La nostra recensione del film “Don’t Worry”, dove Gus Van Sant dirige un magistrale Joaquin Phoenix, nei panni dell’iconoclasta vignettista John Callahan.
Titolo
“Don’t Worry”
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Tratto da una storia vera, questo emozionante e divertente dramma è basato sull’autobiografia di John Callahan e diretto dal regista Gus Van Sant.
I protagonisti del film sono Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara e Jack Black.
Il film è prodotto dal premio Oscar Steve Golin (Il Caso Spotlight, Revenant-Redivivo), da Charles-Marie Anthonioz (Spring Breakers-Una Vacanza da Sballo, One More Time with Feeling), Mourad Belkeddar (Heaven Knows What, One More Time with Feeling) e Nicolas Lhermitte (Heaven Knows What, One More Time with Feeling).
Chi Scrive
L’idea di trarre un film dalla straordinaria storia del vignettista John Callahan era nella mente del regista Gus Van Sant ancora 20 anni fa, quando ricevette l’offerta di dirigere la pellicola dall’attore Robin Williams. L’attore aveva infatti comprato i diritti del memoir scritto da Callahan, intitolato “Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot”. Williams era interessato a produrre il film e a interpretare il ruolo di questo pittoresco personaggio di Portland, e voleva che Van Sant sviluppasse il progetto e dirigesse il film. Williams desiderava interpretare questo ruolo anche per rendere omaggio al suo amico, l’attore Christopher Reeve, che era rimasto paralizzato in seguito a una caduta da cavallo.
Van Sant ha collaborato con diversi sceneggiatori nel corso degli anni ‘90 e 2000, sviluppando numerose versioni della sceneggiatura, ma poi il film non è mai decollato: “Credo che gli studios facessero fatica a comprendere il progetto, ma per tutti quegli anni, abbiamo continuato a frequentare John Callahan e abbiamo imparato molto su di lui e sulla sua vita”.
Nel 2014, dopo la morte di Williams, Van Sant decise di riscrivere la sceneggiatura, questa volta più fedelmente possibile al libro: “Nelle versioni precedenti dell’adattamento ci eravamo presi molte libertà e il film sarebbe stato molto più stravagante del libro, forse perché Robin avrebbe interpretato Callahan. Credo anche che cercassimo di conformarci troppo alla sua vita. Il libro è molto potente ma, alla fine, mi sono concentrato principalmente su uno solo dei capitoli, quello in cui John tenta di guarire dall’alcolismo”.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
L’ultimo giorno in cui ha avuto l’uso delle gambe John Callahan, uno scansafatiche di Portland, si sveglia senza postumi da sbornia, ma solamente perché è ancora sbronzo dalla notte precedente. La sera prima, ad una festa decisamente sfrenata conosce Dexter, il perfetto compagno di bevute (Jack Black), che lo convince ad andare ad un party ancora più folle.
Ma il suo nuovo amico si addormenta al volante e John si risveglia bloccato su una sedia a rotelle e con l’uso solo parziale delle braccia. Anche se, all’inizio della nuova vita non ha alcuna intenzione di rimanere sobrio, partecipa controvoglia ad una serie di incontri di disintossicazione in 12 fasi condotti da un carismatico sponsor di nome Donnie (Jonah Hill) e riallaccia i rapporti con Annu (Rooney Mara), una terapista che aveva conosciuto in ospedale. Grazie al loro incoraggiamento, John si rende conto che l’amore non è al di fuori della sua portata e inizia a scoprire un talento nascosto per il disegno.
Di cosa avrete bisogno
Voglia di ridere, di piangere e di comprendere.
Cosa vi porterete a casa? Un pensiero di coraggio. E l’interpretazione magistrale di Joaquin Phoenix impressa nella mente.
Cosa dicono
Van Sant desiderava lavorare con Joaquin: “Siamo sempre rimasti in contatto e quando gli ho mandato questo progetto lui ha subito accettato di farne parte”.
Phoenix era davvero entusiasta: “Ho sempre pensato che Gus avesse una visione unica. Ed è vero e dato che conosceva John, ero convinto che questo non sarebbe stato il tipico biopic. Ne ho già fatto uno di recente e non ero più molto interessato a quel tipo di narrazione tradizionale. E poi, secondo me, il modo in cui voleva usare l’animazione nel film era davvero molto interessante”.
Phoenix ha anche trascorso del tempo a Downey, in California, presso il Ranch ‘Los Amigos National Rehabilitation Center’, la struttura in cui Callahan venne curato dopo l’incidente. Ha parlato con diversi pazienti del Ranch e ha poi rivelato di essersi sentito all’inizio molto a disagio. “È sempre piuttosto strano, quando si fanno le ricerche per un film, andare da qualcuno e dirgli, ‘Voglio analizzare la tua vita’. Però molte delle persone con cui ho parlato si erano infortunate 15 o 20 anni prima, perciò avevano voglia di parlare. Mi dicevano: ok, chiedimi qualsiasi cosa. Un giorno ho conosciuto un ragazzino che era appena arrivato”, ricorda Phoenix. “Non ci ho parlato molto perché si capiva che era ancora sconvolto. Quel giorno, ho capito l’entità del trauma che si prova in quella situazione. Ho attinto anche dal libro di John, dove spiega dettagliatamente che cosa aveva provato in quel periodo. Tutto questo mi ha aiutato molto a capire quell’episodio della vita di John”.
La meticolosa preparazione di Phoenix è stata molto apprezzata da Tom, il fratello minore del vignettista, che ha visitato il set con la sua famiglia. “È stato stupefacente vedere Joaquin”, dice. “Mio figlio, mia moglie ed io ci siamo guardati e ci siamo detti: Mio Dio, si muove come John! L’ho detto anche a lui che è stato come rivedere John. È stata una grande emozione”.
Black racconta che non appena è venuto a sapere del film si è sentito subito pronto a lanciarsi nel progetto. “C’erano Gus Van Sant e Joaquin Phoenix! Con quei due nomi, ancor prima di leggere la sceneggiatura, già sapevo che avrei accettato. È la descrizione realistica della fase di sobrietà, fatta da un personaggio realmente esistito che arriva a toccare il fondo dell’abisso e poi con le unghie e con i denti riesce ad uscirne grazie a un programma in 12 fasi. È una descrizione cruda del mondo dell’alcolismo, di cui è una lettura affascinante, e sebbene io abbia familiarità con questo argomento c’erano tante cose che non sapevo riguardo alle sfumature di questa malattia”.
Black scherza riguardo alla scelta del regista per il ruolo di Dexter : “Nella sceneggiatura viene descritto come un pallone gonfiato. Sono rimasto molto lusingato che Gus Van Sant mi abbia offerto un ruolo nel suo film, perché lui è uno dei miei cineasti preferiti di sempre. Ma mi sono anche sentito un tantino offeso per il fatto che abbia pensato, ‘Chi posso chiamare per interpretare questo pallone gonfiato? Chi sarebbe perfetto per il ruolo di uno stronzo gradasso? Oh, ce l’ho! Jack Black, sarebbe perfetto!’ Ma ho accettato! È stata dura, ma mi sono trasformato in un grande pallone gonfiato”.
Un’ultima cosa…
È stato invece Phoenix a suggerire a Van Sant di considerare la possibilità di scegliere Mara, con cui aveva appena finito di girare il dramma biblico di Maria Maddalena: “Rooney è un’attrice formidabile, non ho potuto fare altro che dire: Sì, ma certo, se le interessa il ruolo, sarebbe magnifico! In pratica, lei è stata scelta su suggerimento di Joaquin”.
Al fianco degli attori appena citati ci sono altre performance particolarmente degne di nota, come quella della cantante Beth Ditto, che in questo film è al suo primo ruolo importante nel cinema. Ditto, che è nota per essere la cantante del gruppo indie-rock dei Gossip, interpreta Reba, un esuberante e schietto membro del gruppo di sostegno di Donnie, che senza mezzi termini dice a John che non è l’unico ad avere dei problemi. Ditto è rimasta sorpresa quando, mentre era alle Hawaii per far visita ai suoi suoceri, ha ricevuto un’email in cui le chiedevano di presentarsi alle audizioni per la parte. “Sono corsa ai provini senza sapere le mie battute”, ammette. “Ero davvero emozionata d’incontrare Gus Van Sant. È una persona speciale, per moltissime ragioni. Sono fortunata che questo sia il mio primo vero ruolo cinematografico. Chissà, magari sarà anche l’ultimo, ma va bene così!”
Christopher Blauvelt, direttore della fotografia, che aveva già lavorato in passato con il regista, ha spiegato che le riprese non erano state pianificate in anticipo: “Non abbiamo fatto nessuna lista delle inquadrature ad eccezione di alcuni meravigliosi storyboard dipinti con gli acquarelli da Gus, che mostrano la notte in cui John e Dexter si sbronzano. Questi storyboard sono stati realizzati su richiesta di alcuni di noi ed erano necessari per capire la logistica della sequenza. Principalmente, abbiamo parlato delle inquadrature e abbiamo scattato foto delle location per avere un’idea generale, ma la cosa bella del fatto di lavorare per Gus è che tutti lasciano aperta la mente fin quando non arrivano sul set e non guardano le prove. È difficile dal punto di vista logistico ma è davvero bello lasciarsi guidare dall’ambiente che ti circonda e da tutto ciò che accade”.
Voto