Settembre significa solo una cosa per gli amanti della moda: è il mese delle fashion week! Organizzata due volte l’anno nelle principali capitali della moda, la settimana della moda è un momento religioso che tutti i fashion addicted attendono con ansia, siano essi invitati ad alcune sfilate o semplici spettatori da casa grazie alle dirette streaming.
Siamo sempre molto curiosi di scoprire le nuove collezioni e i momenti migliori di ogni edizione, ma vi siete mai chiesti quando e dove sia nata la fashion week e come si sia poi evoluta negli anni avvenire? Non perdete l’occasione di conoscere meglio la storia e la curiosità che caratterizzano il momento più fashion dell’anno in modo tale da arrivare preparati alla prossima fashion week, sia a livello stilistico che culturale!
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Prima di Tutto… Che cosa significa “Fashion Week”?
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Ci sono 3 modi per intendere l’inizio della settimana della moda come concetto a livello storico:
1) Quando le sfilate sono state raggruppate stagionalmente.
2) Quando le parole “Fashion Week” hanno iniziato ad essere utilizzate.
3) Quando un’organizzazione ha cominciato ad occuparsi di alcuni, o tutti, gli eventi di questo genere.
Anche se ci sono molte Fashion Week in tutto il mondo, solo quattro sono note come le “Big“: Parigi, Milano, Londra e New York. Parigi ha iniziato a organizzare le sfilate Couture nel 1945, la Milano Fashion Week è stata fondata dalla Camera Nazionale della Moda nel 1958, la Paris Fashion Week è stato invece inaugurata nel 1973 dalla Federazione della Moda Francese mentre la London Fashion Week è stata promossa dal British Fashion Council nel 1984.
Ci sono sfilate particolari che si svolgono in location prestabilite: ad esempio, la maggior parte delle sfilate Haute Couture si tiene a Parigi, mentre le collezioni Sposa vengono solitamente presentate a New York. La Fashion Week ricorre due volte all’anno: tra Gennaio e Febbraio i designer fanno sfilate le loro collezioni Autunno/Inverno, mentre tra Settembre e Ottobre mostrano al mondo le loro collezioni Primavera/Estate. Sempre più designer realizzano delle collezioni inter-stagionali tra quelle tradizionali, come la Resort/Cruise (prima della Primavera/Estate) e la Pre-Fall (prima dell’Autunno/Inverno). Non c’è un periodo prestabilito per questo tipo di sfilate, ma in genere vengono presentate tre mesi dopo quelle principali.
Questo calendario è stato creato per seguire il ciclo della vendita, che dà ai rivenditori il tempo per acquistare e incorporare gli abiti nelle loro campagne marketing. Tuttavia, dal momento che le aspettative dei clienti sono aumentate, anche il ciclo di vendita si è velocizzato esponenzialmente. Di conseguenza, a partire dal 2016, gli stilisti hanno cominciato a realizzare delle collezioni seguendo il metodo “See Now, Buy Now”: questo significa che gli abiti visti durante le sfilate sono disponibili per la vendita immediatamente, sia online che in negozio. L’avvento di questo tipo di shopping è stato pensato anche in risposta alle catene “Fast Fashion“, che copiano i modelli delle passerelle per poi rivenderli più velocemente dei brand originali e tradizionali. Inoltre, con il miglioramento costante della tecnologia, chiunque oggi può guardare in streaming quasi tutte le sfilate e accedere ai backstage delle stesse con un semplice click o tramite i social media più utilizzati.
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Gli Inizi: La Seconda Metà del 1800
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Nel 1850 nacque a Parigi l’industria Couture e i migliori stilisti erano soliti organizzare delle piccole presentazioni nei loro atelier per i loro clienti più esclusivi. Il designer parigino Charles Frederick Worth è ritenuto il padre dell’Haute Couture per il modo in cui scosse il tradizionale processo di produzione. All’età di 30 anni era già un designer incredibilmente affermato e le sue abilità hanno portato alla nascita della suo brand House of Worth, tutt’oggi esistente. Oltre a creare abiti su misura per i suoi clienti più importanti, negli anni ’60 scosse il pubblico presentando una collezione su donne in carne ed ossa. Queste “Fêtes ” continuarono per tutto il XX secolo, ed erano solitamente animate da piccoli spettacoli e performance musicali.
Charles Frederick Worth è anche considerato il padre della carriera da modelle. È stato il primo sarto a lavorare su persone vere, cucendo direttamente sui clienti ai quali erano destinati gli abiti, creando in questo modo un look personalizzato. Il suo stile rispettoso è poi stato adottato da altri stilisti e venne rapidamente riconosciuto dai consumatori come simbolo di design elaborato.
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Dal 1900 al 1930
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Nel 1903, il concetto parigino di mostrare ai clienti le collezioni dal vivo venne adottato da un negozio di New York City chiamato “Ehrich Brothers“, che organizzò quella che si crede sia stata prima sfilata di moda in America. Dal 1910 molti altri grandi magazzini iniziarono a realizzare delle sfilate, molti delle quali andavano in scena nel ristorante del negozio durante il pranzo o il momento del tè, traendo ispirazione dall’idea delle sfilate di Couture Parigine organizzate nei salotti. Nel 1920, il concetto di sfilata venne copiato dai brand in tutto il paese. Questi momenti erano più teatrali di quelli di oggi, basati su un unico tema e accompagnati da un commento narrativo.
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Dal 1930 al 1950
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Fino al 1940, designer, editor e acquirenti americani erano soliti contare sulla Francia, dove si svolgevano delle presentazioni bi-annuali, per tratte ispirazione. Quando la Seconda Guerra Mondiale rese impossibile all’élite del settore viaggiare a Parigi, Eleanor Lambert lanciò nel 1943 la prima “Press Week”, nome originario della New York Fashion Week, per mostrare le collezioni dei designer americani: questo portò i giornalisti di moda ad occuparsi maggiormente dello stile nazionale. Poco dopo, Ruth Finley pubblicò il primo calendario della moda, una guida unica di tutti gli eventi della settimana della moda. Questo portò all’unificazione di tutte le sfaccettature delle industrie della bellezza e della moda, compresi gli acquirenti, i fornitori, i progettisti e gli editor, intorno ad un singolo evento.
Le sfilate Couture invece si tenevano a Parigi già dal 1945, quando la Chambre Syndicale de la Haute Couture (fondata con il contributo di Worth) iniziò a richiedere ai brand Couture di presentare una collezione di almeno 35 pezzi alla stampa all’anno, comprendente sia look da giorno che da sera. Prima del 1945, la classe media italiana cercò semplicemente di copiare le ultime tendenze di Parigi e Londra. Anche Elsa Schiaparelli, la miglior stilista italiana del periodo pre-bellico, divenne famosa solo dopo aver stabilito il suo brand Haute Couture a Parigi.
Contemporaneamente, il business di modelle si espanse da Parigi a New York, trovando anche il suo posto nella televisione. Le modelle iniziarono così a comparire di fronte alla telecamera con indosso abbigliamento femminile che poteva essere acquistato dalle donne in tutto il Paese.
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Dal 1960 al 1980
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L’importanza della fashion week iniziò a crescere notevolmente negli Stati Uniti, così come il valore del fashion design. Lambert continuò a rivoluzionare il settore fornando nel 1962 il Council of Fashion Designers of America, con il quale elevò la moda a ramo riconosciuto dell’arte e cultura americana e sostenne la crescita economica della moda americana a livello mondiale. Durante gli anni ’60 le sfilate divennero un prodotto altamente riconosciuto, molto simile alle modalità che conosciamo oggi. Riviste come Vogue iniziarono a sostituire le illustrazioni di moda con le foto di modelle in passerella. Dalla metà degli anni ’60, le sfilate di moda non crebbero solo in popolarità, ma anche in dimensioni. Gli stilisti continuarono a mostrare le loro collezioni due volte l’anno, in Settembre e Febbraio: nello stesso periodo, questo evento iniziò ad essere conosciuto come New York Fashion Week.
La settimana della moda di Parigi come la conosciamo oggi è stata ideata dalla Federazione Francese della moda (Fédération Française de la Couture) nel 1973, e si è tenuta per la prima volta al palazzo di Versailles.
Nel frattempo, in Italia, l’aristocratico italiano Giovanni Battista Giorgini organizzò una serie di spettacoli a Palazzo Pitti a Firenze, prendendo spunto dal successo di Lambert. Emilio Pucci e Missoni sono stati tra i primi a guadagnare credibilità con questo tipo di eventi. L’incredibile successo di questa idea causò un tale problema di traffico in città, incapace di sostenere l’afflusso di persone che provenivano da tutto il mondo, che le sfilate vennero spostate a Milano dove, nel 1975, ebbe luogo la prima Settimana della Moda.
La storia della Fashion Week di Londra è un po’ più chiara rispetto alle altre: dal 1984 fino ad oggi, gli eventi sono stati organizzati dal British Fashion Council (1983), un gruppo commerciale senza scopo di lucro che mira a promuovere il design britannico nel Regno Unito e all’estero. La prima settimana della moda londinese si tenne in un parcheggio ad ovest di Londra, con tende erette al di fuori del Commonwealth Institute di Kensington. Il British Fashion Council ha anche introdotto un Designer of the Year Award nel 1984, il cui primo vincitore fu Katharine Hamnett.
Le modelle nel frattempo divennero tanto importanti quanto gli indumenti a partire degli anni Ottanta e il termine “Top Model” iniziò a fare il giro come un modo come riferimento a quelle modelle che venivano associate a dei brand particolari, come Naomi Campbell, Carla Bruni e Linda Evangelista nel caso di Versace.
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Dal 1990 a Oggi
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Fino al 1994, le sfilate a New York si tenevano in luoghi diversi, come alberghi, gallerie o loft. Dal 1994 al 2009, l’evento si è tenuto in una tenda a Bryant Park, introducendo i concetti di inviti esclusivi, liste di celebrità sedute in prima fila e grandi sponsor come Mercedes-Benz. Il Lincoln Center è stato invece la casa della settimana della moda dal 2010 al 2015, dopo il quale si è trasferita a Clarkson Square, a Soho.
Per quanto riguarda l’Italia, la maggior parte degli eventi sono tutt’oggi organizzati dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, fondata nel 1958. Tuttavia alcune delle più grandi maison, come Dolce & Gabbana e Gucci, sfilano al di fuori del calendario ufficiale.
Nel 1993, Naomi Campbell sfilò in topless durante la LFW, portando finalmente l’attenzione su Londra, che fino a quel momento non era stato in grado di ottenere lo stesso successo delle altre capitali della moda. Nel 2009, Somerset House divenne la sede centrale della London Fashion Week e il British Fashion Council riuscí ad includere nel suo clalendario nomi importanti come Burberry. A proposito di Burberry, la sua collezione Autunno/Inverno 2010 è stata la prima sfilata di moda “globale“, trasmessa in diretta streaming su sette diversi siti e proiettata in 3D nei teatri di cinque diverse città. Questa scelta ha permesso al marchio di raggiungere oltre 100 milioni utenti, un record assoluto per un brand di lusso.