Come recita l’incipit di una celebre poesia di Emily Dickinson: “La primavera ritorna sul mondo”, e porta con sé tutto lo splendore della natura, che riempie i paesaggi e i cuori di colori, vita e bellezza. Cogliamo, letteralmente parlando, questo momento per apprezzare quelli che sono gli emblemi di questa stagione, ossia i fiori, in chiave artistica, analizzando tutte quelle varietà che hanno contribuito a rendere suggestiva la storia o l’immaginario di un film.
LUCI DELLA CITTÀ (1931)
Con questo film, Charlie Chaplin ci ha regalato un capolavoro poetico e muto, dove a parlare sono solo le immagini: il film vede come protagonisti il sensibile vagabondo Charlot ed una fioraia cieca; il primo, innamoratosi di lei, cerca in tutti i modi (e con una sfumatura tragicomica) di aiutare la povera donna a pagare i propri debiti per tenere aperta la sua attività.
IL MAGO DI OZ (1939)
Questa pellicola ha rappresentato un’innovazione assoluta per gli anni in cui è stato girata grazie all’uso pionieristico del Technicolor e degli effetti speciali: ogni scena infatti, è un vibrante insieme di colori ed elementi fantastici entrati nell’immaginario collettivo. Tra i momenti indimenticabili, quello in cui Dorothy si addormenta in un campo di papaveri rossi.
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (1951)
“Imparar puoi tante cose dai fiori”, chi non ricorda il Meriggio d’Or di Alice nel Paese delle Meraviglie? Nel mezzo del suo viaggio immaginario, Alice si imbatte in un gruppo di rose, crisantemi, tulipani, margherite, narcisi, gigli e bocche di leone canterini che dedicano alla ragazza un vero e proprio concerto. Un momento indimenticabile tanto quanto l’ossessione della Regina di Cuori per le rose rosse, una vera e propria mania… da perderci la testa!
LA BELLA E LA BESTIA (1991 – 2017)
Un giovane principe di bell’aspetto ma crudele rifiuta di aiutare un’anziana mendicante in cambio di una rosa; la donna si rivela poi essere una fata, che trasforma il principe in una Bestia e tutti gli abitanti del castello in oggetti animati. La fata gli da una possibilità di redenzione: se avesse imparato ad amare prima che la rosa fosse appassita, sarebbe tornato, insieme ai suoi servitori, ad essere umano. Ha inizio così una delle storie d’amore più belle della Disney, una storia resa, oltretutto, sia in versione animata che live action!
IO BALLO DA SOLA (1996)
Firmato dal maestro Bernardo Bertolucci, il film segue la giovane protagonista Lucy (Liv Tyler) durante un’estate nella campagna Toscana dove, circondata da artisti e intellettuali, intraprende il cammino per diventare donna. La sua bellezza radiosa, semplice e spontanea viene enfatizzata ulteriormente dalla natura che circonda la casa in cui è ospitata e dai fiori, sia quelli raccolti dalla ragazza che quelli che decorano molti suoi vestiti.
AMERICAN BEAUTY (1999)
Un cult straordinario diretto da Sam Mendes: come dimenticare la scena in cui la cheerleader Angela (Mena Suvari) viene ricoperta in modo sensuale da una pioggia di petali di rose rosse nella fantasia del depresso Lester (Kevin Spacey)? Le rose, simili a quelle che Carolyn (Annette Bening), la moglie di Lester, cura nel proprio giardino all’inizio del film, rappresentano la forza vitale del protagonista che cerca di ribellarsi alla monotonia grigia della sua quotidianità.
WHITE OLEANDER (2002)
In questa storia drammatica, ritroviamo il fiore da cui prende il titolo il film fin dalle prime scene: la protagonista Ingrid Magnussen (Michelle Pfeiffer) infatti, estrae dall’oleandro bianco il veleno necessario ad uccidere il suo amante. Da qui si dipanano le vicende di Astrid (Alison Lohman), la figlia adolescente di Ingrid che, rimasta sola dopo l’arresto della madre, comincia un percorso difficile fatto di continui rimbalzi tra assistenti sociali, istituti e famiglie affidatarie.
BIG FISH (2004)
Alzi la mano chi vorrebbe trovarsi in un campo di narcisi gialli insieme a Ewan McGregor, protagonista di questo film diretto da Tim Burton: si tratta di uno dei momenti più famosi e romantici del film, in cui i fiori fanno da sfondo a una delle storie “fantastiche” vissute e raccontate da Edward Bloom.
MEMORIE DI UNA GEISHA (2005)
La fioritura dei ciliegi è uno dei simboli della tradizione giapponese, e ne possiamo cogliere un romantico sguardo nell’adattamento cinematografico di Rob Marshall ispirato all’omonimo romanzo: in questa scena vediamo Sayri, la protagonista, camminare insieme al Direttore Generale (l’unico uomo che ama ma con cui non può stare insieme) circondati da una “pioggia” delicata di fiori di ciliegio, che rendono il momento ancor più suggestivo.
HUNGER GAMES (2012)
I fiori giocano un ruolo da “protagonisti” silenziosi nell’intera saga, a cominciare dai nomi di alcuni personaggi: Primrose, la sorella di Katniss, porta infatti il nome della primula (lo stesso fiore che Peeta pianterà nel suo giardino dopo la morte della ragazza), mentre Rue si chiama come un particolare fiore giallo che si trova nel distretto 12. Infine, il simbolo del presidente Snow è una rosa bianca, che richiama le rose estremamente profumate di cui si circonda sempre per evitare che si diffonda l’odore del sangue proveniente dalle sue ferite in bocca causate dal veleno, la sua arma preferita per eliminare gli avversari.
MIDSOMMAR – IL VILLAGGIO DEI DANNATI (2019)
Uno degli horror più acclamati degli ultimi anni, dove la tradizionale festa svedese del solstizio d’estate si trasforma in un rituale pagano sanguinolento. In questo film, i fiori sono stati utilizzati per enfatizzare la potenza visiva e come rappresentazione tangibile di quel binomio tra vita e morte, controllo e chaos, che percorre tutta la pellicola. Emblematici sono l’elaborato vestito e copricapo floreale indossati da Dani (Florence Pugh), che rappresentano il momento catartico in cui la ragazza “sboccia” come nuovo membro della comunità rurale che l’ha accolta.