Vi siete mai chiesti come sarebbe la vostra vita se vi faceste rimpicciolire? Se doveste strizzare il vostro corpo in una versione di voi stessi alta dodici centimetri? Se poteste avere ai vostri piedi un mondo fatto di lussi, al piccolo prezzo di perdere la vostra taglia naturale e, nel processo, aiutando il pianeta? Sì o no? Quanti percorrerebbero questa scelta, nonostante sia irreversibile, e quanti sarebbero troppo spaventati per compiere il passo? Come cambierebbe la vita? Come cambierebbe la collettività, nonostante tutto, nonostante tutto ciò che conosciamo? Queste sono solo alcune delle domande che Downsizing propone al proprio audience. Tuttavia, non illudetevi: non uscirete dalla sala con delle risposte che siano universalmente vere, o giuste.
Matt Damon è Paul Safranek, un uomo con una vita stabile ma senza importanza. Ha sempre vissuto nella stessa casa dell’infanzia, prima con la madre e poi con la moglie, senza davvero mai far nulla di straordinario. Ha sposato Audrey Safranek (Kristen Wiig) e nessuno dei due è felice; comprerebbero volentieri una casa, ma i Safranek sono di ceto medio-basso, con debiti a strangolarli e nessuna possibilità di permettersi quello che vogliono. Quando Paul e sua moglie decidono di rimpicciolirsi, questo sembra l’unico modo di sfuggire alle difficoltà: le persone piccine hanno case migliori, salari più alti e facili da ottenere, sprecano il minimo in fatto di inquinamento e hanno moltissimo tempo libero. Chi non direbbe di sì a tutto ciò?
Beh, forse mi sono dimenticata di precisare che nulla, nella vita di Paul, va come vuole lui.
Sua moglie cede alla pressione e tutto comincia a crollare per Paul. Che sia per paura, puro egoismo o codardia (perchè, sì, Audrey è un personaggio negativo) e Paul si sveglia solo. Sua moglie l’ha abbandonato ed è scappata, senza nemmeno chiedere scusa, senza pensare di poter parlare con lui prima di cominciare il processo. Ora Paul, 12 centimetri di pura disperazione, deve adattarsi alla sua nuova ricca, solitaria, piccola vita.
Le cose cambiano quando Paul incontra il suo vicino (Christoph Waltz, sempre irresistibile e divertente). Tutto inizia ad un rave e Paul conosce Gong Jiang (Hung Chau). Gong Jiang è dispotica e diretta, ma anche altruista, devota ad aiutare il prossimo. Grazie a lei, Paul aprirà gli occhi e imparerà che l’amore arriva anche alle persone minuscole, e può essere gigantesco.
Il film è stato prodotto da tre colleghi che in passato hanno spesso lavorato gomito a gomito: Alexander Payne (Nebraska, Election), Jim Taylor and Mark Johnson. Nonostante il film sembra abbia basi molto innovative, Taylor ha dichiarato che il lavoro si basa sugli stessi pilastri dei precedenti: senso dell’umorismo e grandi sfide, solo con una premessa Sci- Fi. Nel film, Stefania Cella ha collaborato come production designer: Cella ha lavorato con Sorrentino a La Grande Bellezza ed, attualmente, stanno lavorando insieme al film sull’ex Presidente del Consiglio e uomo d’affari Silvio Berlusconi. Ha avuto libertà creativa quasi totale, ma aveva ricevuto istruzioni precise sul far sembrare il macchinario per il rimpicciolimento come un “gigantesco microonde”. Ebbene, ci è riuscita.
E, davvero, chi non vorrebbe un microonde in grado di rimpicciolire le persone?
Downsizing, prima di tutto, è una storia d’amore. È divertente, ottimista e a volte prevedibile, come tutte le storie d’amore. Tuttavia, il messaggio del film è ancora più grande. Per il personaggio di Gong Jiang, Hong Chau si è sottoposta a terapia e simulazioni per vivere come una donna a cui è stata amputata la gamba. Ha vissuto, parlato e studiato accanto a terapisti e a persone con disabilità, per aggiungere credibilità. Tuttavia, Gong Jiang non è un personaggio per essere totalmente autentico: l’attrice è stata bravissima ad interpretare il personaggio, rendendolo multi-dimentsionale, reale e allo stesso tempo adattarsi perfettamente la ritmo del film. Hong Chau ha infuso nel personaggio una perfetta armonia con il flow della narrativa, rendendola l’eroina perfetta per questo tipo di storia. Paul Safranek, Matt Damon, non è un eroe.
Gong Jiang, invece, lo è.
Un’altra grande, silente coppia di personaggi di Downsizing sono la Terra e la Scienza. La prima fatica a rimanere in vita, con tutte le risorse che l’umanità sta sprecando, spesso per nessun motivo se non pura avidità, mentre la seconda potrebbe aiutare. Rendere piccole le persone sembra l’unico modo per salvare il nostro pianeta morente, che stiamo soffocando sotto montagne di rifiuti e inquinamento.
La triste realtà, però, dice che l’umanità è persa: il mondo si depurerà solo liberandosi del genere umano, il suo killer. Rimpicciolirsi è una soluzione presa troppo tardi, rigettata da molti. L’importanza dei temi è senza dubbio, ma si sposano perfettamente con le scene umoristiche e romantiche. Downsizing è considerato satira sociale, con le premesse di uno sci-fi e un’attenzione particolare all’aspetto umanitario e dell’ambiente.
Il Regista Alexander Payne ha dichiarato che lui e i suoi colleghi, nel creare il film, si sono occupati e preoccupati solo parzialmente di rendere il “rimpicciolimento” credibile: il film non riguarda certo la propaganda per convincere le persone a rimpicciolirsi.
E’ una storia d’amore, divertente, realistica quando si tratta di sentimenti e reazioni umane. Il Film è stato presentato alla 74 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia durante la giornata d’apertura, seguito da una conferenza stampa con i produttori e gli attori protagonisti, e dovrà essere rilasciato dalla Paramount Pictures a Dicembre. Dobbiamo ancora vedere se anche quest’anno il film concorrerà per l’Oscar, come molti altri che hanno aperto la Mostra. Tutto ciò che ci chiediamo ora è: Dowsizing rispetterà la tradizione?