confidavano con me. È stato talmente tanto liberatorio che ho detto: “Se l’ho fatto in piazza Duomo, in intimo, con le persone che ti facevano foto e cose, posso farlo ovunque”. E da lì sono partita.
Per me sentirmi a mio agio con me stessa significa tante cose, prima di tutto secondo me è un percorso che non termina mai: poi in base anche ai momenti che stai vivendo nello specifico, cambia quello che per te significa sentirti a tuo agio, quindi nonostante il cambiamento in positivo non riesco a considerarmi al 100% a mio agio, perché so che c’è sempre da lavorare, c’è sempre da migliorare, questo per me è un messaggio molto importante.
Sentirmi a mio agio significa anche avere rispetto per il mio corpo. Perché prima gli davo sempre tantissime colpe, era sempre colpa sua, faceva schifo, mi dicevo: “Per via del tuo fisico tu non potrai mai fare nulla nella tua vita”. Ho imparato a parlarmi tanto e a cercare di rispettarmi di più. Nel momento in cui ho iniziato questo cambiamento, automaticamente il mio mindset è migliorato. I pensieri sono più positivi, sono più serena, prima vedevo tutto negativo.
È bellissimo quello che dici. Mi ricordo del video che avevi fatto in risposta ad alcune cattiverie gratuite che ti erano state dette. Io mi sono molto ritrovata in quello che hai detto, quindi penso che sia molto importante quello che stai facendo.
Spesso si pensa che la Body Positivity promuova l’obesità ma in realtà non c’entra nulla con la salute, è più legata al mindset, al fatto che sei tu a decidere per il tuo corpo, non te lo devono dire gli altri. Che tu hai le stesse possibilità di tutti: a me anni fa hanno detto che se volevo lavorare in questo mondo dovevo dimagrire. Perché? Perché non posso? È più questo il problema, a parte il fatto che non centra solo con il tuo peso. Mi arrabbio quando si parla di queste cose.
“Sentirmi a mio agio significa anche avere rispetto per il mio corpo. Perché prima gli davo sempre tantissime colpe, era sempre colpa sua, faceva schifo”.
Hai tanti tatuaggi, sapresti dirmi i tuoi 3 preferiti?
Allora… Il cuore perché ce l’ho con mia mamma, ce l’ha anche lei sul mignolino uguale, quindi ci lega. Poi quello che ho fatto quando è nato mio fratello, che è la frase di “Your Song” di Elton John con alla fine “Bro”, perché abbiamo 17 anni di differenza, è piccolino. Mi piace tanto anche il pezzo del testo di una canzone che ho cantato nel musical “Hair”, dove mi avevano presa per la parte di Jeanie: era la frase della canzone che cantavo io e non lo so, mi ricorda un momento bellissimo, ho girato l’Italia in tour, mi ricorda un’esperienza molto bella.
Il prossimo che vuoi fare?
Lo dicevo anche alla mia tatuatrice, sono in una fase di stop, non mi tatuo da due anni: mi piacciono tanto i tatuaggi floreali, un po’ banale, oppure mi piace tanto anche Cupido, degli angioletti, non lo so, sono in un momento di confusione.
Invece il libro sul tuo comodino?
Al momento non c’é, anche perché ho passato un mese bello impegnativo. Però quello a cui sono più affezionata, è un po’ banale, ma l’ho letto con mia nonna circa 12 volte, è “Il Piccolo Principe”. Mi ricorda quando andavo a Roma da mia nonna, quando ero più piccolina, ogni volta che andavo da lei lo rileggevamo da capo. Poi io tornavo a Milano e lo rileggevo da sola, quindi mi sentivo legata, connessa a lei, e poi è un libro per tutte le età e anche adesso quando lo riprendo in mano lo reinterpreto in qualche modo.
Il prodotto beauty sul tuo comodino?
Non riesco a uscire di casa senza il mascara. Poi mi piace tanto anche il gel che fissa le sopracciglia e il gloss, però se devo sceglierne uno, mascara.
La tua crema per il corpo preferita?
Quella di Sol de Janeiro, ha un profumo tanto dolce, però a me piace. Ho anche lo shampoo e il balsamo. Non ho mai avuto il vizio della crema corpo, solo se mi piace veramente tanto. Ultimamente sto utilizzando molto l’aloe in gel. Mia nonna di Roma me la fa comprare ogni tanto perché dice: “Anche se non hai scottature, fa benissimo”.
La tua texture preferita quando si parla di skincare?
Gel. Amo le creme idratanti in gel. Anche l’aloe mi piace tanto perché è in gel.
Ci sono dei brand che ti piacciono particolarmente, dato che usi tantissimi colori?
Sicuramente c’è un brand di glitter che amo alla follia, si chiama Lemonhead.LA, sono in gel [ride] quindi sono più facili da applicare, loro li amo alla follia. Mi trovo molto bene con gli ombretti di Nabla, di MAC. Per le labbra, WeMakeup e poi BH Cosmetics che fa queste palette rainbow giganti che sono molto buone.
Il tuo go-to makeup di quest’estate?
In questo momento mi piacciono molto le labbra color fragola, mi ricordano un mood estivo. Poi blush, illuminante e una wing nera.
L’ultima cosa che ti ha fatto sorridere?
Sono banale se dico di nuovo il mio cane? Perché è piccolo, ha due mesi, è tanto buffo, se corre va addosso ai mobili e rotola su se stesso.
Se potessi inventare un prodotto makeup/skincare che secondo te manca, cosa diresti?
La crema idratante glitter in gel, che sa di gelsomino.
Il prodotto invece che è in cima alla tua lista dei desideri?
Vorrei provare un sacco le maschere di GlamGlow che non le ho mai provate, e poi i glitter Heavy Metal di Urban Decay, in gel. Però ogni volta che entro da Sephora il mio ragazzo mi butta fuori, perché sa che poi li compro tutti.
Ne hai troppi di?
Tutto [ride]. Ho troppe palette, non so più dove metterle. E rossetti.
Un epic-fail beauty?
Sicuramente quando sbagliavo shade e avevo la riga di stacco sul collo, oppure quando ho iniziato a fare baking e non ero capace quindi toglievo l’eccesso e mi rimanevano le chiazze bianche, solo che io non le vedevo.
Invece cosa ti piacerebbe vedere sempre di più nel mondo del beauty?
Più inclusività dal punto di vista dell’etnia, però lì stiamo facendo tanti passi avanti anche in Italia, è partita dall’America ma sta arrivando anche qui. Però sarebbe bello dal punto di vista delle taglie, più modelle e modelli diversi tra di loro, ma non è un discorso legato solo al beauty, vorrei vedere persone che rispecchino di più la realtà, e magari nel beauty includere di più i ragazzi. Stiamo iniziando, però la maggior parte delle volte vedi solo ragazze, ecco: forse al primo posto direi di includere di più i ragazzi.
“…vorrei vedere persone che rispecchino di più la realtà, e magari nel beauty includere di più i ragazzi”.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Penso la sfilata in Piazza Duomo, perché mi sono convinta, io non volevo minimamente farlo ma mi sono detta: “Tu lo fai e basta” quindi è stato coraggioso per me, e poi era da anni che non andavo al mare, o se andavo al mare stavo in spiaggia coperta, e se volevo fare il bagno toglievo il telo di corsa, mi lanciavo in acqua e poi per uscire chiedevo alle mie amiche di riportarmelo così almeno quando uscivo mi coprivano. I pantaloncini corti e i vestitini d’estate erano fuori discussione…
Quindi passare da quella situazione a sfilare in intimo, in Piazza Duomo, di domenica pomeriggio sotto il sole, che era pieno di gente, è stato coraggioso. Poi ci sono altri episodi di paure vinte, tipo le montagne russe, però proprio per soddisfazione mia personale, e che mi ha in qualche modo anche cambiato la vita, penso a quella sfilata.
Photos & Video by Johnny Carrano.
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