Nell’aver interpretato una donna così sexy e formosa ha dichiarato: “Tilly sa che un vestito indossato in un certo modo può far girare la testa ed essere una sorta di potente mezzo, ho adorato interpretare un personaggio che fosse così diverso dagli altri intorno a lei ma indifferente alla cosa. Anzi, le piaceva. E mi piace molto questo di lei, la ammiro“.
Nella scena nella quale per la prima volta vede il petto nudo di Liam ha detto: “Lui è stato molto professionale e mi è dispiaciuto perché la scena era molto buffa ed io e Judy non smettevamo di ridere. La sua performance è davvero buona: ha interpretato il suo personaggio in modo genuino, tenero, e questo lo rende ancora più amabile di quanto non lo sia già. È un ragazzo fantastico, ed ho apprezzato anche la sua onestà nel dire quanto recitare in questo film l’abbia fatto crescere professionalmente”.
Anche Liam ha parlato della scena “a petto nudo” e ha ricordato come Kate e Judy stessero ridendo a crepapelle e quanto lui si sentisse imbarazzato. Ma soprattutto, ciò che gli rimane impresso è stata l’esperienza in sé, quanto abbia potuto imparare da così tanti professionisti e quanto sia stato bello per lui poter tornare nella sua amata Australia, dove è nato.
“Ho trascorso gli ultimi sei anni in America e stavo proprio cercando un progetto che mi potesse riportare in Australia. Quando lessi la sceneggiatura di “The Dressmaker” per la prima volta mi colpì molto il mio personaggio poiché mi ricordò mio nonno Keith. Era un grande uomo e lavoratore: una delle persone più carismatiche e divertenti che io abbia mai conosciuto”. In Australia Liam è anche ambasciatore della Australian Childhood Foundation, una fondazione benefica che aiuta i bambini del Paese ad uscire da grandi traumi che non permettono loro di vivere un’infanzia serena: “Se vuoi essere una bella persona devi dare qualcosa alla società, questa è una cosa che prendo molto seriamente“.
La costumista Margot Wilson (designer anche di Codice 999)25 anni fa era una studentessa di moda a Parigi che, per lavoro si ritrovò a viaggiare spesso a Milano dove comprò una grande quantità di tessuto rosso di seta che, da quel giorno la seguì in tutti i suoi lavori. Ma mai, prima di questo film, ha avuto il piacere di utilizzarlo: “Me lo portavo dietro da una vita e finalmente ho saputo trovargli il posto giusto!”.
La popolazione del Dungatar quasi scompare nei toni color verde, giallo e marrone del paesaggio. Almeno fino all’arrivo di Tilly.
L’“effetto Tilly” ha il suo apice a metà film quando le donne del paese si vestono per andare a lavoro o a pranzo con look perfettamente studiati dalla testa ai piedi. Ed è molto divertente vedere la loro trasformazione: una sorta di antidoto per i tempi bui che stavano vivendo!
“Gli anni ’50 sono anni sorprendenti per l’alta moda con l’arrivo del New Look ed una nuova dimensione per il corpo della donna. Volevo che, del processo creativo facesse parte anche Kate, che prendesse insieme a me delle decisioni, per sentire cosa pensava di ogni mia scelta stilistica. Così anche lei ha potuto apportare il suo gusto e conoscenza nell’arte del cucire. Questo l’ha anche molto aiutata a comprendere il suo personaggio”.
Per non menzionare che la figura e il corpo di Kate sono perfetti per rappresentare il corpo della donna negli anni ’50: “Kate celebra il suo corpo in questo film e rende giustizia alle sue bellissime curve come non aveva fatto in nessun altro film prima d’ora”.
Credits: Vulture, Marie Claire UK, Indipendent UK, Clothes on Film