I registi del film, Daniel Kwan e Daniel Scheinert (conosciuti come “I Daniels”), hanno cominciato la loro collaborazione dopo essersi incontrati ad una lezione di animazione al Boston Emerson College, e si sono specializzati in fast-moving, idee “coraggiose” e spesso molto strane.
Il loro bizzarro, malinconico debutto “Swiss Army Man” (che ha vinto il premio come “Miglior Regia”al Sundance Film Festival), è stata una vera sfida: per la prima volta hanno avuto tempo e spazio per rilassarsi ed esplorare le loro idee di adattamento, cambiamento ed emozioni.
Il film, creato con l’aiuto di un Team di lavoro del Sundance Institute, racconta la storia di Hank (Paul Dano) che, abbandonato in una spiaggia deserta, programma il suo suicidio affinché non vede Manny (Daniel Radcliffe), un cadavere trasportato dal mare che, inspiegabilmente, “rinasce” e sviluppa una sua personalità e punto di vista a del mondo.
I due stringono un’amicizia strana, basata sulla loro solitudine e confusone, e sulla loro ossessione per una donna di nome Sarah (Mary Elizabeth Winstead). Il film é intriso di giochi e scherzi ma molto sincero, spiega l’imbarazzo e la difficoltà di essere umani, di vivere nel proprio corpo.
Daniel Scheinert, uno dei due giovani registi ha dichiarato: “C’è stato un momento in cui ero davvero esausto, continuavo a pensare di lasciare il film. E poi pensavo, ‘Cosa succede se decido di lasciare? Sarei come Manny! Daniel (l’altro regista) avrà imparato qualcosa, farà altri film e io sarò fuori dai giochi.
La maggior parte delle volte in cui mi metto a lavorare su un nuovo progetto sono spinto dalla rabbia: ‘Perché non esistono film come questo? Vi proveremo che vi sbagliate tutti! Lo faremo e vi dimostreremo che sarà bellissimo!’ “.
Inizialmente voleva essere tutto uno scherzo ma poi: “Una volta che abbiamo capito cosa voleva dire rappresentare un corpo morto, abbiamo cominciato anche a pensare che un giorno moriremo anche noi. E, durante tutto il tempo questo era il nostro pensiero fisso. E così ho cominciato a pensare a cosa è stata la mia vita finora e questa cosa mi stava consumando. Spesso quando ci approciamo a fare un film abbiamo questa sensazione: non depressione ma senso di vuoto. E il sentire questa emozione sconfortante ci porta a voler fare cose spaventose, interessanti, che ci fanno venire brividi freddi: ‘Oh, questa sì che è un’ emozione interessante. Perché mai non dovremmo farci un film?’ “.
Daniel Kwan, ha invece dichiarato: “Poco prima di iniziare a girare il film mi sono reso conto che non credevo più in Dio. Sono stato molto religioso durante tutta la mia vita. E mi chiedevo spesso ‘Per cosa vivo ora?’, Dio non era più parte del piano. E per questo ho cominciato a vivere solo per le nostre carriere lavorative. Stavo cercando di fare cose che potessero avere successo e, ad un certo punto: abbiamo avuto successo. E a quel punto non sapevo più cosa fosse rimasto, per cosa avrei combattuto ancora. Quali storie racconterò adesso? Ed è proprio in quel momento che è emersa l’idea di questo film”.
Oltre al lato filosofico esistenziale, il film è fatto di gag su quanto il corpo umano possa essere imbarazzante e strano: hanno voluto parlare in modo onesto e senza filtri dell”esperienza umana”, della pelle, del sangue e della carne che “contiene lo spirito”, come costante per farci ricordare quanto siamo fragili come esseri umani, che siamo fatti di reazioni chimiche: “Siamo terrorizzati dai nostri corpi e da ciò che ne sarà dopo la morte e questo è un modo per riderci sopra”.
Daniel Radcliffe fa la parte di un cadavere ed è molto convincente nel farlo. Il suo personaggio non deve essere carino o fare pena, deve essere disgustoso: ” Daniel è molto bravo a non chiudere gli occhi in continuazione e la sua sua espressione con mezzo occhio chiuso e uno aperto, è molto convincente. È così bravo, e il make-up completa il tutto perché sia il più credibile possibile”.
Dopo Harry Potter, possiamo proprio dire che Daniel Radcliffe non ha abbia scelto un film prevedibile, quasi tutti lo hanno fatto uscire dalla sua zona di comfort e “Swiss Army Man” più di tutti: “Scelgo i miei lavori in base a ciò che trovo sia il più eccitante ed emozionate il ché sembra molto semplicistico ma per me é così. No sai mai cosa possa avere davvero successo e in questo sono anche molto ingenuo, quando faccio un film penso sempre che tutti lo ameranno! Sono in un momento della mia vita in cui non riesco ad addentrarmi in alcun progetto a meno che io non lo ami profondamente. E non so se potrò permettermelo per sempre”.
La sua prima reazione quando ha letto la sceneggiatura di “Swiss Army Man” è stata invece molto prevedibile: “Ho subito pensato: questi sono fuori di testa! Ma poi rileggendolo l’ho trovato bellissimo ed epico, e queste due cose mi hanno spinto a farlo. E sinceramente non ha mai lavorato con registi così pazzi, ingegnosi e talentuosi”.
In “Swiss Army Man,” Paul Dano è invece Hank, il ragazzo dal cuore spezzato che vuole mettere fine alla sua vita finché non vede un corpo morto sulla riva del mare. In 90 minuti di pura pazzia Hank cerca di tornare alla civilizzazione portandosi dietro un corpo morto, il quale diventa il suo migliore amico e uno strumento per la sua sopravvivenza.
Paul è stato coinvolto nel progetto di “Swiss Army Man” un anno prima di cominciare le riprese: “Penso che nessun altro sarebbe stato in grado di scrivere una sceneggiatura simile. E quando ho visto i lavori precedenti dei registi ho capito che ce l’avrebbero fatta a portare sul grande schermo certe scene che sono difficili solo da immaginare”.
Paul non aveva però realizzato quanta forza fisica avrebbe dovuto spendere nel trasportare Daniel per tutto il set: “Mi pento di non essermi preparato e non avevo davvero le forze di farlo. La prossima volta che faccio un film devo assolutamente mettermi in forma! Sono a cose in cui non pensi quando devi fare un film del genere. Avevo davvero sottovalutato questo aspetto!”.
Una cosa è sicura: non abbiamo mai visto un film come “Swiss Army Man”, è “rinfrescante” pensando che tutti i film di oggi assomigliano in un modo o nell’altro ad altri. Per essere originali oggigiorno ci vuole una buona dove di talento e un pizzico di follia, aiutati da due performance strepitose come quelle di Paul Dano e Daniel Radcliffe’s.
Credits Images: A24
Credits: The Verge, Business Insider UK, Collider, Vanity Fair.