Certe volte, quello che ci tiene incollati sognanti al grande schermo ha più a che fare con gli abiti meravigliosi che indossano gli attori che con la storia in sé. Dal guardaroba perfetto di Cher in Clueless, ai gioielli Tiffany di Holly Golightly; dal meraviglioso capolavoro di Baz Luhrmann “Mouline Rouge” o “Il Grande Gatsby”, all’incredibile “Single Man” di Tom Ford o al divertente “Mean Girls” questi film hanno una cosa in comune: hanno tutti una storia di costumi che li rende unici.
A SINGLE MAN
Diretto da Tom Ford (il primo realizzato dal designer) il film vede Colin Firth e Julianne Moore in stile anni ’60. Colin indossa camicia bianca Oxford, vestito marrone, occhiali dalla montatura spessa, fermacravatta e scarpe nere, mentre Julianne Moore è splendida con quell’acconciatura di capelli, la matita nera e il suo famoso vestito lungo bianco e nero.
La fotografia stessa è una costante ricerca dell’estetica.
CENERENTOLA A PARIGI
The Guardian l’ha definito “un film innamorato della moda”. La maggior parte dei costumi sono stati disegnati dalla leggendaria Edith Head, ma la gloria eterna ce l’hanno gli abiti disegnati da Hubert de Givenchy.
IL CIGNO NERO
I vestiti per la prima ballerina, fatti di piume e di noir gossamer tulle, sono stati creati dai designer di J. Mendel e Oscar de la Renta. Anche il brand di alta moda Rodarte ne è stato il grande protagonista, raggiungendo il successo planetario proprio con questo film e toccando per la prima volta il mondo cinematografico. Gli abiti stessi diventano subito protagonisti sul palcoscenico.
COLAZIONE DA TIFFANY
L’adattamento del 1961 del romanzo di Truman Capote ha trasformato “il mangiare un croissant di fronte a una vetrina” in un stravagante rito di passaggio e lo ha reso da allora sinonimo dell’attrice inglese. Gli abiti sono semplicemente indimenticabili!
RAGAZZE A BEVERLY HILLS
Con l’aiuto del suo tecnologicamente avanzato armadio, Cher aveva sempre tutto perfettamente abbinato. Nella fattispecie: il suo tailleur a scacchi gialli e neri.
MARIE ANTOINETTE
Abiti sfarzosi, gioielli, mobilia di design, e tutto ciò che di lussuoso poteva esserci per i reali di Francia. Marie Antoinette rappresenta la quintessenza della bellezza, del lusso e dello splendore quando si tratta di stile e moda. Kirsten Dunst è stata perfetta nella sua interpretazione della regina francese, con i suo infiniti abiti meravigliosi disegnati da Milena Canonero che hanno permesso alla stilista di portarsi a casa l’Oscar per i migliori costumi.
VIA COL VENTO
Dall’abito confezionato con il tessuto della tenda, simbolo del desiderio di rivalsa e sopravvivenza di Rossella, ai giganteschi vestiti e gonne, “Via col vento” sarà sempre ricordato anche come un classico per gli appassionati di costumi di scena e moda.
LA FINESTRA SUL CORTILE
Diretto da Alfred Hitchcock nel ’54, non è solo un capolavoro del genere thriller, ma è anche una sorta di sfilata di moda con Grace Kelly e Lisa Freemont che sfoggiano uno dopo l’altro meravigliosi capi estivi. Se la collana di perle e il delicato makeup non dovessero essere sufficienti per conferire un’aria di ricchezza e classe, ci pensa Lisa a far passare il messaggio con la descrizione del suo bellissimo vestito definendolo come “arrivato direttamente dalle boutique parigine“.
ESPIAZIONE
Il vestito verde smeraldo è probabilmente il capo cinematografico più famoso dell’ultimo decennio; infatti è stato recentemente votato come il “Miglior costume di tutti i tempi” da Sky Movies e da i lettori di InStyle. Questo lungo e sinuoso abito da sera perfetto nel suo periodo storico (metà anni 30 e primi anni 40) è un risultato straordinario della designer Jacqueline Durran che lo ha creato dal nulla, allontanandosi dallo stile “decadente” adottato tipicamente dalle famiglie altolocate del tempo, e creando invece qualcosa assolutamente di alta moda e raffinato.
SABRINA
Edith Head, supervisore ai costumi, per il film aveva preparato dei bozzetti sui quali lei e Audrey potessero disegnare insieme i vestiti. E il risultato è meraviglioso.
IL GRANDE GATSBY
Per la più recente delle versioni cinematografiche, Catherine Martin ha ricoperto il ruolo di produttrice, scenografa e costumista. Per un film come questo, è stata decisamente un’impresa titanica. In alcune delle scene si arriva fino a 300 comparse, ognuna delle quali con il proprio e unico costume. Brook Brothers ha fornito 1.200 pezzi in totale per gli abiti maschili, mentre Miuccia Prada ha disegnato 40 abiti di scena più alcuni appositamente per Daisy (Carey Mulligan).
SEX AND THE CITY 1&2
Halston Heritage collection, Chanel, Manolo Blahnik, Vera Wang, MYKITA e Holly Fulton sono solo alcuni dei brand che troviamo nei due film. E non dimentichiamoci degli abiti del matrimonio e dei meravigliosi e colorati vestiti per il set in Marocco.
ANNIE HALL
Quando Annie Hall è apparsa con camicia e cravatta, un cappello nero, ampi pantaloni color kaki e un gilet di Ralph Lauren ha fatto impazzire il modo della moda. La costumista del film, Ruth Morley, aveva lavorato fianco a fianco con Diane Keaton per creare l’iconico look della protagonista, basato sullo stile personale dell’attrice stessa.
SHAKESPEARE IN LOVE
Sandy Powell ha vinto l’Oscar per Migliori costumi per questo film, nel quale vestiti sfarzosi e riccamente decorati hanno accompagnato Gwyneth Paltrow e Judy Dench alla vincita del loro Academy Award.
IL DIAVOLO VESTE PRADA
Nel 2016 il film ha festeggiato il suo decimo compleanno e tutti i magazine non hanno perso l’occasione per celebrarlo e per celebrare i migliori e indimenticabili vestiti indossati da Meryl Streep, Anne Hathaway e Emily Blunt.
ANNA KARENINA
In passato Jacqueline Durran ha lavorato diverse volte con Joe Wright riscuotendo notevole successo. Viene infatti nominata agli Oscar per il miglior costume in Orgoglio e Pregiudizio ed Espiazione. Per Anna Karenina, Wright ha voluto che la Durran si concentrasse di più sulla silhouette che sui dettagli “Dato che nel XVI secolo gli aristocratici russi erano ossessionati con la cultura francese, ci balenò l’idea di fare qualche leggera modifica utilizzando la bellezza degli anni ’50 per enfatizzare la vena moderna di Anna. Questo ha davvero aiutato Keira a capire il personaggio di Anna” ha detto la designer in un’intervista al “The Guardian”.
COME SPOSARE UN MILIONARIO
Lauren Bacall, Betty Grable e Marylin Monroe, questi tre nomi da soli basterebbero a capire perché questo film è nella lista, oltre al lavoro del costumista William Travilla. Non si dimenticano anche gli accessori, primi tra tutti gli occhiali di Marylin.
LA DUCHESSA
Georgiana Cavendish, Duchessa del Devonshire è stata un’icona di moda in Gran Bretagna durante il XVIII secolo. Il suo stile, le sue stravaganti parrucche e il suo lifestyle sono stati protagonisti del film del 2008 di Saul Dibb “La Duchessa”, interpretata magnificamente da Keira Knightley.I costumi dell’epoca, ricreati perfettamente, hanno fatto sì che il costumista Micheal O’connor vincesse l’Oscar per il Migliori Costumi.
THE DANISH GIRL
Con vestiti aderenti e rigidi, lane spesse o vestaglie spettacolari fatte di ricche stoffe, il costumista Paco Delgado ha accompagnato Einar/Lili (Eddie Redmayne) attraverso il suo percorso di trasformazione. Il designer non solo è riuscito a far emergere l’anima dei personaggi, ma anche lo stile dei primi anni ’20 in Danimarca, un paese che stava passando dalla rigida moda dei tempi di Edoardo d’Inghilterra ad una più libera e consapevole.
MY FAIR LADY
Non è una coincidenza se questo è il terzo film della lista interpretato da Audrey Hepburn (lei certamente ne meriterebbe una tutta sua). La costumista Cecil Beaton vinse il suo secondo Oscar e probabilmente è la fautrice del più famoso indumento mai creato per il cinema: l’abito a sirena bianco e nero abbinato al cappello che nel 2011 venne venduto all’asta per l’incredibile prezzo di 3.7 milioni di dollari.
ANIMALI NOTTURNI
“Non lavoro con Tom Ford lo stilista” dice la costume designer Arianne Phillips (costumista anche del debutto cinematografico di Ford, “A Single Man”), “lavoro con Tom Ford il regista” e in effetti, nessun abito dello stilista americano è presente nell’armadio di Susan (Amy Adams) su richiesta dello stilista stesso. Ma, sempre secondo quando detto dalla Phillips, il designer le ha reso disponibile il suo atelier per la creazione degli abiti per l’attrice. Le creazioni, gli stili e i colori si fondono perfettamente con la sceneggiatura, e se si guarda attentamente dicono molto di più di quello che si possa pensare.
LA LA LAND
La costumista Mary Zophres è stata impeccabile nel confonderci, i realistici costumi retro ci hanno trasportato agli anni d’oro di Hollywood (insieme a qualsiasi altro aspetto del film), solo i cellulari e le macchine ibride ci hanno tenuti ancorati al presente.
“Volevo che le donne venissero corteggiate da Ryan, e che gli uomini fossero romantici nei confronti Emma” ha detto la Zophres e ovviamente qualsiasi abito doveva essere adatto ad una scena di ballo.
PERSONAL SHOPPER
Non fatevi ingannare dal titolo, non è un film sulla moda, anzi è un thriller psicologico, ma questo non ha fermato il costume designer Jürgen Doering dall’esprimere il suo talento. Aveva in precedenza già lavorato con Kristen Stewart sul set di “Sils Maria” quindi sapeva come lavorare con lei sia con abiti eleganti che casual: da un maglione Fair Isle in una scena a un abito metallico firmato Chanel in un’altra.
A Maureen (Kristen Stewart) non piace il suo lavoro, e quando non deve provare capi d’abbigliamento per la sua cliente, indossa abiti modesti e informali che rispecchiano l’oscurità che permea il film.
Su questo tema il costumista ha dichiarato che “A lei non piace il suo lavoro, e l’ho tenuto in considerazione. Non sta bene e sente la mancanza del fratello, quindi questi vestiti ‘modesti’ creano un forte contrasto con quelli di alta moda che prova”.
BROOKLYN
La storia di Eilis Lacey, magnificamente interpretata da Saoirse Ronan in “Brooklyn”, è la storia di qualcuno che deve lasciare tutto ciò che conosce per costruire una nuova vita a partire da zero.
Il verde dell’Irlanda segue Eilis negli Stati Uniti sul suo cappotto che è molto presente nella prima parte del film dato che simboleggia la mancanza di casa e la voglia di ritornarci, ma poi qualcosa cambia, e attraverso i colori e i vestiti, vediamo Eilis cambiare vita. Odile Dicks-Mireaux, costume designer, sul catturare i look e le sensazioni di un’Irlanda post-bellica ha dichiarato: “In Irlanda, molte persone indossavano vestiti vecchi di almeno 5 anni, soprattutto le donne di una certa età. Volevo ricreare degli abiti reali e non sentimentali. A quei tempi in Irlanda c’erano persone con abiti belli e contemporanei, ma non erano molte”.
JACKIE
Chapeau! a Madeline Fontaine per come ha saputo ricreare per Natalie Portman l’iconico stile di Jaqueline Kennedy.
Sul suo lavoro Fontaine ha detto: “Per me, lei era più di un’icona della moda. Era un’ambasciatrice di eleganza. Si deve molto a questo periodo…c’era così tanto da scegliere. Dovevamo solo farci un’idea e da lì partire”.
Per renderlo il più reale possibile, la costumista si è rivolta per i tessuti alle stesse aziende francesi da cui andava la Kennedy e i bottoni per il vestito sono stati inviati direttamente da Chanel. La Maison francese non poteva che aiutare Fontaine a ricreare alcuni degli abiti più iconici.
IL FILO NASCOSTO
Due cose vengono subito in mente quando si pensa a questo film: in primo luogo, è stato l’ultimo film di Daniel Day-Lewis prima di ritirarsi dalle scene e in secondo luogo e gli incredibili costumi disegnati da Mark Bridges che non poteva che vincere l’Oscar ai migliori costumi. Oltre al risultato finale, ciò che attira l’attenzione del pubblico è il processo di creazione, l’arte di creare un vestito. Sia Bridges che il regista Paul Thomas Anderson hanno avuto l’opportunità di studiare i capi esposti al Victoria and Albert Museum [di Londra] per ricreare al meglio l’ambiente della Londra degli anni ’50.
Infine, Daniel Day-Lewis che è noto per l’arte di immergersi completamente nel personaggio, ha studiato e imparato tutto sull’essere un couturier. Anche se non era la prima volta che si cimentava in qualcosa di legato alla moda: in una delle sue tante pause tra un film e un altro, aveva trascorso un periodo a Firenze per imparare l’arte calzaturiera italiana.
L’INGANNO
Conosciamo tutti l’attenzione che la regista Sofia Coppola mette in ogni dettaglio, e dopo “Marie Antoinette” è tornata al genere drammatico in costume con il remake del film del 1971 (“La notte brava del soldato Jonathan”) “L’inganno“.
Nel film ambientato nell’era della guerra civile americana, la costumista Stacey Battat ha lavorato a stretto contatto con la scenografa Anne Ross e la Coppola per rendere tutto coerente e coeso. Sulla sua ricerca Battat ha detto: “Sono andata al Metropolitan Museum of Art dove ho analizzato i campioni di tessuto di quel periodo, per poi visitare il Costume Institute per vedere da vicino gli abiti dell’epoca. Ho studiato molti libri, tra cui uno sui modi e maniere”. Gli abiti di scena sono serviti anche come mezzo per aiutare le attrici a conoscere i propri personaggi e i loro background. Ad esempio la designer ha dichiarato: “Volevo che Miss Martha (Nicole Kidman) si sentisse austera, come se fosse al comando, perché era la capofamiglia, quindi ho scelto di usare sagome più snelle su di lei”.
OCEAN’S 8
Una rapina al Met Gala? Un film destinato ad avere alcuni abiti da capogiro!
La costumista Sarah Edwards per vestire il cast composto da Cate Blanchett, Sandra Bullock, Anne Hathaway al fianco di Mindy Kaling, Sarah Paulson, Awkwafina, Rihanna e Helena Bonham Carter ha detto che non poteva scegliere abiti a caso, aveva bisogno di capi autentici, e per l’occasione il mondo della moda non si è fatto desiderare (quando Cartier chiama per ottenere una “parte” nel film, sai che hai per le mani qualcosa di grande). La “squadra” ha quindi indossato: Givenchy (Blanchett), Alberta Ferretti (Bullock), Zac Posen (Rihanna), Valentino (Hathaway), Dolce & Gabbana (Bonham Carter), Naeem Khan (Kaling), Prada (Paulson) e Jonathan Simkhai (Awkwafina).
KINGSMAN I & II
Non c’è niente di meglio degli abiti inglesi fatti su misura, a meno che non contiate Colin Firth e Taron Egerton che li indossano magnificamente!
I costumi disegnati da Arianne Philips, costumista del film, hanno avuto così tanto successo che la designer ha firmato una collezione ispirata a “Kingsman” per il rivenditore online Mr Porter.
CRAZY RICH ASIANS
È il fenomeno hollywoodiano più recente, tutti ne parlano, e tutti parlano anche dei suoi abiti: Mary Vogt ha fatto un incredibile lavoro nel ricreare un guardaroba elegante tipico dell’alta società, scegliendo marchi come Elie Saab, Dior, Ralph Lauren e Chloe. Ha anche arruolato la stylist Andrea Wong, ex capo redattrice di Elle Malesia come senior buyer per il film.
Per saperne di più sul film e i suoi protagonisti, qui le nostre interviste con le attrici Jing Lusi e Janice Koh.
UN PICCOLO FAVORE
Blake Lively, dopo aver interpretato la ragazza più glamour dell’Upper-East Side in “Gossip Girl” ci sorprende ancora una volta con il suo senso dello stile in “Un piccolo favore”. Il suo personaggio, Emily, è una fashion PR con molti segreti ma con molti look degni di nota allo stesso tempo!
La costume designer Renée Ehrlich Kalfus si è ispirata ai film degli anni ’80 (come “Flashdance”) e ha dovuto scavare negli archivi di Ralph Lauren per mettere insieme tutti i completi indossati da Blake nel film. Una piccola curiosità: Emily indossa un abito solo nella scena finale, mentre in tutte le altre indossa dei completi!
LA FAVORITA
È stato chiaro fin dal suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia che “La Favorita” sarebbe stato un film storico dal successo strepitoso, non solo per la storia narrata e per le incredibili performance dei membri e del cast, ma anche per il makeup e i look.
Nonostante gli abiti delle donne siano quasi tutti incentrati su una palette bianco-nero, sono comunque ricchi di dettagli che raccontano qualcosa di coloro che li indossano. La mente geniale dietro tali vestiti è niente meno che Sandy Powell, che ha vinto l’Oscar ben tre volte nel corso della sua carriera!
Se voletete scoprire di più sul film, leggete la nostra intervista con Nadia Stacey (makeup artist) e Deborah Davis (sceneggiatrice).
ALADDIN
Nell’adattamento live action dell’omonimo film d’animazione Disney (1992), i costumi ideati da Michael Wilkinson sono una celebrazione della cultura arabica, e sono stati realizzati con tessuti provenienti da Medio Oriente, Turchia e Africa. Nel turbinio di colori vivaci, dettagli elaborati e ornamenti preziosi, a spiccare sono i look di Jasmine, una rappresentazione della sua personalità forte, intelligente e del suo desiderio di libertà.
PICCOLE DONNE
Jaqueline Durran si è aggiudicata la statuetta per i migliori costumi agli Oscar 2020 e non avrebbe potuto essere altrimenti! Grazie alla mescolanza di stili diversi, è riuscita nel rendere gli abiti vintage desiderabili anche ad un pubblico moderno. Per creare i costumi di scena, Jacqueline non ha visto le precedenti trasposizioni del romanzo, ma si è basata unicamente sulla visione della regista Greta Gerwig, sfogliando insieme delle raccolte di fotografie vittoriane. Inoltre, ha assegnato ad ogni sorella un colore preciso: Jo è caratterizzata da lampi rossi, Meg da tonalità verdi e lilla, Beth da nuance rosa e Amy dall’azzurro.
DOWNTOWN ABBEY
Abiti vintage, attenzione ai colori e dettagli più che curati. I costumi creati da Anna Robbins per il film di “Downton Abbey” ci catapultano a fine anni ’20 e sono frutto di numerose ricerche condotte dalla costume designer, che si è recata più e più volte al Victoria and Albert Museum per studiare i dipinti degli abiti dell’epoca e gli archivi. Ad esprimere il passaggio d’epoca è Lady Mary, che incarna lo stereotipo di donna aristocratica ma in carriera, libera di indossare un look maschile per lavorare quanto una mise elegantissima per la cena con i reali inglesi.
EMMA
Autumn de Wilde ha dato vita ad un film visivamente sublime, un tripudio di bellezza accentuata dai costumi ricchi di dettagli in pieno stile Regency curato da Alexandra Byrne. Attraverso i colori vibranti e le scelte di stile di Emma, George, Harriet e degli altri protagonisti, capiamo molti aspetti del loro carattere e della loro evoluzione. Per essere sicura che il risultato fosse visivamente perfetto, la costumista ha lavorato affianco ai responsabili del set design affinché arredi e carte da parati fossero abbinati o in perfetto contrasto con gli abiti.
C’ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD
Arianne Phillips, alla prima collaborazione con Quentin Tarantino, con i suoi costumi ha contribuito a ricreare l’atmosfera della Los Angeles del 1969: importanti per lei sono stati i dettagli e dei piccoli “talismani” per i protagonisti del film che hanno contribuito a sottolineare la loro personalità: per Rick ad esempio, la cintura con la R indica che si tratta di un personaggio egocentrico. La camicia hawaiana di Cliff invece è un must dei film di Tarantino, mentre gli abiti di Sharon Tate sono ispirati a quelli effettivi dell’attrice, con accessori davvero appartenuti all’attrice, dati ad Arianne dalla sorella di Sharon, Deborah.