Mario Martone torna a Venezia con un nuovo film che, idealmente, si pone come la chiusura della trilogia iniziata con “Noi Credevamo” e “Il Giovane Favoloso”.
“Capri-Revolution” è una storia di comunità e del confronto tra ideali: ecco la nostra recensione di un film che, prima di tutto, parla di una rivoluzione invisibile ma esplosiva, in quella bellissima Capri da cui prende il nome.
Titolo
“Capri-Revolution”
Dietro e Davanti la Cinepresa
Alla direzione del film troviamo Mario Martone, che si mette in gioco con ancora un’altra storia di cambiamento ed evoluzione personale, di giovani rivoluzionari alla ricerca di sè stessi. Tanto le musiche suonate dai personaggi nel film quanto la colonna sonora, che si ricollega alle musiche meditative indiane, sono state composte da Sasha Ring con la collaborazione di Philip Timm. Entrambi i compositori sono anche presenti come attori.
Ad interpretare i personaggi, invece, troviamo un cast internazionale ed eterogeneo.
Marianna Fontana è Lucia, la giovane capraia che scopre la comunità nudista di giovani nordeuropei, scacciata e allontanata dal resto della popolazione dell’isola. Nel ruolo di Carlo, il Dottore che prende Lucia sotto la propria ala protettrice, c’è Antonio Folletto, mentre Seybu è interpretato da Reinout Scholten van Aschat. La bellissima Jenna Thiam è Lilian, mentre Ludovico Girardello è Citrus e Donatella Finocchiaro interpreta invece la madre di Lucia, con cui la ragazza avrà un rapporto stretto e pieno d’affetto
Chi Scrive
La sceneggiatura è stata scritta e curata da Mario Martone e Ippolita Di Majo (che già aveva collaborato con Martone alla sceneggiatura de “Il Giovane Favoloso”) a partire da un’idea di Martone che, quasi per caso, alla Certosa di Capri si è imbattuto in dei quadri di Karl Wilhelm Diefenbach ed è, così, venuto a conoscenza dell’esistenza della sua comunità avanguardista.
Questo gli ha poi dato anche la spinta per riagganciarsi al lavoro di Joseph Beuys e alla sua “Capri Battery”, citata anche nel film da Seybu, e per creare un personaggio nuovo, intenso ed ammaliante.
Di Cosa Parla (NO SPOILER)
La storia di “Capri-Revolution” ripercorre la falsariga della comune fondata dall’utopista tedesco Diefenbach agli inizi del Novecento, ma non si fossilizza sugli eventi reali: si fa, invece, portatrice di una vera e propria tempesta di ideali in contrasto, personalità radicalmente diverse che si incontrano e cozzano l’una con l’altra, sullo sfondo di una delle più belle isole del Mediterraneo agli albori della Prima Guerra Mondiale.
NATURA
REVOLUTION
AMORE
La protagonista assoluta della narrazione è Lucia (interpretata da una intensa Marianna Fontana), una capraia di vent’anni che scopre quasi per caso la comunità di Seybu (interpretato magistralmente dall’attore olandese Reinout Scholten van Aschat). La mentalità utopista di Seybu e della sua comunità pacifista, che di fatto anticipa gli ideali degli anni ’70 dei Figli dei Fiori ma che si apre anche allo spirito animista e induista attraverso danze e meditazione, scuote profondamente l’animo di Lucia, abituata alle rigide regole della società maschilista contadina.
Al contempo, nella vita della ragazza si contrappone la figura di Carlo (Antonio Folletto), un giovane medico dalla profonda fiducia nella scienza e nel cambiamento, scettico nei confronti di Seybu e della sua visione.
Accompagnata da Seybu, sua moglie Nina (Lola Klamroth) e Citrus (Ludovico Girardello), il personaggio di Lucia rappresenta un percosto di emancipazione e forza, ma la sua vita sarà travolta dalla Prima Guerra Mondiale che, come uno spettro, aleggia su Capri, portando quel cambiamento tanto agognato da tutti.
C A P R I B A T T E R Y
Di Cosa Avrete Bisogno
Il film parla in maniera tutta particolare a chi è disposto ad ascoltare: ideali apparentemente inconciliabili trovano corpo, dialogo e scontro all’interno della narrazione attraverso i personaggi, offrendo spunti di riflessione anche per temi molto attuali come lo sfruttamento delle risorse, la comunione con la natura e la medicina. Tuttavia, non serve nulla per apprezzare la potenza della narrazione e le bellissime coreografie, insieme all’affascinante colonna sonora, che pervadono il film dalla prima all’ultima inquadratura.
Cosa Dicono
Mario Martone ha commentato, riguardo le rivoluzioni giovanili che ha trattato in “Capri Revolution” ma anche nei prencedenti capitoli della trilogia ideale creata con “Noi Credevamo” e “Il giovane favoloso”: “Le rivoluzioni non vanno considerate rispetto al proprio esito, sono come le eruzioni di un vulcano. Dopo l’eruzione del vulcano si deposita la lava, e la lava è un paesaggio spettrale, ma noi dobbiamo guardare l’eruzione. […] La rivoluzione è un fiore che nasce in ciascuna persona che sente il desiderio di giustizia, che sente di voler cambiare qualche cosa.”
Aggiunge poi, riguardo il personaggio di Lucia: “Si tratta di una donna, di una giovane donna, e del suo confronto con questi mondi maschili che attraversa e che riesce poi, ad un certo punto, a superare. Lucia porta su di sè l’umano: cioè la possibilità del confronto, della relazione. Come diceva Pasolini: ‘ti salverà solo una relazione vitale’. E in un tempo come il nostro, dove è molto difficile riuscire a dare le certezze, mentre siamo in un mondo in cui tutti sembrano avere le idee molto chiare e intendono sbatterle addosso a chi la pensa diversamente, invece ciò che l’umano ti porterebbe a fare è aprire una relazione, a non avere paura del confronto. Lucia viene da una famiglia patriarcale, a cui si ribella, ma coltiva il sentimento dell’amore: non trasforma questa ribellione in odio.”
“La rivoluzione è un fiore che nasce in ciascuna persona che sente il desiderio di giustizia”.
Ippolita di Majo: “Questo gruppo di ragazzi che viene dal Nord Europa è la prima generazione che prova sulla sua pelle gli esiti della rivoluzione industriale, è per questo che sono del nord. L’inquinamento, i problemi ambientali, il lavoro di massa, lo sfruttamento: dei problemi che sono quelli con cui combattiamo noi ancora oggi. Ma loro sono i primi, c’è una sorta di auroralità nello sguardo di questo gruppo di ragazi che cerca nel Mediterraneo una sorta di arcaicità ma anche un modo di riappropiarsi del rapporto con la natura.”
Un’Ultima Cosa…
Le coregrafie originali sono state curate dalla bravissima Raffaella Giordano e trasmettono tutta la profondità del legame con la natura, con le religioni dell’Asia, e dell’immersione in cui sono catturati i componenti della Comune.
Voto su 5 Leoni (Venice Edition)