Avete presente la parola determinazione?
Ecco, se guardate bene la sua definizione, da qualche parte ci sarà anche il nome di Dana. Abbiamo incontrato Dana Delaney al Botanica Restaurant a Los Angeles e sin dal primo istante ci ha trasmesso la sua forza, l’amore per un lavoro che la rende felice di essere libera di esprimere sé stessa e, appunto, determinazione.
In soli 5 anni è riuscita ad ottenere quello che voleva a Los Angeles: lavorare con persone creative, con i volti più interessanti (tra i quali non possiamo non menzionare Solange Knowles, sua assidua cliente) e con persone che hanno avuto fiducia in lei. Perché, come ci ha detto lei stessa, se le danno fiducia, è lì che accade la magia.
E, come dice lei, “makeup should be fun” (il makeup deve essere divertimento). Tra letture fantasy, creatività al massimo, volti con cui giocare (come quello di Willow Smith) e il sogno di far capire che la bellezza significa inclusione, Dana ci ha raccontato qualcosa in più di lei. Leggete qui alcune delle curiosità di una delle makeup artist tra le più talentuose e creative nel panorama del beauty dei giorni nostri.
E, giusto per informazione, non vediamo l’ora di vedere quel look pazzo su Solange!
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Come hai cominciato e come hai scoperto di voler diventare una makeup artist?
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È successo per caso e, all’epoca, facevo molti lavori difficili. Alle superiori avevo ottenuto un lavoro come assistente makeup dal momento che non sapevo cosa fare, ma pensavo fosse divertente. Dopo quell’esperienza ho fatto alcuni lavoretti qui e là, ma venivo sempre licenziata. Quando ho incontrato mio marito e l’ho visto lavorare per qualcosa che amava, allora ho pensato: “Ok, anche io voglio trovare qualcosa che amo fare”.
Così ho trovato un lavoro da MAC Cosmetics e ho pensato che fosse divertente, ci sono rimasta circa cinque anni prima di dirmi: “Dana, stai invecchiando. Non voglio più lavorare per un’azienda grande, voglio lavorare per me stessa”. All’epoca mio marito mi ha proposto che ci trasferissimo a New York o a Los Angeles, dicendo che erano i posti dove dovevo essere per il mio lavoro, ma non riuscivo davvero ad immaginarmi a portare in giro per New York una borsa da 50 chili piena di makeup, quindi eccoci qui: a Los Angeles!
New York voleva dire correre costantemente su e giù dalla metro, prendere tantissimi ascensori… E io sono, sinceramente, sono una makeup artist un po’ pigra.
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Qual è stata la parte più difficile nel diventare una makeup artist?
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Credo che la parte più difficile sia stata, probabilmente, avere a che fare con le varie personalità dei clienti. É difficile perché non puoi mai davvero prevedere come reagirà qualcuno, devi adattarti ai modi della persona con cui hai a che fare: onestamente, posso essere una persona un po’ brusca e una che va dritta al punto, e ciò non sempre piace. Alcuni trovano il mio comportamento aggressivo o un po’ troppo forte. Quindi devi, in qualche modo, imparare a gestire le personalità altrui, ed è una cosa che può risultare complessa.
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Quali sono stati gli ostacoli più grandi che hai incontrato?
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L’ostacolo più grande è far conoscere quello che riuscivo a fare, incontrare nuove persone ed ottenere lavori nuovi. Penso che la cosa più importante sia non mollare, non importa quanto certe situazioni possano scoraggiare. Ci sono stati tanti momenti di sconforto in cui non riuscivo a guadagnare ma, alla fine, ti rimane sempre la passione nei confronti del lavoro. Devi essere abbastanza appassionato da andare avanti, per voler continuare. Personalmente, penso che il mio stimolo maggiore sia stato il fatto che non sono una persona che molla.
“…Non voglio più lavorare per un’azienda grande, voglio lavorare per me stessa”.
Sono molto determinata e, se dico che farò qualcosa, lo faccio.Non ci sono se o ma, lo farò accadere. Quindi, alla fine, credo che l’ostacolo maggiore sia il non lasciar perdere tutto prima di riuscire ad ottenerlo. Si dice che siano necessari dieci anni di lavoro per fare quello che sto facendo: alla fine, io ci ho messo cinque anni per cominciare davvero a lavorare a Los Angeles.
Senza dubbio è necessario avere un buon sistema di supporto: devi avere persone alle spalle che ti sostengono e ti supportano, emotivamente e finanziariamente. Sono stata fortunata ad avere mio marito, che mi ha spronata a seguire i miei sogni. All’epoca a lui le cose andavano bene e ciò mi ha permesso di prendermi del tempo per seguire la mia carriera e di iniziarla davvero.
“Se dico che farò qualcosa, lo faccio. Non ci sono se o ma, lo farò accadere”.
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Ci piacciono molto i tuoi editoriali!
Ce n’è uno in particolare che ti ha resa fiera, o che ti è piaciuto realizzare?
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Onestamente, direi gli editoriali realizzati con Willow Smith per Girlgaze Magazine. Sono una grande fan di Willow, era disposta a provare e mi ha lasciato libera di lavorare: è quando il cliente non mi ostacola, quando gli piacciono le cose che mi piacciono, che lavoro davvero bene. Ad ogni suggerimento che proponevo, lei mi seguiva dicendo: “Sì, proviamolo!”
Era molto contenta. Ed è questo che dovrebbe essere il makeup, dovrebbe essere divertente: le persone devono imparare a lasciarsi andare un po’.
C’è troppa perfezione nel mondo, alle volte è semplicemente bello lasciarsi andare, fare qualcosa senza essere spaventati. Ancora oggi sono ossessionata da quell’editoriale e sono stata particolarmente colpita da Willow: è una giovane donna in gamba. Sono stata davvero fortunata a lavorare con lei e ad aver avuto l’occasione di esprimere tutto quello che mi passava per la testa… E per la sua! [ride]
É una ragazza incredibile.
“Era molto contenta. Ed è questo che dovrebbe essere il makeup, dovrebbe essere divertente”.
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Ci è piaciuto molto anche l’editoriale con Indyamarie. Come l’hai realizzato?
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Se ad uno shooting c’è un moodboard va bene, posso darci un’occhiata, ma alla fine farò quello che il viso della modella mi dice di fare, perché non sono molto brava a dire “ok, questo è quello che volete, fatemelo realizzare sul viso”.
Piuttosto, mi piace posare le mani sul viso e sentire quello che mi comunica.
Con Indya è stato proprio così: lavoravo con il mio caro amico e fotografo Ted Emmons, che solitamente mi lascia fare quello che voglio, ma all’epoca aveva già delle idee in mente. Così gli ho detto: “Guarda, ho degli strass, lascia che li metta sul viso di Indya”.
Di solito lo stile di Indya è più urban, quindi volevo provare qualcosa di più etereo e carino, qualcosa di diverso. Non saprei spiegare come mi vengono in mente queste cose, le faccio e basta.
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È bello saperlo perché, spesso, negli editoriali ci sono dei moodboard e delle regole…è bello sapere che segui il tuo istinto.
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Sono fortunata ad avere qualcuno come Ted, che me lo lascia fare. Quando dice che vuole fare qualcosa in particolare, io gli rispondo: “Non so, fammi sentire il viso”. Chiede sempre il mio parere e io gli dico sempre che non lo so ancora, che ho bisogno di un minuto per pensarci e che poi lo scopriremo.
“Mi piace posare le mani sul viso e sentire quello che mi comunica”.
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Cosa diresti ai makeup artist che stanno cominciando a muoversi nel mondo del beauty?
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Il mio consiglio più sentito sarebbe quello di smettere di guardare video su Youtube e di imitare altra gente. Credo che sia molto importante, per le persone, sapere che possono esprimere le proprie idee, nonostante ora sia molto difficile perché si vedono moltissimi makeup artist su Instagram. Ovviamente, quello è tutto un altro tipo di mercato e va benissimo, ma credo che il problema risieda nel fatto che si vede solo una tipologia di makeup, che poi è la loro idea di bellezza. Io, invece, credo sia davvero importante per le persone non ispirarsi troppo e seguire la propria testa, creando da sé stessi.
Quindi probabilmente il mio suggerimento sarebbe quello di non farsi ispirare dagli altri, ma essere la fonte della propria ispirazione.
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Quindi per te il makeup è anche libertà di esprimersi?
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Assolutamente, ed è così che dovrebbe essere. É per questo che dico che non c’è nulla di sbagliato nel mondo dei makeup artist di Instagram, perché è quello che loro vogliono fare. Ma io personalmente vorrei che le persone creassero diversità, così da mostrare agli altri idee di bellezza sempre diverse e che cosa rappresentano per persone differenti. Perché la bellezza non è solo una mascella scolpita o un correttore visibile o il contouring, e non dovrebbe esserlo: le donne, quelle vere, di solito non vanno in giro così.
È importante vedere la diversità nel beauty, ma io non credo che ce ne sia molta, ora come ora. Anche i grandi brand di makeup, ultimamente, stanno seguendo questo trend. Ultimamente tutti stanno postando foto di sopracciglia molto marcate, ad esempio, perché va molto su Instagram, ma io vorrei che ci fosse più libertà. È importante che makeup artist più giovani lo sappiano: esprimetevi! Alla fine, è arte.
“…Il mio suggerimento sarebbe quello di non farsi ispirare dagli altri, ma essere la fonte della propria ispirazione”.
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Ultimamente ci sono molti brand che seguono questo pensiero.
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Sai perché? Perché vende. Alla fine, tutto ruota attorno ai soldi: stanno togliendo l’arte per mettere il denaro e, mi spiace, ma i soldi sono la morte della creatività. Punto. Una volta che sommergi il mercato di denaro, lo soffochi e lo prosciughi.
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Quali sono, invece, i tuoi brand preferiti del momento?
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Oh, ne ho così tanti! In questo periodo sono ossessionata dagli ombretti Dior: mi stanno piacendo molti i loro ultimi lanci. Peter Philips è incredibile. È uno dei pochi che fa davvero la differenza per i brand, e crea makeup che sono diversi dal solito, ma chic – beh, naturalmente è chic, essendo Dior! [ride]
E Tom Ford è eccezionale. Anche Glossier: non credo sia solo ottimo marketing. Mi piacciono i Boy Brow e sono ossessionata dagli illuminanti, non posso più vivere senza.
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In che modo sfoghi la tua creatività, makeup a parte?
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Amo la musica. Non mi esprimo esattamente attraverso di essa, ma cerco sempre di trovare nuova musica: mio marito è un musicista e questo aiuta, ovviamente. Poi cerco di leggere molto: leggere era il mio metodo di evasione da ragazzina e lo è ancora adesso. Penso che ci si possa perdere in un libro, che si possa creare il proprio mondo. Mio marito mi prende in giro perché sono davvero una nerd quando si tratta di libri e film. Ad esempio, amo “Il Signore degli Anelli”! Ed è divertente perché le persone cercano sempre di intavolare conversazioni serie, chiedendomi: “Qual è il tuo film preferito?” E io rispondo, “Puoi pure non chiamarlo film, ma è un’opera fantastica!” È sempre molto divertente. Sono piuttosto ossessionata dal fantasy, lo sono sempre stata, e magari è per questo che amo così tanto il makeup: per me, è fantasia.
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Qual è il tuo progetto dei sogni?
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Il mio progetto dei sogni… Non ci ho mai davvero pensato. In questo momento sono persa nel mio mondo, mi sto semplicemente divertendo a creare e credo che, per me, questo sia stato un buon anno. Ovviamente, sto lavorando per avere un altro anno fantastico. Sono fortunata perché faccio quello che amo e perché ho la possibilità di affiancarmi a tante personalità creative. Penso che sto vivendo il mio sogno proprio in questo momento. Ci può essere qualcos’altro che mi riserva il futuro, ma non ho mai pensato a creare linee makeup o cose simili: non è ancora il momento.
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C’è un look che ti piacerebbe fare, in futuro?
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È divertente che me lo chiediate, perché ce n’è uno: io lavoro con Solange [Knowles], è una mia cliente da tanto tempo, e lei è sempre naturale. Ovviamente può permetterselo perché è fantastica, ma su di lei mi piacerebbe creare un look diverso dal solito. È così bella, ha una pelle perfetta, ma credo che sarebbe divertente giocare con il suo viso in modo più artistico: ora come ora, gira tutto attorno ad una pelle senza imperfezioni e ad un makeup naturale.
“Mi piacerebbe creare un look diverso dal solito su Solange in futuro”.
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Cos’è la bellezza per te?
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È evasione. È la libertà di esprimere me stessa e di lasciare libero tutto quello che mi frulla nella testa. Sono sempre stata una bambina dalla grande immaginazione, mi piaceva molto giocare e fingere di essere qualcosa che non ero, oppure inventare nuovi mondi insieme ai miei cugini ed ai miei fratelli. Penso che sia per questo che mi piace così tanto il makeup: per me, è un modo di creare un mondo di evasione. E poi posso usare le mani, che è una cosa che amo fare.
Un tempo ero molto gelosa di mia sorella, che è un’artista nata e sa disegnare molto bene: ora per me il makeup è molto più di quello, perché credo che sia più divertente guardare un viso, con tutte le differenze di colore e di forme. Per me, è più vivo di quanto un foglio di carta non potrà mai essere. La bellezza è una via di fuga.
Follow Dana: @danadelaney.
Dana’s Photos by Johnny Carrano.
Location: Botanica Restaurant in Los Angeles.
Willow Smith by Daria Kobayashi Ritch for GirlGaze.
Indya Marie by Ted Emmons.
Solange Knowles by Petra Collins for Glamour.