La nostra recensione di Chiamami con il tuo nome, un film bruciante come la tipica passione estiva, quando l’amore si fonda sulla dolcezza e sulla semplicità.
Titolo
Chiamami Con il Tuo Nome
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Dopo la criticata pellicola “Melissa P.”, Luca Guadagnino torna a dirigere un film passionale, dai toni intensi e allo stesso tempo un cast povero, ma di pregiata abilità attoriale. Nel ruolo di protagonisti troviamo il giovane Timothée Chalamet ( Homeland, Interstellar, e Lady Bird) e Armie Hammer ( J.Edgar, The social network, Biancaneve e Animali Notturni) , affiancati dal capace Michael Stuhlbarg ( A serious man, Hugo Cabret, Lincoln, Blue Jasmine , Arrival e molti altri) che in poche battute regala sempre brillanti prove d’attore. Per Guadagnino questo film è l’apoteosi della sua “trilogia del desiderio” dopo Io sono l’amore e A Bigger Splash.
Chi Scrive
“Chiamami col tuo nome” è un romanzo dell’americano André Aciman, ripreso come adattamento cinematografico dal regista e sceneggiatore pluripremiato James Ivory, famoso per cult come “Camera con Vista”, “Maurice” e l’eccelsa ripresa del bestseller di K. Ishiguro in “Quel che resta del giorno”.
Inizialmente la pellicola, in cantiere dal 2007, doveva essere affidata alla regia di Ivory, che peró dopo averla riadattata, decise di ‘cederla’ a quello che doveva essere un semplice consulente di location, Luca Guadagnino.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
È l’estate 1983, Elio anche quest’anno trascorre le vacanze nella villa di famiglia immerso nella quiete della campagna cremese. Ha diciassette anni, ma sembra essere più maturo dei suoi coetanei; gli amici, i “primi approcci”, le serate al bar e i bagni in piscina non mancano, ma spesso Elio è solito isolarsi nella lettura, nella trascrizione di musica classica e in lunghe passeggiate nella natura. Figlio di benestanti intellettuali, il padre professore universitario ospita ogni estate giovani studenti per aiutarli nella tesi di post dottorato e sarà proprio il ventiquattrenne Oliver, americano di bell’ aspetto, acculturato ed estroverso, a sconvolgere profondamente l’animo di Elio. L’antipatia iniziale per la disinvoltura dello studente, così lontana dai suoi modi pacati si trasformerà pian piano in qualcosa di travolgente, un sentimento ardente per Oliver, un rapporto che sembra crescere tra la realtà e la magia di un’estate che si vorrebbe non finisse mai.
Barry Jenkins, regista dell’premio Oscar “Moonlight” elogia il film descrivendolo come “dolcezza senza traccia di sentimentalismo, (…) Immagine dopo immagine, esseri umani che passano da un’emozione all’altra, mostrandosi e nascondendosi da loro stessi e dalla vita; noi tutti siamo capaci di tutto questo, ma in pochi di noi se lo concedono davvero.” Un tema così delicato e attuale affrontato negli ormai lontani, ma straordinariamente riprodotti anni 80 italiani con un significativo legame alla dottrina classica.
L’omosessualità proposta non si fa temere ci porta ad assaporare ogni silenzioso sentimento che caratterizza la pellicola e che rievoca in noi gli amori estivi e quel senso di estraniamento dalla quotidianità che solo l’estate poteva regalarci, insieme poi a quella paura nel pensare che fosse tutto solo un periodo limitato, sebbene costituito da momenti ed emozioni uniche. Un elogio quindi all’estate, all’amore giovane e passionale e alla kalokagathia; Oliver, il giovane americano, secondo la cultura greca antica è il giusto esempio dell’ideale di perfezione morale e fisica di un uomo ( xalos xai agathos ). Un fisico atletico, colto e dai modi eleganti e disinvolti Oliver, come direbbe Platone ,si dedica sia alla cura del corpo sia della mente, stregando il cuore di Elio. Sarà forse quel ritrovamento, quella ‘ stretta di mano ‘ a far legare i due giovani, a collegare la realtà di quei giorni al mito classico, dove la sessualità non era un problema e il divino, la perfezione si legava all’ uomo, con le sue paure e fragilità.
Di cosa avrete bisogno
Se l’estate vi ricorda amori passati o ancora vivi nel vostro cuoricino, questo film è perfetto per ricordare quei giorni … ma niente lacrime strazianti, solo tanta nostalgia e voglia di “cotte al sole”.
Cosa dicono
Timothée Chalamet : “Spero riporti le persone indietro al primo amore. Per molti il primo amore è stato un’estate ricca con troppo tempo libero, ma non c’è più abbastanza tempo quando poi incontri quella persona; questa è l’esperienza che vedo. Essere riportati indietro alla prima volta in cui abbiamo avuto un amore pieno di passione e romanticismo.”
Armie Hammer : “In questo film cerchiamo di mostrare che l’amore è amore, gli umani sono umani e quando due persone si innamorano è una cosa bellissima, non importano le circostanze . La verità è che gli umani sono umani, sia nel caso in cui il film sia ambientato negli anni 80, nel 1880 o nel 80 d.C .Durante le riprese, non pensavamo in quale periodo fosse ambientato, ci siamo concentrati solo sulla storia e sui due ragazzi, su quel che stavano vivendo.”
Un’ultima cosa…
‘Chiamami col tuo nome’ è stato presentato la prima volta nel gennaio 2017 al Sundance Film festival; un evento statunitense -fondato da Robert Redford- in cui vengono presentate diverse pellicole con lo scopo di attirare sceneggiatori, registi, produttori indipendenti.
Il film ha portato con sé un consenso unanime: considerato dall’American Film Institute uno dei dieci migliori film dell’anno, Timothée Chalamet e Armie Hammer sono entrambi candidati come migliori attori protagonisti e non ai Golden Globes, Critics’Choise Movie Award e Independent Spirit Award, insieme alla sceneggiatura e regia. Al New York Film Festival, il film ha ricevuto 10 minuti di standing ovation dal pubblico in sala – cosa mai successa in quell’evento.
La location , ovvero la deliziosa città di Crema, è in realtà la città di residenza dello stesso Guadagnino e la casa utilizzata nelle riprese non è molto lontana dall’appartamento del regista, che si dice fosse quasi tentato di comprala.
Timothèe Chalamet e Armie Hammer non furono sottoposti ad alcun provino; Guadagnino si fidò della loro interpretazione fin da subito, sicuro che avrebbero avuto una particolare chimica sul set (non si sbagliò!).
Nel film inoltre è presente un cameo dello scrittore Aciman e del produttore Peter Spears, che si sono prestati a recitare nei panni di una coppia gay intellettuale ospite nella casa. Lo stesso Spears, in accordo con Guadagnino ha voluto dedicare la pellicola al amico Bill Paxton, recentemente scomparso.
Voto