L’illustrazione di moda viene utilizzata dagli stilisti per i loro sketch, ma non solo; essendo una vera e propria arte, i disegni appaiono su riviste, campagne pubblicitarie e manifesti allo scopo di far conoscere una casa di moda, un designer e, soprattutto, per dare agli artist l’opportunità di creare.
L’illustrazione di moda nasce nel momento in cui le prime riviste della stessa fanno capolino in Francia durante il regno di Luigi XIV. In particolare, ne “Il Journal des dames et des modes”, dove venivano raggruppanti moltissimi talenti della pittura e dell’illustrazione, tanto che fu in queste circostanze che nacque la tecnica pittorica dello stencil. La storia dell’illustrazione di moda è ricca di artisti e si mescola alla società del tempo, agli usi e ai costumi; in questo articolo, ne tracceremo il percorso, attraverso i suoi artisti più importanti.
La Storia attraverso gli Artisti
Georges Lepape
Nato a Parigi nel 1887, fu uno dei primi grandi nomi dell’illustrazione di moda. Venne notato durante una sua esposizione, nel 1919, da uno stilista il cui nome ci risulta piuttosto familiare: Paul Poiret, per il quale creò in seguito la sua opera più grande: “Los Cose de Paul Poiret”, il secondo catalogo pubblicitario dello stilista. Il suo era un tratto che riportava agli stili e le atmosfere orientali, persiane e giapponesi, ma anche ai balletti russi.
All’interno del catalogo, le figure rappresentate conducono per mano il fruitore in un mondo fatto di romanticismo, rappresentando varie scene di vita mondana, volte comunque da un fascinoso mistero, un’aura di bellezza. La sa fama divenne sempre più grande: realizzò infatti pubblicità, copertine, cataloghi ma anche tessuti per le più importanti riviste di moda, come Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair.
George Barbier
Coetaneo del sopra citato Lepape e tra i massimi interpreti dell’Art Deco. Fu il Salone degli Umoristi ad esporre per primo le sue opere, nel 1910, arrivando poi alla Galleria Boutet de Monvel e al Salon degli Artisti Decorativi. Lavorò per riviste satiriche e infine per quelle di moda: Vogue, Il Giornale delle Signore e delle Mode, Foemina e La Gazette du Bon Ton, per la quale realizzò anche alcuni testi. Creò costumi teatrali e per il cinema e la sua passione per gioielli e vetri decorativi si rifletteva nella sua arte che, con influssi classicisti, in particolare riprendendo i vasi greci, ebbe sfogo attraverso il disegno di linee chiare e precise che ritraevano donne eteree con abiti ispirati ai pepli greci; infine, anche quella parte orientale, tipica dell’epoca, ebbe i suoi influssi sull’artista: nel suo caso, l’ispirazione derivava dalle miniature indiane.
Kenneth Paul Block
Illustratore americano nato nel 1924 e proprietario del Women’s Wear Daily, giornale americano per l’industria di abbigliamento, dove ha lavorato fino alla sua chiusura nel 1992. Da sempre affascinato dalla danza e dal cinema dell’epoca, nel 1945 si diploma alla Parsons School of Design. Quando iniziò a lavorare per Fairchild Publications, i suoi disegni erano molto metodici e lineari ma, ben presto, iniziò a disegnare donne chic e glamour, mescolando il ritratto all’illustrazione e dando un tocco slanciato ed elegante alle figure. Tra i suoi disegni più famosi, la rappresentazione di Jacqueline Kennedy, Babe Paley e Gloria Guinness. Il suo giornale era un must per chiunque volesse essere aggiornato sulle ultime tendenze e stili del momento.
René Gruau
All’anagrafe Renato Zavagli Ricciardelli, nato a Rimini nel 1909, e forse il più famoso illustratore di moda italiano. Iniziò la sua carriera lavorando per la rivista Lidel, diventando sempre più famoso e disegnando figurini per varie case di moda; da quel momento iniziò a firmare le sue opere con il nome di René Gruau, riprendendo il cognome della madre. Il suo stile si contraddistingueva per un tratto sottile e allungato, atmosfere quasi cupe e dei rimandi al movimento impressionista. Lavorò con le più prestigiose maison: da Balenciaga a Schiaparelli a Rochas, e con altrettante riviste famose, quali Vogue, Marie Claire, L’Officiel. Il suo stile raggiunse il connubio perfetto con la moda negli anni del New Look di Christian Dior, nel periodo successivo alla seconda grande guerra: la rappresentazione femminile di René Gruau infatti, coincideva perfettamente con quella dello stilista, e l’illustratore ricorderà con gioia quegli anni a Parigi.
Ovviamente, nel mentre e dopo lavorò anche per brand italiani: Bassetti, Fratelli Rossetti e Laura Biagiotti con la quale collaborò a lungo, disegnando bozzetti di accessori, pannelli per le sfilate e addirittura un ideogramma del logo LB. In quegli anni, disegnò anche la locandina del film “La dolce vita” di Fellini.
Antonio Lopez
Di origine portoricana e nato nel 1943, si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti e dopo essersi diplomato in illustrazione alla Traphagen School of Fashion, iniziò la sua grande carriera nel mondo della moda. Le sue illustrazioni furono una ventata di aria nuova, tra le tavole ritraenti figure in abiti borghesi di alta moda, e la nascita del pret-a-porter sembrò coronare il nuovo ideale di donna e uomo nascenti, eleganti, certo, ma sopratutto dinamici. Lavorò per Vogue, il New York Times, Harper’s Bazaar, la rivista di Andy Warhol The Interview, Karl Lagerfeld, Versace, Missoni…
Disegnava dal vivo e le sue modelle erano sopratutto sue amiche, ognuna con una caratteristica unica e diversa, le loro pose spiritose e scattanti, con canoni di bellezza molto distanti da quella che poteva essere definita “perfetti”.
Oggi
Sebbene oggi la fotografia di moda abbia quasi del tutto sostituto l’illustrazione, vengono a galla molti illustratori che sono riusciti a emergere nell’era digitale. Un espio tra tutti è Bil Donovan, primo “Artist in residence” di Dior, che, pur amando e considerando essenziale la tecnologia, preferisce disegnare a mano; anche Gill Button e Fahren Feingold sono riusciti a farsi strada nel settore lavorando per Louis Vuitton, Vivienne Westwood e Valentino.