Per la seconda volta è stato un film di Damien Chazelle ad aprire le danze della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia, e il regista torna dimostrando ancora una volta la propria qualità.
Il 1969 è stata la data in cui la fantasia è diventata realtà, quella fantasia che è stata alimentata dalla letteratura prima e dal cinema poi sin dai primi cortometraggi di Méliès dei primi del ‘900. E a quasi 50 anni di distanza dalla missione Apollo 11, “Il primo uomo” ci presenta il suo protagonista più famoso, Neil Armstrong.
Titolo
“Il primo uomo”
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Damien Chazelle non sa fare le cose in piccolo e lo ha già dimostrato apertamente arrivando agli Oscar col suo secondo lungometraggio, “Whiplash”, e sbancando la Città delle Stelle con il terzo, “La La Land”.
Per la prima volta lontano dal suo jazz, lo troviamo ora alle prese con un biopic che affronta uno degli eroi americani (e dell’umanità intera, secondo il canadese Ryan Gosling) per eccellenza.
La banalità è un rischio reale e pericoloso quando si racconta di un personaggio e di una storia così noti sin nei minimi dettagli su scala mondiale, ma Chazelle ha dimostrato di avere già acquisito un proprio stile ben riconoscibile e di alta qualità.
Anche quando la musica non è il protagonista, Damien riesce a creare una sinfonia interna al film, raccontando la vita e la carriera di Neil Armstrong come un gigantesco valzer fra la Terra e la Luna, fra l’umanità e lo spazio, fra l’uomo e la vita e di conseguenza anche la morte.
A dare vita alle sue idee troviamo Ryan Gosling, che dimostra sempre più che la sua carriera sta vivendo un periodo d’oro riuscendo a centrare un bersaglio dopo l’altro, sia nei panni di un sognatore ballerino che in quelli da replicante, convincendo anche nell’affrontare un film storico.
Al suo fianco la bravissima Claire Foy che anche se ha abbandonato il ruolo da Regina Elisabetta II in “The Crown” non ha di certo lasciato la sua determinazione.
Chi Scrive
Per la prima volta Chazelle lascia la sceneggiatura ad un’altra mano che non sia la propria, affidandosi all’esperienza di Josh Singer, già premio Oscar con “Il caso Spotlight” (presentato a Venezia 72) e ormai specializzato in sceneggiature storiche, dalle sue prime esperienze con “West Wing – Tutti gli uomini del Presidente” fino a “The Post”.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
“Il primo uomo” presenta la carriera di Neil Armstrong, dai Boeing al progetto Gemini fino all’Apollo 11, la storia della NASA praticamente. Il tutto visto però attraverso i suoi occhi, con tutto il tragico della sua vita, la famiglia, gli amici e tutto quello che significa essere uno dei pionieri dello spazio.
Di cosa avrete bisogno
Se conoscete già tutto ciò che ha portato all’arrivo sulla Luna allora avrete bisogno solo di godervi lo spettacolo cinematografico imbastito da Chazelle, anche se “Il primo uomo” riesce comunque a prendere tutti di sorpresa.
Cosa dicono
Durante la conferenza stampa a Venezia, Damien Chazelle ha detto: “Tutti i film che avevo fatto fino ad ora nascevano da mie esperienze personali, mentre questo è un’esperienza di tutti, collettiva, quindi ho voluto avere tutto il tempo necessario per capire come realizzare questo film al meglio. È stato un modo di mettersi nei panni di qualcun altro capendolo il più possibile, e creando una storia molto personale, che fosse incentrata sulla reazione familiare, tipo “Oh guarda, papà sta andando sulla Luna”.”
Ryan Gosling: “Ho avuto tantissimo aiuto per interpretare Neil, dai figli alla ex moglie, persone che lo conoscevano dall’infanzia che ci hanno aperto le porte mostrandoci un vero e proprio museo di Neil. È risaputo che era una persona molto umile e reticente, quindi la sfida era lasciare questa parte del suo carattere aprendo però una finestra sulle sue emozioni. Per prepararmi a questo personaggio ho imparato a volare, per capire realmente quel mondo, e il personaggio stesso. E ho capito perché lui è diventato un grande astronauta e io no.
Damien aveva in mente il film già da prima di “La La Land”. Aveva i due film nella testa contemporaneamente, e sono entrambi film che si prestano al grande schermo e che tutti noi vorremmo in qualche modo sperimentare. Credo che Damien abbia un istinto molto forte per quello che le persone vogliono vedere, e il talento di unire le persone al cinema e al proprio cinema.”
Claire Foy: “Quello su cui volevo concentrarmi pensando a cosa dare al pubblico era il lato dell’essere genitori. Abbiamo chiesto ai figli se si ricordassero chi fra i due raccontava le fiabe, chi faceva loro il bagnetto, chi era in casa il poliziotto buono e chi quello cattivo. Questo perché volevo essere rispettosa della loro vita, e loro sono stati molto generosi consegnandoci la loro storia nelle nostre mani.”
Un’ultima cosa…
Come per tutti i suoi precedenti film, anche ne “Il primo uomo” troviamo la collaborazione eccezionale fra Chazelle e Justin Hurwitz che dimostra di essere un gran compositore anche lontano dal suo mondo d’origine jazzistico, creando una colonna sonora a metà strada fra il suo solito genere e quello più “alla Zimmer”.
Ma il vero protagonista della colonna sonora, paradossalmente, sono i silenzi, che si contrappongono alle ottime musiche di Hurwitz e ai rumori continui che accompagnano la vita da astronauta, da quelli assordanti dei carburanti a quelli preoccupanti e costanti dei cigolii.
Anche qui quindi, “Il primo uomo” rispetta l’esperienza in prima persona e realistica che viviamo per tutta la durata di questo gran film.
Voto su 5 Leoni (Venice Edition):