È impossibile negare l’impatto che i social hanno avuto su quella che è l’importanza della protezione dai raggi UVA/UVB: al giorno d’oggi infatti, grazie ai dati che abbiamo continuamente sottomano tra reel, storie e post informativi, siamo sempre più consapevoli di ciò che i raggi UVA/UVB possono causare alla nostra pelle e, di conseguenza, poniamo un’attenzione crescente su tutto quello che riguarda l’uso degli SPF e la corretta esposizione alla luce solare.
Esiste un’altra luce però, che non prendiamo così tanto in considerazione come quella solare e che probabilmente conosciamo di meno – ma più dannosa per l’epidermide – ed è la luce blu, una componente dello spettro della luce naturale che ha una lunghezza d’onda tra 400-500 nanometri.
Penetrando più in profondità rispetto alla luce “solare” nel derma della pelle, proprio dove risiedono collagene ed elastina, la luce blu causa difatti una perdita di fermezza e tono e un aumento delle rughe e delle linee sottili, andando a colpire dove la luce solare non arriva. La differenza sostanziale fra le due però sta proprio nel fatto che la luce blu è una fonte di illuminazione artificiale emanata degli schermi di tutti i dispositivi digitali, come computer, tablet, cellulari e device LCD e LED ai quali siamo esposti per molte ore al giorno e, il processo di invecchiamento cutaneo relativo a questo tipo di luce e causato da questi dispositivi, prende il nome di digital aging.
Cos’è dunque il digital aging e quali sono gli effetti negativi della luce blu?
Il danneggiamento delle cellule cutanee a carico della luce blu prende il nome di digital aging e e riguarda tutti gli effetti negativi causati dalla serie di dispositivi elettronici che utilizziamo quotidianamente.
Nello specifico, i side effects più comuni e noti del digital aging si possono dividere e identificare in:
- Deterioramento delle fibre di collagene ed elastina, essenziali per il mantenimento del tono e dell’elasticità dell’epidermide, causato dall’influenza diretta che la luce blu ha sulla produzione di melatonina. Se assorbita dai tessuti biologici, questo tipo di luce aumenta infatti la temperatura delle fibre, finendo per danneggiarle e impedire loro di svolgere la loro naturale funzione.
- Iperpigmentazione, arrossamenti, sensibilità e reattività cutanea e secchezza eccessiva.
- Maggior produzione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce dei tessuti, che finiscono per far apparire la nostra pelle a lungo andare sempre più spenta, senza tono e segnata da rughe e linee sottili.
- Alterazione dei cicli circadiani del corpo, la cui modifica si riversa successivamente sulla salute del derma: se ci esponiamo alla luce blu prima di coricarci infatti, rischiamo di creare interferenze con i ritmi che regolano il nostro ciclo biologico del sonno e della veglia e, questo “sbilanciamento” provocherà stanchezza e stress che si rifletteranno sull’epidermide a loro volta, facendola apparire più tesa, spenta, opaca e segnata.
Come prevenire l’invecchiamento digitale e proteggersi dalla luce blu?
Oltre a limitare quanto possibile il tempo davanti allo schermo, utilizzare occhiali anti luce blu e attivare il filtro luce blu, i migliori alleati per proteggersi dalla luce blu sono:
Gli SPF con spettro contro luce blu
Perché scegliere un SPF che protegga solo dai raggi UV, quando potete munirvi di un SPF ad ampio spettro che protegga anche dalla luce blu? In nostro soccorso contro la blu light arrivano le protezioni solari ad hoc create per fare da “scudo” tra la nostra pelle e l’esposizione luminosa degli schermi.
Un SPF che nutre la pelle con vitamina C, prugna Kakadu e il peptide ‘dragosine plus’, il tutto mentre protegge l’epidermide dai raggi solari e dalla luce blu. Idratante e ideale per tutti i tipi di pelle, in particolare per quelle secche, funge anche da trattamento skincare grazie ai suoi ingredienti nutrienti.
Gli SPF colorati con ossido di zinco e ossido di titanio
Oltre a essere un prodotto 2 in 1 facile da usare e on the go, gli SPF colorati sono perfetti per proteggere anche dalla luce blu. Come? Grazie all’ossido di zinco e all’ossido di titanio, ingredienti in grado di riflettere sia i raggi UV che la luce blu prevenendone i danni.
Una crema colorata a metà tra skincare e make up che aiuta a difendersi contro gli effetti nocivi della luce blu grazie all’Oxygenskin, che combatte i segni dell’invecchiamento causati dall’esposizione alla blu light e inforza la barriera cutanea aumentando l’idratazione e con filtri solari SPF20 perfetti anche per le pelli delicate.
La Vitamina C
Siccome la luce blu ha dimostrato di causare stress ossidativo…usate degli antiossidanti per contrastare il suo effetto! In particolare, l’antiossidante per eccellenza contro iperpigmentazione, rughe, linee e capace di rallentare l’invecchiamento cutaneo e ridurre i danni associati al photoaging meglio di qualsiasi altro ingrediente, è la Vitamina C.
Un booster dall’alta concentrazione di acido ascorbico (al 25%) che migliora visibilmente il tono della pelle non uniforme, attenua linee sottili e rughe e leviga la superficie della pelle, da usare come trattamento solo su alcune zone o su tutto il viso.
Una skincare protettiva e lenitiva
E infine, la regola numero uno per una pelle sana: proteggere la sua barriera. E, per farlo, basta una skincare routine rigenerante, lenitiva e nutriente. I best ingredients di cui fare incetta? Ceramidi, vitamina E, peptidi e acido ialuronico.
Un siero lenitivo e “anti–stress” per pelli secche, disidratate, infiammate, contenente diversi oli ed estratti di avocado che mirano a rinforzare la resilienza della pelle, mentre i prebiotici e i probiotici aiutano a nutrire e a fungere da superfood per il derma.