“Qual é uno dei tuoi primi ricordi?”
“Di mio padre che mi fa saltare giù dal bagagliaio, perché mi dice che non devo avere paura”.
“Paura di cosa?”.
“Di cadere“.
Franca Sozzani nel corso della sua vita è caduta diverse volte: ha sbagliato, ha fallito perché nessuno, come dice lei, è perfetto. Ha seguito percorsi che hanno fatto storcere il naso a chi la conosceva e al mondo della moda. Ma si è rialzata ogni volta, più forte di prima e sempre fermamente convinta di essere nel giusto e dell’importanza delle sue idee, anche se controverse.
“Franca Sozzani: Chaos and Creation” è il film-documentario diretto da suo figlio Francesco Carrozzini, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel settembre 2016 e uscito nelle sale italiane come evento speciale il 25-26 e 27 Settembre 2017. Il titolo deriva da una foto (“Chaos and Creation”) a cui Bruce Weber, famoso fotografo di moda, fa riferimento mentre Francesco lo intervista: la foto raffigura Salvatore Dalì e un rinoceronte, e nel volto dell’artista Weber vede l’eleganza, la personalità severa e dolce allo stesso tempo di Franca.
Il documentario si sviluppa tra clip d’epoca che ritraggono la giovinezza di Franca con i suoi genitori, interviste a personalità del mondo della moda che in qualche modo hanno collaborato con Franca, e il girato di Francesco, realizzato in un anno circa, tra una New York innevata e una Milano soleggiata. Ci viene in questo modo mostrato un nuovo lato della famosa direttrice di Vogue Italia, più personale ed intimo, scandito dalle domande del figlio, dai momenti di complicità e dai ricordi e rivelazioni che emergono lentamente.
Franca Sozzani ammette di aver sempre voluto lavorare, per evitare quella vita borghese dalla quale proveniva e per mettere alla prova le proprie capacità: dopo un’esperienza a Londra, “dalla quale non sono più tornata con la testa”, e il primo incarico a Vogue Bambini, Franca arriva alla direzione di Vogue, dando vita a una rivoluzione che, 26 anni dopo, l’ha resa una delle chief editor più famose, trasgressive e di talento della storia.
Durante il suo percorso non sono mancate le controversie: Franca ammette infatti le difficoltà incontrate durante un’epoca in cui le riviste di moda erano semplicemente viste come uno spazio pubblicitario; tuttavia non si è lasciata condizionare e ha portato avanti la sua battaglia con tenacia, rischiando ad ogni numero di essere licenziata, ma rendendo così il magazine un faro nel mondo della moda e collegando quest’ultimo all’attualità e, innegabilmente, all’arte. La genialità di Franca sta infatti nell’aver reso la fotografia il punto di forza di Vogue, instaurando collaborazioni solide e basate sull’affetto, sulla fiducia e sul rispetto con fotografi di fama mondiale come Steven Meisel, Peter Lindbergh, Bruce Weber e Paolo Roversi, dando loro una libertà d’espressione quasi assoluta, cosa che nessun giornale aveva mai concesso loro prima.
Nonostante i riferimenti all’attualità che hanno scosso l’opinione pubblica (celebri i servizi fotografici ispirati ai disastri ambientali, alla chirurgia estetica, al funerale del carissimo amico Gianni Versace e quello dedicato interamente alle modelle di colore che oggi vale 2.500 euro a copia), Franca Sozzani ha sempre lasciato spazio nei suoi editoriali ai sogni, che considerava la forma d’arte più importante, dove la fantasia è completamente libera e al massimo della sua espressività.
Grazie al suo lavoro instancabile, è stata capace di ottenere il rispetto del mondo in cui lavorava, diversi riconoscimenti importanti (la Legion d’Honneur), ma soprattutto, é riuscita ad attuare quella rivoluzione mediatica che si era imposta di raggiungere e che ha cambiato in maniera irreversibile il settore dell’editoria di moda: ha parlato dell’attualità, ha inventato le super model, ha unito arte e moda per la prima volta, ha fatto diventare i fotografi di moda delle star, è stata la prima a mettere in copertina un volto noto (Madonna) e ad utilizzare nei servizi fotografici grandi maison invece di piccoli brand.
26 anni di successi dopo, Francesco sente comunque la necessità di farle domande personali ed inedite, come quelle sul suo primo matrimonio fallito, sul padre che non è mai riuscito a conoscere e su cosa sia la vita per Franca, la quale ammette di avere un unico rimpianto: non essere riuscita ad incontrare il suo principe azzurro, il suo grande amore: “Ma lo troverò prima o poi, ne sono certa“. Quello stesso amore che ha saputo dare al figlio, a chi la conosceva e al mondo intero tramite le pagine di una rivista che, con la sua visione avanguardista, ha regalato una nuova idea della moda come un settore artistico impegnato, anche nell’attualità.
Franca Sozzani muore il 22 Dicembre 2016 dopo una malattia combattuta sempre a testa alta, tanto che molti non ne erano a conoscenza. Ma prima di andarsene è riuscita, come dice il figlio alla fine del documentario, ad essere orgogliosa di quello che avevano creato e a farlo vedere al mondo per la prima volta insieme alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016.
Grazie dunque per il chaos che hai saputo creare, non sarà mai dimenticato.