Sono sempre stata una grandissima appassionata di moda e, proprio perché spinta da questa passione, sono diventata Fashion Editor. Sono una di quelle persone che riconosce un brand dai suoi dettagli e durante la Fashion Week sono la prima ad arrivare nei backstage per non perdermi proprio nulla.
Ci sono dei protagonisti all’interno di questo mondo che si sono fatti strada grazie al loro gusto unico e alla loro personalità decisa: tra queste, troviamo Courtney Trop. Molti di voi tuttavia la conosceranno come Always Judging, la ragazza dagli outfit grunge che ama il vintage, Gucci e la musica anni ’80. Ho sempre ammirato Courtney perché il suo stile non è dettato dalle tendenze, ma da come si sente in un determinato momento: ecco allora che completi con fantasie quasi psichedeliche, calze colorate, accessori imprevedibili e giacche over si combinano in modi sempre nuovi e mai scontati. Che si tratti di un look couture o di uno punk rock, Courtney sa indossare capi con un’attitide che solo le persone autentiche sanno padroneggiare.
Spinti da questa suo modo di vivere la moda, più come una necessità, un modo di respirare, che un lavoro, siamo andati a conoscerla di persona nel suo studio a Los Angeles per curiosare nel suo armadio con il nostro nuovo format “In Da Closet”. Ci ha fatto vedere alcuni capi vintage unici (tra cui troviamo completi di Jean Paul Gaultier o un bustino Vivienne Westwood da togliere il fiato, letteralmente), ci ha raccontato della sua evoluzione stilistica nel tempo (a cominciare da un abito a pois che ha indossato per una settimana), del percorso che l’ha portata ad aprire il suo blog “Always Judging”, del suo epic-fail fashion e del desiderio che anche a Los Angeles la temperatura scenda sotto i 10 gradi per poter così indossare quelle giacche che tanto ama ma che raramente riesce a sfoggiare.
Vera, unica, inconfodibile, schietta e un po’ pazza. Questa è la nostra Cover Story di Febbraio: Courtney Trop aka Always Judging.
Quali sono stati i tuoi primi esperimenti in termini di stile? E come si é evoluto poi nel tempo?
Quando ero bambina, mia madre si occupava dei nostri look e quando avevo 3 anni, ed ero all’asilo, mi ricordo che mi fece questo vestito a pois che ho indossato sempre per una settimana, l’ho indossato per andare all’asilo della mia piccola città ogni giorno per una settimana intera, era così anni ’80 (io sono nata nel 1986). L’ho indossato per tutto quel tempo e mia madre ad un certo punto mi ha detto: “Penseranno che non abbiamo altri abiti da darti!” e ricordo che era arrabbiata perché comunque insistevo nel volerlo indossare.
Al liceo invece mi piacevano molto i BeeDees, era la fine degli anni ’90 e andavano di moda dalle mie parti. Ne avevo tantissimi di BeeDees, il che è strano perché sono di nuovo di tendenza ora (ride), tutto lo stile di fine anni ’90 è decisamente tornato di moda. Poi mi sono trasferita a Los Angeles ed è stato un periodo a cui non voglio mai più ripensare, anche se alcuni dei miei amici vedendo le foto di quel momento mi dicono: “Amo come ti vestivi”. Uscivo molto e indossavo abiti da discoteca e se vedessi quelle foto ora diresti anche tu: ”Wow, non sei tu” [ride]. Tutti passano un momento simile, ma è divertente, ora quando ci ripenso dico: “Ok, è divertente”. Ero un personaggio specifico e mi piaceva, immagino di averlo interpretato bene.
“Mi ricordo che mi fece questo vestito a pois che non ho tolto per una settimana, l’ho indossato per andare all’asilo“.
E poi Bob ha aperto Intermix in Robertson Boulevard ed è stato un evento importante per me, era la mia seconda casa a quei tempi, intorno al 2007, 2008. Appena Intermix ha aperto, ho fatto domanda per un lavoro lì e mi hanno presa, così la moda è tornata come un uragano nella mia vita. Quando ero al liceo, andavo a fare shopping da Saks, era l’unico negozio che avevamo a Pittsburgh (Pennsylvania). Ovviamente non ero ossessionata dai designer, avevo un paio di borse di Chanel che mio padre mi aveva preso per il compleanno e che volevo tantissimo. Ho avuto un’infanzia strana, quindi mio padre compensava regalandomi dei vestiti, il che è interessante, ma questo ha veramente plasmato tutta la mia carriera e la mia vita. Avevo un paio di borse di Chanel ma ciò nonostante lui mi faceva comprare tutto quello che era in saldo da Saks. Ho scoperto chi fosse Proenza e ho preso quella piccola borsa PS che vedete laggiù proprio mentre lavoravo da Intermix, ha reinventato tutta la mia vita.
Quali sono i tre capi che meglio rappresentano la tua personalità?
Amo Gucci, mi piacciono tutte le cose di Gucci in stile punk/rock. Non amo lo streetwear, mi piace lo stile vampy, da rocker, e adoro i pezzi grunge di Marc Jacobs, sono una fan del suo lavoro. E il vintage, compro tantissimo vintage.
“Compro tantissimo vintage“.
Quali sono i 3 negozi vintage dove fare acquisti qui a Los Angeles?
Il miglior negozio di tutta LA è Replica. Danny, il proprietario, ha frequentato i club negli anni ’80, è un’icona. Ti ricordi quando Comme Des Garçons ha realizzato la collezione “Body Meets Dress, Dress Meets Body”? Un suo amico lavorava da Barneys quando la collezione era sugli scaffali, e ci ha raccontato di come nessuno la volesse comprare, di gente che guardava i pezzi e pensava: “Ma che cosa è questa roba?”; ora invece, uno di quei capi vale moltissimo.
Ha anche dei libri nel suo negozio, è un ottimo studio. Lo dico perché tutti quelli che non sono di qui non capirebbero di cosa si tratta: è un negozio in cui si va solo su appuntamento, è un spazio piccolissimo, senza pretese, è praticamente anonimo, ma poi quando entri ci sono tutti questi Vivienne Westwood degli anni ’90, un sacco di JPG, di Margiela, di Comme Des Garçons; Danny conosce la collezione di riferimento di ogni capo, è una specie di Wikipedia vivente. Quando ci vado, mi fermo per almeno tre ore. E se entro per comprare una cosa specifica, finisco poi per prenderne almeno tre, sempre. I suoi prezzi sono ottimi e super onesti, ci sono capi da 150 dollari e altri ovviamente da 2.000, c’è una scelta molto vasta. Se acquisti capi firmati vintage, sai che da Replica troverai sicuramente qualcosa che fa per te.
Poi ci sono altri negozi vintage, come Scout; una mia amica ha appena aperto un negozio vintage pazzesco a Beachwood Canyon, non l’ho ancora visto dal vivo ma l’ho visto in foto, lei è la regina del vintage, la conosco da 10 anni. Il negozio si chiama Aralda Vintage, dovreste darci un’occhiata, è davvero speciale, ho ordinato qualcosa online, mi ha mandato dei pezzi anni ’80 che sono fantastici.
“Quando ci vado, mi fermo per almeno tre ore“.
Quali sono invece i 3 must-have del tuo guardaroba?
Ho una giacca vintage di Alaïa degli anni ’90 con le spalline imbottite, è in pelle, è molto anni ’80 e la pelle è ruvida perché è stata indossata in precedenza, è il mio pezzo preferito del guardaroba. Amo le trecce e i cerchietti, ho i capelli molto lunghi e mi sto trattenendo dal tagliarli perché mi diverto ad acconciarli; mi sembra che in questo momento ogni donna sia interessata alla moda, o che vada alle Fashion Week, mi sembra che tutti siano davvero interessati agli accessori strani come guanti, guanti di pelle, accessori per capelli, non si tratta più solo di scarpe, borse o vestiti, c’è molto altro.
Quando siete entrati qui stavo guardando la lista dei miei preferiti su Farfetch: amo Charlotte Chesnais, è una scultrice che ha realizzato una linea di gioielli che sembrano per l’appunto opere scultoree. Amo i suoi pezzi, valgono tutti i soldi che costano anche se non sono eccessivamente costosi, se potessi comprare tutti i suoi pezzi, lo farei.
E poi, una buona borsa di Chanel.
ACCESSORI STRANI
Diresti che Chanel è il tuo brand preferito?
In termini di borse si, sicuramente.
Parlando di scarpe invece, quali sono le tue preferite?
Più passa il tempo, e più mi piace il comfort. Portavo molti più tacchi a spillo, o delle Manolo, e quando mi sono trasferita a Los Angeles ho comprato qualche paio di Louis Vuitton, ma ora che sono cresciuta apprezzo molto di più il comfort; porto ancora i tacchi alti, ma meno di prima. Mi scoccia però quando vado ad un evento come un concerto perché, essendo bassa, e tutti sono sempre più alti di me, è bello aggiungere un po’ di altezza.
“APPREZZO MOLTO DI PIÙ IL COMFORT”.
“È BELLO AGGIUNGERE UN PO’ DI ALTEZZA”.
Hai mai avuto un epic fail fashion o legato al tuo guardaroba?
Le mie prime foto street style che girano online, con il caffè in mano e cose del genere, quelle sono il mio epico fail. [ride] È divertente perché ho aperto il mio blog molto tardi nella vita, più tardi rispetto a un sacco di giovani che lo stanno facendo ora. Ho iniziato quando avevo 26 anni e avevo già un ampio background nella moda: lavoro da quando avevo 15 anni e ho fatto molti stage a New York. Qui invece ho lavorato per Intermix, Saks, Anthropologie, ho gestito una piccola boutique su Robertson (Boulevard) per un po’, ho lavorato per Reformation quando era ancora sulla terza strada e prima che si trasferisse in una location più grande, sono stata una buyer per una start-up che vendeva capi a prezzi vantaggiosi, e ho lavorato per uno showroom che vendeva Camila e House of Harlow nel 2010. Ho fatto di tutto nella moda. Quando ho aperto il mio blog, avevo già fatto tutte quelle cose e ora quando vado nei negozi capisco perché i buyer debbano essere presenti per effettuare gli ordini e capisco come funzioni la gestione delle vendite: è un ecosistema e so come funzionano un po’ di cose.
“È divertente perché ho aperto il mio blog molto tardi nella vita, più tardi rispetto a un sacco di giovani donne e uomini che lo stanno facendo ora…”
“…Ho iniziato quando avevo 26 anni e avevo già un ampio background nella moda“.
Ora invece i social media hanno preso il sopravvento…
Non aggiorno più il mio blog. Onestamente, odio ammetterlo, ma non uso più nemmeno il computer così tanto, perché è pesante e devi portartelo in giro. A Los Angeles, se rispondo a un’intervista e ho bisogno di concentrarmi, di scrivere, o di fare ricerca, allora uso il computer, ma non guardo nulla, se mi siedo per fare una moodboard con il computer penso: “Cosa faccio adesso?” perché sul mio telefono ho tutte le cartelle ben organizzate.
Collegandoci anche a questo, com’è cambiato il tuo gusto estetico negli anni?
Il mio stile è in continua evoluzione. So di non essere eccessivamente femminile, so di avere un punto di vista un po’ più maschile e grungy, ma sono aperta a diverse ispirazioni, mi sento più a mio agio con uno stile un po’ esagerato, grungy. Non mi trucco molto, e quando lo faccio uso degli ombretti freddi che applico direttamente con le dita, non mi piace apparire troppo composta.
Quando sono più punk, grungy, mi sento a mio agio.
Qual è il pezzo d’abbigliamento che dovrebbe avere un guardaroba tutto suo?
Il mio corsetto. Quando viaggio con il corsetto, lo tengo in una borsa o in aereo con me, perché altrimenti mi agito. L’ho messo in valigia un paio di volte, ma mi agito comunque, perché a volte le valigie sono troppo piene ed è stato ristrutturato, è come una macchina; è in ottime condizioni, ma è anche molto delicato e vecchio, è degli anni ’90.
Se potessi indossare solo un brand da oggi in poi, quale sceglieresti e perché?
In primis, sarebbe qualcosa di vintage. Capita spesso che metta in valigia solo capi vintage, ma un brand… Mi sentirei davvero a mio agio indossando solo The Row, ma il mio lato gotico/punk direbbe Gucci.
C’è un qualcosa nel tuo guardaroba che guardi e pensi: “Ne ho troppi”?
Tutto [ride]. Credo di avere un sacco di completi, adoro i vestiti, mi emozionano e non me ne vergogno. Ho trovato il modo di esprimere me stessa grazie ad un determinato stile.
“Ho trovato il modo di esprimere me stessa grazie a un determinato stile”.
“Adoro i vestiti, mi emozionano e non me ne vergogno“.
Preferisci il color block o il nero?
Nero.
Quanto spesso sistemi il tuo guardaroba?
Tanto spesso, ogni settimana. So dove si trova tutto in ogni momento, nella mia testa posso visualizzare la collocazione di ogni oggetto, e se qualcosa si sposta vado fuori di testa. Dico sempre che se la mia casa è un casino, allora anche il mio cervello è un casino, quindi tutto ha un suo posto in casa mia.
Cosa c’è in cima alla tua lista dei desideri fashion in questo momento?
Ci stavamo giusto pensando [ride]. Vediamo… Amo Laer, indosso i capi di Laer tutto il tempo, sono di ottima qualità e i tagli sono fantastici, un po’ punk. Potrebbe essere piuttosto grungy, dipende, hanno diversi target di clientela. Ci sono due giacche Laer, quella che ho indossato ad una sfilata e quest’altro blazer che ho salvato su Farfetch, ho un credito per un lavoro che ho fatto per Farfetch e penso che lo userò per comprarmelo.
Quale parola useresti per descrivere il tuo guardaroba?
Opprimente. Spero di sistemarlo presto.
“Tutto ha un suo posto in casa mia“.
Parliamo di musica: qual è la tua canzone da ascoltare tutti i giorni?
Cambia spesso. La canzone che ascolto quando mi sveglio la mattina, e che mi fa sentire bene, si chiama “Marilyn” ed è dei Mount Kimbie, questa è la mia canzone mattutina preferita.
Hai una playlist, cd o cantante preferiti per quando ti vesti?
Mi piace la musica anni ’80 ed è perfetta per vestirsi prima di uscire. Se potessi vivere in un decennio in cui sentirmi a mio agio, e non viverlo da bambina, sarebbero gli anni ’80.
Chi sono tre persone, dagli anni ’80 o dal presente, con cui andresti a cena e perché?
Dal presente, sicuramente le gemelle Olsen, mi piace come siano delle persone riservate nonostante abbiano un brand. Le ho conosciute quando lavoravo da Intermix, sono venute per presentarci dei prodotti, è stato molto bello perché non è una cosa che capita spesso; hanno affittato uno spazio per mostrarci la collezione per poterla vendere poi nei negozi, è stata un’esperienza intima, eravamo circa in 20. E mi sarebbe piaciuto cenare con Anthony Bourdain, ma non è più possibile. È una domanda a cui penso quando nessuno me la chiede… Una volta ho conosciuto Al Pacino, un mio amico era in un film insieme a lui, è stato fantastico ma non riuscivo nemmeno a parlargli, ero troppo nervosa.
“Mi piace la musica anni ’80 ed è perfetto per vestirsi prima di uscire“.
Parlando di Los Angeles, trovi che questa città ti ispiri in qualche modo?
In estate sì. Mi piace tutta la scena rock and roll, penso che sia davvero forte qui. Per lo stile rock and roll, ci sono posti dove è possibile acquistare stivali da cowboy o cappelli vintage molto belli, tutto quello che è rock and roll/grunge è cool, ma a parte questo, siamo sempre in auto durante il giorno, le strade sono troppo disordinate per passeggiare e non fa mai freddo, quindi siamo un po’ limitati su ciò che possiamo indossare; in inverno però possiamo portare dei look come si vedono in passerella, abbinando ad esempio una giacca over a delle calze e scarpe con il cinturino. Puoi indossare tutto quello che vuoi perché il clima non ti impedisce di farlo.
Qual é il tuo superpotere?
Vorrei poter volare. O il teletrasporto, forse è più intelligente perché potrei accettare lavori ovunque senza dover viaggiare troppo.
Hai dei progetti futuri di cui puoi parlarci?
Sto lavorando sulla mia linea CBD e di cannabis. La marijuana è legale qui da qualche tempo, ed è legale in più della metà degli Stati Uniti, ma non è ancora legale per uso ricreativo in ogni parte del mondo. Va molto qui negli Stati Uniti, e vorrei che potesse essere legale ovunque, quindi mi sono lanciata in questa campagna. Ha diversi benefici per la salute, è più sana di altre cose di cui gli americani sono dipendenti, come i farmaci ad esempio, e la cannabis aiuta le persone a disintossicarsi, penso di essere nel giusto.
Ultima domanda… Sei davvero una persona che giudica molto, come dice il tuo nickname “Always Judging”?
Solo gli abiti, si basa sulla moda. Era il mio nickname Instagram anche prima di aprire il blog; io e i miei amici ci stavamo aprendo Instagram insieme molto tempo fa, e mi hanno detto: “Dovresti scegliere ‘always judging’ come nickname perché hai sempre delle opinioni sui vestiti, è tutto ciò di cui parli”, ecco perché l’ho scelto. E quando ho aperto il mio blog, i miei amici mi hanno detto: “Lascialo, è perfetto”.