Pagine Internet che si tinteggiano di rosa, feed Instagram intasati da meme e review monotematici, stormi color pastello che attraversano i corridoi dei cinema di tutto il mondo, spettatori che entrano o escono con qualsiasi mezzo dall’universo più popolare del momento: è la Barbie-mania, forse è anche una nuova epoca d’oro della Mattel, ma di sicuro è il momento di Greta Gerwig. Il suo attesissimo e ormai amatissimo “Barbie” è il miglior botteghino di sempre per Warner Bros, e un vero e proprio fenomeno culturale. Diretto da Greta, la regista di “Piccole donne” e “Lady Bird”, e co-sceneggiato da lei insieme a Noah Baumbach, “Barbie” è l’ennesima dimostrazione che squadra che vince non si cambia. Non solo partner nella vita, Greta e Noah collaborano spesso e ai progetti più diversi, sia in veste di co-sceneggiatori, sia di attrice e regista.
Come Barbieland e Kendomland, i mondi creati dal team Gerwig-Baumbach sono specchi della nostra realtà, riflessi del nostro quotidiano che rimandano in maniera più o meno fittizia, ma sempre analitica e critica, a quello che vediamo, viviamo, proviamo ogni giorno. Greta e Noah si uniscono per riflettere e far riflettere noi, che scegliamo di guardare pezzi di vita con i loro occhi, con film dal potere comunicativo e rivelatorio che rappresentano quello che dovrebbe essere il cinema: poesia in senso etimologico, creazione, produzione, un ritratto lirico della vita.
“Barbie”
Diretto da Greta Gerwwig, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach
Cominciamo col fenomeno del momento: “Barbie”, in un certo senso, ci dà un’idea di come funzionerebbe il mondo della più famosa bambola del mondo se potesse prendere vita. Un mondo prevedibilmente rosa, preciso, perfetto, come le proporzioni, i capelli, i vestiti dei suoi abitanti, e per questo incredibilmente finto. Un mondo in cui le donne (varie declinazioni di Barbie) sono “al potere”, occupano le posizioni lavorative più di prestigio, mandano avanti la città (Barbieland, appunto), monopolizzano le feste, rifiutano gli uomini (i Ken) perché a Barbieland gli uomini sono solo un accessorio, relegati a co-esistere e passare tutto il loro il tempo sulla spiaggia. In questa terra da favola, però, gli sceneggiatori creano una crepa che pian piano si trasforma in una voragine: Barbie Standard (Margot Robbie) attraversa una crisi esistenziale che la porta a fare un salto nel mondo degli umani per chiarire una serie di dubbi sulla vita e sulla morte, accompagnata da un Ken (Ryan Gosling) in vena di ribellione.
“Rumore bianco”
Diretto da Noah Baumbach, con Greta Gerwig
Tratto dal romanzo omonimo di Don De Lillo, l’adattamento di Baumbach ripropone alcuni temi dominanti nella cultura negli anni ’80, quando il libro è stato pubblicato, tanto quanto oggi. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso anno, il film racconta la storia di una famiglia (Greta Gerwig, Adam Driver, Raffey Cassidy, Sam e May Nivola, Dean e Henry Moore) scardinata da equilibri fragili, e in particolare di una coppia (Gerwig e Driver) ossessionata dalla paura della morte. Ossessione che si intensifica quando un incidente sparge rifiuti tossici nella città e si scopre l’esistenza di una droga sintetica che allevierebbe il terrore di morire. Un racconto nonostante tutto gioioso e giocoso di una situazione catastrofica, e anche tristemente riconoscibile per noi generazione Covid: un racconto complessamente ironico, in perfetto stile Baumbach.
“Mistress America”
Diretto da Greta Gerwig, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, con Greta Gerwig
Appartenente al sottogenere della “screwball comedy”, il film racconta la storia di Tracy (Lola Kirk), una giovane studentessa universitaria che si sente sola e disorientata nella grande città di New York. La sua vita, però, prende una svolta inaspettata quando incontra e diventa amica di Brooke (Greta Gerwig), una carismatica trentenne che è anche la sua futura sorellastra. Insieme, le ragazze vivranno una serie di avventure eccentriche e imprevedibili, in una storia che esplora lucidamente temi di amicizia, ambizione e crescita personale. Una commedia brillante e acuta che esemplifica quanto sia complicato ma formativo l’incontro tra generazioni diverse tanto quanto la vita in una metropoli.
“Frances Ha”
Diretto da Greta Gerwig, scritto da Greta Gerwig e Noah Baumbach, con Greta Gerwig
Questo gioiello di film racconta in bianco e nero la storia di Frances (Greta Gerwig), una giovane ballerina che vive a New York City, con il sogno di diventare professionista. Quando la sua migliore amica Sophie (Mickey Sumner) si trasferisce in un’altra città con il suo fidanzato e intraprende una carriera più stabile, Frances entra in una crisi esistenziale e sindrome dell’abbandono che la costringe a lottare con insicurezze, incertezze e cambiamenti. Attraverso una serie di lavori precari e amicizie altalenanti, cerca disperatamente di trovare il suo posto nel mondo e si imbarca in un viaggio di auto-scoperta, crescendo e facendo i conti con le aspettative della società e di sé stessa. Un ritratto autentico e anche commovente della giovinezza e dei cosiddetti “anni più belli”.
“Lo stravagante mondo di Greenberg”
Scritto e diretto da Noah Baumbach, con Greta Gerwig
Roger Greenberg (Ben Stiller) è un uomo di mezza età in preda ad una apparentemente lieve, ma importante crisi esistenziale. Dopo essere stato rilasciato da una clinica psichiatrica, Roger si trasferisce a Los Angeles per prendersi cura della casa di suo fratello in vacanza. Proprio in questa casa incontra la giovane assistente personale di suo fratello, Florence (Greta Gerwig), con cui sviluppa un rapporto complesso. Entrambi si ritrovano ad affrontare le proprie insicurezze e difficoltà emotive, che sembrano acuirsi con il loro incontro, ma lasciano anche presagire un risvolto totalmente opposto del loro rapporto. Il film di Baumbach esplora con l’unicità del suo sguardo alcune tra le dinamiche umane più riconoscibili e forse proprio per questo ci fa aprire gli occhi su quanto valga la pena non abbandonare mai la nave, ma affrontare tutte le sfide che la crescita personale e le relazioni interpersonali comportano.